Itinerari per tutti

Vigevano 116
Da Vigevano 116 mt, si raggiunge in auto la località Sforzesca.
Si prosegue a piedi seguendo le indicazioni per Villa Ronchi, che si raggiunge su comoda strada asfaltata.
Arrivati ad un parcheggio si svolta a sinistra, proseguendo su sentiero; percorrendo i segnavie :E/1, VP V9, si attraversa un fitto bosco, arrivando al Lido di Aiala, sulle sponde del Fiume Ticino.  


Ora, seguendo i segnavie V5- V9 lungo strada asfaltata, si arriva nelle periferie di Vigevano, quindi sempre su strada si ritorna alla località Sforzesca.

NOTA
Interessante itinerario nel cuore del Parco del Ticino a sud di Vigevano, un percorso che si apprezza molto in inverno, grazie alla classica nebbia della piatta pianura, che al sorgere o al tramontare del sole, offre spettacolari giochi di luce, immersi in un mondo di fiaba e di mistero; da un momento all'altro ci si aspetta che da dietro un albero, possa apparire un folletto.
Molti gli uccelli che s'incontrano lungo il percorso, ne elenchiamo qualcuno: airone cenerino, pettirosso, martin pescatore e cormorano.
Nelle giornate terse, ottimi panorami su Alpi, Prealpi e Appennino.
Guardando verso nord sono facilmente riconoscibili: Monte Generoso 1701 mt (Val d'Intelvi, prov. di Como), Resegone di Lecco 1875 mt, Pizzo Arera 2512 mt (Alpi Orobie).
Guardando verso sud dalla catena dell'Appenino Ligure, si possono riconoscere: Monte Chiappo 1700 mt e Monte Penice 1460 mt.
ALTRO
Dopo la camminata, consigliamo una visita alla città di Vigevano, dove sorge la grande Piazza Ducale, la Chiesa Cattedrale dedicata a sant'Ambrogio e altre bellezze, se volete altri cenni storici vi consiglio di visitare questo sito http://www.turismo.it/lombardia/vigevano
TEMPI DI PERCORRENZA: 5:00 circa.
DIFFICOLTA': Turistica. (Segnaletica insufficiente o mancante in alcuni tratti di percorso; munirsi di cartina, presso uno dei tanti centri parco).
CARTOGRAFIA: Carta dei percorsi ciclopedonali del Parco Lombardo della Valle del Ticino- Fiume Ticino, Nautica Turistica. Entrambe della de Agostini.
PUNTI DI APPOGGIO: Locali a Sforesca, Lido di Aiala e lungo le periferie di Vigevano.


SALITA INVERNALE AL RIFUGIO STOPPANI

Da Lecco 214 mt, si raggiunge in auto l'ospedale, quindi seguendo le indicazioni per Santuario Madonna della Rovinata, si raggiunge l'attacco del sentiero che porta a Campo de Boi.

Si prosegue a piedi su mulattiera, salendo la via crucis che porta appunto al santuario. Continuando per il sentiero, seguendo il segnavie si arriva alla località Campo de Boi.

