venerdì 26 ottobre 2018

Il Triangolo Lariano, da Como a Canzo.



Da Como 201 mt, sì percorre la mulattiera che passando dalla località Crescione, sale a Brunate 715 mt.
Arrivati a Brunate, sì attraversa il paese, fino a trovare le indicazioni che portano al faro Voltiano 902 mt e in seguito al Rifugio CAO 980 mt. Sì continua a camminare lungo un’ampia carrozzabile che segue la dorsale, passando per Baita Bondella 1075 mt e Baita Boletto 1180 mt, quindi, proseguendo su sentiero, si aggira il versante nord del Monte Boletto 1236 mt e del Monte Bolettone 1317 mt, arrivando alla Bocchetta di Lemna 1115 mt. Nuovamente in salita, sì arriva alla Bocchetta di Palanzo 1210 mt, dove sì trova il bivio con il sentiero che scende a Canzo 402 mt. Seguendo il sentiero che svolta a destra, sì costeggiano le pendici del Monte Palanzone 1436 mt, per collinare lungo Colma Piana 1179 mt. In decisa discesa, sì raggiunge Bocca Vallunga 902 mt. Ancora in discesa, il sentiero, diventa una carrozzabile, che attraversa un ampio castagneto, portando all’Agriturismo Cascina Enco. Un ultimo tratto su sterrata e si arriva ad Asso 427 mt, quindi su strada asfaltata sì attraversa il paese per arrivare sulla provinciale che porta
a Canzo e alla stazione.







NOTA
Il Triangolo Lariano, è composto principalmente da due gruppi montuosi. Il primo, situato ad est, è una piccola catena che va dai Corni di Canzo 1373 mt e Monte Moregallo 1276 mt, al Monte Cornizzolo 1240 mt, il secondo più lungo, parte da Como, e va a terminare a Bellagio 229 mt. La lunga dorsale, comprende vette che spesso superano i 1200 mt di quota con le due cime principali, il Monte Palanzone 1436 mt e il Monte San Primo, che con i suoi 1686 mt, rappresenta la cima più alta del Triangolo Lariano.
La traversata classica, è quella che da Como, conduce fino a Bellagio, percorrendo l’intera dorsale in circa 10/12 ore, con la possibilità di effettuare, il percorso in due giorni con pernottamento in una delle tante strutture che s’incontrano lungo il cammino.
Quella che propongo in queste pagine, è una variante, che sì può effettuare in un giorno solo e che consente di utilizzare comodamente i mezzi pubblici, rinunciando così all’auto.
Sì parte dal lungo lago di Como, salendo lungo la pedonale che porta a Brunate.
Dopo una lunga salita che segue in pratica la funicolare, sì raggiunge una strada asfaltata che si segue svoltando a destra e in breve porta alla stazione a monte della funicolare; consiglio di fare una visita al borgo, che sì presenta nella classica veste di paesino di montagna, circondato però da numerose ville, dotate d'immensi giardini botanici.
Dopo un’altra buona salita, sì arriva al Faro Voltiano, per chi come me, che abita ad ovest della città di Como, nelle serate in cui il cielo è limpido, non è difficile scorgere la luce del faro ad intermittenza, che emette il suo raggio luminoso.
Dopo aver visitato l’area del faro, inizia ora la bella traversata lungo un’ampia strada sterrata che in perfetta sequenza, conduce alle tante capanne che sorgono poco prima della cima del Monte Boletto, Capanna CAO, Baita Carla, Baita Bondella e Baita Boletto, qui, sì può trovare ospitalità a pranzo, a cena e con funzione d’alberghetto, fatta eccezione per la Baita Boletto; tutte le capanne, hanno delle bellissime balconate che spaziano sulla Brianza e sulla Pianura Padana, fino all’Appennino.
Passata la baita Boletto, poco prima di iniziare la salita al Monte Boletto, sì devia a sinistra affrontando il piacevole sentiero che passa sotto la cima, per arrivare ad una selletta, dove sì trova la Capanna San Pietro, una volta era un ottimo punto d’appoggio, oggi è una struttura in disuso, abbandonata alle intemperie.
 
Il sentiero che aggira il Monte Bolettone, attraversa un bellissimo bosco di faggi, che definire fiabesco, è davvero il minimo, un’atmosfera solitaria molto suggestiva.
Dalla Bocchetta di Lemna, un’altra ampia sterrata, porta alle pendici del Monte Palanzone, dopo aver aggirato il Pizzo dell’Asino 1272 mt, arrivando alla Bocchetta di Palanzo, qui, sì respira già un’aria di montagna, con una bellissima balconata che spazia sul ramo occidentale del Lago di Como.
La discesa, sì sviluppa interamente dentro il bosco.
Solo la località Enco, offre un’ampia visuale sulla Valle del Lambro, dopo aver attraversato una grande area coltivata a castagno, con piante secolari. Qui un altro ristoro, consente di avere un buon punto d’appoggio, per questa traversata.
Ancora in discesa, su facile sentiero, e sì raggiunge il borgo d’Asso, piccola cittadina, incastonata in questa bella valle, e poco dopo, ecco il Paese di Canzo, dove sì può trovare strutture per il pernottamento e il treno, per rientrare a casa.

