lunedì 20 novembre 2023

Da Nosate alla frazione Maddalena di Somma Lombardo.

Da Nosate 177 mt località Santa Maria in Binda, dove sì lascia l’auto, sì raggiunge velocemente il Naviglio Grande. Svoltando a destra, sì percorre la strada sterrata che porta alla Cascina Castellana 155 mt, e di seguito al Ponte di Oleggio 150 mt. Dal ponte sì prosegue costeggiando il fiume Ticino, poi sì raggiunge il Canale Industriale che sì attraversa grazie ad un passaggio ciclopedonale. Camminando lungo il canale, sì arriva alla Centrale di Vizzola, dopo una breve salita, sì svolta a sinistra percorrendo la strada asfaltata che sale a Castelnovate 208 mt, con una breve deviazione su sentiero, sì raggiunge l’abitato, lo sì attraversa nella parte periferica, arrivando a un punto panoramico, qui sì scende nuovamente per ritornare sul Canale Industriale, che sì percorrerà, fino a trovare la strada asfaltata che va al Laghetto dei Gabbiani, svoltando a destra sì affronta una piccola salita su strada, e dopo un breve rettilineo, sì raggiunge il borgo Maddalena 210 mt.









NOTA

Più volte ho parlato del Parco del Ticino, e ogni volta sono sempre riuscito a costruire percorsi sempre diversi tra loro, sia per quel che riguarda la tipologia d’ambiente, sia per quello che riguarda la diversità dei percorsi, un intreccio di itinerari che danno la possibilità di visitare questo parco a volte sottovalutato, in tutte le sue meraviglie.

L’itinerario che propongo, segue in parte i navigli e in parte il fiume, sfiorando le colline moreniche che regalano sempre paesaggi a volte inaspettati. Sì parte da Nosate, piccolo borgo che sorge sopra una costa che guarda verso la valle del Fiume Ticino, da visitare, la chiesa di San Guniforte eretta dopo la metà del 1500 e la piccola chiesa di Santa Maria in Binda di origine longobarda.

Il primo tratto sì sviluppa su quello che definirei la parte iniziale del Naviglio Grande, per avere cenni storici di questa grande opera, sì deve tornare indietro almeno al 1200 e forse anche prima, visto che nasce come fossato difensivo.

Questo tratto di naviglio, sembra più un piacevole torrente, dove trovano dimora, numerose specie di uccelli, come l’airone cenerino o il germano reale.

Lungo il tragitto, sono numerose le opere idrauliche che gestiscono le acque del fiume.

La Centrale di Tornavento realizzata nel 1939, è la prima delle centrali che s’incontrano lungo il percorso, da qui, sì ha una splendida veduta sul borgo di Tornavento.



Il Fiume Ticino, è un lungo corso d’acqua che dalla lontana Svizzera sì tuffa prima nelle acque del Lago Maggiore, e dopo un centinaio di chilometri, s’immette nel grande Po. La sua storia, inizia dalle alte montagne, dopo il lago, scorre attraverso le colline moreniche, per poi adattarsi alla pianura, prima di confluire nel più grande fiume italiano. Nel tratto italiano, subito dopo il Lago Maggiore, segue nel sue continuo scorrere quella che è la valle che lo ospita, separando il Piemonte dalla Lombardia.

Il Ponte di Oleggio, costruito tra il 1887 e il 1889, è un’opera di grande importanza, sia perché mette in comunicazione la Lombardia con il Piemonte, ma anche per l’imponenza della struttura, che sta resistendo alle intemperie da oltre 130 anni.



Un altro imponente monumento moderno, è la Centrale di Vizzola, inaugurata nel 1901, l’opera sì presenta imponente, un vero capolavoro d’ingegneria.

Castelnovate 206 mt, è un minuscolo borgo che sorge sopra una collina, frazione di Vizzola Ticino, è abitata già in epoca romana.

Tra i tanti canali che sì percorrono in questo itinerario, vi è anche il Canale Villoresi, i primi chilometri, furono inaugurati nel 1884, e serve principalmente come canale d’irrigazione per i campi dell’alto milanese.

La Frazione Maddalena, conosciuta già in epoca romana, è una piccola frazione di Somma Lombardo, sorge poco sopra il fiume Ticino, che sì raggiunge dopo una breve discesa e dopo un tratto su sterrato, qui vi sì può fare un buon pranzo al sacco guardando le colline moreniche della sponda piemontese.

Credo che il percorso qui descritto, abbia tutte le potenzialità per attirare i tanti escursionisti che amano questo tipo di percorsi, paesaggi sempre in continua mutazione, i tanti uccelli che sì possono ammirare e i panorami su Alpi e Prealpi che lasciano senza parole, insomma, tutti requisiti validi per una camminata lunga ed emozionante.









CURIOSITA’

Il 9 ottobre del 1901, la Centrale di Vizzola venne inaugurata dal Re Emanuele III e dalla sua consorte la Regina Elena.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:30 circa.

DIFFICOLTA’: (T).

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Nosate, al Ponte di Oleggio e alla località Maddalena.

COME ARRIVARE: in auto da Milano o da Novara seguendo le indicazioni per Turbigo e poi per Nosate.

CARTOGRAFIA E GUIDE: carte e guide del Parco del Ticino.

SEGNALETICA: Qualche cartello informativo.

DOVE ALLOGGIARE: B&B Malpensa da Joe, tel: 0331/230973.

domenica 2 luglio 2023

Da Pigra al Monte di Lenno.

Da Pigra 881 mt, sì cammina lungo il segnavie che porta all’Alpe di Colonno passando sotto le pendici del Monte Costone 1441 mt. Raggiunta la strada asfaltata, la sì percorre, oltrepassando l’Alpe di Colonno 1322 mt e il Rifugio Boffalora 1252 mt, Raggiunta l’Alpe d’Ossuccio 1306 mt, poco dopo essersi allontanati dalle baite, sì svolta a sinistra affrontando il ripido costone che sale sulla cima del Monte di Lenno 1589 mt.









