lunedì 20 novembre 2017

Da Ternate a Brinzio.



Da Ternate 281 mt, si scende sulle rive del Lago di Comabbio, quindi dopo aver oltrepassato l’incrocio con la SP n°18, e dopo aver attraversato il passaggio a livello della linea ferroviaria Milano – Laveno, sì entra nel comune di Varano Borghi. Raggiunto lo stop si, seguono le indicazioni per il cimitero di Varano. Raggiunto il piazzale, si prosegue a destra, camminando lungo Via E. de Nicola. Finita la strada asfaltata, attraverso un sentiero non segnato, si scende alla pista ciclopedonale che costeggia la Palude di Brabbia. Sì segue la pista fino ad incrociare la ciclovia del Lago di Varese, che sì seguirà fino al Lido di Gavirate.
Giunti al lido, sì costeggia il lungo lago, fino al Bar Snoopy, qui sì gira a sinistra lungo una serie di stradine che portano ad attraversare la SP n°1, quindi seguendo le indicazioni, si oltrepassa il centro di Gavirate e sì arriva alla stazione. Dopo aver passato la Chiesa di San Giovanni, sì passa sotto il ponte della ferrovia, per seguire la strada che svolta a sinistra, arrivando poco dopo all’attacco del segnavie che entra nel Parco del Campo dei Fiori.
Dopo una decisa salita, si raggiunge il sentiero N°310 che arriva da Orino. Percorrendolo in direzione della montagna, si arriva in breve alla località Caddè 591 mt. Proseguendo lungo il sentiero N°310, si arriva nell’abitato di Velate 532 mt. Sempre seguendo le indicazioni, sì raggiunge la Prima Cappella del Sacro Monte di Varese 575 mt. Continua la traversata lungo la via delle cappelle, arrivando così al paese di santa Maria del Monte 883 mt, e poco dopo al Piazzale Pogliaghi. Ora, seguendo il segnavie, si raggiunge il Passo delle Pizzelle 930 mt circa; iniziando una decisa discesa, sì arriva finalmente a Brinzio 516 mt, meta della traversata.
NOTA
Faticosa traversata che unisce l’armonia del lago e delle zone umide, con l’arte, la storia e con la montagna simbolo della Provincia di Varese. Sì parte da Ternate, con un piacevole sguardo dalla riva sul Lago di Comabbio, dove l’alba sì manifesta tra i piacevoli colori autunnali.
Dopo aver sfiorato le periferie di Varano Borghi, ci si tuffa nella piacevole atmosfera della Palude di Brabbia, oggi riserva naturale. La ciclovia del Lago di Varese, offre piacevoli vedute al Massiccio del Campo dei Fiori, montagna che a breve metterà a dura prova le gambe di chi percorre quest’itinerario. Dalle rive del lago, sì ha un’ampia veduta sulle colline e sul bacino del lago, dove numerosi uccelli acquatici come: germani, folaghe, svassi e altri ancora, trovano rifugio in queste acque.
Il lido di Gavirate, merita una visita; respirare l’atmosfera del lago, è un modo come un altro per salutare l’ambiente lacustre di queste zone, già, perché a breve, inizieranno le salite, perché la montagna, lancia già la sua sfida.
Così, dopo aver attraversato il centro di Gavirate, con visita al centro storico, sì entra in breve nel parco del Campo dei Fiori, affrontando una salita di circa 300 mt di dislivello per raggiungere la bella località di Caddè, bellissimo casolare privato, immerso nel silenzio e nella magia di questi luoghi, situato sopra un piccolo altopiano, invisibile dalla pianura. Lunga è la traversata che porta a Velate, altro piccolo borgo, che merita una breve visita, camminando tra le strette vie dell’abitato.
La via del Santuario, che sale a Santa Maria del Monte, è un gioiello che la città di Varese deve custodire con sapienza, un luogo magico e religioso, ma che rappresenta anche un’altra bella salita di questa lunga traversata.
Dal Piazzale, ottima veduta delle cime più importanti della provincia come: Monte Monarco 855 mt, Monte Chiusarella 915 mt e Monte Minisfreddo 1042 mt.
Un’ultima salita, porta al Passo delle Pizzelle, massima elevazione dell’itinerario, anche se ingiustamente non è evidenziata la quota altimetrica. Ora il paesaggio cambia totalmente, un fitto bosco di faggio, conduce alle periferie di Brinzio, con un notevole calo di temperatura, e un silenzio totale, interrotto solo da qualche raro cinguettio, che si ode nel freddo del bosco autunnale. Ultimo accenno, va a Brinzio, piacevole paese di montagna, immerso nelle meravigliose Prealpi Varesine, piccole cime, piccole valli che hanno un gran valore naturale in questa provincia.


A Brinzio, sì può trovare il bus, che consente di tornare a Varese, dove chiunque troverà il mezzo migliore, per rientrare a casa.


CURIOSITA’
All’inizio del santuario, poco dopo la porta d’ingresso, sì può ammirare un piacevole affresco realizzato da Renato Guttuso nel 1983.