CURIOSITA’

TEMPI DI PERCORRENZA: 6:30/7:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per la lunghezza del percorso e per il dislivello.
DISLIVELLO: oltre 1100 mt in salita e circa 1000 mt in discesa.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Como, Brunate, Asso e Canzo, altri locali in località Faro Voltiano, Rifugio CAO, Baita Carla, Baita Bondella e Baita Boletto lungo la dorsale, e Agriturismo Enco, nell’omonima cascina.
COME ARRIVARE: in treno, da Milano, con linea: Milano Cadorna, Saronno Como Lago, mentre per il ritorno, con linea: Canzo Meda, Milano Cadorna.
SEGNALETICA: pochi pannelli informativi lungo la salita da Como a Brunate, poi, cartelli informativi e bandierine bianco rosso.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugio CAO, tel: 031/221074, Baita Carla, tel: 031/220186 e Baita Bondella, tel: 031/220307.

mercoledì 19 settembre 2018

Da Brinzio a Porto Ceresio.



Da Brinzio 516 mt, sì percorre il sentiero n°315 fino a Ganna 460 mt. Ora percorrendo al contrario il sentiero E/1, sì sale all’abitato di Boarezzo 736 mt, alla cima del Monte Piambello 1129 mt, per poi scendere a Cuasso al Monte 532 mt e per finire a Porto Ceresio 280 mt.
NOTA
Le montagne che compongono la parte centrale del varesotto, sono tutte cime che spesso superano i mille metri di quota, sono ottime palestre per gli escursionisti, grazie ai forti dislivelli, ma offrono anche una vasta scelta di traversate, che grazie ai buoni collegamenti con bus e treno, danno la possibilità di poter creare delle bellissime escursioni, anche di più giorni. L’itinerario qui proposto, è un esempio.
Sì parte da Brinzio, piacevole borgo che risale a prima dell’anno mille, collocato nel cuore del Parco Regionale del Campo dei Fiori 1227 mt, che sì può ammirare in tutta la sua imponenza. Qui sì trova anche la sede del parco oltre ad un piccolo museo, che consiglio di visitare.








Usciti dal paese, s’intraprende un piacevole sentiero che attraversa fitti boschi di faggio. Solo la località Valicci 636 mt con i suoi prati, interrompe il fitto bosco che attraversa il segnavie.
Poco prima di arrivare a Ganna, un’ampia balconata, permette di avere una splendida veduta sulla Valle del Pralugano, e sul Monte Monsonico 807 mt.
Attraversare Ganna, paese abitato già in epoca romana è un altro piacere che non può lasciare indifferenti; consiglio la visita alla Badia di Ganna, uno dei monumenti più importanti della Valganna.
Sì prosegue sempre seguendo al contrario il sentiero E/1, raggiungendo l’abitato di Boarezzo, bellissimo borgo, famoso per i tanti dipinti che sì possono ammirare, girando tra i vicoli del paese. 
 








Lasciato Boarezzo, inizia il tratto della Linea Cadorna, una lunga strada militare, sale lenta fino alla cima del Monte Piambello, lungo il percorso sì possono incontrare molte costruzioni che arricchiscono di storia queste montagne, con molte postazioni d’artiglieria, case matte e il grande fortino che avvolge l’intera cima del Piambello.






La discesa, sì presenta lunga e interminabile, poco dopo Bocchetta dei Frati 948 mt, è possibile andare a visitare altre fortificazioni, seguendo le indicazioni sulla sinistra, che conducono alle Rocce Rosse 1009 mt. Nuovamente in discesa sì costeggia la montagna, sempre sul lato sinistro, evitando un bivio che porta all’Ospedale di Cuasso. Dopo essere passati sotto Bocchetta Stivione 865 mt, sì raggiunge un ampio prato dove si colloca uno dei pochi alpeggi presenti nel gruppo montuoso del Monte Piambello. L’area è privata, ma non recintata; consiglio una breve visita al bel prato e al bunker presente nelle vicinanze.







Nuovamente in discesa, sì raggiungono due cascinali, poco sotto, sì trova una delle poche sorgenti presenti lungo l’itinerario, dove è possibile far rifornimento d’acqua. Ancora in discesa, e sì giunge a Cuasso al Monte, interessante paese prealpino, che ovviamente consiglio di visitare.
Sì prosegue lungo la provinciale, oltrepassando la località Borgnana 471 mt. Sì arriva ad una curva pericolosa, dove bisogna prestare attenzione alle auto, quindi dopo aver attraversato la rotonda, la facile sterrata che diventerà poi sentiero, conduce ad una serie di postazioni militari molto interessanti, che consiglio di visitare con la dovuta attenzione. Eseguendo una breve deviazione, sì arriva sopra un colle che sì affaccia sulla cittadina di Porto Ceresio e sul Lago di Lugano, dove sì può ammirare uno dei panorami più belli dell’intero itinerario. Bella la vista sul Monte Orsa 998 mt e sul Monte Pravello 1015 mt, mentre guardando verso il lago, sì ha una bella veduta su Morcote 272 mt e sul Monte Arbostora 822 mt.
Finalmente, dopo ore di cammino sì arriva a Porto Ceresio; qui, finalmente sì può toccare con mano, la fresca acqua del lago. Una Visita al lungo lago è d’obbligo, prima di andare in stazione a prendere il treno per tornare a casa.

