martedì 31 gennaio 2023

Da Gemonio ad Arcumeggia, il paese dei pittori.

Da Gemonio 303 mt, sì raggiunge la SP 45, percorrendola in direzione di Azzio 399 mt, fino a incrociare l’Anulare Valcuviano. Svoltando a sinistra, sì segue il segnavie che attraversa le campagne per poi tuffarsi in Val Cuvia passando da Molino Dolza.

Dopo la discesa, sì affronta un rettilineo che porta al Torrente Boesio. Poco prima del ponte, sì svolta a destra percorrendo la sterrata, oltrepassando la sbarra, fino a trovare un altro ponte che riattraversa il torrente, quindi continuando a seguire le indicazioni, sì arriva alle Periferie di Casalzuigno 350 mt, più precisamente, davanti a Villa Bozzolo.

Sempre seguendo il segnavie, sì affronta la salita che porta al borgo di Aga 504 mt. Arrivati ad Aga, seguendo i segnavie AV e 3V, sì svolta a destra e sì segue il sentiero fino alla SP7 che da Arcumeggia sale al Passo di Sant’Antonio 647 mt; raggiunta la strada, si svolta a destra e poco dopo, sì arriva ad Arcumeggia 570 mt.









NOTA

La Val Cuvia, è una valle che separa due importanti gruppi montuosi della Provincia di Varese, uno quello più famoso del Parco Naturale del Campo dei Fiori 1227 mt, e l’altro, quello del Monte Nudo 1235 mt e Monte della Colonna 1203 mt. La valle, vanta numerosi percorsi escursionistici che mettono in collegamento i due gruppi, attraversata da due alte vie, come il Sentiero 3V e l’Anulare Valcuviano, che consentono belle traversate di più giorni, in ambienti ricchi di storia e natura, itinerari di varie difficoltà, con spettacolari balconate sulla valle, sui laghi e sulle montagne che della provincia fino alle alte cime delle Alpi.

L’itinerario che descrivo in queste righe, parte da Gemonio, ottimo punto di partenza grazie anche alla presenza della ferrovia che ne consente il raggiungimento, in modo facile e veloce.

Gemonio è un grazioso paese ai piedi delle colline moreniche che costeggiano la Val Cuvia, la sua storia è molto antica, lo testimonia il monumento nazionale della Chiesa di San Pietro, realizzata tra il VII e l’VIII secolo.

L’attraversamento dei boschi e delle campagne, regala affascinanti ambienti agricoli, con vista sulla Punta di Orino 1139 mt, Monte della Colonna, Monte Nudo e Sasso del Ferro 1062 mt.



Molino Dolza, è un minuscolo gruppo di case che creano un grazioso borgo, incastrato dentro una valle che nella stagione fredda, fa fatica a vedere il sole.

Dopo il molino, arriva la piatta Val Cuvia, dove i campi di mais, con vista sui monti della valle e da dove sì può già intravedere la meta del percorso, il paese di Arcumeggia, inoltre è possibile ammirare la piccola cresta del Monte Martinello 638 mt, del Monte Scerrè 796 mt e del Monte Piambello 1125 mt.

Casalzuigno, abitato fin dalla preistoria, è un grazioso paese che sorge ai piedi del Monte Nudo, tra le attrattive che offre questo comune, vi è la Villa Bozzolo del XVI secolo, oggi proprietà del FAI che ne organizza le visite.



Aga, è una minuscola frazione che sorge sopra Casalzuigno, raggiungibile con circa 30 minuti di cammino dal paese. Da qui, sì apre una bellissima veduta sulla Val Cuvia e sul vicino Campo dei Fiori.

Arcumeggia, borgo abitato già in epoca romana, è la meta di questo itinerario. Soprannominato il paese dei pittori, ed è proprio così, ogni casa ogni vicolo regala spettacolari dipinti che creano i disegni più belli e più vari, ogni artista con la propria tecnica, ha saputo regalare un pezzo della propria vita a tutti quelli che vivono o transitano solo di passaggio per le vie di questo incredibile borgo.



Un itinerario diverso, che va alla scoperta di sentieri e di ambienti che attendono solo di essere scoperti e vissuti in tutta la loro bellezza.

 



CURIOSITA’

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:00 circa.

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: circa 400 mt di salita e circa 100 mt di discesa.