TEMPI DI PERCORRENZA: 6:30 circa.
DIFFICOLTA’: (T/E) per tratti su sentiero, per la salita al Passo delle Pizzelle e per la discesa a Brinzio.
DISLIVELLO: 900 mt circa.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Ternate, Gavirate, lungo la via del santuario, e a Brinzio.
COME ARRIVARE: in treno con linea ferroviaria Milano Gallarate Laveno.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°90.
SEGNALETICA: tanti cartelli informativi ma poche bandierine di vernice, quindi seguire attentamente le indicazioni.
DOVE ALLOGGIARE: Locanda del Brinsc a Brinzio, tel: 0332/435257.

domenica 29 ottobre 2017

Traversata da Arona (NO) a Ternate (VA).



Da Arona 212 mt, dopo aver oltrepassato la linea ferroviaria, si percorre la SP N°142 in direzione d’Oleggio Castello e Borgomanero, fino ad incrociare sulla sinistra Via Monte Pasubio. Dopo aver svoltato a sinistra, si percorre fino al piccolo centro di 
Mercurago, quindi seguendo le indicazioni, si arriva all’ingresso del Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago; ora seguendo i segnavie: Stra di Pianèl da Gatic, Stra di Lagon, Stra di Sèl, Stra d’la Buscarola e Stra Nova dal Pinin, attraversando l’intero parco naturale fino ad arrivare alla SP 30. Sì oltrepassa la provinciale camminando per Via Santo Stefano, contrassegnato con il segnavie SN (Sentiero Novara), fino alla fine della strada. Sì svolta a sinistra per poi procedere per Via Monte Rosa che si seguirà costeggiando dei capannoni sulla sinistra e trovando poco più avanti sulla destra una cascina. Dalla cascina, si segue una sterrata sulla sinistra che porta alla località Glisente, dove si può andare a visitare l’esterno dell’Oratorio di Sant’Ippolito, con una breve deviazione sulla sinistra. Ritornati sui propri passi, si scende lungo la strada asfaltata che porta all’incrocio con la SS N°32 che si oltrepassa, passando sotto un ponte e percorrendo un’ampia strada che porta alla località Beata e poco più avanti alla località Pozzola; superata quest’ultima, raggiunta la seconda rotonda che s’incontra, sì svolta a sinistra passando poco dopo sul cavalcavia della linea ferroviaria Milano - Domodossola, uscendo fuori sulla SS N°33. Ora prestando molta attenzione alle auto, si percorre la statale in direzione sud, arrivando ad una grande rotonda; svoltando a sinistra, si attraversa il ponte sul Fiume Ticino, lasciando definitivamente il Piemonte ed entrando in Lombardia arrivando così a Sesto Calende 198 mt.
Dal centro di Sesto Calende, sì deve oltrepassare nuovamente la linea ferroviaria Milano – Domodossola passando oltre la chiesa di San Donato. Appena trovata Via Locatelli, sì svolta a destra, percorrendola fino ad arrivare in Via Piave; ora, svoltando a sinistra, si cammina lungo la via, passando oltre la sede del CAI di Sesto arrivando fino in Via San Giorgio. Qui, bisogna svoltare a destra, camminando fino a trovare Via Oriano Sotto. Proseguendo per quest’ultima, si raggiunge il sentiero E/1, quindi svoltando a sinistra, si sale velocemente al piccolo borgo d’Oriano 262 mt. Dalla chiesa d’Oriano, svoltando a sinistra, sì continua a percorrere il sentiero E/1 passando per la località Cascina Santa Fè 259 mt e immettendosi sulla strada che porta a Lentate Verbano 287 mt. Girando a destra, la sì percorre per circa 200 mt, poi svoltando a destra si rientra nel bosco, percorrendo il sentiero E/1 fino alle periferie d’Osmate 334 mt. Svoltando a destra, sì scende lungo la SP n°33, per circa 2 km arrivando nelle periferie di Comabbio 307 mt. Poco prima, sì svolta a sinistra seguendo la via che porta al Camping Lago di Monate, raggiungendo così la SS n°629. Passato il semaforo, si segue la sterrata che costeggia il grosso impianto industriale; dopo una breve salita, sì svolta a sinistra percorrendo un sentierino, che consentirà di collinare, entrando subito dopo nel comune di Ternate 281 mt. Dopo essere scesi da Via Santa Maria, sì costeggia la chiesa parrocchiale, arrivando poco dopo sulle rive del Lago di Comabbio.
NOTA
Interessante traversata. Un viaggio che porta alla scoperta delle antiche colline moreniche, dei laghi d’origine glaciale, collocati a destra e a sinistra del Lago Maggiore, alle piccole cittadine che sorgono sulle rive del lago e sulle sponde del Fiume Ticino e ai piccoli borghi che s’incontrano lungo questa traversata.
Da Arona sì raggiunge in breve la frazione di Mercurago; consiglio una visita alla chiesa di San Giorgio, dove sono custoditi importanti ritrovamenti d’epoca romana. Da qui, ci s’immerge subito nella magia del Parco dei Lagoni di Mercurago, un ambiente morenico situato intorno ai 300 mt di quota, dove sì trova un bellissimo laghetto, frequentato da moltissimi uccelli migratori e stanziali. Il parco, è interessante anche grazie alla scoperta d’alcune tombe, dell’età del bronzo. I boschi del parco sono davvero mutevoli, da alberi tipici delle zone umide, si passa velocemente ai castagni e alle pinete artificiali che rendono il paesaggio ancor più fiabesco.
 






