sabato 31 marzo 2018

Da Cima, frazione di Porlezza, al Bivacco Alpe Vecchio.



Da Cima 275 mt, piccola frazione di Porlezza 282 mt, si percorre il segnavie che conduce al Bivacco Alpe Vecchio 1011 mt.






 
NOTA
La Mesolcina, è una lunga catena montuosa, che da Lugano 277 mt, porta fino al Passo dello Spluga 2113 mt. Nella Fascia meridionale, sorgono delle montagne minori, di chiara origine calcarea, e che si elevano vertiginosamente con grandi pareti rocciose.
L’itinerario che descrivo, parte dal piccolo cimitero di Cima. Dopo un breve tratto su strada asfaltata, sì svolta a sinistra salendo su una strada in cemento. Terminata la strada, inizia un sentierino, che mette a dura prova il fiato, di chi affronta questa salita.
Il sentiero si sviluppa in ambiente solitario, ma è sicuramente panoramico, con splendida vista sul Lago di Lugano, riuscendo a guardare per un buon tratto, fino a Lugano e sulla cima del Monte San Salvatore 912 mt.




Man mano che si sale, le aspre pareti, diventano sempre più ripide, e sempre più vicine, fino a quando, non si entra in uno stretto vallone, che consente di aggirare quelle che si affacciano sulla destra. Qui sì devono affrontare piccoli passaggi su roccia, in un tratto anche attrezzato con corda fissa, il sentiero ripido e spesso esposto, io personalmente, lo sconsiglio in caso di forte maltempo e in presenza di neve e ghiaccio, basterà andare e vedere di persona, per rendersi conto che il mio consiglio non è esagerato.



L’ultimo tratto sempre ripido, si svolge in una piacevole faggeta, terminata, si apre l’ampio pratone, dove sorge il Bivacco Alpe Vecchio. Da qui, il panorama è eccezionale. Tutte le grandi cime della Val d’Intelvi, sì presentano in una perfetta sequenza, dal Monte Tremezzo 1700 mt, al Monte Generoso 1701 mt, in mezzo, il Galbiga 1698mt e il Monte di Lenno1589 mt; ottima veduta sul piccolo Lago di Piano, sul Lago di Como e sull’ingresso della Val Sassina, con dietro lo splendido scenario delle Alpi Orobie Occidentali.
Nelle vicinanze, si trovano i Pizzoni, con una cima che raggiunge i 1303 mt.









Il Bivacco, dall’esterno sembra grandissimo, in realtà l’interno è molto piccolo, ma nella sua modesta dimensione, offre tutto quello che serve per riscaldarsi, cucinare e pernottare. All’esterno vi è una veranda con tavolo e panche, ideale per pranzi o cene estive; si trovano anche delle stoviglie ma consiglio di portarle da casa. L’acqua è presente all’esterno del bivacco; una fontanella, si tuffa in una vasca, utile per lavare indumenti e stoviglie.
CURIOSITA’
TEMPI DI PERCORRENZA: 1:30/2:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E/EE) percorso impegnativo, con sentiero ripido ed esposto, piccoli passaggi su roccette, e brevi tratti attrezzati con corde fisse.
DISLIVELLO: 650 mt circa.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Cima e Bivacco Alpe Vecchio.
COME ARRIVARE: da Lugano per la dogana di Gandria o da Menaggio con SS n°340 fino a Cima. Poi chiedere per il cimitero.
SEGNALETICA: pochi pannelli informativi e bandierine bianco rosso.
DOVE ALLOGGIARE: il Bivacco Alpe Vecchio è dotato di quattro posti letto, con materassi.

lunedì 26 marzo 2018

Da Somasca al Bivacco Mario Corti.



Da Somasca frazione di Vercurago, si lascia l’auto nell’ampio parcheggio situato poco sotto il Santuario di San Girolamo Emiliani, proseguendo a piedi fino al Castello dell’Innominato. Raggiunta la via crucis, si segue la strada a destra; dopo una breve salita, sì svolta a sinistra, seguendo una mulattiera che diventerà poco dopo sentiero. Arrivati nelle vicinanze delle mura del Castello dell’Innominato, sì svolta a destra, percorrendo il segnavie N°801, che dopo una dura salita porta sulla cima del Monte Mudarga 909 mt. Sì prosegue in cresta, oltrepassando Monte Gavazzo 911 mt, raggiungendo poco dopo il Bivacco Mario Corti 900 mt.