PUNTI D’APPOGGIO: locali Gemonio, Casalzuigno e Arcumeggia.

COME ARRIVARE:  da Varese lungo la SS 394 per chi arriva in auto, oppure lungo la linea Varese Laveno per chi arriva in treno.

CARTOGRAFIA O GUIDE: CARTA Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosse oppure giallo verde.

DOVE ALLOGGIARE:

lunedì 23 gennaio 2023

Anello: Osnago, Montevecchia, Valle Santa Croce, Lomagna, Osnago.

Dalla stazione di Osnago 242 mt, sì percorre il segnavie n°3 che conduce alla Cascina Moscoro 269 mt. Seguendo sempre il segnavie n°3, sì aggira la cascina in senso orario, quindi oltrepassata un’azienda agricola, e arrivati sulla strada asfaltata, dove s’incontra anche il segnavie n°5, sì svolta a sinistra, camminando lungo la strada fino alla località Fontanelle 269 mt. Dopo aver oltrepassato le case, sì lascia la strada asfaltata per seguire il segnavie a destra che entra nel bosco e sì segue il sentiero fino a trovare il bivio con il segnavie n°1, che s’incontra subito dopo essere usciti sulla curva della strada asfaltata. Girando a destra, lo sì percorre fino alle periferie di Montevecchia, arrivando poco dopo sulla SP 54. Si cammina lungo la pista ciclopedonale che costeggia la provinciale, per poi rientrare nel bosco, all’altezza di Cascina Molinazzo 269 mt.

Sì continua lungo il sentiero n°1, fino a incrociare il segnavie n°11, quindi svoltando a sinistra, sì oltrepassa il Torrente Curone, e s’inizia a guadagnare quota, e dopo aver trovato la strada asfaltata, sì raggiunge Cascina Butto 390 mt.

Nuovamente in salita, sì va a visitare il borgo si Montevecchia Alta 441 mt.

Nuovamente su strada asfaltata, sì percorre la via che segue la cresta, fino a trovare il bivio con il sentiero n° 9; seguendo quest’ultimo, sì rientra nel bosco, passando sotto la cresta.

Dopo aver recuperato il segnavie n°10 a quota 446 mt, sì raggiunge un’area attrezzata, e poco dopo, un altro bivio. Sempre su sentiero n°9, sì scende nella valle del Torrente Molgoretta, arrivando in località Valle Santa Croce 320 mt.

Seguendo il sentiero n° 9, e in seguito il segnavie n° 6, sì arriva a Lomaniga 266 mt, sì continua a camminare lungo questo segnavie, toccando la località Cascina Trecate 268 mt e raggiungendo il paese di Lomagna 255 mt. Dopo aver abbandonato il sentiero n°6, sì prosegue lungo il segnavie n°4 ritornando così alla stazione di Osnago.

 

NOTA

Il Parco di Montevecchia e Valle del Curone, nasce nel 1983, al suo interno, sì snodano numerosi percorsi tutti molto suggestivi con panoramiche davvero spettacolari. Il parco è composto da una dorsale centrale e da due più piccole, separate da due valli, dove scorrono le acque dei torrenti Curone e Molgoretta. Le quote sono collinari, raramente superano i 500 mt di altezza, eppure, nonostante le piccole quote, questo parco riesce a regalare un ambiente montano unico, solo gli alberi possono raccontare la verità, poiché piante come il platano o il carpine ad esempio, raccontano una storia più simile alla pianura, mentre nella parte più alta il castagno, s’impone com’è giusto che sia.



L’itinerario che descrivo, consente di fare una breve traversata, andando a conoscere sia la parte diciamo pianeggiante, che quella alta del parco.

Sì parte dalla stazione di Osnago paese con una storia molto antica, già conosciuto in epoca romana, per poterlo visitare, è necessario passare dall’altra parte della stazione.

La Cascina Moscoro realizzata intorno al XIX, è composta da una grande corte a forma di ferro di cavallo, sembra quasi una villa rinascimentale, dotata al suo interno di un ampio cortile. Dalla campagna, sì ha una piacevole vista sulla dorsale del parco, oltre alla magnifica veduta del Resegone di Lecco 1875 mt, che sì mostrerà per buona parte del percorso.



