venerdì 28 giugno 2019

Salita sul Monte Lago.



Da Albaredo San Marco 905 mt, sì percorre un tratto della Via Priula in direzione del Passo San Marco 1991 mt. Seguendo il segnavie, sì attraversa il paese, oltrepassando poco dopo la provinciale proseguendo su sterrata in direzione del passo. Ritrovata la provinciale che porta al passo, si svolta a sinistra seguendo la strada asfaltata fino a trovare l’indicazione che porta al Bivacco Legui 2000 mt, ora svoltando a destra sì percorre un tratto di sentiero che riporta nuovamente sulla provinciale, a questo punto, appena trovate le indicazioni per il Rifugio Piazza 1835 mt, sì svolta a sinistra, iniziando la salita che porta al rifugio.
Dopo aver raggiunto il rifugio, sì prosegue sempre con segnavie, oltrepassando il Bivacco Legui, quindi, appena raggiunto il costone, sì affronta la dura salita che porta in vetta al Monte Lago 2351 mt.








NOTA
Le Alpi Orobie, sono composte da una lunga catena che dal Lago di Como, sì estende fino alla Val Camonica, con cime che superano di poco i tremila metri, come ad esempio il Pizzo di Coca 3052 mt.
La catena è compresa tra due versanti, quello bergamasco, più conosciuto e frequentato, e quello valtellinese, a mio parere più selvaggio.
Anche se esiste un’altra via di accesso, qui, propongo l’itinerario che reputo più logico, tenendo ben presente che sì può tranquillamente accorciare limitando il dislivello e i chilometri.
Sì parte da Albaredo San Marco, piacevole borgo incastonato nella Valle Bitto di Albaredo, attraversato dalla strada provinciale che da Morbegno, sale fino al Passo San Marco, per poi scendere nella Provincia di Bergamo, per tuffarsi più avanti nella Val Brembana.
Il borgo è molto interessante, tipico paese di montagna che regala piacevoli panorami sulla parte iniziale della Valtellina, guardando verso Piano di Spagna.
Sì percorre un tratto della Via Priula, antica via realizzata dalla Repubblica Veneziana, più che altro si tratta di una larga sterrata in parte carrozzabile, ma che in molti punti, regala fantastici panorami sulla valle.
Il tratto lungo la provinciale richiede la dovuta attenzione, a causa del traffico, tratto comunque breve.
Dopo aver lasciato la provinciale, e aver iniziato la salita lungo il sentiero, l’atmosfera rurale, lascia subito il posto ai boschi di conifera, ai verdi pascoli e alle spettacolari panoramiche sulle montagne circostanti.
Finalmente, sì arriva al Rifugio Piazza. Piccolo ma molto accogliente, con una terrazza panoramica a dir poco favolosa.
Un’altra salita, porta al piccolo Bivacco Legui, ottimo punto d’appoggio nei periodi invernali, quando il rifugio Piazza è chiuso; da qui, sì ha una piacevole veduta sulla conca glaciale e sulla cima del Monte Lago, mentre poco più sopra, sì può ammirare una spettacolare veduta dell’ampio anfiteatro che abbraccia la Val Masino, tra cui spicca la singolare sagoma del Pizzo Badile 3308 mt.
Ancora una salita, e sì arriva al costone che porta in vetta al Monte Lago. Qui la salita è davvero dura, i facili traversi, sono sostituiti da un ripido sentiero che rapidamente porta in cima. Grande fatica ma grande ricompensa. 360° gradi di panorama. Una visuale che spazia fin verso l’Appennino, con vista sul Monte Rosa 4634 mt e sul Monte Leone 3553 mt. La dorsale orobica sì può ammirare quasi nella sua interezza, dal Monte Legnone 2609 mt e Pizzo Mellasc 2465 mt, fino al Pizzo del Diavolo di Tenda 2914 mt, con vista fino al Monte Linzone 1392 mt situato all’inizio della Valle Imagna.
Guardando nel versante valtellinese, la panoramica oltre che sulla Val Masino, spazia sul Monte Disgrazia 3678 mt, Pizzo Bernina 4049 mt e sul Pizzo Scalino 3323 mt, volgendo lo sguardo fino alla cresta di confine con la vicina Svizzera. Questo è tutto quello che attende l’escursionista in questa bellissima ascensione, che consiglio vivamente di fare.