Consiglio, con una breve deviazione, di visitare la piccola borgata di Glisente, dove vi si trova, il piacevole oratorio di S. Ippolito. Il tratto da Glisente a Sesto Calende, si svolge interamente su strada asfaltata, pur essendoci ampi spazzi per camminare, prestare comunque molta attenzione alle auto. Questo passaggio è obbligato, in quanto altre soluzioni, risulterebbero più lunghe, e considerando il fatto che il cammino è ancora molto lungo, consiglio di seguire attentamente le mie indicazioni.
Sesto Calende, ha un grazioso centro storico, che consiglio di visitare. Di notevole interesse, vi è anche la storica Abbazia di San Donato edificata tra l’IX e lo X secolo. 

 






Oriano è un piccolo borgo di collina, un mondo lontano dal grande traffico dove si respira un’aria rustica molto gradevole.
Le colline moreniche che sì dirigono verso Osmate, sono ricoperte di massi erratici, ben visibili anche lungo il percorso. Le colline, superano i 400 mt di quota, anche se l’itinerario raramente va oltre i 316 mt, della Bocchetta del colle d’Oriano.
 







Il Lago di Monate e il Lago di Comabbio, sono due gioielli, nel cuore del varesotto, due specchi d’acqua suggestivi che meritano di essere visitati, grazie ad alcuni lidi, che danno la possibilità di fruire al meglio di queste importanti località turistiche.
Un’ultima visita, si deve fare al piccolo centro di Ternate, con la chiesa parrocchiale e la graziosa piazza principale.
 





CURIOSITA
Da Sesto Calende, passava un’antica via romana, nominata come: Via Mediolanum – Verbannus, da Sesto si divideva in due rami, uno proseguiva fino ad Angera, mentre l’altro conduceva fino a Domodossola.

TEMPI DI PERCORRENZA: 6:00 circa.
DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.
PUNTI D’APPOGGIO: locali ad Arona, Mercurago, Sesto Calende e Ternate, qualche trattoria lungo il percorso, e Camping Lago di Monate vicino a Comabbio.
COME ARRIVARE: In treno, con linea ferroviaria Milano Domodossola, e rientro, lungo la linea Milano Laveno.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta del Parco dei Lagoni, carte del Parco del Ticino Lombardo e Piemontese, carta Kompass N°90/97.
SEGNALETICA: seguire le indicazioni sopra riportate. Cartelli e mappa nel Parco Lagoni di Mercurago, e segnaletica verticale del sentiero E/1 da Oriano alla SS n°629.
DOVE ALLOGGIARE: Hotel Montelago a Ternate, tel: 0332/960136.

domenica 8 ottobre 2017

Da Artò al Monte Avigno.



Da Artò 634 mt, piccola frazione posta nel Comune di Madonna del Sasso, si percorre il segnavie T36 che sale al Passo di Combocciolo 947 mt. Poco prima di arrivare al passo, s’incontra il bivio con il sentiero N°754, quindi svoltando a sinistra si sale alla cima del Monte Svigno 1136mt.
 





 
NOTA
Per chi ama i paesaggi autunnali e le lunghe passeggiate nel bosco, quest’itinerario è l’ideale. Partendo dalla bella frazione d’Artò, subito si entra nell’atmosfera del tipico villaggio di montagna, con i classici vicoli e le case rustiche che sono sempre piacevoli da vedere; il suo monumento più importante, è rappresentato dalla Chiesa parrocchiale di San Bernardino da Siena, realizzata intorno al XV secolo.
Usciti dal paese, seguendo un tratto di provinciale, appare la bella mole del Monte Avigno, che inizia a cambiare il suo colore, dipingendosi dei caldi colori dell’autunno. Raggiunto il bivio, sì entra poco dopo, nel fitto bosco misto di faggi e castagni, poi man mano che si guadagna quota, i faggi saranno presenti fino alla vetta. I sentieri sono praticamente delle strade sterrate che ogni tanto si restringono, ma che consentono comunque ad un mezzo non troppo ingombrante, di transitare ugualmente. La salita al Monte Avigno, si sviluppa invece su sentiero, a volte ripido, scavato dalle acque piovane. La cima è anch’essa ricoperta di vegetazione, solo un piccolo squarcio, consente la vista della cima del Bec Res 1630 mt, si può anche facilmente individuare il piccolo rifugio posto poco sotto la cima, della cima del Il Massale 1745 mt; chiaramente riconoscibile sulla destra, la vetta del Corno Bianco 3320 mt.