Il Torrente Curone, è un corso d’acqua lungo circa 8 km, che nasce nell’omonima valle situata nel cuore del parco, aggirando buona parte della collina per poi andare a tuffarsi nelle acque del Torrente Molgoretta.

Montevecchia, è un grazioso paese diviso in due sezioni, in altre parole, la parte bassa, dove sì è sviluppata maggiormente e, la parte alta, ricca di storia antichissima, pare che siano stati rinvenuti due accampamenti, uno risalente a circa 60.000 anni fa. Sulla punta della prima collina, svetta il Santuario della Beata Vergine dal Carmelo, chiesa realizzata tra il XVI e il XVII secolo, costruita sopra le rovine di una chiesetta ancora più antica.



Lungo le tante panoramiche, sì ha una

magnifica vista sulle Prealpi, facilmente riconoscibili sono i Corni di Canzo 1373 mt e il Monte Cornizzolo 1241mt, mentre guardando più a sinistra, è riconoscibile la sagoma del Monte San Primo 1686 mt; più a destra, svettano imponenti e innevate le cime delle due Grigne, i 2409 mt del Grignone e i 2184 mt della Grignetta. A fianco al Resegone, sono visibili le cime del Monte Tesoro 1432 mt e la lunghissima dorsale del Monte Albenza 1397 mt.

Guardando verso sud, non sì può non notare i grandi grattaceli di Milano, mentre alle sue spalle, una lunghissima dorsale appenninica, emerge dal grigio della foschia padana, una visuale che va dalla Liguria all’Emilia Romagna, un susseguirsi di cime che vanno oltre i 1500 mt di quota, tra cui riesco a riconoscere il Monte Ebro e il Monte Chiappo 1700 mt.



 

Dopo aver scavalcato la dorsale, sì scende nella valle del Torrente Molgoretta, corso d’acqua che scivola a valle per ben 10 km, sì raggiunge un’altra perla del parco, ovvero, la località Valle Santa Croce, piccolo borgo perfettamente incastonato tra queste colline, un paesaggio montano a quote collinari, un minuscolo gruppo di case raggruppate in una graziosa valle, da dove sgorgano appunto le acque del Torrente Molgoretta.



 

Situato nel comune di Missaglia, Lomaniga, è un borgo piuttosto recente, i suoi cenni storici risalgono a metà del 1700.

L’ultimo paese toccato da questo itinerario è Lomagna, borgo abitato già in epoca romana, da qui, appena usciti dal paese, sì possono ammirare le ultime vedute della Collina di Montevecchia con alle spalle le due Grigne, mentre poco più a destra, è ben visibile l’Eremo di San Genesio 846 mt e poco più a fianco, una delle ultime vedute del Resegone di Lecco, prima di ritornare in stazione a recuperare l’auto o il treno.



 






CURIOSITA’

Osnago e Lomagna, erano attraversate dall’antica strada romana Spluga, che metteva in comunicazione il Comune di Milano con Lindau in Germania, passando per il Passo dello Spluga 2117 mt.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 5:30 circa.

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: circa 300 mt di salita e circa 350 di discesa.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Osnago, Montevecchia, Lomaniga e Lomagna.

COME ARRIVARE: in treno lungo la linea Milano Lecco.

CARTOGRAFIA E GUIDE: carta Montevecchia e Valle del Curone, realizzata da INGENIA.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco.

DOVE ALLOGGIARE:

martedì 17 gennaio 2023

Traversata Turbigo Ferno.