CURIOSITA’

TEMPI DI PERCORRENZA: 3:30/4:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per il forte dislivello e per i tratti su sentiero.
DISLIVELLO: circa 1400 mt.
PUNTI D’APPOGGIO: locali ad Albaredo, Rifugio Piazza e Bivacco Legui.
COME ARRIVARE: da Milano con SS n°36 fino a Colico, poi SS n°38 fino a Morbegno e SP n°8 fino ad Albaredo.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°105 – 92.
SEGNALETICA: qualche cartello informativo e bandierine bianco rosso.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Piazza con possibilità di pernottamento, tel: 338/467620, oppure 335/7085054, e-mail: nadiacavallo@libero.it.

mercoledì 12 giugno 2019

Salita a Cima Pianchette e al Pizzo di Gino.



Da San Nazzaro Val Cavargna 959 mt, sì percorre la lunga strada sterrata che sale al Rifugio Croce di Campo 1741 mt. Dal rifugio, sì prosegue in decisa salita il costone che porta in vetta a Cima Pianchette 2158 mt. Ora camminando lungo l’Alta Via del Lario, sì affronta l’impegnativa cresta che porta in cima al Pizzo di Gino 2245 mt.
Per la discesa, consiglio di seguire la traccia che scende lungo il pendio erboso, collegandosi con il sentiero che porta all’Alpe Piazza Vacchera e subito dopo al Rifugi Croce di Campo.