NOTA

Come avrò sicuramente già spiegato, La Valle d’Intelvi, separa principalmente due dorsali, una che va a colmare con il Monte Generoso 1701 mt e l’altra che porta sulla cima del Monte di Tremezzo 1700 mt. L’itinerario che descrivo, segue la dorsale che va sul Monte di Tremezzo, affrontando una cima secondaria, poco conosciuta ma che regala panorami eccezionali, un susseguirsi di catene e gruppi montuosi, che sì tuffano a strapiombo su due dei laghi più belli dell’Italia settentrionale.

Sì Parte da Pigra, il paese dei gatti. Antico borgo, racchiude la sua storia nei tanti vicoli e stradine che attraversano il paese, questo consente di visitare una località davvero unica, un insieme di case che mantengono l’ambiente caratteristico dei tipici paesi di montagna. Camminando tra i vicoli, non sì potrà fare a meno di ammirare le tante immagini di gatti che sono appese tra un muro e l’altro, un vero e proprio museo all’aperto dedicato interamente ai gatti.



L’Alpe di Colonno, è un piccolo paradiso dove tantissimi turisti raggiungono per cercare refrigerio dal caldo dell’estate e per assaggiare la buona cucina del ristoro che domina il promontorio, regalando fantastici panorami sul Lago di Como e sulla dorsale che da Como 201 mt, porta fino a Bellagio 229 mt; facilmente riconoscibili il Monte San Primo 1686 mt e il Monte Palanzone 1436 mt.



Il Rifugio Boffalora, è un altro importante punto d’appoggio, situato ai piedi della Cima della Duria 1447 mt, offre un’altra bella visuale sul Lago di Como, mentre guardando verso la Valle del Rovasci, nelle giornate limpide sì ha una magnifica vista sul Monte Rosa 4634 mt e sul Dom 4545 mt.



L’Alpe d’Ossuccio, è composta di alcune baite, nei mesi estivi, è possibile acquistare gustosi formaggi prodotti artigianalmente sul posto.

Il Monte di Lenno, rimane un pò trascurato rispetto al Monte Galbiga 1696 mt o al Monte Tremezzo 1700 mt, lo dimostra il fatto che per salire su, non vi è un chiaro sentiero percorso da escursionisti, ma un esile traccia, consente comunque di salire una cima di tutto rispetto, con un panorama a 360°. Dalla sua cima, sono ben visibili il Lago di Como, compreso il ramo di Lecco, il Lago di Lugano, e in lontananza, sì riesce a intravvedere un pezzetto di Lago Maggiore.

Tra le tante vette che sì possono ammirare da questa cima, guardando verso sud posso elencare il Sasso Gordona 1410 mt, il Monte Generoso 1701 mt e il Campo dei Fiori di Varese 1227 mt. Volgendo lo sguardo verso ovest, oltre ai grandi quattromila, sono visibili il Monte Limidario 2188 mt, Monte Leone 3553 mt, Monte Tamaro 1961 mt e Monte Gazzirola 2116 mt. A nord, sono chiaramente visibili il Monte Bregagno 2107 mt, Monte Disgrazia 3678 mt e l’inconfondibile piramide del Monte Legnone 2609 mt. A est, sì può ammirare il gruppo montuoso delle Grigne, con la sua vetta principale che raggiunge i 2409 mt.



Questa cima poco conosciuta, è la meta ideale per chi vuole vedere un panorama sotto una visuale diversa, con una salita per nulla gentile, regala una vista di tutto rispetto, in un ambiente montano di rara bellezza con paesaggi alpini che non posso o lasciare indifferenti gli escursionisti che vorranno percorrere questi sentieri disposti a salire una montagna che merita di essere conosciuta in ogni suo angolo.

 

CURIOSITA’

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 2:30/3:00 circa.

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: circa 800 mt di salita, e un centinaio in discesa.

CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Pigra, Rifugio Alpe di Colonno e Rifugio Boffalora.

COME ARRIVARE: da Como, con SS fino ad Argegno, sì prosegue lungo la provinciale che porta a San Fedele d’Intelvi, quindi seguire le indicazioni per Pigra.

SEGNALETICA: Cartelli informativi e bandierine bianco viola e bianco rosso, mentre per la salita al Monte di Lenno, la segnaletica è assente.

DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Boffalora, con possibilità di Pernottamento, tel: 0344/56486.

venerdì 16 giugno 2023

Da Varese, località Robarello, all'Alpe Pregambarit.

Da Varese, località Robarello all’Alpe Pregambarit.

 Da Robarello 475 mt, sì percorre un breve tratto della strada che porta a Bregazzana 494 mt, fino a trovare Via Molinetto; svoltando a sinistra, s’inizia a salire lungo la strada che conduce alla località Tagliata. Dopo aver aggirato Cascina Redaelli 525 mt, sì raggiunge lo Stagno La Tagliata 536 mt. Proseguendo lungo il sentiero che costeggia un grande edificio, sempre seguendo le indicazioni, sì raggiunge l’abitato di Rasa di Varese 560 mt.

Dopo aver lasciato la borgata, sì prosegue lungo il segnavie 310C, che porta a Brinzio 510 mt. Dopo aver visitato il paese, percorrendo il sentiero 314B, sì prosegue in decisa salita, passando le località: Pian di Martica 615 mt, Pian di Sciòtt 738 mt, continuando per la località Magolcio 896 mt. Prima di raggiungere Magolcio, s’incontra il bivio per Cascina Pregambarit, svoltando a destra, dopo circa 300 mt di cammino, sì arriva all’Alpe Pregambarit 823 mt.