Dalla stazione Turbigo 146 mt, sì scende lungo la pista ciclopedonale che costeggia il Naviglio Grande, svoltando a destra, s’inizia a percorrerlo in direzione nord. Dopo aver passato la centrale idroelettrica dove sì tuffa il Canale Industriale, sì raggiunge la località Molino del Ponte. Proseguendo lungo la sterrata sulla sinistra, sì arriva a Nosate 177 mt, dove sì trova la piccola Chiesa di Santa Maria in Binda, che sì raggiunge con una breve deviazione. Ritornati sulla sterrata che costeggia il vecchio naviglio, sì continua a camminare in direzione nord, arrivando alla località Cascina Castellana. Sì continua a procedere raggiungendo un’altra centrale idroelettrica e poco dopo sì arriva al Ponte di Oleggio, che sì attraverserà con un sentiero che passa sotto di esso. Dopo aver passato il ponte di ferro, sì inizia ad attraversare il ponte pedonale che passa sopra il Canale Industriale, al termine, con una breve salita, sì raggiunge una grande sterrata, svoltando a sinistra, sì arriva alla curva dell’Ipposidra e con una scalinata, sì sale al Canale Villoresi. Ora svoltando a destra, si segue il canale fino al ponte che porta al borgo di Tornavento, che sì raggiunge dopo una piacevole salita. Usciti dal borgo di Tornavento, sì percorre la sterrata sulla sinistra che porta al Centro Parco La Dogana 200 mt, quindi svoltando a destra, sì percorre la Via Gaggio in direzione di Lonate Pozzolo. Dopo aver attraversato Via Gaggio, superato il parcheggio, sì svolta a sinistra percorrendo una sterrata che porta al SP 14 bis, la sì attraversa camminando lungo la ciclopedonale che costeggia le piste di Malpensa, arrivando così alla chiesetta di Santa Maria dove sì trova l’area attrezzata che guarda verso le piste di Malpensa. Svoltando a destra su strada asfaltata, sì raggiunge il centro di Ferno, e in seguito la stazione, dove sì potrà prendere il treno per tornare a casa.

 

NOTA

Dalla Provincia di Pavia alla Provincia di Varese, sono numerosi gli itinerari che ho descritto in questi anni. Ogni volta ho proposto percorsi, che portavano alla scoperta di un territorio così grande e così diverso nella sua composizione, passando da paesaggi di pianura, piatti e solitari, andando alla scoperta di cascine e antiche corti in un mondo agricolo che ha tantissimo da raccontare, oppure andando alla scoperta dei boschi e delle tante spiagge che sì affacciano sul Fiume Ticino, o ancora le morbide colline moreniche dove sì possono trovare antichi massi erratici provenienti da località che noi nemmeno riusciamo a immaginare.

Qui, in queste righe ne propongo un altro, una camminata che s’intrufola nel silenzio dei navigli per poi risalire su coste dove sono adagiati piccoli borghi di notevole interesse paesaggistico.

Sì parte da Turbigo 146 mt, abitato già nel I secolo a.c., è un grazioso paese famoso per il Naviglio Grande che lo attraversa, per la centrale termoelettrica del 1928 e per il castello che risale almeno al IX secolo; costeggiando il canale, è possibile vedere le tante opere idrauliche che alimentano le centrali idroelettriche, come il tuffarsi del Canale Industriale nella Centrale Idroelettrica Castelli che poi va ad alimentare il naviglio.



La deviazione per andare a visitare la Chiesa di Santa Maria in Binda a Nosate 177 mt, è obbligatoria. La chiesetta del VIII secolo ha origine longobarde, al suo interno vi sono numerosi affreschi di notevole interesse storico, uno tra tutte, è la danza macabra realizzata nella parte bassa del lato sinistro della chiesa.



Proseguendo per il naviglio vecchio, non sì può non fare a meno di ammirare le numerose specie di uccelli che abitano queste zone, tra cui: l’airone cenerino, il cormorano, e il martin pescatore, oltre a rapaci come il gheppio e la poiana.

Un’altra imponente opera è la Centrale Idroelettrica di Tornavento, realizzata nel 1939.

Il Fiume Ticino, ovunque lo sì guarda, è sempre in grado di regalare emozionanti vedute, un continuo scorrere di acqua a volte lento e a volte impetuoso, dove al tramonto, il sole riesce a regalare magici riflessi nelle sue acque dai tanti colori. Un’altra imponente opera è costituita dal Ponte di Oleggio realizzato tra il 1887 e il 1889, interamente realizzato in ferro con dei giganteschi piloni che hanno resistito a numerose piene che spesso hanno inondato la valle travolgendo tutto quello che incontravano sul loro cammino.



Dopo i tanti canali visti in valle, quasi paralleli al Fiume Ticino, sembra assurdo pensare che in alto, lungo la costa, transiti il Canale Villoresi completato alla fine del 1800, lungo ben 86 km, nasce dal Fiume Ticino, per andare a sfociare nel Fiume Adda.