Raggiunta la località, si continua su sentiero arrivando sul lato opposto della Valle, quindi con decisa salita si raggiunge la borgata di Costa 800 mt.
Non appena trovato il sentiero N°1 che porta al Rifugio Azzoni, si attraversa la borgata; un'ultima salita porta al Rifugio Stoppani 890 mt.
NOTA
Percorso invernale molto affascinante, alzando gli occhi si rimane affascinati dall'imponente castello dolomitico, rappresentato al Resegone di Lecco 1875 mt.
Sembra incredibile, ma sopra una grande città come Lecco, oltre ad esserci altre montagne, vi si trovano ddei piccoli altopiani dove si colloca appunto la località Cmpo de Boi 692 mt. Immerse nel verde dei prati, tra castagni secolari, le baite che compongono la località, offrono quel tocco di rustico e antico sempre gradevole agli occhi di un'escursionista.
Il silenzio dell'inverno veste tutto di bianco, avvolge i boschi e le case creando paesaggi unici, un mondo che sembra immobile, luoghi dove il tempo si è fermato, ma sempre pronti ad esplodere al popraggiungere della primavera.
Un altro esempio di rustico e antico, rappresentato dalla borgata di Costa 800 mt, adagiata sotto la bella veduta del Pizzo d'Erna 1362 mt, e del Resegone, con i suoi ampi prati da dove si gode una piacevole veduta su Lago di Garlate, e sulla valle sottostante; dalla cappella posta poco sopra la borgata, mentre ci si ferma a riposare, si respira la piacevole armonia di queste montagne.
Il Rifugio Antonio Stoppani offre ospitalità e un'ottima cucina, che a mio parere, è una delle migliori che si possono gustare nelle montagne del lecchese, ottimo punto d'appoggio per l'ascensione al Resegone di Lecco, e ottimo punto di partenza per la dorsale orobica, grazie ad un servizio di mezzi pubblici, che permette di raggiungere il rifugio in reve tempo per chi arriva dall'attacco della funivia che sale ai Piani d'Erna 1330 mt. Dal rifugio, piacevole veduta della città di Lecco, oltre ad un eccellente panorama che spazia verso nordovest; tra le cime che si possono ammirare segnalo le più vicine come: Monte Barro 922 mt, Monte Rai 1259 mt e Corni di Canzo 1373 mt.
TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30 circa.
DIFFICOLTA': (E) Segnaletica insufficiente in alcuni tratti, nel caso ci sia presenza di ghiaccio è consigliabile l'uso dei ramponcini.
PUNTI DI APPOGGIO: locali a Lecco e Rifugio Stoppani con possibilità di pernottamento. Tel: 0341/491517- 347/0323045
CARTOGRAFIA: Carte Kompass N°105-91  
CURIOSITA': la Madonna della Rovinata si chiama così a causa di una frana che la travolse ma miracolosamente rimase intatta, poi fu eretta la chiesa dedicata a Lei. 

Salita al Monte Linzone

Da Roncola 858 mt, piccolo paese in provincia di Bergamo, che si affaccia sulla Valle Imagna, si percorre il sentiero N° 571, che sale in vetta al Monte Linzone 1392 mt.

NOTA
Se si abita nelle vicinanze della Valle Imagna, una delle camminate più interessanti che si possano fare, in quei momenti dove il tempo è tiranno, quando chi si sveglia tardi e si ha comunque necessità di staccare per qualche ora la spina dal caos della città, oppure al mattino presto, quando l'aria è frizzante e il pomeriggio si ha già già mille impegni.
Ecco che il Monte Linzone, una cima a portata di mano, raggiungibile in un tempo ragionevole, immerso in un ambiente solitario, da dove si può ammirare un panorama eccezionale, può essere la giusta soluzione. Visto dal basso, la cima ha la forma del classico panettone, un monte che non ha nulla di speciale, di poco interesse.
Inizia la salita, e subito l'impressione iniziale cambia del tutto.
Già i panorami che si godono da Roncola, sono l'antipasto di quello che si potrà ammirare dalla cima del Monte Linzone.
Ci s'immerge subito in cresta, invece, quando si esce sui prati dove si lanciano gli appassionati di parapendio, ci si trova davanti a casolari collocati su di un piccolo pascolo pianeggiante, che in primavera si riempie di fiori.
Proseguendo si entra in un ampio canale, dove belle pareti di roccia calcarea, creano un paesaggio quasi dolomitico; non mi meraviglierebbe se qualche appassionato di roccia, trovasse terreno fertile per aprire nuove vie oppure una palestra di roccia, considerando la breve altezza delle pareti.
Dopo la parentesi dolomitica, ci si abbandona alle morbide forme che conducono fino in vetta.
Poco prima si trova un gruppo di casolari, alcuni ormai dei ruderi, altri in buono stato; una chiesetta, completa il paesaggio. Questo itinerario è percorribile tutto l'anno e in tutte le stagioni, però vi consiglio di farlo in primavera. Primule, bucaneve, anemoni epatiche e prati pieni di crochi, regalano i colori e le forme più varie, che questa stagione riesce ad offrire.
Raggiunta la vetta del Monte Linzone, dalla croce, si apre un panorama bellissimo.
Appennino e buona parte della catena alpina, tra le cime che qui elenco, da est a ovest vi sono: Cornone di Blumone 2843 mt, Pizzo Arera 2512 mt, Monte Sodadore 2010 mt, Pizzo Bernina 4050 mt, Monte Disgrazia 3678 mt, Monte Legnone 2609 mt, Grignetta 2184 mt, Grignone 2409 mt, Regone di Lecco 1875 mt, Pizzo di Gino 2245 mt, e tanto altro ancora.