CURIOSITA’
In Val Ganna, è possibile visitare la Cappella di San Gemolo, santo divenuto famoso, per essersi rialzato dopo essere stato decapitato.

TEMPI DI PERCORRENZA: 6:00 circa.
DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.
DISLIVELLO: 800 mt circa, tra salita e discesa.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Brinzio, Ganna, Cuasso al Monte, Borgnana e a Porto Ceresio, più riparo d’emergenza in cima al Monte Piambello.
COME ARRIVARE: da Varese in autobus fino a Brinzio.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°90.
SEGNALETICA: cartelli informativi nel Parco del Campo dei Fiori, del sentiero E/1 e del Sentiero Confinale da Cuasso al Monte. La segnaletica orizzontale, è mancante fino a Cuasso al Monte; prestare bene attenzione alle indicazioni, perché in alcuni tratti, la segnaletica verticale è scarsa.
DOVE ALLOGGIARE: B&B Dolce Vita al Lago di Lugano, tel: 347/8971084.

mercoledì 29 agosto 2018

Dalla località Forcorella: percorso lungo i camminamenti della Linea Cadorna.


 
Dalla località Forcorella 767 mt, si seguono le indicazioni che portano al Sasso di Bol 982 mt, sì prosegue in salita, raggiungendo la cima del Monte Piambello 1125 mt, dove si trovano i resti di un fortino. Per il ritorno, si percorre la strada militare che scende alla Bocchetta dei Frati 948 mt, quindi procedendo in direzione della Bocchetta dello Stivione 865 mt, s’incrocia sulla sinistra, il sentiero che sale alle Rocce Rosse e ai camminamenti della Linea Cadorna, raggiungendo quota 1009 mt. Ritornando alla Bocchetta dei Frati, sì svolta a sinistra, seguendo l’ampio sentiero che riporta al Sasso di Bol, dove sì ritroverà il sentiero che scende alla località Forcorella.
NOTA
La Linea Cadorna, è una linea difensiva realizzata tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Attraversa una buona fetta dell’Italia settentrionale seguendo la linea di confine con la Svizzera. Il territorio montuoso del varesotto, è attraversato in buona parte da questa linea difensiva, con strutture ben conservate, che in parte sono anche visitabili.
L’itinerario qui proposto, n’è un valido esempio. Sì parte dalla località Forcorella, attraverso una strada sterrata che guadagna subito quota, sì prosegue lungo un sentiero che porta al sasso di Bol. Il Sasso di Bol, è rappresentato da un grosso masso e da una serie di massi più piccoli, adagiati sul terreno, una perfetta unione di forze, che lottano tra loro per restare perennemente in bilico con il paesaggio che li circonda. Salendo sul masso principale, sì può ammirare un discreto panorama che spazia verso nord.





Proseguendo su sentiero, sì raggiunge la vetta del Monte Piambello. Qui sì trova un fortino che costeggia quasi l’intera sommità della cima del monte. Poco a fianco, stata posta una struttura d’emergenza, che può essere utile in caso di maltempo. Guardando verso est, sì apre una bella balconata sulla Val Ceresio e sulle sue montagne che circondano a valle, tra cui: Monte Pravello 1015 mt, Poncione di Ganna 992 mt e Monte Minisfreddo 1042 mt. Ben visibile l’abitato di Porto Ceresio 280 mt e una porzione del Lago di Lugano.




Scendendo per la strada militare, si arriva a Bocchetta dei Frati, crocevia, d’alcuni itinerari della zona.
Dopo aver lasciato il bivio con il sentiero che porta a Bocchetta dello Stivione, inizia una bella salita che porta alla scoperta del complesso fortificato, nominato come Rocce Rosse. Un piacevole susseguirsi di gallerie e case matte, scavate nella roccia, alcune visitabili anche all’interno, prestando le dovute attenzioni. Raggiunta la parte alta delle Rocce Rosse, sì apre una bellissima balconata che spazia sul Monte Piambello e sulle cime della Val Ceresio. Ora, sì può decidere se tornare indietro sui propri passi, oppure attraversare un’area privata, che riporta a Bocchetta dei Frati, dove sì ritroveranno le indicazioni per ritornare alla località Forcorella. 
 
 




CURIOSITA’ 
Una delle curiosità che sì possono raccontare sulla Linea Cadorna nel Varesotto, è che durante la prima grande guerra, queste fortificazioni, non vennero mai utilizzate, dato che il fronte sì spostò a est, della Regione Lombardia.
TEMPI DI PERCORRENZA: 3:00 circa.
DIFFICOLTA’: (T/E) per tratti su sentiero.
DISLIVELLO: circa 400 mt.
PUNTI D’APPOGGIO: riparo d’emergenza in cima al Monte Piambello.
COME ARRIVARE: da Varese con SS n°233 fino a Ghirla, poi indicazioni per Marzio.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°90, carta INGENIA Valganna Valmarchirolo
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco. Prestare attenzione alle indicazioni, la segnaletica, a volte risulta insufficiente.
DOVE ALLOGGIARE:

mercoledì 9 maggio 2018

Da Castellaro al Bivacco Laguione.