Dopo aver costeggiato il Canale Villoresi, con una piacevole salita, sì raggiunge la bella piazza di Tornavento 200 mt circa di quota. Piccolo borgo di origini medievali, famoso per la bellissima balconata che spazia sulla valle del Ticino, sulle colline moreniche e sul Monte Rosa 4634 mt, che sì mostra in tutta la sua maestosità; tra le altre cime che sì possono ammirare, segnalo Monte Massone 2161 mt, Monte Leone 3554 mt, il Mottarone 1491 mt e Pizzo Proman 2098 mt, situato nel Parco Nazionale della Val Grande.



Il Centro Parco La Dogana, è un edificio realizzato nel 1737, l’edificio, svolgeva appunto il ruolo di dogana tra il Ducato di Milano e il Regno di Sardegna, rimasta attiva fino al 1859, in altre parole fino alla seconda guerra d’indipendenza. Oggi è un punto d’accoglienza per i turisti, grazie alla sua area attrezzata e al suo ristoro, oltre ad occupare gli uffici del parco dove sì può recuperare il materiale informativo che riguarda il parco e i suoi itinerari.

La Via Gaggio, era la vecchia strada comunale che da Lonate Pozzolo, conduceva al Porto di Oleggio, attraversata da alcune piste d’atterraggio del 1944, è oggi un importante museo all’aperto, una delle attrazioni più belle del Parco del Ticino, minacciata perennemente dall’allargamento dell’Aeroporto Internazionale di Malpensa.



Ferno è un grazioso paese che sorge nella parte alta della costa, il suo monumento più importante è senza dubbio la Chiesa di Santa Maria realizzata nel XIV secolo in stile romanico, il sito purtroppo non è visitabile, dato che ho trovato sempre il cancello chiuso.

 

CURIOSITA’

Durante la salita verso il Canale Villoresi, s’incrocia il tracciato dell’Ipposidra, ferrovia trainata da cavalli in funzione fino al 1865.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 4:30 circa.

DIFFICOLTA’: (T).

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Turbigo, Nosate, Ponte di Oleggio, Tornavento, Centro Parco La Dogana e Ferno.

COME ARRIVARE:in treno, lungo la linea Milano Saronno Novara.

CARTOGRAFIA E GUIDE: carte e guide del Parco del Ticino.

SEGNALETICA: Qualche cartello informativo.

DOVE ALLOGGIARE: B&B Cascina al Ponte a Nosate, tel: 3397300796.

mercoledì 11 gennaio 2023

Da Cameri a Cavagliano.

Da Cameri 161 mt, sì percorre in auto la SP 2 fino alla Latteria di Cameri, dove un ampio parcheggio esterno consente di lasciare l’auto. Lasciata l’auto, sì raggiunge il Canale Cavour, da dove parte l’itinerario, sì inizia a seguire il canale lungo la ciclovia AIDA contrassegnata con appositi segnavie. Sì percorre il canale, oltrepassando il Torrente Terdoppio e la SS 32, quindi dopo qualche centinaio di metri, sì arriva a un ponte che attraversa il canale. Sì prosegue lungo una sterrata in direzione nord svoltando dopo qualche minuto a destra, lungo un’altra carrozzabile che porta al Canale Regina Elena. Svoltando a sinistra, s’inizia a costeggiare il canale arrivando nuovamente a oltrepassare il Torrente Terdoppio, e raggiungendo subito dopo lo stabilimento della IGOR. Si continua camminare lungo il canale, affiancando ancora la SS 32, fino ad arrivare alla rotonda che porta alla Cascina dell’Argine (Attualmente, sono in corso i lavori da parte di ANAS, per il prolungamento della tangenziale, quindi un tratto di percorso è temporaneamente chiuso. Io consiglio due soluzioni: la prima è di seguire la statale prestando molta attenzione alle auto. La seconda, è quella di oltrepassare l’area cantiere, evitando di entrare nel luogo di lavoro, poi appena possibile, scavalcare la protezione della strada, per tornare sulla ciclabile del canale, evitando così di camminare nel traffico).

Raggiunta la rotonda, si svolta a sinistra, arrivando alla Cascina dell’Argine 165 mt circa.

Dalla cascina, sì trova il segnavie del Sentiero Novara, quindi svoltando a destra, sì continua a camminare lungo una sterrata che porta alla SP 83.