NOTA

La Provincia di Varese, da nord a sud, offre una vastissima varietà di percorsi escursionistici, tutti molto belli, attraverso pianure, valli e montagne, andando alla ricerca di luoghi storici, o di monumenti naturali, vette e alpeggi, un insieme di attrattive uniche che meritano di essere vissute nel migliore dei modi.

Il percorso che vado a narrare, nel suo piccolo, porta alla scoperta di luoghi incontaminati e di notevole interesse paesaggistico, un’idea che sì può tranquillamente affrontare in una veloce mattinata, quando il tempo per stare in giro è poco, allora serve qualcosa che possa davvero soddisfare, una novità diversa dal solito.

Via Robarello, si trova a confine tra le frazioni di Fogliaro e Sant’Ambrogio a circa 470 mt di quota, qui sì lascia l’auto per dare inizio alla camminata.

Il Molinetto, è composto di una serie di rustici, attraversato dal Fiume Olona, rimane perfettamente incastrato in una valle stretta e umida.

La località La Tagliata, è composta da un grande casolare e un minuscolo stagno, che da il nome alla località, un piccolo specchio d’acqua, ricchissimo di biodiversità, una vera perla nel cuore del Parco Regionale del Campo dei Fiori.

Rasa di Varese, è una delle ultime frazioni di Varese, incastrata in una stretta valle, qui nasce il Fiume Olona; in un grazioso parco, sì può ammirare la sorgente di questo fiume. Un giro tra i vicoli di questo borgo è d’obbligo, già l’itinerario che descrivo in queste righe, lo attraversa da una parte all’altra, un vero serpente di vicoli che regalano un’atmosfera piacevole e rustica, tipica dei paesi di montagna. Piacevole, la vista sul Santuario di Santa Maria del Monte 883 mt, a fianco, la cresta rocciosa del Monte Pizzella 940 mt, e poco più avanti, l’inconfondibile sagoma del Monte Legnone 868 mt.



Il Lago di Brinzio, lungo poco più di 100 metri, è un lago di origine glaciale, sì è formata a causa di uno sbarramento morenico, oggi è un’importante riserva naturale all’interno del parco, una zona umida di notevole interesse, dove convivono numerose specie animali, tutte legate alla vita di questo piccolo specchio d’acqua.



Brinzio è un paese che vanta una storia antichissima, infatti, bisogna andare indietro nel tempo fino all’epoca preistorica, quando i primi insediamenti umani, iniziarono a colonizzare questa piana. Da qui, sì ha una magnifica vista sul Massiccio del Campo dei Fiori 1227 mt, oltre ad avere una piacevole veduta sulle montagne della Valcuvia, come il Monte San Martino 1087 mt.

Cascina o Alpe Pregambarit, è composta da due baite che sì affacciano su un ampio prato, poco più in alto s’intuisce la cima del Monte Martica 1032 mt, l’unica visuale che sì può ammirare, per il resto, l’alpeggio rimane completamente avvolto dal bosco, che crea un luogo magico dove trascorrere preziosi minuti, immersi nel silenzio di questa montagna.

 

CURIOSITA’



TEMPI DÌ PERCORRENZA: 2:30 circa.

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: oltre 400 mt in salita e circa 100 mt in discesa.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Rasa e Brinzio.

COME ARRIVARE: da Varese, seguendo le indicazioni per Sacro Monte e Campo dei Fiori.

CARTOGRAFIA O GUIDE: CARTA Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.

SEGNALETICA: cartelli informativi e qualche bandierina bianco rosso.

DOVE ALLOGGIARE:  Locanda del Brinsc tel: 338 390 3392.




domenica 14 maggio 2023

Traversata da Meina a Stresa, con salita al Monte Falò.

Dalla Stazione di Meina 214 mt, sì percorre il Sentiero Valcabbia, che dopo aver passato la località Valcabbia Case Sparse, e dopo essere passati sotto il ponte dell’A26, che arriva a Nebbiuno 430 mt. Dopo aver lasciato la piazza principale, sì raggiunge la Provinciale Alto Vergante, avvicinandosi alla Cartiera di Nebbiuno, da qui, parte un sentiero sulla sinistra che sale al borgo di Fosseno 596 mt. Poco prima di arrivare nel centro di Fosseno, si svolta a destra percorrendo Via Colli Fioriti. Sì sale lungo la strada, fino a trovare un bivio, seguendo l’indicazione per Poggio Radioso, sì cammina lungo la sterrata sulla destra, procedendo verso il colle San Salvatore 794mt.

Appena trovato il segnavie H2, s’inizia a seguirlo, oltrepassando Alpe Airola 695 mt, il bivio per Alpe Canà, risalendo poco dopo fino alle vicinanze del Monte Scincina 837 mt, per poi tuffarsi nella Valle del Torrente Agogna. Raggiunta la provinciale che porta a Gignese, sì percorre la strada asfaltata in direzione dell’Agriturismo La Miniera, attraversando il ponte sul Torrente Agogna, da qui, sì riprende quota, salendo lungo una strada sterrata, che sale, fino all’Alpe Torona 895 mt. Sì continua a camminare lungo la sterrata salendo oltre il Rifugio della Sezione F.I.D.C. di Armeno, giunti a una sella, sì trova il bivio che sale sulla cima del Monte Falò 1080 mt.

Dopo aver salito la cima, sì ritorna alla selletta, continuando a camminare fino all’incrocio con i segnavie VR3 e VR3a, percorrendo quest’ultimo, sì raggiunge in breve, l’Alpe Nuovo 946 mt.