Da Castellaro 741 mt, piccola frazione di Varzi 416 mt, sì percorre l’itinerario Via del Sale, fino al Bivacco Laguione 1500 mt circa 



NOTA
La regione Lombardia, è conosciuta principalmente per la maestosità dei vari gruppi montuosi che compongono la fascia alpina e prealpina della parte settentrionale della regione. Esiste però un lembo d’Appennino, che entra in territorio lombardo, nella parte sud, più precisamente la dorsale che rappresenta l’Appennino Ligure, monti che uniscono ben quattro regioni con annesse province e in pratica: la Lombardia con la provincia di Pavia, la Liguria con la Provincia di Genova, il Piemonte con la Provincia d’Alessandria e l’Emilia Romagna con la Provincia di Piacenza.
L’itinerario qui descritto, parte da Castellaro, piccola frazione a circa otto chilometri da Varzi, e più precisamente, dal parcheggio che sì trova a fianco l’Hotel ristorante primula Bianca. Il paese sorge sopra la schiena di una collina, immerso nel totale silenzio di questi luoghi ricchi di fascino, dove il relax è davvero assicurato.







Sì percorre la Via del Sale, antico percorso, usato per il trasporto delle merci. L’ampia carrozzabile, segue la linea dell’acquedotto entrando in una stretta valle. Sì continua a salire fino a trovare il sentiero, che consente di evitare in molte occasioni il tratto su sterrato, continuando a salire, fino ad entrare in un fitto bosco di faggio, dove poi si troverà l’ultima cabina dell’acquedotto.
Continuando la salita, sì entra nel magico bosco di larice e abete bianco, e dopo un’altra breve e meno intensa salita, si arriva al Pian della Mora, a circa 1350 mt circa.
Qui un grazioso bivacco, consente di avere un ottimo punto d’appoggio in caso di maltempo, e con la giusta attrezzatura è possibile anche pernottarvi, nell’apposito vano, adibito a dormitorio.
Si prosegue lungo la sterrata che sale al Monte Bogleglio 1492 mt, dopo una facile salita, si può ammirare l’ampio panorama che guarda verso il Piano della Mora, nelle giornate terse, sì ha una spettacolare veduta sulla Pianura Padana e su buona parte dell’arco alpino, con vista su numerosi quattromila. 







Proseguendo lungo la Via del sale, si mantiene quota, camminando lungo la dorsale che divide la Regione Piemonte dalla Regione Lombardia, con belle balconate che guardano verso il Monte Ebro 1700 mt, Monte Chiappo 1700 mt e Monte Lesima 1724 mt. 

 






Poco prima della cima del Monte Bagnolo 1550 mt, sorge a circa 1500 mt il Bivacco Laguione, un altro importantissimo punto d’appoggio in caso di maltempo.
Il bivacco non è pernottabile, ma al suo interno si trova tutto l’occorrente, per trascorrere qualche ora in tranquillità, immerso nel verde e nel silenzio di queste morbide e solitarie montagne, una parentesi appenninica da vivere in tutta la sua bellezza.

CURIOSITA’







Nido di Formica Rufa, proveniente dalle Alpi, introdotta nell’area del Monte Alpe 1254 mt, per combattere l’eccessiva diffusione della processionaria.

TEMPI DI PERCORRENZA: 3:00 circa.
DIFFICOLTA’: (T/E) per tratti su sentiero ripido.
PUNTI D’APPOGGIO: Albergo Ristorante primula Bianca a Castellaro, bivacco sempre aperto in località Piano della Mora e Bivacco Laguione ai piedi del Monte Bagnolo.
DISLIVELLO: circa 800 mt.
COME ARRIVARE: da Pavia seguendo le indicazioni per salice Terme e Varzi, poi con SP n°91 fino a Castellaro.
CARTOGRAFIA O GUIDE: Carte Appennino Pavese redatte dallo Studio Cartografico Italiano.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosso.
DOVE ALLOGGIARE:

lunedì 30 aprile 2018

Da Orasso al Bivacco Pluni.



Da Orasso 703 mt, si segue il segnavie che porta a Cursolo. Ora con segnavie N°14, sì raggiunge il Bivacco Pluni 1454 mt.









NOTA
La Val Cannobina, è una valle che divide due importanti gruppi montuosi della provincia di Verbania. Il primo imponente gruppo montuoso, è costituito da una serie di vette che superano i duemila metri, e che compongono quello che è il Parco Nazionale della Val Grande. Il secondo, molto più piccolo, e composto principalmente da una catena montuosa che da Cannobio 214 mt, si eleva fino ai 2188 mt del Monte Limidario, per poi regredire in Val Vigezzo, e in parte nel Centovalli in territorio elvetico.
L’itinerario che propongo, sì sviluppa nella parte finale del gruppo del Limidario, con partenza da Orasso, bellissimo borgo di montagna, immerso nel verde e nel silenzio di queste montagne.