 






CURIOSITA
Nel centro del paese, si può ammirare un dipinto del cinquecento, della scuola di Gaudenzio Ferrario.
TEMPI DI PERCORRENZA: 1:45 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per sentieri ripidi.
DISLIVELLO: 550 mt circa.
PUNTI D’APPOGGIO: nessuno.
COME ARRIVARE: da Milano o da Genova con autostrada A26 fino a Borgomanero, quindi seguire le indicazioni per S. Maurizio e Pella. Trovato il bivio, svoltare a sinistra, seguendo la strada che porta al Santuario Madonna del Sasso.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°97.
SEGNALETICA: cartelli informativi, più bandierine rosso bianco.
DOVE ALLOGGIARE: B&B Albatros nella frazione Artò, tel : 0322/981605 – 333/8188073 – 339/4449731.

mercoledì 31 maggio 2017

Da Mandello del Lario, Frazione Rongio, anello con salita al Rifugio Rosalba.


Da Mandello del Lario 214 mt, si sale in auto alla Frazione Rongio 398 mt, si prosegue a piedi, percorrendo il segnavie N°13, che sale al Rifugio Rosalba 1730 mt. Ora, con sentiero N°12, si ritorna alla Frazione Rongio.
NOTA
Intensa salita, ad uno dei rifugi più belli delle Grigne.
Sì parte da Rongio, piccola frazione situata sopra la cittadina di Mandello del Lario. L’inizio sì sviluppa su una strada sterrata che sale fino alla Casera Stambin 820 mt; durante la salita, sul versante opposto della valle, sì può ammirare, il complesso composto dalla Chiesa di Santa Maria 664 mt e dall’ex convento, divenuto da qualche anno, punto di ristoro.
Il dislivello, in questa parte di percorso, non da particolari problemi, anche se la vera salita, arriverà ben presto. Il piacevole itinerario che sì è affrontato fin ora, è nulla, rispetto a quello che sta per arrivare, infatti, dopo un tratto su sentiero, inizia un’estenuante salita, che mette a dura prova, fiato e gambe, una salita che richiede la giusta preparazione e il giusto equipaggiamento; tutto questo, durerà fino al Rifugio Rosalba, quindi è meglio affrontare la salita con la giusta convinzione.
Dal rifugio, lo scenario lascia senza parole, un ambiente dolomitico straordinario, con pareti verticali, torri e campanili che sono presi d’assalto dai tanti alpinisti che amano affrontare la verticalità di queste montagne.

 







 
La vista è spettacolare, le cime del gruppo sono le prime che s’impongono davanti all’escursionista che sale a questo rifugio, cime come: Zucco Sileggio 1373 mt, Monte Pilastro 1823 mt, Sasso Cavallo 1920 mt, Zucco Pertuso 1674 mt, oltre alle alte pareti che conducono in cima alla Grignetta 2184 mt; ben visibili, le altre cime del Lario, come Monte Tremezzo 1700 mt.

 






Inizia la discesa, per il versante che guarda verso i Piani Resinelli, sentiero ghiaioso, ma senza dubbio, più facile, un continuo serpenteggiare su tornanti, che aprono la vista sul ramo di Lecco del Lago di Como, con vista sul Monte Coltignone 1473 mt, e sul Monte Moregallo 1276 mt. Si prosegue in discesa, fino ad arrivare alla località Colonghei, qui ampi prati, avvolgono grandi cascinali, tante abitazioni rustiche molto suggestive, che si sposano perfettamente con l’ambiente circostante.
 
Un ultimo breve tratto, sempre su piacevole sentiero, riporta a Rongio, dove si potrà recuperare l’auto e ristorarsi, dopo un anello, decisamente emozionante ma duro a livello fisico.

CURIOSITA’


TEMPI DI PERCORRENZA: 7:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E) percorso impegnativo con tratti di sentiero molto ripido.
DISLIVELLO: circa 1300 mt, tra salita e discesa.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Rongio e Rifugio Rosalba, con apertura stagionale.
COME ARRIVARE: da Milano con SS N°36 fino ad Abbadia Lariana, proseguire sul lungolago fino a Mandello del Lario, quindi seguire le indicazioni per la Frazione Rongio.
CARTOGRAFIA E GUIDE: carta Kompass N°105.
SEGNALETICA: cartelli informativi a volte insufficienti, e in alcuni casi, mancano i tempi di percorrenza. Segnaletica orizzontale scarsa e non ufficiale CAI.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Rosalba, con possibilità di pernottamento, tel: 0341/202383.

mercoledì 19 aprile 2017

Da Crevola al Rifugio Osella.