Raggiunta l’Alpe Nuovo, sì prosegue lungo il sentiero che sì trova a sinistra, che sale alla località Il Termine 1002 mt. Arrivati alla località Il Termine, sì evita la sterrata che scende verso valle, continuando a camminare lungo il sentiero a destra, che mantenendo la quota, aggira il versante sinistro del Monte Salè, passando per Alpe Marta 920 mt, per poi iniziare a scendere verso Gignese. Dopo aver lasciato la località Miniere, con un piccolo sentiero, sì raggiunge il ponte sul Torrente Erno, quindi, dopo averlo attraversato, sì raggiunge finalmente l’abitato di Gignese 707 mt. Ora propongo due scelte: la prima seguendo il segnavie VL5, è quella di seguire la provinciale per Stresa fino a Vezzo, per poi svoltare a sinistra e affrontare la discesa verso Stresa. La seconda, è quella di raggiungere il Golf Club, e seguire la sterrata che costeggia i prati del golf, scendendo verso la località Il Maghino. Raggiunte le baite, sì prosegue lungo la sterrata sulla destra che esce dal bosco. Dopo aver passato tutti i rustici, sì continua a perdere quota fino ad arrivare al Torrente Gardia, da qui, dopo averlo attraversato, sì riprende a salire arrivando in Via Grisana e quindi nell’abitato di Vezzo. Ritrovata la provinciale, sì svolta a sinistra oltrepassando il Ristorante Verbena, poco dopo, s’incontra il segnavie VL5, che scende a Stresa, quindi svoltando a destra, sì affronta l’ultima discesa che porta appunto a Stresa e alla stazione, dove è possibile trovare il treno per tornare a casa o a recuperare l’auto a Meina.

 

NOTA

Quando sì parla di traversata, di solito sì pensa a itinerari escursionistici di più giorni, definiti con una terminologia più moderna: trekking.

Nel mio modo di interpretare l’escursionismo, sì possono eseguire vere e proprie traversate, utilizzando un unico giorno. Da nord a sud e viceversa, da est a ovest e viceversa, grazie anche al treno, mezzo pubblico strategico che consente di partire da una località, per poi terminare la traversata in un’altra località, che sì trova a diverse ore di cammino, finendo in un altro comune, provincia, regione o addirittura stato.

Il Gruppo montuoso del Mottarone, sì presta perfettamente a questo tipo di escursionismo, pur non avendo una segnaletica ottimale, è possibile realizzare bellissime escursioni e affascinanti traversate, raggiungendo i famosi borghi che sì affacciano o sul Lago d’Orta o sul Lago Maggiore; quella che propongo in queste righe, inizia e finisce sulle rive del Lago Maggiore, un percorso ricco di storia, immerso in un ambiente ricco di flora e di fauna, che accompagnano tutta la traversata.

Sì parte da Meina, grazioso borgo situato poco più a nord di Arona, un paese che vanta una storia che va indietro, fino a epoca romana. Da qui, arrivando con il treno, inizia quest’avventura; poco sopra, sì apre una piacevole vista sul paese e sul Lago Maggiore, sullo sfondo, sono visibili le montagne della Valcuvia, tra cui il Massiccio del Campo dei Fiori 1227 mt, Monte Nudo 1235 mt e Monte San Martino 1087 mt.

Nebbiuno è un grazioso borgo che sorge sopra Meina, le sue origini sono medievali, però, vi sono testimonianze di antiche popolazioni, che occuparono l’area già da prima del I a.c.

Dalla chiesa parrocchiale di San Giorgio, sì apre una balconata sul lago, ben visibile la Rocca di Angera e il piccolo Monte San Quirico 412 mt.



L’Alpe Airola, è uno dei tanti alpeggi che s’incontreranno lungo la traversata, composta da alcune strutture ancora ben conservate, circondate da un verde prato, che con il suo silenzio, invita a una breve ma piacevole pausa.

Poco più avanti, sì può ammirare un gigantesco masso erratico, dalla particolare forma che ricorda la sagoma di una rana o di una foca.



Un altro alpeggio, molto suggestivo, è l’Alpe Torona 895 mt, qui sì può ammirare un’altra bellissima balconata sul lago e sulle vicine montagne, un’anteprima di quello che sarà la vista eccellente che sì avrà dalla cima del Monte Falò.

Il Monte Falò, definito anche come le Tre Montagnette, sì eleva di circa 80 mt sopra i 1000 metri di altitudine, se confrontato con altre cime di uguale altezza, sì nota subito il paesaggio brullo che offre questa cima, un paesaggio che sì trova tranquillamente oltre i 1500, un ambiente di rara bellezza che offre un panorama a 360° gradi, con vista sul vicino Mottarone 1491 mt, e sulle cime della Val Grande, tra cui segnalo sicuramente Cima Pedum 2111 mt, riconoscibile per la sua singolare sagoma.



Guardando verso ovest, sono facilmente riconoscibili le montagne che sì elevano nella vicina Valle Strona, tra cui Cima Altemberg 2394 mt e Cima Capezzone 2421 mt; più a sinistra, sì riconosce l’inconfondibile cima del Monte Novesso 1410 mt, com’è visibile la cima del Monte Avigno 1136 mt e del Monte Fenera 899 mt.

Aprendo lo sguardo verso sud est, sì ha la vista, oltre che del lago Maggiore, anche quella del Lago di Varese con il Massiccio del Campo dei Fiori che sì eleva subito a nord del lago, e il Lago di Monate, con la piccola dorsale che colma con la cima del Monte Pelada 472 mt.

L’Alpe Nuovo, è un piccolo alpeggio adagiato su di un verde prato che guarda verso il Monte Falò e il Motton Salè 1087 mt, un luogo magico che testimonia la dura vita dei pastori che portavano le greggi su queste alture.