TEMPI DI PERCORRENZA: 2:00 circa.
DIFFICOLTA': (E) tratti su sentiero ripido.
PUNTI D'APPOGGIO: locali a Roncola
CARTOGRAFIA: Carta Kompass N° 105, mappa turistica dei sentieri a cura della provincia di Bergamo.
Per vedere le altre foto andate qui 


Rifugio Elisa 1515 mt


Da Mandello del Lario 214 mt, si sale in auto, fino alla località Rongio 398 mt. Si prosegue a piedi seguendo il segnavie n°14, arrivando dopo una lunga salita al Rifugio Elisa 1515 mt.
NOTA

Il percorso qui descritto, è sicuramente uno dei più impegnativi che si possono affrontare nel gruppo delle Grigne. Circa 1100 mt di dislivello attendono l'intrepido escursionista.
Il percorso in se non presenta particolari difficoltà, ma l'esposizione costante al sole rende l'itinerario più faticoso.
Fortunatamente lungo la prima parte della salita, s'incontrano numerose sorgenti, indispensabili per il rifornimento d'acqua.
S'inizia da una bella strada sterrata che attraversa la sponda destra della Valle Meria, fino al Ponte di Ferro 490 mt. Percorrendo la sterrata, ad un certo punto si passa sotto la chiesa di Santa Maria 664 mt, posta sul lato opposto della valle, aggrappata alla montagna, come un'aquila alla sua preda.
Dal Ponte di Ferro, inizia la lunga salita che porta al Rifugio Elisa.
Dopo pochi minuti si arriva alla Grotta dell'Acqua Bianca 540 mt; con l'aiuto di un frontalino ci si può addentrare per qualche decina di metri al suo interno.
Sostengono che attraversano uno stretto passaggio, si possa arrivare ad un laghetto sotterraneo, una visita con un esperto di speleologia sarebbe più indicata; avventurarsi da soli senza conoscere non è consigliabile.
Prosegue la salita lungo la bella mulattiera che porta alla baita l'Aser, quindi per sentiero, passando sotto il Sasso Cvallo 1920 mt e il Canalone di Val Cassina si raggiunge il Rifugio Elisa. In alcuni momenti, si riesce anche a vedere il Rifugio Rosalba 1730 mt e il Bivacco Ferrario in cima alla Grignetta 2184 mt.
Qui ci attende un panorama eccezionale, il rifugio è rinchiuso nell'affascinate mondo dolomitico delle Grigne, la visuale spazia su buona parte dei quattromila presenti nelle Alpi occidentali, oltre alle tante vette Prealpine che si riconoscono a vista d'occhio.
N'elenco alcune : Zucco Sileggio 13 73 mt, Monte Palanzone 1436 mt, Monte San Primo 1686 mt, Monte Generoso 1701 mt.
Il rifugio anche se piccolo è confortevole, credo che la dura salita sia ripagata ampiamente.
I gestori sono molto simpatici, la loro competenza è pari all'ottima ospitalità, un'atmosfera cordiale che si respira subito, appena varcata la porta; sembra scontato che nei rifugi, l'accoglienza sia sempre espressa in un clima socievole, ma per chi frequenta i rifugi di montagna, sa bene che non sempre è così.
TEMPI DI PERCORRENZA: 3:40-4:00 circa.
DIFFICOLTA': (E) forte dislivello e tratto su sentiero ripido.
PUNTI D'APPOGGIO: locali a Rongio e Rifugio Elisa con possibilità di pernottamento. Tel 0341/735649
CARTOGRAFIA: carta Kompass n°105.