Da Crevola 450 mt, sì percorre il sentiero N°605 che porta al Rifugio Spanna Osella 1600 mt, con possibilità di salire fino alla cima del Bec Res 1630 mt.
NOTA
Impegnativa salita, in una delle cime più panoramiche della Valsesia. Si parte da Crevola, piccolo borgo che sorge praticamente di fronte a Varallo Sesia di cui è frazione. Il paese è caratteristico; percorrendo gli stretti vicoli, sì può godere al meglio dell’atmosfera di questo luogo incantato.
Trovato il segnavie, inizia da subito una costante salita che attraverso antichi casolari e ruderi d’alpeggi, e alternandosi a tratti su strada sterrata, raggiunge l’Alpe Campo 1070 mt, piccola baita, immersa nel verde di queste montagne.
Ora inizia una decisa salita, arrivando alle rovine dell’Alpe del Pastore 1222 mt, qui sì trova una fontana in pietra, unica struttura in piedi, che consente l’approvvigionamento d’acqua.
Dall’alpe con una bella serie di tornanti, sì raggiunge il Rifugio Osella, piccola struttura in grado di offrire quando aperta, un valido punto d’appoggio.
Con un ultimo sforzo, si sale alla cima del Bec Res, dove nelle giornate limpide, sì può ammirare un panorama da 360°, che spazia dall’Appennino, fino alle alte vette delle Alpi, come il vicino Monte Rosa 4634 mt, o come il lontano Pizzo Bernina 4049 mt. Delle vicine cime che si possono ammirare, segnalo il Monte Barone 2044 mt e il Castello di Gavala 1827 mt, mentre più a sud, si ammira la massiccia sagoma del Monte Fenera 899 mt.
Durante la salita, spesso entra nella panoramica, il Sacro Monte di Varallo Sesia, uno dei monumenti più belli d’Italia; una salita di tutto rispetto con un panorama che merita di essere ammirato in tutta la sua meraviglia.



 
CURIOSITA’
Il rifugio, risale al 1894; durante la seconda guerra mondiale, fu distrutto, dall’artiglieria tedesca. Nel 1950, l’ANA lo acquistò per restaurarlo, dandogli l’aspetto che vediamo oggi.
TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30/3:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per tratti su sentiero ripido, e per il forte dislivello.
PUNTI D’APPOGGIO: Rifugi Spanna Osella.
DISLIVELLO: 1150 mt circa.
COME ARRIVARE: A26 con uscita Romagnano Sesia Ghemme, proseguire lungo la statale N°299 in direzione Varallo Sesia; a pochi chilometri da Varallo, bivio a sinistra per Crevola.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°97.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Spanna Osella, con possibilità di pernottamento, tel: 0163/54464 oppure 0163/430446.

lunedì 10 aprile 2017

Da Introbio al Rifugio Buzzoni.



Da Introbio 588 mt, sì percorre in parte la strada carrozzabile che porta al Rifugio Tavecchia 1510 mt, situato in Val Biandino; la sterrata sì può in parte evitare, seguendo un sentiero non segnato che consente di abbreviare il percorso. Dopo un tratto pianeggiante della carrozzabile, si arriva ad un bivio, svoltando a destra, si seguono le indicazioni percorrendo un’altra sterrata che porta al sentiero N°25, Raggiunto il segnavie, anche in questo caso, ci sì alterna a tratti su sterrata con tratti su sentiero, arrivando alle Baite Serra 1043 mt. Ora si prosegue in decisa salita, fino ad arrivare al Rifugio Buzzoni 1580 mt in località Baita Motta.
 







NOTA
La Val Sassina è la più ampia valle della Provincia di Lecco. Essa, separa il dolomitico gruppo delle Grigne, dalle Alpi Orobie, lunga dorsale che abbraccia buona parte della Lombardia centrale, attraversando ben quattro province, più precisamente: Lecco, Bergamo, Sondrio e Brescia.
L’itinerario qui proposto, sì sviluppa nella fascia orobica che percorre la Provincia di Lecco nella parte orografica destra della Val Sassina.
Sì parte da Introbio, piccolo borgo che sorge a circa metà valle, qui il paesaggio è molto simile alle Dolomiti, con vaste praterie e tipiche abitazioni che ricordano molto le località che sorgono appunto sulle Dolomiti. L'itinerario, inizia percorrendo la sterrata che conduce in Val Biandino, data la pendenza, la fatica è, notevolmente ridotta; io però consiglio di fare il sentiero che si trova a destra della sbarra, che da inizio alla carrozzabile, anche se non è segnato, percorrendo questo sentiero, poco più avanti, è possibile una deviazione che consente di arrivare ad una piacevole balconata con vista sulla Cascata del Torrente Troggia, che arriva dalla Val Biandino. La cascata ha un salto di oltre 50 mt.





Dopo aver goduto di tanta meraviglia, si prosegue in salita recuperando la carrozzabile che sale in valle. Dopo il bivio, si cammina aggirando lo Zucco dell’Orso 1141 mt, entrando in una stretta valle che si percorre fino alle Baite Serra, luogo affascinante isolato dal resto del mondo, una serie di casolari, sono gli unici esempi di presenza umana, avvolti in uno scenario suggestivo, tra prati e fitti boschi di faggio e conifere. La salita prosegue dentro il fitto bosco, per poi uscire fuori trovando i ruderi dell’Alpe Tè. Qui sì apre la prima vera balconata, sullo sfondo il Monte Foppabona 2082 mt, mentre guardando più a destra, ecco apparire in miniatura il Rifugio Buzzoni, mentre guardando verso la Val Sassina, svetta maestoso il Grignone 2409 mt.