L’Alpe di Marta, è composto da un unico casolare, con al centro un tabernacolo dove è ancora visibile l’affresco sacro, al contrario dell’Alpe Nuovo, l’Alpe di Marta, è abbracciata dal bosco, quindi la visuale è molto limitata, questo non impedisce di creare un ambiente suggestivo e misterioso.

Gignese, è un altro piacevole borgo, perfettamente incastonato nel verde del Mottarone, paese che ha antiche origini, dove sì può visitare il Museo dell’Ombrello.



Stresa, dopo Arona, è uno dei centri più rinomati del Lago Maggiore, anche se gli orari del treno, limitano la possibilità di visitare la città, se rimane qualche decina di minuti prima dell’arrivo del treno, una passeggiata tra i vicoli o sul lungolago, è quasi d’obbligo, anche per ammirare le due isole che sono la cartolina perfetta di questa località turistica.

Credo e spero di aver raccontato al meglio, tutto quello che questa lunga traversata ha da offrire, un susseguirsi di paesi, di monti e di alpeggi, immersi nel fascino e nell’armonia perfetta di una montagna come il Mottarone, che merita di essere esplorata in tutte le sue periferie, solo così sì può apprezzare una montagna che rischierebbe di rimanere soltanto una meta turistica comodamente raggiungibile in automobile.

 

 

CURIOSITA’

Tra Stresa e Meina, in epoca romana, transitava la via Severiana Augusta, strada che dal Passo del Sempione 2006 mt, scendeva fino a Milano.

 

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 8:00 circa.

DIFFICOLTA’: (E) per la lunghezza del percorso, per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: oltre 1000 mt tra salita e discesa.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosse. Prestare attenzione alle indicazioni sopra riportate, in alcuni tratti, la segnaletica è scarsa o addirittura assente.

CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass n°97/90.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Meina, Nebbiuno, Fosseno, Gignese, Vezzo e Stresa.

COME ARRIVARE: in treno, lungo la linea ferroviaria Milano Domodossola.

DOVE ALLOGGIARE: B&B A CASA DELLA TATA a Meina tel: 3286035194.

mercoledì 19 aprile 2023

Dalla Frazione Ungiasca al Pizzo Pernice.

Da Ungiasca 581 mt, sì percorre il segnavie R 03 che sale a Miazzina 721 mt, Alpe Pala 877 mt, Cappella Fina 1102 mt, fino a raggiungere il bivio con il segnavie P 06. Svoltando a sinistra, sì affronta il ripido sentiero che sale al Pizzo Pernice 1507 mt.








NOTA

La Provincia di Verbania, può vantarsi di avere al suo interno, tantissimi itinerari escursionistici, che vanno da quote quasi pianeggianti, fino a innalzarsi fin oltre i tremila metri di quota, tutti percorsi ricchi di storia e natura, con panorami che spaziano a 360 gradi, guardando tra Italia e Svizzera.

L’itinerario che propongo, ha inizio nella parte meridionale della provincia, e sì spinge fino ai confini del Parco Nazionale della Val Grande.

Si Parte da Ungiasca, piccola frazione situata nel comune di Cossogno 398 mt.

Dopo una breve salita, sì raggiunge Miazzina, grazioso paese, dove sì può trascorrere una piacevole giornata, immersi nell’atmosfera rustica che i vicoli di questo borgo offre ai turisti che sì avventurano tra le sue stradine.

L’Alpe Pala, è costituita da una serie di strutture private, probabilmente, in passato era anche un luogo di attrazione turistica, oggi vi si trova comunque un ristoro, dove sì può gustare la cucina tipica o compiere una piccola pausa prima di proseguire per la propria destinazione.

Poco sopra l’Alpe Pala, sì trova un sacrario dedicato agli alpini morti nelle grandi guerre mondiali, da qui, sì apre una piacevole balconata sul Lago Maggiore e sulle montagne del Varesotto, inconfondibili, le cime del Sasso del Ferro 1062 mt e del Campo dei Fiori di Varese 1227 mt.



Iniziando a costeggiare le pendici del Pizzo Pernice, sì esce finalmente dal bosco, iniziando a respirare un’atmosfera di montagna vera, i semplici colli, sì trasformano in monti che vanno oltre i duemila metri di quota, con alle spalle la bella cornice del Lago Maggiore. Raggiunto il bivio che sale al pizzo, dalla sella, inizia ad affacciarsi lo spettacolare panorama che sì manifesterà in tutta la sua bellezza, quando sì metteranno i piedi sulla cima del Pizzo Pernice. 360 gradi di panorama, ecco cosa attende l’escursionista all’arrivo in vetta. Ben tre laghi sì mettono in mostra, oltre al Lago Maggiore, sì possono ammirare anche il Lago di Varese e il Lago di Monate, mentre più a sud, la vista spazia dalla Pianura Padana alla dorsale dell’Appennino Ligure. Guardando verso ovest, Monte Rosa 3634 mt, domina lo sfondo, oltre alla vista di numerose cime che vanno oltre i quattromila metri di quota come il Dom 4545 mt. Nelle vicinanze, molte vette del Parco Nazionale della Val Grande sono facilmente riconoscibili, come Pizzo Proman 2098 mt, Cima della Laurasca 2195 mt e il vicino Pizzo Marona 2051 mt. Volgendo lo sguardo verso est, posso elencare cime come: Monte Tamaro 1961 mt, Monte Legnone 2609 mt, Pizzo dei Tre Signori 2554 mt, Grigna Settentrionale 2409 mt e Grigna Meridionale 2184 mt e Monte Generoso 1701 mt, oltre a tante altre cime che compongono la fascia prealpina dell’alto varesotto.

Pizzo Pernice, una piccola cima che regala un panorama unico e che merita di essere messa tra le mete di ogni escursionista che ama i panorami infiniti.












CURIOSITA' 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:00 circa.