La mulattiera che porta a Cursolo, attraversa un bel bosco misto, regalando una piacevole frescura nei mesi estivi. Cursolo, è simile ad Orasso, anch’esso, sì attraversa assaporando la quiete e il silenzio dei vicoli, fino a raggiungere la piazza del municipio, lì sì ha una bella veduta su Gurro, altro paese situato ai piedi dei Monti Colmine 1278 mt e Riga 1290 mt.
Lasciato il paese, s’intraprende una bella salita, che porta ai Monti di Cursolo 1275 mt, qui, oltre alla tipica serie di baite che crea la località, sì apre una bella balconata sulla Val Cannobina e sul Parco Nazionale della Val Grande, con vista sul Monte Vadà 1836 mt, Monte Zeda 2156 mt e sul Monte Torrione 1989 mt.
Un altro tratto in salita, porta sulla Costa Di Torriggia, immergendosi in un piacevole bosco di faggio; inizia ora la parte più impegnativa, perché aggirare la cima del Monte Torriggia 1703 mt, vuol dire affrontare un canalone, che richiede la dovuta attenzione, infatti, personalmente lo sconsiglio, in caso di neve, ghiaccio e tempo perturbato.
Dopo aver attraversato, l’unico punto veramente impegnativo del percorso, sì termina il traverso, arrivando al Bivacco Pluni. L’area è composta di una serie di baite, tra cui appunto il bivacco. Poco sopra, un piccolo colle, consente di ammirare buona parte della Val Vigezzo, con una splendida vista su Pizzo Ruscada 2004 mt, Cima del Sassone 2086 mt e Cima Trubbio 2064 mt, situata poco sopra la Piana di Vigezzo. Indubbiamente spettacolare, sono le vertiginose cime delle Rocce del Gridone, che sì ergono verticali verso il cielo, un insieme di spettacolari rocce, che sembrano uscite da un film di fantascienza.
Un ultimo cenno, va al bivacco, piccolo ma accogliente, dotato di stufa a legna, tavolo con sedie e un dormitorio, dotato al momento, di un solo materasso, quindi per chi volesse trascorrere la notte in compagnia, consiglio di portare l’occorrente per la notte, e di non superare le cinque persone. Il bivacco, non è ben isolato, durante lo scioglimento della neve, una piccola infiltrazione d’acqua, rende il locale molto umido, quindi consiglio di evitare i mesi primaverili o con abbondanti precipitazioni, anche perché, la legna all’interno del locale, difficilmente, prenderà fuoco.
CURIOSITA
TEMPI DI PERCORRENZA: 3:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per sentiero ripido, e per l’attraversamento di un canalone.
DISLIVELLO: 750 mt circa.
PUNTI D’APPOGGIO: locali ad Orasso, Cursolo e Bivacco Pluni.
COME ARRIVARE: da Milano o da Genova con autostrada A26 fino a Verbania, sì prosegue per la SS n°34 fino a Cannobio, quindi svoltare a sinistra entrando nella Val cannobina, fino a quando non sì trova sulla destra, il bivio per Orasso.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°97/90.
SEGNALETICA: cartelli informativi, più bandierine rosso bianco.
DOVE ALLOGGIARE: Bivacco Pluni, con possibilità di pernottamento.

Da Ponte Piero al Bivacco Sant'Anna.



Da Ponte di Piero 549 mt, si seguono le indicazioni per Biegno 915 mt. Si prosegue seguendo le indicazioni per Cangili 1133 mt, fino a trovare il bivio che porta alla località Sant’Anna. Raggiunti il bivio, si prosegue seguendo il sentiero n°145 sulla destra, che porta appunto al Bivacco Sant’Anna 1342 mt.






 
NOTA
La Val Veddasca, scavata dal Torrente Giona, è una delle più lunghe valli della provincia di Varese, ed è anche quella che vanta le montagne più alte.
La cresta principale, che è anche la più conosciuta, è quella che dal Monte Lema 1620 mt, porta al Monte Tamaro 1961 mt.
Dall’alta parte della valle, una cresta più piccola, è quella che dal Monte Cadrigna 1300 mt, porta al Monte Gambarogno 1734 mt. Questa catena di montagne, rimane in parte fuori dai grandi circuiti del Monte Lema, anche perché, a differenza dell’altra cresta, non vi sono impianti di risalita, vi sono molti meno rifugi e quelli che sono custoditi, sono facilmente raggiungibili.
L’itinerario che propongo in queste righe, è un percorso a mio parere poco frequentato, mi è bastato guardare la scarsa manutenzione dei sentieri per capirlo.
Sì parte da Ponte di Piero, qui si trova un grande parcheggio in parte a pagamento, ed è anche il punto di partenza della funivia che sale a Monteviasco 924 mt, oltre ad essere il punto di partenza, di numerose escursioni di cui avrò sicuramente parlato nel blog.
Dopo aver attraversato il ponte sul Torrente Giona, con una comoda mulattiera, si sale al borgo di Piero 636 mt, piccolo gioiello, incastrato perfettamente in quella che è la parte più bella e interessante della val Veddasca. Passato l’abitato di Piero, inizia un ripido sentiero, che sale all’abitato di Biegno, ultimo paese della valle a trovarsi nel versante italiano.
Il paese è molto bello, consiglio di visitare i tanti vicoli che si snodano nel paese, già il segnavie, che lo attraversa, né da un ampio assaggio.