 







Dopo la bella veduta, nuovamente il bosco riavvolge il sentiero, diradandosi solo verso la fine del percorso. Ancora una dura salita e si raggiunge il Rifugio Buzzoni, piccolo e accogliente, dalla quale si apre una splendida balconata con vista sulla Val Sassina, sulle Alpi Lepontine e Pennine, facilmente riconoscibili per le Alpi Lepontine: Monte Grona 1736 mt, Monte Gradiccioli 1935 mt e Monte Leone 3552 mt, mentre per le Alpi Pennine, il Dom 4545 mt, domina lo sfondo; non posso non menzionare nuovamente l’intero gruppo dolomitico delle Grigne, che dal rifugio si può ammirare nelle sue due cime principali, vale a dire il Grignone e la Grignetta 2184 mt.
CURIOSITA’
Piccola leggenda locale.







 
TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per tratti su sentiero ripido.
DISLIVELLO: circa 1000 mt.
PUNTI D’APPOGGIO: Rifugio Buzzoni.
COME ARRIVARE: da Milano con SS N°26 fino a Lecco, quindi seguire indicazioni per Val Sassina, percorrendo la provinciale fino ad Introbio. Per raggiungere l’attacco del sentiero, seguire le indicazioni per Val Biandino fino alla sbarra che da accesso alla carrozzabile.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°105 se aggiornata.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bollini bianco rosso.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Buzzoni, con possibilità di pernottamento, tel: 0341/981175 – 348/5827975.

lunedì 27 marzo 2017

Da Barna (CO) al Rifugio Città di Menaggio.



Da Barna 563 mt, sì seguono le indicazioni che portano su al Rifugio Città di Menaggio 1400 mt.







NOTA
Costruito ai piedi delle rocciose pareti del Monte Grona 1736 mt, il Rifugio Città di Menaggio, è un importante punto d’appoggio, per chi affronta l’impegnativa il sentiero o la Via Ferrata che sale alla cima del Monte Grona, ma è anche un ottimo punto di partenza, per chi vuole affrontare una cima più alta come Monte Bregagno oppure per chi intraprende l’Alta Via del Lario, un percorso che sale oltre i 2000 mt e che affronta un territorio solitario dove i rifugi gestiti sono davvero pochi.
L’itinerario qui proposto, ha inizio dal piccolo borgo di Barna, grazioso paese situato nel comune di Plesio 595 mt.
Il sentiero, percorre parte della Via dei Monti Lariani e del Sentiero 4 Valli, prima di salire al rifugio. La prima parte del percorso, si sviluppa su mulattiere e stradine, attraversando località come La Piazza 770 mt e altri isolati gruppi di case.







La seconda parte dell’itinerario, aggira il Monte Grona, e lo fa, con un sentierino che passa alcuni sbalzi rocciosi, creando un ambiente molto suggestivo. Il sentiero, sì va a collegare al segnavie che sale da Breglia 749 mt, e che porta al rifugio seguendo la linea della teleferica.
Il rifugio, è di dimensioni modeste, ma garantisce anche fuori stagione, un servizio di ristoro e di pernottamento, per i tanti escursionisti che salgono su al Rifugio Città di Menaggio. Dal rifugio, si apre una balconata spettacolare, con vista sul Lago di Como e sulle tante montagne che sì ammirano da quassù, come: Monte San Primo 1686 mt, Grignone 2409 mt e Monte Legnone 2609 mt, oltre ad una buona parte delle Alpi Orobie Occidentali, altro buon motivo per raggiungere questo rifugio.
CURIOSITA’
TEMPI DI PERCORRENZA: 2:00/2:30 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per tratti su sentiero ripido e stretto.
DISLIVELLO: circa 800 mt.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91.
PUNTI D’APPOGGIO: Rifugi Menaggio quando aperto.
COME ARRIVARE: da Como con SS 340 fino a Menaggio, poi indicazioni per Plesio e Barna.
SEGNALETICA: cartelli informativi lungo tutto il percorso, bandierine bianco rosso.
DOVE ALLOGGIARE: , con possibilità di pernottamento, tel: 0344/37282 oppure 327/8855090.

domenica 19 marzo 2017

Da Novate Mezzola al Rifugio Brasca.


 
Da Novate Mezzola 212 mt, sì percorre il tratto iniziale del Sentiero Roma, contrassegnato anche con la sigla A6, fino al Rifugio Brasca 1304 mt.







NOTA
La Val Codera, è una valle laterale che sì sviluppa all’inizio della Piana di Chiavenna, e che sale fino a raggiungere le alte cime delle Alpi Retiche, che vanno oltre i 3000 mt.
Il sentiero parte dal piccolo paese di Novate Mezzola, che sorge poco a nord del Lago di Mezzola, vista da Novate, la valle si presenta stretta e impervia, quasi un canyon che sbocca sull'ampia piana. L’attacco del sentiero, si trova, poco sopra il paese; un ampio parcheggio, consente di lasciare l’auto senza problemi.
Inizia ora un’intensa salita, che fa guadagnare subito, ben 600 mt di dislivello, mettendo a dura prova il fiato di chi intraprende quest’itinerario. Raggiunto il gruppo di case d’Avedee 790 mt, la valle si apre, all’orizzonte compare per incanto Codera 825 mt, il paese senza strade, il Pizzo di Prata 2727mt, fa da sfondo a quest’incredibile paese.
Codera, è un paese che non ha strade asfaltate, ma nonostante questo, rimane abitato tutto l’anno; sembra impossibile, che nel terzo millennio, esista ancora una realtà come questa, a dimostrazione, che sì può vivere senza in un mondo moderno, ma restando saldamente ancorato alle proprie tradizioni. Per arrivare a Codera, si affronta un bellissimo traverso, che passa sotto alcune gallerie aperte, dove i ruscelli, si tuffano in valle, creando dei giochi d’acqua, molto spettacolari.