 
NOTA
Situato poco sotto la cima del Corno di Grao 1039 mt, il Bivacco Mario Corti è un importantissimo punto d’appoggio, per chi decide di salire la cima del vicino Monte Magnodeno 1241 mt.
Per salire al Bivacco, vi sono principalmente due vie d’accesso, entrambe molto faticose ma, diverse come bellezza del percorso. Quella che descrivo qui, è a mio parere la più bella.
Sì parte dal Santuario di San Girolamo Emiliani bellissimo complesso eretto intorno al 1500, situato nella graziosa frazione di Somasca, piccolo borgo che sorge poco sopra il Lago di Garlate, luogo di notevole interesse religioso, che consiglio di visitare.


Un altro gioiello che consiglio di visitare, è il Castello dell’Innominato eretto prima dell’anno mille, oggi è composto principalmente da ruderi, ma dall’altura su cui è posato, si può ammirare un’ampia panoramica sui laghi di Garlate e Olginate, guardando più a sud, verso la valle del Fiume Adda.
La prima parte della salita, mette già a dura prova il fiato di chi percorre questo sentiero, ma da la possibilità di ammirare le vertiginose rocce che si affacciano sopra Somasca, fogli di pietra, piegate dalla forza impercettibile dei movimenti tellurici, che hanno scolpito queste montagne.
Dopo un tratto immersi nel bosco, si esce fuori ad un’altura, bella balconata dove si possono ammirare al meglio, le verticali rocce.









Oltre alla bella vista sulle Prealpi e sui laghi sottostanti, sì può ammirare la bella cima del Monte Tesoro 1432 mt.
Poco più avanti, si raggiunge la Croce di Saina, altro bellissimo punto panoramico, dove sì può ammirare l’abitato d’Erve 559 mt, la bella cresta della Corna Camozzera 1452 mt, e l’imponente mole del Resegone di Lecco 1875 mt.
Dopo aver goduto, dell’ampio panorama, sì da inizio alla bella salita che porta sulla cima del Monte Mudarga, un sentiero, ripido che s’inerpica e che non da pausa, fin quando non si raggiunge la cima. 
 Il tratto in cresta, attraversa alcuni roccoli, unici momenti in cui si esce dal bosco, ma che regala un’ottima veduta sul Resegone di Lecco.
Il Bivacco Mario Corti è una vecchia baita ristrutturata nel 1975 e adibita a punto d’appoggio per la salita al Monte Magnodeno. Al suo interno si trova un tavolo con panca e alcune sedie, alcune credenze e un piacevole camino, dove potersi riscaldare nelle fredde giornate invernali. Il bivacco, non consente il pernottamento, ma regala in ogni modo una piacevole atmosfera di casa, un luogo dove incontrare la quiete di questi monti, e dove trovare l’amicizia della gente che da anni, sale su queste montagne.

CURIOSITA’
Nel Santuario di San Girolamo Emiliani, vive un ordine religioso, chiamato Chierici Regolari di Somasca, istituto religioso maschile di diritto pontificio.

TEMPI DI PERCORRENZA: 1:30/2:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per sentieri ripidi.
DISLIVELLO: 700 mt.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Somasca e Bivacco Mario Corti.
COME ARRIVARE: da Milano con SS N°36 fino a Lecco, poi SS n°639 in direzione Bergamo, fino a Vercurago, poi sì svolta a sinistra per Somasca.
CARTOGRAFIA E GUIDE: carta Kompass N°105.
SEGNALETICA: cartelli informativi a volte insufficienti.
DOVE ALLOGGIARE:

mercoledì 7 marzo 2018

Da Boca, alla cima del Monte Fenera.



Da Boca 389 mt, si percorrono i segnavie N° 778, 777, fino a raggiungere il borgo di Maretti. Sì prosegue lungo la strada in parte asfaltata, fino ad arrivare in località La Colma, da qui, con segnavie N°772, 768 e 771, sì raggiunge il piccolo ricovero d’emergenza e poco più avanti, la cima del Monte Fenera 899 mt.