Lasciato Biegno, sì prosegue per un buon tratto, su di una stradina che porta al bivio con il segnavie N°145 che porta alla località sant’Anna. Qui, sì affronta un sentiero in piena regola, poco battuto ma che regala un ambiente solitario e molto suggestivo, con vista sul paese d’Indemini 979 mt e sulle due cime più alte della Val Veddasca.
Lungo il tragitto all’altezza della Val Frigere, bisogna prestare attenzione, per l’attraversamento di un torrente, nei mesi invernali con il ghiaccio e nei mesi di piena, può rappresentare un serio problema.
La località Sant’Anna, è rappresentata da una piccola chiesa con un rifugio nel lato opposto. La chiesa è collocata in mezzo ad un ampio prato, circondato da un fitto bosco di faggi, nella parte più aperta, si ha una bella vista sulle pendici del Monte Gambarogno 1734 mt, di cui non sì riesce a vedere la vetta. Le ultime righe, le dedico al piccolo rifugio. L’interno è gradevole, come tutti i bivacchi, possiede solo il camino per scaldarsi e l’acqua, nei mesi invernali non si trova, quindi bisogna utilizzare quando la sì trova la neve, oppure andare a cercarla in qualche ruscello vicino. Il dormitorio, ha ben 12 posti letto, con materassi e coperte, quindi a parte i generi di prima necessità, per il resto si trova tutto quello che serve per una piacevole due giorni, il tutto con un piccolo contributo di 5 €.
 






CURIOSITA’

TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per sentieri ripidi, poco battuti e con poca manutenzione.
DISLIVELLO: 800 mt circa.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Piero, Biegno e Rifugio Sant’Anna sempre aperto.
COME ARRIVARE:
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°90.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Sant’Anna, con possibilità di pernottamento.

domenica 15 aprile 2018

Da Lierna all'Alpe di Lierna.



Da Lierna 207 mt, si percorre il segnavie N°71 fino all’Alpe di Lierna 1253 mt.







 
NOTA
La catena montuosa della Grigna, è una serie di montagne che parte subito dietro la città di Lecco 214 mt e termina a Bellano 230 mt.
Da Mandello del Lario 214 mt, ha inizio una cresta, composta da una serie di cime che sì affacciano sul ramo di Lecco del Lago di Como, spingendosi fino al comune di Varenna 220 mt.
L’itinerario che propongo, ha il suo inizio a Lierna, un piccolo borgo che sì affaccia sul lago, luogo abitato già dall’età del ferro.
Passato il centro, sì lascia l’auto nelle vicinanze del seminario, dove sì possono trovare una serie di parcheggi.
S’inizia a percorrere il sentiero n°71, passando il minuscolo borgo di Genico, camminando attraverso stretti vicoli che si girano come serpenti intorno alle case rustiche che compongono l’abitato. Poco prima di entrare nel borgo, consiglio di ammirare una bella balconata, con vista su Bellagio 229 mt.
Dopo essere passati sotto la superstrada, inizia la vera salita, con numerosi tornanti che affrontano il fitto bosco. Poche decine di minuti, bastano per tuffarsi nel mondo dolomitico di queste splendide montagne, sensazione che aumenta nel momento in cui si entra in una stretta valle circondata da ripide rocce. Ancora una salita, e sì raggiunge la Croce di Brentalone 654 mt. Qui, sì apre la prima bella balconata del percorso, con una spettacolare veduta sul lago, sul paese di Lierna e sulle montagne del Triangolo Lariano. Dalla croce, sono facilmente riconoscibili i Corni di Canzo 1373 mt e il Monte Moregallo 1276 mt.
Sì affronta la seconda salita che raggiunge l’Alpe di Mezzedo 870 mt. Qui, oltre ai casolari che compongono splendidamente l’alpe, si può ammirare un’altra balconata, ancora più bella della precedente. Attraversando l’ampio prato, subito dietro i verdi colli, appare la sagoma del Monte San Primo 1686 mt, cima più altra del Triangolo Lariano.








Superato l’edificio principale, ci si affaccia nuovamente sul lago, con una spettacolare vista sul Monte Grona 1736 mt, e sui monti Stabiello 2115 mt e Garzirola 2116 mt.
Sì riparte, affrontando il bel traverso che rimane fuori dal bosco, regalando nuovamente una splendida vista sul Lago di Lecco.
Raggiunta una bocchetta, sì svolta a destra, entrando in un fitto bosco di faggio, appena usciti dal bosco, ecco apparire la vetta piramidale del Monte Legnone 2609 mt, che domina il panorama. Guardando sotto, si adagia in una pianeggiante valle, il paese d’Esino Lario 910 mt, con alle spalle le rocciose cime che compongono i Pizzi di Parlasco, che colmano con Cima di Daas 1511 mt.
Un ultimo tratto dentro una meravigliosa faggeta, anticipa quello che sarà l’arrivo all’Alpe di Lierna.
L’alpe di Lierna, è composta da una serie di baite, adagiate in una conca circondata da faggi, larici e abeti, un vero paradiso dove il silenzio è interrotto soltanto dal passaggio degli aerei e dalle campane d’Esino. Nell’edificio principale, sì trova un piccolo bivacco, dotato di tavolo e panche, di quattro posti letto e di stufa a legna. Con la giusta attrezzatura, sì può pernottare in questo bivacco, regalandosi una gita di due giorni, pernottando in un angolo solitario della Grigna, totalmente fuori dai circuiti turistici che si affollano sulle due cime principali.