DIFFICOLTA’: (E) per tratti su sentiero.

DISLIVELLO: circa mille metri di salita.

PUNTI D’APPOGGIO: locali Miazzina e Alpe Pala.

COME ARRIVARE: da Verbania con SP 61, quindi seguire le indicazioni per Cossogno e Ungiasca.

CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass 90/97.

SEGNALETICA: cartelli informativi, e bandierine bianco rosso.

DOVE ALLOGGIARE: Ca Pinotta, tel: 0323/505368.

lunedì 10 aprile 2023

Da Pettenasco all'Alpe Verminasca.

Da Pettenasco 300 mt, sì seguono le indicazioni per Pratolungo 506 mt, raggiunto il borgo, sì prosegue lungo il segnavie che porta ad Agrano 456 mt. Da Agrano si sale lungo la strada asfaltata che porta all’Alpe Selviana 572 mt, quindi, proseguendo lungo la strada che diverrà in seguito sterrata, sì va a recuperare il segnavie che sale all’Alpe Verminasca 909 mt.

 









NOTA

Ripercorrendo l’itinerario fatto lo scorso anno, in questa salita sono andato alla scoperta di un altro alpeggio situato nel gruppo montuoso del Mottarone. Dopo aver visitato Alpe Vedabia 879 mt, Alpe del Bosco 750 mt, Alpe Poncione 726 mt e Alpe Sculera 670 mt, in questa relazione, sono andato alla scoperta di un altro alpeggio situato poco sopra i 900 mt di quota, un luogo selvaggio, dove nella stagione invernale il silenzio diventa l’ingrediente principale di una piacevole camminata, che porta alla scoperta di un altro angolo di questa montagna conosciuta molto per lo sci, ma che sì sta rivelando sempre di più, un luogo ricco di storia e arte, ambienti solitari dove riscoprire il piacere di avventurarsi in un mondo fatto di pastori e di un lavoro che arriva dalla nostra vecchia storia.

Sì parte da Pettenasco, borgo che arriva dal lontano medioevo, un paese che vanta una spettacolare vista sul Lago d’Orta e sulle montagne che sì elevano dall’altro versante del lago come Monte Camosino 641 mt. Pratolungo è una piccola località di soggiorno, un minuscolo borgo che ospita un camping dotato di ogni servizio e di un albergo che garantisce ospitalità ai turisti che scelgono la tranquillità di questo piccolo paese, di notevole interesse, la chiesetta dedicata alla Madonna della Neve, edificata intorno al 1683.



Agrano è un altro comune che sorge sopra le acque del Lago d’Orta , frazione di Omegna, ha una piacevole vista su montagne che vanno oltre i 1500 mt, come ad esempio il Monte Croce 1643 mt, facilmente riconoscibile dalla balconata della chiesa parrocchiale.

L’Alpe Selviana, è un piacevole agriturismo, dove trovare ristoro dopo una lunga camminata o per assaporare i piatti tipici della zona, dal parcheggio poco sopra l’alpe, sì può ammirare il Lago d’Orta e l’Isola di San Giulio.

L’Alpe Poncione, visitata lo scorso anno, rimane sempre nascosta nel bosco, solo una breve deviazione, permette di visionare un alpeggio dismesso, che rischia di rimanere dimenticato, mentre a mio parere, rimane una piacevole meta, da visitare ogni volta che sì cammina lungo questi itinerari.

 



L’Alpe Verminasca, è composta da una serie di baite adagiate su un morbido pendio, il panorama qui è un po’ avaro, però sì ha una splendida veduta di tutte le cime del Monte Rosa, compresa Cima Dufour 4634 mt e Punta Gnifetti 4554 mt. Tra le altre cime, mi permetto di inserire il Monte Tagliaferro 2964 mt, visibile come un dente che sbuca fuori dal nulla. Più in là, sì elevano cime che sconfinano in Valle d’Aosta. Il resto del panorama, sì concentra lungo i pendii e le valli che sì sono susseguiti durante la salita, arrivando a oltrepassare i 1300 mt di quota, man mano che ci sì avvicina alla vetta del Mottarone1491 mt.










CURIOSITA’

 

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:00 circa.

DIFFICOLTA’: (T/E)

DISLIVELLO: oltre i 600 mt di salita e circa 80 mt di discesa.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosse.

CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass n°97/90.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Pettenasco, Pratolungo, Agrano e Agriturismo in località Selvaiana.

COME ARRIVARE: da Novara, in auto con SS 229 o in treno lungo la linea Novara Domodossola.

DOVE ALLOGGIARE: Osteria Madonna della Neve tel: 0323/89122.

venerdì 7 aprile 2023

Da Caslino d'Erba, località Alpe del Prina, salita a tre cime: Monte di Faello, Monte di Palanzo e Monte Preàola.

Da Caslino d’Erba 426 mt, sì raggiunge in auto la località Alpe del Prina 587 mt. Sì prosegue a Piedi seguendo il segnavie che sale alla Bocchetta di Palanzo 1210 mt. Dalla bocchetta, sì prosegue oltrepassando il Rifugio Riella 1275 mt, raggiungendo la Bocchetta di Nesso 1313 mt; ora, svoltando a sinistra s’inizia a percorrere un sentiero non segnalato, che affronta la cresta che sale al Monte di Faello 1337 mt, prosegue per il Monte di Palanzo 1391 mt, e in fine sale sulla cima del Monte Preàola 1417 mt.









NOTA

Del Triangolo Lariano, ovvero di quel gruppo di montagne che dalla Brianza sì spinge fino alla punta di Bellagio 229 mt, ho raccontato spesso di percorsi, di cime, conosciute e frequentate da tantissimi escursionisti, ma questa volta vado a descrivere tre cime, di cui due quasi gemelle, che rimangono fuori dai circuiti conosciuti dai camminatori, un luogo più solitario dove l’ambiente montano offre spettacolari panorami a 360 gradi.