NOTA
Più volte ho parlato della Mesolcina Meridionale, più volte ho descritto itinerari che percorrono le tante dorsali che s’inseriscono in questa lunga catena montuosa. Un altro itinerario ricco di emozionanti panorami, è quello che descrivo in queste righe; purtroppo, durante la mia ascensione, non ho avuto la fortuna di avere un cielo limpido, ma posso garantire che la visuale da queste montagne, è una delle più belle che sì possano ammirare nella Provincia di Como.
Sì parte da San Nazzaro Val Cavargna, piccolo borgo che prende il nome dall’omonima valle.
Il primo tratto dell’itinerario, sì sviluppa lungo una facile strada in parte asfaltata fino a una certa quota, per poi proseguire come carrozzabile, fino al Rifugio Croce di Campo.
Dopo aver attraversato un piacevole tratto nel bosco, la strada sì abbandona ai morbidi prati ricoperti di ginestre che quando sono in fiore, regalano uno spettacolo davvero unico. Dal Rifugio, sì ha una piacevole veduta sulla Val Cavargna e sulla piana di Porlezza, oltre che alle cime che entrano nel comprensorio della val d’Intelvi, come: Monte Tremezzo 1700 mt e Monte Galbiga 1696 mt, mentre poco più a sud, svetta il Monte Generoso 1701 mt; facilmente riconoscibili sono anche il Sasso Gordona 1410 mt e il Monte Colmegnone 1383 mt.
Dal rifugio, termina il tratto su sterrato e inizia un timido sentiero che affronta deciso il pendio erboso che porta in vetta a Cima Pianchette che rappresenta come elevazione, la seconda cima della dorsale.
Dalla cima, si può ammirare la bella conca glaciale che sì tuffa nella Valle di Albano, oltre ad avere una vista ancora più ampia di quella che sì ha al Rifugio Croce di Campo. Volgendo lo sguardo verso ovest, non si può fare a meno che meravigliarsi per la bella vista sul Pizzo di Gino, che svetta e domina solitario le due valli.
Dopo aver goduto di un panorama così suggestivo, sì prosegue per l’ascensione al pizzo. Fin ora, tanta fatica, tanto sudore ma il tutto, affrontando una piacevole strada sterrata e un facile sentiero. Ora le cose cambiano, il tratto in cresta, richiede la dovuta attenzione, e il dislivello, inizia a farsi sentire nelle gambe, i pendii erbosi, sono stati sostituiti da dure salite, brevi passaggi su roccette e un minuscolo sentiero esposto, dove il lusso di qualche vertigine, non è proprio concesso. A metà strada, sì può ammirare la cresta rocciosa di Cima Pianchette, e l’aspra progressione che conduce in vetta al Pizzo di Gino.
Finalmente sì arriva in vetta.
La piccola croce posta sulla cima, saluta l’escursionista che ha meritato questa cima e questo panorama a 360° gradi.
Una bella vista sull’intera dorsale fino al Monte Bregagno 2107 mt,
Una sensazionale veduta sul Lago di Como, a destra la punta di Bellagio, a sinistra il Laghetto di Piona, Piano di Spagna e il Fiume Adda che sì tuffa nel lago. Guardando verso il Piano di Spagna, nel tratto che va verso il Lago di Mezzola, 199 mt, è riconoscibile la Valle dei Ratti, e il Monte Spluga 2845 mt, poi, guardando oltre, sono riconoscibili le tante conche glaciali che compongono il bellissimo anfiteatro dell’alta Val Masino.
Guardando lungo la dorsale, appare ben definita, la sagoma del Monte Legnone 2609 mt, mentre più a destra, ben riconoscibile il Gruppo Montuoso delle Grigne.
Guardando verso nord, sono riconoscibili il Corno Gesero che si tuffa nella piana di Bellinzona e Monte Marmontana 2316 mt, alle sue spalle, prosegue maestosa, la catena della Mesolcina, fino al Passo dello Spluga 2113 mt.
Volgendo lo Sguardo verso ovest, non sì può non riconoscere il Pizzo Camoghè o Punta Camoscio 2228 mt, e la dorsale, che forma la Val Colla. Garantisco una spettacolare veduta sui tanti quattromila delle Alpi, sulla fascia delle Prealpi, fino al lontano Appennino, che svetta nelle giornate terse.
Un continuo susseguirsi di creste, valli, conche glaciali, alpeggi, paesi, laghi e tutto quello che rende felice un buon escursionista, che merita per intero, una ricompensa così grande.

CURIOSITA’

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:30/4:00 circa.
DIFFICOLTA’: (T) fino al Rifugio Croce di Campo. (E) per la salita a Cima Pianchette. (EE) per l’ascensione al Pizzo di Gino.
DISLIVELLO: circa 1300 mt.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91.
PUNTI D’APPOGGIO: Rifugio Croce di Campo
COME ARRIVARE: da Lugano o da Menaggio, seguendo per Porlezza, quindi indicazioni per San Nazzaro.
SEGNALETICA: Pochi cartelli informativi, solo pochi bivi sono dotati di segnaletica. Bandierine bianco rosso, molto presenti.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Croce di Campo, con possibilità di pernottamento, tel : 371/386942, oppure 339/4376683.

venerdì 7 giugno 2019

Da Craveggia, salita alla Madonna del Rosario e a Cima del Sassone.



Da Craveggia 889 mt, si seguono le indicazioni che portano in località La Colma 1686 mt, quindi con facile traverso, e una breve deviazione, si raggiunge Bocchetta della Cima, dove è collocata la piccola cappella della Madonna del Rosario 1950 mt. Ritornati sul segnavia precedente, sì prosegue su traccia di sentiero arrivando sotto la croce, quindi con decisa salita sì raggiunge Cima del Sassone 2086 mt.