Superato il piccolo cimitero, appare il campanile e la piccola chiesa di Codera. Entrando nel paese, sì arriva nella piazza principale, dove sorge appunto la piccola chiesa. Passeggiando per i vicoli, sì può ancora oggi respirare la magica atmosfera di questo paese d’altri tempi, un vero tuffo nel passato.



Sì abbandona Codera, intraprendendo un’ampia strada sterrata che sì alterna con il vecchio sentiero, ora la valle è molto più aperta, le alte vette che vanno oltre i 2500 mt, pian piano sì mostrano sempre più imponenti, e il bosco, da prevalenza di castagno, cambia velocemente, fino a divenire un profumato bosco d’abeti e larici, con belle praterie che fanno da contorno ai piccoli gruppi di baite che s’incontrano lungo il cammino. Il Rifugio Bresciadega 1214 mt, sorge nell’omonimo alpeggio, quasi una frazione, con la piccola chiesa che sorge poco a fianco.


Ancora trenta minuti di cammino, ed ecco apparire in un’ampia conca il Rifugio Brasca, piccolo ma accogliente, un gioiello nel cuore di questa lunga meravigliosa valle. L’ambiente è davvero affascinante conche glaciali, salgono verso la cima del Pizzo Ligoncio 3032 mt, ben visibile il vallone che sale al Passo del Barbacan 2650 mt, che mette in collegamento la Val Codera, con la Val Masino, altro spettacolare anfiteatro delle Alpi Retiche.
CURIOSITA’
TEMPI DI PERCORRENZA: 3:30/4:00 circa.
DIFFICOLTA’: (T/E) per l’intensa salita da Novate a Codera.
DISLIVELLO: circa 1000 mt.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Novate, Codera, Rifugio Bresciadega e Rifugio Brasca, entrambi con possibilità di pernottamento.
COME ARRIVARE: da Milano con SS n°36 fino a Novate Mezzola.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°92.
SEGNALETICA: cartelli informativi, più bandierine rosso bianco.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugi Brasca, tel: 339/7176620.

domenica 12 marzo 2017

Da Valmadrera al Rifugio SEV



Da Valmadrera 234 mt, si percorre il segnavie N°3 che parte poco sopra Via Belvedere, e che conduce alla località San Tommaso 580 mt. Si prosegue lungo il sentiero N°5 che porta alla località Sambrosera, dove sì trova una sorgente con area attrezzata; ora salendo per il sentiero N°7, si raggiunge il Rifugio SEV 1225 mt, in località Pianezza.
 






 
NOTA
Il Triangolo Lariano, è composta principalmente da due gruppi montuosi. Il primo è composto da una lunga dorsale, che da Como 201 mt, si eleva con vette che superano i mille metri, e che colma con la cima del Monte San Primo, 1686 mt. Il secondo gruppo, più piccolo, è composto da una catena montuosa, con cime che vanno oltre i milleduecento metri e che colma con le dolomitiche pareti dei Corni di Canzo, con i 1373 mt del Corno Occidentale.
Il percorso qui descritto, si sviluppa nel secondo gruppo montuoso, partendo poco sopra il paese di Valmadrera. L’inizio è piacevole, grazie ad una bella mulattiera che sale alla località San Tommaso, qui oltre ad una bellissima corte, si apre un’ampia conca dove è collocata la piccola chiesa di San Tommaso, qui sì gode il primo grande panorama del percorso, una balconata che consente di ammirare la città di Lecco 214 mt, dominata dalla dolomitica mole del Resegone di Lecco 1875 mt, oltre alla piacevole cima del Monte Barro 922 mt. Interessante è anche la piacevole veduta del Corno Birone 1116 mt e del Sasso Malascarpa; impossibile, non ammirare la verticale parete che porta alla cima del Corno Rat 906 mt, dove è collocata, una delle vie ferrate più impegnative della provincia.
 






 
Sì prosegue, immergendosi nel fitto bosco, raggiungendo la località Sambrosera; qui un’area attrezzata e una sorgente, garantiscono rifornimento d’acqua, ombra nelle calde giornate estive e la serenità, di un luogo davvero magico.  
Raggiunta la Bocchetta di sambrosera a 1110 mt, poco sopra, un panettone senza alberi, consente di ammirare la dolomitica cima del Monte Moregallo 1276 mt e la verticale vetta del Corno Orientale 1232 mt.