Si parte da Caslino d’Erba, piccolo paese ai piedi del Monte Barzaghino 1069 mt, con l’auto, sì raggiunge l’Alpe del Prina, costituita da un grande casolare adibito a caseificio, qui, oltre ad alcuni prati, vi sono una serie di parcheggi, però se la strada può sembrare troppo tortuosa, prima di arrivare all’alpe, sì può lasciare l’auto in una delle tante piazzole che s’incontrano lungo la salita.

Il primo punto panoramico, lo sì trova alla Bocchetta di Palanzo, qui, oltre alla piacevole vista del Monte Palanzone, 1436 mt, sì ha una magnifica panoramica sul Lago di Pusiano, sulla Brianza che sì abbandona verso la Pianura Padana, e nelle belle giornate, la vista vola fino alla dorsale appenninica, dall’Appennino Ligure, fino all’Appennino Tosco Emiliano.



Il Rifugio Riella, è uno dei tanti punti d’appoggio che s’incontrano lungo la dorsale del Triangolo Lariano, qui sì trova vitto e alloggio, il luogo ideale per trascorrere ore liete e serate fatte di miliardi di stelle.

Monte Faello, è la prima cima che sì affronta, piacevole salita ma avara di panorami, infatti un fitto bosco di faggi, ricopre la cima, regalando però una piacevole atmosfera da fiaba. Il Monte di Palanzo, è la seconda cima che sì raggiunge, da qui, sì apre una bella balconata su un tratto del Lago di Como, sicuramente il panorama è dominato dal Monte Palanzone, però guardando oltre il lago, non sì può non riconoscere l’inconfondibile sagoma del Monte Generoso 1701 mt, oltre alla bella vista del Monte Colmegnone 1383 mt, Sasso Gordona 1410 mt e del Pizzo della Croce 1491 mt.



Il Monte Preàola è una cima gemella al Monte di Palanzo, più alto di circa una ventina di metri, vanta una panoramica quasi simile, anche se la vista sul Monte San primo 1686 mt, è più diretta, come anche la vista che va dal Gruppo delle Grigne fino al Monte Linzone 1392 mt, con alle spalle le prime grandi vette delle Alpi Orobie.

La vista sul lago è limitata, però sì riconosce chiaramente il borgo di Argegno 291 mt, e parte della Valle d’Intelvi, più a ovest, svettano inconfondibili le cime del Monte Gradiccioli 1935 mt e del Monte Tamaro 1961 mt, com’è facilmente individuabile, la sagoma del Monte Bar 1816 mt.



La balconata spazia meravigliosamente sulla catena delle Alpi, da quelle Retiche, fino a quelle Marittime. Tre cime come già detto, meno frequentate, più solitarie, ma non per questo meno interessanti, un escursionista curioso e attento, non potrà fare a meno di avventurarsi in questo piccolo angolo del Triangolo Lariano.

 

CURIOSITA’

Poco prima dell’Alpe del Prina, sì trova un luogo sacro dedicato a San Francesco d’Assisi, meta turistica e di pellegrinaggio.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:30 circa.

DIFFICOLTA’: (E), per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: oltre 950 mt in salita e circa 150 mt in discesa.

CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91.

PUNTI D’APPOGGIO: Rifugio Riella sotto la cima del Monte Palanzone.

COME ARRIVARE: da Como, seguendo le indicazioni per Tavernerio, Albavilla e Ponte Lambro, proseguire per Canzo e voltare a sinistra per Caslino d’Erba.

SEGNALETICA: Cartelli informativi e bandierine bianco rosse.

DOVE ALLOGGIARE: Rifugi Riella con possibilità di pernottamento, tel: 031/378600- 031/378051- 3289391022.

giovedì 23 febbraio 2023

Da Comerio al Pian di Noci.

Da Comerio 380 mt, sì percorre il segnavie n°311 che sale alla località Chignolo 480 mt.

Dalla località Chignolo, sì prosegue con il segnavie n°311 e 311B che porta al Laghetto della Motta d’Oro 476 mt. Seguendo le indicazioni, sì raggiunge il sentiero 313 che sale da Gavirate 261 mt, quindi svoltando a destra, sì guadagna quota arrivando al segnavie n°310 e AV. Dal bivio, sì svolta a sinistra seguendo il pratico sentiero che porta alla località Sass Gross 614 mt.

In leggera salita, sì oltrepassa la località Quattro Strade, e i bivi con i sentieri 317 che sale da Coquio Trevisago 291 mt e 302 che sale da Orino 456 mt; dopo aver passato l’ultimo bivio, sì arriva al Pian di Noci 714 mt.









NOTA

Il Parco Naturale del Campo dei Fiori, è uno dei parchi più grandi della Provincia di Varese, oltre ad essere al momento, quello che vanta di essere con i suoi 1227 mt, il più alto come elevazione.

Tantissimi percorsi che variano dalle quote collinari a quelle più elevate che solcano la cima del massiccio, percorsi da fare in giornata, ma anche da fare in più giorni con possibilità di pernottamento in locande o nei bivacchi presenti all’interno del parco.

L’itinerario qui descritto, parte da Comerio, borgo antico, abitato dai Celti già dal IV secolo a.c.

L’inizio sì sviluppa su strada asfaltata, salendo alla località Chignolo, costituito principalmente da un grande cascinale e da molte case di recente costruzione.

Il Laghetto della Motta d’Oro, è un interessante lago di origine glaciale che sì alimenta solo con l’acqua piovana o con la neve invernale, importante specchio d’acqua che ospita numerose specie anfibie tra cui rane e tritoni.