NOTA
La Val Vigezzo, nominata anche come la valle dei pittori, è una lunga vallata che separa le montagne che compongono il Parco Nazionale della Val Grande, dalle tante dorsali che s’innalzano oltre i duemila metri di quota.
L’itinerario che propongo in queste righe, segue un costone che sì inserisce in una dorsale che dalla Svizzera entra in Italia andandosi a inserire con quella che colma con la Pioda di Crana 2430 mt, proseguendo poi verso nord, per andare a scontrarsi con un’altra dorsale.
Sì parte da Craveggia, bellissimo borgo che sorge a pochi chilometri da Malesco 761 mt, consiglio di fare una visita all’intero paese che è davvero una perla preziosa incastonata perfettamente tra queste montagne. La salita sì sviluppa principalmente su mulattiera nella parte iniziale e da strada sterrata, che però evita di passare dai tanti alpeggi, che s’incontrano lungo la salita e che offrono spettacolari panorami sulla valle e sul massiccio del Monte Limidario 2188 mt.
La sterrata prosegue fino alla località La Colma 1686 mt, con una breve deviazione, sì può far visita all’Oratorio di San Rocco, interamente realizzato in pietra con una sporcata di cemento che gli regala un aspetto davvero unico e originale; da qui, sì ha una magnifica veduta sull’intera conca glaciale, con vista sulle tre cime che superano i duemila metri di quota, e che sono: Cima Trubbio 2064 mt, Cima del Sassone 2086 mt e Pizzo Formalone 2063 mt.
Un facile sentiero, porta poco sotto la Bocchetta di Cima, che sì raggiunge con una breve deviazione. Qui, è stata costruita una cappella, dedicata alla Madonna del Rosario, collocata in un ambiente davvero suggestivo, con vista sul Pizzo Ruggia 2289 mt, sull’omonima bocchetta 1990 mt e sulle Schegge di Muino.
Ritornati sul sentiero precedente, sì prosegue in direzione della Bocchetta di S. Antonio1841 mt, il percorso, segue una traccia di sentiero, che può dare qualche problema in caso di nebbia, arrivati sotto Cima del Sassone, s’intraprende un ripido sentiero che porta alla croce che sì erge in vetta. Dalla Cima del sassone, sì gode una panoramica di 360° gradi, con vista che va fino alla piana di Bellinzona. Numerosi quattromila tra cui spicca su tutti il Monte Rosa 4634 mt, bellissima vista sulle cime della Val Grande, tra cui menziono: Monte Zeda 2156 mt, Monte Torrione 1989 mt e Cima della Laurasca 2193 mt, mentre guardando a est, sì riconosce l’inconfondibile sagoma del Monte Legnone 2609 mt, arrivando a intuire il solco della Valtellina, come sono riconoscibili, numerose cime che sì elevano in territorio elvetico, tra cui il vicino Pizzo Ruscada 2004 mt.
Una meta indubbiamente poco conosciuta e che sì colloca al di fuori dei grandi circuiti del turismo di massa, una montagna per tanti ma non per tutti.

CURIOSITA’
In epoca romana, Craveggia era attraversata dalla Via Vigezzina, che collegava Domodossola con Locarno.

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:30circa.
DIFFICOLTA’: (T fino alla località La Colma, E fino alla Cappella del Rosario, EE per la salita a Cima del Sassone.)
DISLIVELLO: oltre 1150 mt.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Craveggia.
COME ARRIVARE: da Milano o da Genova con autostrada A26, fino a Ornavasso, sì prosegue lungo la superstrada, con uscita Val Vigezzo, quindi SS 337 fin oltre Santa Maria Maggiore, per poi seguire le indicazioni per Craveggia.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass n° 90/89.
SEGNALETICA: cartelli informativi, mancanti in alcuni bivi, mentre la segnaletica orizzontale, è mancante per quasi l’intero percorso, per questo, sconsiglio l’itinerario in caso di neve o nebbia.
DOVE ALLOGGIARE:

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