 





Appena raggiunto il Rifugio SEV, qui sì apre la seconda balconata del percorso, un’ampia conca, s’affaccia sul ramo di Lecco del Lago di Como, con sguardo verso il Monte San Primo e la punta di Bellagio 229 mt. In lontananza, la lunga catena della Mesolcina, si innalza maestosa a nord di Menaggio 203 mt, con vette che s’innalzano subito sopra i duemilametri, come Monte Bregagno 2107 mt e Pizzo di Gino 2234 mt, mentre più a nord sono riconoscibili le vette della Val Darengo con alte vette come il Monte Ledù 2503 mt e il Pizzo Cavregasco 2535 mt.
Guardando verso la sponda destra del lago, si può ammirare l’ampio paese di Mandello del Lario 214 mt, sovrastato dal gruppo montuoso delle Grigne, con le due famose cime che sono: la Grignetta 2184 mt ed il Grignone 2409 mt, mentre spostato poco a sinistra, spunta la maestosa cima del Monte Legnone 2609 mt.
  
 







Questo è solo l’anticipo di quello che sì può ammirare dal Rifugio SEV, perché nelle giornate terse, il panorama volge verso i quattromila delle Alpi Pennine. Il rifugio è molto grande, ed è anche molto frequentato da alpinisti e da bravi turisti, che affrontano le lunghe salite per raggiungere questo luogo che offre un buon servizio di ristorazione oltre che ad un punto d’appoggio, dove trascorrere la notte.
CURIOSITA’
TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per la ripida salita e per i circa millimetri di dislivello da affrontare.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Valmadrera, agriturismo in località San Tommaso e Rifugio SEV con possibilità di pernottamento.
COME ARRIVARE: da Milano o da Lecco con SS n°36 con uscita Civate Valmadrera.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°105/91.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bollini colorati.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugio SEV, tel: 0341/583004

domenica 5 marzo 2017

Da Domodossola al Rifugio Alpe Lusentino.



Da Domodossola 272 mt, sì percorrono i segnavie che passando le località: Sacro Monte Calvario, San Defendente e Vallesone, conducono al Rifugio Alpe Lusentino 1089 mt.

NOTA
L’itinerario qui descritto, è uno dei percorsi più classici che sì possono fare partendo da Domodossola, una di quelle camminate, che possono accontentare un buon escursionista, che si trova una giornata incerta, e che ha bisogno di numerosi punti d’appoggio in caso di Maltempo. Sì parte appunto da Domodossola, piccola cittadina, adagiata nella parte alta della Val d’Ossola, e che vanta una storia molto antica. Sì affronta subito la bella salita che porta al Sacro Monte Calvario, una serie di cappelle votive, precede quello che è il complesso principale, dove sorge la chiesa ottagonale di Santa Croce; il segnavie, evita l’area religiosa, consiglio in ogni caso, di effettuare una breve deviazione, che consente di visitare l’intero monumento.
Sì prosegue salendo una piacevole mulattiera che sale alla località San Defendente, piccola chiesa, adagiata sopra un’altura, dalla quale si può ammirare una splendida veduta della valle e sulle montagne della Val Grande, facilmente riconoscibile, la cima del Testa di Menta 2204 mt.
Nuovamente in salita, ma questa volta su sentiero, per raggiungere la borgata di vallesone 658 mt, questo gruppo di baite, è particolare, perché, oltre alla piacevole atmosfera che crea, si possono ammirare numerose sagome, raffiguranti la vita del borgo; non so se per testimoniare tempi passati, o solo per diletto, ma creano una simpatica novità che anima tutto il contesto.
Ancora una decisa salita che si alterna con la strada asfaltata, e si arriva al Rifugio Alpe Lusentino, locale tipico, dove si può trovare ristoro e alloggio. Il rifugio, è meta d’escursionisti, ma anche di sciatori nella stagione invernale, infatti, qui parte la seggiovia che porta in quota, e termina la pista da sci che scende da monte. L’ambiente che per tutta la salita è rimasto immerso nel silenzio di fitti boschi di castagno e faggio, ora lascia il posto a prati e ad un ampio parcheggio, con musica ad alto volume, che non sempre è apprezzato da chi cerca la quiete dei monti, ma questa è la stagione invernale, e quindi, l’ambiente muta per un altro tipo di frequentatore, sicuramente meno attento al silenzio di queste montagne.
CURIOSITA
Il Sacro Monte Calvario, oltre ad essere una riserva naturale,è anche inserito, come patrimonio mondiale dell’UNESCO.
TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30circa.
DIFFICOLTA’: (E) per sentieri ripidi.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Domodossola e Rifugio Alpe Lusentino.
DISLIVELLO: 800 mt circa.
COME ARRIVARE: da Milano o da Genova con autostrada A26 fino ad Ornavasso, quindi superstrada fino a Domodossola, quindi cercare l’attacco del sentiero che parte dalle prime cappelle.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°97 e 89.
SEGNALETICA: cartelli informativi, più bandierine rosso bianco.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Alpe Lusentino con possibilità di pernottamento, tel: 0324/240468, oppure 335/8077999.

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