La località Sass Gross, non è altro che una piccola altura dove sono adagiati un certo numero di massi erratici, il più alto, che da poi il nome alla località, è alto circa tre metri e ha una forma piramidale, immerso nel silenzio di boschi misti, è il luogo ideale per poter meditare e ascoltare la sinfonia che l’ambiente circostante suona nella più svariata composizione di note naturali.



Pian di Noci, è un piccolo altopiano, qualche decennio fa era totalmente ricoperto da un fitto bosco di abeti, poi le piante hanno iniziato a morire, è oggi sì presenta in una veste nuova e per alcuni aspetti, più piacevole. I pini vengono rimpiazzati da piante di castagno e dai faggi, mentre il prato offre la possibilità di poter fare un pranzo al sacco anche nella stagione più fredda, scaldandosi al tiepido sole di mezzogiorno. L’unica cima che sì riesce ad intravvedere dal piano, è quella del Monte San Martino 1087 mt, che sì mostra in tutta la sua bellezza.



Ma non è ancora finita, perché al Pian di Noci, esiste un piccolo e grazioso bivacco, dotato di ben quattro posti letto e di un camino che riscalda dalle gelide giornate invernali, il posto ideale per trascorrere una notte immersi nel fitto cielo stellato che sì può ammirare in questo magico luogo, un posto dove sì parla con il silenzi, con il vento e con gli animali selvatici che pascolano liberi per questa montagna.

 

CURIOSITA’

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 2:30 circa.

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: poco più di 300 mt in salita.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Comerio e Bivacco Alpino in località Pian di Noci.

COME ARRIVARE: da Varese lungo la SS 394, fino a Comerio per chi arriva in auto.

CARTOGRAFIA O GUIDE: CARTA Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosse oppure giallo verde.

DOVE ALLOGGIARE: Bivacco Alpino con possibilità di pernottamento.

mercoledì 8 febbraio 2023

Da Gozzano all'Alpe Sculera.

Da Gozzano 367 mt, sì percorre il segnavia Gran Tour del Lago d’Orta, in direzione di Bolzano Novarese 420 mt, raggiunta la SP 111, la sì attraversa e sì prosegue lungo il segnavie che scende nella valle del Torrente Agogna.

Sì risale la valle fino a raggiungere la strada asfaltata che da Ameno 517 mt, conduce alla Frazione Lanciano 600 mt circa. Raggiunta la strada, si svolta a destra iniziando a salire in direzione di Lanciano, quindi appena trovato il bivio, sì svolta a sinistra per iniziare a percorrere la sterrata che porta all’Alpe Sculera. Sì entra così nella valle del Rio Vago, arrivando al ponte che attraversa la valle, ora con decisa salita, sì passa vicino alla Frazione di Tacchino 595 mt, per poi affrontare l’ultimo tratto su sentiero che porta all’Alpe Sculera 670 mt.



 






NOTA

La Provincia di Novara, sì divide in tre settori, uno pianeggiante, dove sì coltiva il riso, uno collinare dove sorgono le grandi vigne del novarese e uno montuoso, dove sì può trovare gli antichi mestieri di montagna, tra cui l’allevamento o la pastorizia.

Questa provincia, vanta numerosi itinerari da percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo, tutti diversi tra loro, che sì sviluppano in ambienti di notevole interesse paesaggistico, con tanti accenni di storia antica che parla di epoche in cui il lavoro manuale era una risorsa importante.

Quello che propongo in queste righe, conduce alla scoperta di un angolo di provincia che merita la giusta attenzione, un luogo dove l’ambiente e la storia, sì saldano in un unico soggetto capace di resistere al lento scorrere del tempo.

Sì parte da Gozzano piacevole borgo che vanta una storia che arriva dall’Impero Romano, situata a pochi chilometri dal Lago d’Orta, offre una serie di monumenti di notevole interesse, come la Basilica di San Giuliano edificata alla fine del IX secolo o la Chiesa di San Lorenzo del XII secolo.



Il paesaggio è collinare, un susseguirsi di colli e valli compongono un puzzle molto suggestivo.

Bolzano Novarese, borgo risalente all’alto Medioevo, è un piccolo borgo che però non è toccato dal percorso, che lo sfiora leggermente.

Il Torrente Agogna, nasce poco a sud della cima del Mottarone 1491 mt, attraversa tutto il gruppo montuoso, per proseguire lungo la pianura fino all’incontro con il Po, dove termina la sua corsa verso valle.

Tacchino è una delle tante frazioni di Ameno, un piccolo borgo fantasma, dove la presenza dell’uomo, è limitata a qualche attività agricola o di apicoltura, un luogo dimenticato che racchiude solo una minuscola attività umana.



Alpe Sculera, è composta da due grossi edifici distanti tra di loro e da una chiesa dedicata a Santa Eurosia, giovane martire vissuta nella seconda metà dell’ottocento dopo Cristo, costruita dopo la metà del 1600.

La panoramica è molto avara, però il luogo è molto suggestivo è merita una visita, l’ampio prato, consente una piacevole sosta nel silenzio di queste modeste alture, un altro gioiello custodito nel Gruppo Montuoso del Mottarone.

 

CURIOSITA’

Nella Valle del Torrente Agogna, sì trovano i resti di un’antica fucina alimentata ad acqua.



 








TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:00/ 3:30 circa.

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: circa 370 mt di salita e circa 50 mt di discesa.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosse, prestare bene attenzione agli incroci, la segnaletica del Gran Tour del Lago d’Orta, è presente in un solo senso di marcia, durante il ritorno alcuni bivi, possono trarre in inganno.

CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass n°97/90.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Gozzano.

COME ARRIVARE: da Novara, in auto con SS 229 o in treno lungo la linea Novara Domodossola.

DOVE ALLOGGIARE:

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