Arrivati alla provinciale, si gira a destra, percorrendo la strada asfaltata fino a raggiungere le colline moreniche. Appena arrivati ai piedi della collina, sì svolta a sinistra, seguendo una stradina che costeggia la base dell’altura, quindi dopo un ulteriore bivio, mantenendo la destra, sì affronta una piccola salita che porta alla Cascina Codemonte circa 190 mt di quota. Dopo aver raggiunto la sommità della collina, si ridiscende subito nel versante opposto, e a una curva a gomito, sì svolta a sinistra percorrendo un’altra carrozzabile, che dopo circa una ventina di minuti, arriva nell’abitato di Cavagliano 180 mt.








NOTA

La Provincia di Novara è composta principalmente da zone pianeggianti, dove sì coltiva il riso, da zone collinari coltivate a vigna e da una breve zona montuosa che comprende il gruppo del Mottarone 1491 mt, conosciuto per le sue piste da sci e non solo.

In questo vasto territorio, è possibile effettuare numerosi percorsi che attraversano immense risaie, fitti boschi e piccoli borghi tutti da riscoprire. In queste righe, provo a proporre un itinerario escursionistico, che va alla scoperta di una porzione di territorio che regala fantastici panorami sulle Alpi, visibili grazie alle grandi distese di terreno agricolo coltivato a riso, e che porta a visitare un minuscolo borgo ricco di storia, incastrato tra i colli morenici che sì spingono fino alle alte montagne.

Si parte da Cameri, paese di pianura abitato già in epoca romana. La Latteria di Cameri, è uno stabilimento che esiste dal 1914, qui, sì produce un ottimo gorgonzola.

Il Canale Cavour, nasce all’altezza di Chivasso, lungo oltre 80 km, oltrepassa grandi fiumi come la Dora Baltea e grossi torrenti come appunto il Torrente Terdoppio. L’opera è piuttosto recente, basti pensare che la sua realizzazione sia iniziata a metà del 1800, il suo utilizzo è prevalentemente a scopo agricolo.



Il Torrente Terdoppio, nasce dalle colline novaresi all’altezza di Agrate Conturbia, attraversa l’intera provincia di Novara per poi entrare nella Lomellina, quindi dopo oltre 80 km, sì tuffa nel Po.

Il Canale Regina Elena, lungo 25 km, è un canale abbastanza giovane, basti pensare che i lavori ebbero inizio intorno al 1938, ed entrò in funzione verso il 1954. Nasce dal Fiume Ticino e confluisce nel Canale Cavour.

La Cascina Argine, ha origini molto antiche, pare che la sua storia ebbe inizio a metà del 1300. All’interno della corte, sorge un enorme edificio che custodisce al suo interno un oratorio del XIV secolo, arricchita da alcuni affreschi del 1700.








Lungo le strade che costeggiano le risaie, sì possono ammirare una splendida veduta sulle Alpi e in particolare sul Monte Rosa 4634 mt.



La Cascina Codemonte, è un grande complesso di edifici che sì trovano nel punto più alto del percorso, a circa 190 mt di quota, raggiungibile con una piccola salita, pare che il complesso, fosse una grande fornace che produceva mattoni.

Cavagliano, è un piccolo borgo ai piedi delle colline moreniche, di notevole interesse è il Castello di Cavagliano edificato nel XV secolo, e la Chiesa di San Quirico e Giulitta del XIII secolo, da dove sì apre una piacevole balconata che guarda verso est, con vista sulla Pianura Padana.

 

CURIOSITA’

All’interno del castello, è possibile visitare alcune mostre etniche, per informazioni, sì può contattare il numero impresso nella locandina che inserirò in questa rubrica.











TEMPI DÌ PERCORRENZA: 2:30 circa.

DIFFICOLTA’: (T)

DISLIVELLO: praticamente inesistente, circa 30 mt.

SEGNALETICA: prestare attenzione alle indicazioni qui riportate, lungo il percorso, sì troverà qualche bandierina rosso bianco dell’AIDA, e nella parte finale qualche cartello del Sentiero Novara.

CARTOGRAFIA O GUIDE: consultare le carte della Guida Michelin oppure su Wiki Loc.

PUNTI D’APPOGGIO: nessuno.

COME ARRIVARE: in auto da Novara su SP 2.

DOVE ALLOGGIARE:

Archivio blog