Dall’alpe, sì ha una bellissima veduta sul Grignone 2409 mt, e sulle cime più alte della catena minore, come: Monte Croce 1780 mt, Monte Pilastro 1823 mt, Cima di Eghen 1625 mt e Monte Palagia 1549 mt. Guardando dal versante opposto, si apre un’eccezionale veduta sulla catena della Mesolcina, con vista su Pizzo Ledù 2503 mt, Motto Rotondo 2452 mt e Pizzo Cavregasco 2535 mt, solo per citare i più alti. Tantissimi i motivi per affrontare la lunga salita che porta all’Alpe di Lierna, con possibilità di proseguire per numerose salite e con belle traversate anche di più giorni, tutte da affrontare nella quiete e nel fascino di queste montagne.







CURIOSITA’
Probabilmente, l’alpe è abitata nei periodi estivi, ed è possibile acquistare gustosi formaggi.

TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per sentieri ripidi e per il dislivello.
DISLIVELLO: circa 1000 mt.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Lierna e Bivacco sempre aperto all’Alpe di Lierna
COME ARRIVARE: in auto da Lecco con SS N°36 fino ad Abbadia Lariana, poi si prosegue per il lungolago fino a Lierna. In treno da Lecco, con linea Milano Sondrio.
CARTOGRAFIA E GUIDE: carta Kompass N° 91/105.
SEGNALETICA: cartelli informativi a volte insufficienti e bandierine rosso bianco.
DOVE ALLOGGIARE: Bivacco sempre aperto all’Alpe di Lierna.

mercoledì 11 aprile 2018

Da Porto Ceresio al Monte San Giorgio.



Da Porto Ceresio 280 mt, sì percorre il Sentiero Confinale, salendo in località Cà del Monte 550 mt. Poco sopra il borgo, s’incontra un tabernacolo votivo. Guardando verso sinistra, a poche decine di metri, si trova la segnaletica svizzera. Percorrendo quest’ultima, seguendo le indicazioni, dopo aver passato la località Serpiano 644 mt, si guadagna quota fino a trovare le indicazioni per Sant’Uberto, situato in località Cassina 902 mt; ora con un’ultima salita, si raggiunge la vetta del Monte San Giorgio 1100 mt.







NOTA
Diventata di recente, patrimonio dell’UNESCO, l’area del Monte San Giorgio è famosa per i numerosi ritrovamenti fossili, ma è anche famosa per le tante escursioni che sì possono effettuare: in Italia, in Svizzera e a cavallo tra i due confini.
Si parte da Porto Ceresio, grazioso paese che sorge sulle rive del Lago di Lugano. Il borgo è molto bello, ma lo è ancor di più, la bella passeggiata sul lungo lago, dove si ha una splendida veduta sulla fascia prealpina che comprende il comprensorio del Ceresio. Tra le cime che sì affacciano sulla Val Ceresio, sono facilmente riconoscibili il Monte Piambello 1125 mt e il Poncione di Ganna 992 mt, mentre guardando verso il lago, si ha una piacevole veduta del Monte Arbòstora 822 mt e del borgo di Morcote 272 mt.






Dopo aver attraversato gli stretti vicoli, inizia la salita che porta in località Cà del Monte, minuscolo borgo che sorge quasi a confine con la Svizzera, un gruppo di case che rimangono fuori dal traffico delle grandi arterie stradali che attraversano Porto Ceresio. Nel borgo, si trova anche un grazioso agriturismo, dove si possono assaggiare piatti tipici della zona.
Un’altra salita, ed ecco il confine vero e proprio. Si entra in territorio elvetico attraverso un piacevole sentiero che dopo aver attraversato un fitto bosco di castagni, esce fuori nell’ampio prato che precede la località Serpiano. Qui oltre ad aver già, una splendida veduta sul Monte San Giorgio, sì può anche ammirare le due cime di confine che sono, il Monte Orsa 998 mt e il Monte Pravello 1020 mt o Poncione d’Arzo per gli svizzeri. In questa località, si trova un’importante struttura alberghiera, ideale per una vacanza o un semplice week end.
Oltrepassata la località Serpiano, il bosco inizia a mutare rapidamente, tuffandosi in mezzo a splendidi boschi di faggio; in primavera, quando il sottobosco si risveglia dal lungo inverno, sotto gli alberi, si crea un tappeto verde d’aglio ursino, che emette il classico profumo d’aglio.
La località Cassina, è composta da un piccolo rifugio, che io nella stagione fredda, ho sempre trovato chiuso. A fianco, sorge la piccola cappella di Sant’Uberto. L’edificio votivo, è dotato di un minuscolo locale sempre aperto, dotato di camino, tavolo e panche, indispensabili in caso di maltempo e strategico nelle fredde giornate invernali.