 
NOTA
Il Parco del Monte Fenera, è uno di quei parchi che, di fatto, sono conosciuti a livello locale ma, sconosciuti ai grandi escursionisti che arrivano da fuori. Parlo di un parco, che racchiude in se tre ambienti molto belli, quello della campagna e dei colli coltivati a vite, delle piccole montagne d’origine vulcanica e dal grande colosso calcareo, che è rappresentato dal Monte Fenera.
Sì lascia l’auto nell’ampio parcheggio del cimitero di Boca, piccolo paese che vanta una storia millenaria. Si segue la provinciale, che porta al grande Santuario della Madonna di Boca per un centinaio di metri, svoltando poco dopo a destra in Via delle Piane. Sì continua camminando immersi nel silenzio della campagna, respirando l’aria frizzante del mattino. Dopo un breve tratto nel bosco, poco dopo si apre il meraviglioso scenario delle vigne del novarese, un susseguirsi di piante che compongono file interminabili, a volte dal disegno singolare, regalando piacevoli vedute sulle colline novaresi, e guardando verso la pianura.
Dopo i campi, inizia la decisa salita che porta a Punta La Pelosa 650 mt. Anche se si può evitare la salita, consiglio vivamente, di andare a vedere, l’ampio panorama che si gode dalla vetta, con vista sul Mottarone 1491 mt e sul Monte Massone 2161 mt, oltre ad avere una piacevole veduta sulle colline e sui vigneti.
 





Si prosegue lungo l’ampio sentiero, percorribile anche in bike, attraverso piacevoli boschi di castagno.
L’oratorio di San Bernardo, è una delle tante chiese che s’incontrano lungo l’itinerario, ed è anche una delle più isolate. Nelle immediate vicinanze sorge una bella area attrezzata, con tavoli e panche, utili per piacevoli pranzi al sacco.
Lasciato l’oratorio, si sale verso una sella che di fatto, separa le due cime, che insieme al Monte Fenera, vanno oltre gli 800 mt di quota, che sono Monte Calvario 826 mt e Monte Lovagone 857 mt.
Dalla località Maretti, si cambia un pò lo scenario,  seguendo la dorsale, si attraversano due piacevoli borghi, che consiglio vivamente di visitare. Pur nelle loro piccole dimensioni, offrono una piacevole atmosfera rustica con odori antichi di pietra e di camino, con una piacevole balconata, che spazia sui tanti paesi che sorgono a nord del parco, oltre ad avere una piacevole veduta sul Monte Briasco 1185 mt e sul Monte Avigno 1136 mt.



Il Monte Fenera, con il suo micro mondo calcareo, offre numerosi cenni storici, un piccolo mondo a se, diverso dalle tante montagne che sorgono in Val Sesia.  Qui i boschi di castagno, lasciano più spazio alle betulle e ai faggi, che seguono il crinale fino alla vetta; per chi fosse interessato, per salire in cime al Fenera, si può effettuare, una deviazione che sale sempre in vetta, ma che passa attraverso i resti di un antico alpeggio, ridotto ormai in pochi ruderi.  Poco sotto la cima, sorge il piccolo ricovero d’emergenza, qui si può trovare un prezioso riparo in caso di maltempo. Il bivacco, è dotato solo di tavolo e panche, e dunque, non è possibile pernottarvi senza aver portato tutto l’occorrente.





Le ultime righe, le dedico al meraviglioso panorama che si gode dalla vetta. In basso, sorge nella piana, la cittadina di Borgosesia 359 mt, mentre alzando lo sguardo, subito appaiono le bianche vette della Val Sesia, tutte sopra i 2000 mt, vette come l’Alta Cima di Bò 2556 mt a sinistra, l’immenso colosso del Monte Barone 2044 mt, che s’impone subito alla vista, e per concludere, una splendida veduta sul Massiccio del Monte Rosa, al centro Punta Parrot 4436 mt e Punta Gnifetti 4554 mt.





Nulla di più da dire, se non di godervi la lunga camminata che vi porta alla scoperta di questo parco, che merita la giusta attenzione.
CURIOSITA’
Nel parco, sono stati rinvenuti i resti dell’uomo di Neandertal e dell’orso delle caverne.
TEMPI DI PERCORRENZA: 3: 30/4:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero, e per la lunghezza del percorso.
DISLIVELLO: 800 mt circa.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine  rosso bianco rosso.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°97
PUNTI D’APPOGGIO: locale in località La Colma e ricovero d’emergenza, poco sotto la vetta.
COME ARRIVARE: in auto da Novara o dall’uscita di Ghemme della A26, con SS N°299 fino a Prato Sesia, poi indicazioni per Boca.
DOVE ALLOGGIARE:

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