La cima del Monte San Giorgio, è un favoloso balcone che sì affaccia sul Lago di Lugano, dove sì può ammirare uno dei panorami più belli del Ceresio, con splendida veduta sul Monte Generoso 1701 mt, sul Monte Boglia 1516 mt e sul piccolo Monte San Salvatore 912 mt, cima che sorge in sostanza sopra la città di Lugano 277 mt, che si riesce ad ammirare in buona parte.
Sulla cima del Monte San Giorgio, sorge una piccola chiesa. A fianco, si trova un altro locale sempre aperto, adibito a ricovero d’emergenza, Molto più grande di quello di Sant’Uberto, ma anch’esso non pernottatile.
Al suo interno, vi si trova un ampio tavolo con panche, e un camino dove potersi riscaldare.






CURIOSITA’
I fossili che sono stati rinvenuti nell’area del Monte San Giorgio, raffigurano piante e rettili anche marini, risalenti ad almeno 240 milioni d’anni.
TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero.
DISLIVELLO: 800 mt circa.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Porto Ceresio, in località Cà del Monte, in località Serpiano e locali d’emergenza, in località Cassina e Monte San Giorgio.
COME ARRIVARE: in auto da Varese, con SS n°344 fino a Porto Ceresio, oppure in treno sempre da Varese.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°90.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco.
DOVE ALLOGGIARE:

sabato 31 marzo 2018

Da Cima, frazione di Porlezza, al Bivacco Alpe Vecchio.



Da Cima 275 mt, piccola frazione di Porlezza 282 mt, si percorre il segnavie che conduce al Bivacco Alpe Vecchio 1011 mt.






 
NOTA
La Mesolcina, è una lunga catena montuosa, che da Lugano 277 mt, porta fino al Passo dello Spluga 2113 mt. Nella Fascia meridionale, sorgono delle montagne minori, di chiara origine calcarea, e che si elevano vertiginosamente con grandi pareti rocciose.
L’itinerario che descrivo, parte dal piccolo cimitero di Cima. Dopo un breve tratto su strada asfaltata, sì svolta a sinistra salendo su una strada in cemento. Terminata la strada, inizia un sentierino, che mette a dura prova il fiato, di chi affronta questa salita.
Il sentiero si sviluppa in ambiente solitario, ma è sicuramente panoramico, con splendida vista sul Lago di Lugano, riuscendo a guardare per un buon tratto, fino a Lugano e sulla cima del Monte San Salvatore 912 mt.




Man mano che si sale, le aspre pareti, diventano sempre più ripide, e sempre più vicine, fino a quando, non si entra in uno stretto vallone, che consente di aggirare quelle che si affacciano sulla destra. Qui sì devono affrontare piccoli passaggi su roccia, in un tratto anche attrezzato con corda fissa, il sentiero ripido e spesso esposto, io personalmente, lo sconsiglio in caso di forte maltempo e in presenza di neve e ghiaccio, basterà andare e vedere di persona, per rendersi conto che il mio consiglio non è esagerato.



L’ultimo tratto sempre ripido, si svolge in una piacevole faggeta, terminata, si apre l’ampio pratone, dove sorge il Bivacco Alpe Vecchio. Da qui, il panorama è eccezionale. Tutte le grandi cime della Val d’Intelvi, sì presentano in una perfetta sequenza, dal Monte Tremezzo 1700 mt, al Monte Generoso 1701 mt, in mezzo, il Galbiga 1698mt e il Monte di Lenno1589 mt; ottima veduta sul piccolo Lago di Piano, sul Lago di Como e sull’ingresso della Val Sassina, con dietro lo splendido scenario delle Alpi Orobie Occidentali.
Nelle vicinanze, si trovano i Pizzoni, con una cima che raggiunge i 1303 mt.









Il Bivacco, dall’esterno sembra grandissimo, in realtà l’interno è molto piccolo, ma nella sua modesta dimensione, offre tutto quello che serve per riscaldarsi, cucinare e pernottare. All’esterno vi è una veranda con tavolo e panche, ideale per pranzi o cene estive; si trovano anche delle stoviglie ma consiglio di portarle da casa. L’acqua è presente all’esterno del bivacco; una fontanella, si tuffa in una vasca, utile per lavare indumenti e stoviglie.
CURIOSITA’
TEMPI DI PERCORRENZA: 1:30/2:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E/EE) percorso impegnativo, con sentiero ripido ed esposto, piccoli passaggi su roccette, e brevi tratti attrezzati con corde fisse.
DISLIVELLO: 650 mt circa.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Cima e Bivacco Alpe Vecchio.
COME ARRIVARE: da Lugano per la dogana di Gandria o da Menaggio con SS n°340 fino a Cima. Poi chiedere per il cimitero.
SEGNALETICA: pochi pannelli informativi e bandierine bianco rosso.
DOVE ALLOGGIARE: il Bivacco Alpe Vecchio è dotato di quattro posti letto, con materassi.

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