LAGO CASERE 1816
Da Branzi 874 mt, grazioso paese nel cuore della Valle Brembana (BG), si percorre il segnavie N°212, che porta al Lago Piano Casere 1876 mt.
NOTA
Lungo la catenadelle Alpi Orobie, sono presenti molti laghi artificiali o d'origine glaciale, tra i tanti, ho scelto il Lago Piano Casere.
Partendo da Branzi, si percorre il bel sentieroche sale al Rifugio Laghi Gemelli.
Già l'inizio regala una bella veduta sulla Cascata del Torrente Borleggia, che scende dall'omoniva valle.
Poi ci s'immerge nel silenzio dei fitti boschi d'abete e larice, quindi con numerosi tornanti, tratti su sentiero ripido e alcuni guadi sul torrente, si raggiunge la diga del Lago Piano Casere, che si attraverserà fino al lato opposto, arrivando così alle case dei guardiani della diga.
Per chi ha ancora voglia di camminare, è possibile proseguire fino al Rifugio Laghi Gemelli 1961 mt, noi, però ci limitiamo al Lago Piano Casere; qui il paesaggio è già emozionante, l'atmosfera alpina che si vive tra queste montagne, appaga l'escursionista non troppo esigente.
Il profumo dei pini, l'aria frizzante, i tanti colori che si mescolano alle nevi dell'inverno, adagiate nelle conche glaciali, pronte a sfidare la calda estate, nell'attesa che l'autunno con le prime nevi, torni a solcare queste splendide montagne.
Tra le cime che si ammirano lungo la salita e dal lago, segnalo : Pizzo dell'Orto 2276 mt, Pizzo Farno 2506 mt e Monte Secco 2293 mt.

TEMPI DI PERCORRENZA: 3:00 circa.
DIFFICOLTà: (E) per il dislivello, per tratti su sentiero ripido, e per la segnaletica, che in alcuni casi, risulta insufficiente.
PUNTI D'APPOGGIO: locali a Branzi.
CARTOGRAFIA: Carta Kompass N°104, carta dei sentieri, realizzata dalla Provincia di Bergamo.


Salita alla Bocchetta delle Pisse
Da Alagna Valsesia 1191 mt, si sale a piedi fino alla frazione Dosso, quindi seguendo il sentiero N°5, si raggiunge il Rifugio Città di Mortara 1945 mt.
Ora percorrendo il sentiero N° 5a, si arriva alla Bocchetta delle Pisse 2396 mt.
Dalla bocchetta è possibile salire la cima di Corna Molera 2435 mt.
NOTA
Percorso interessante per gli ampi panorami e per la possibilità di scoprire tanti percorsi ad anello che si possono fare camminando lungo questi sentieri.
S'inizia col seguire la strada asfaltata, che sale fino alla frazione Dosso; le belle case in stile Walser, regalano un'atmosfera unica e piacevole.
Entrati nel bosco, la salita è regolare, il sentiero N°5 infatti si sviluppa con regolari tornanti. Unico neo, è l'attraversamento della pista da sci, se non si presta attenzione, è facile seguire la traccia che sale alle baite dell'Alpe Vittine.
Il Rifugio Città di Mortara, collocato a distanza ragionevole dall'impianto di risalita, consente di godere al meglio di un ambiente alpino ancora gradevole; il passaggio continuo delle cabine è in ogni modo tollerabile. Proseguendo fino all'Alpe Pianalunga 2085 mt, il paesaggio cambia radicalmente; il futuro con le sue strutture, non sempre migliora il paesaggio.
Dall'Alpe Seiwji, parte il sentiero N°5, che rapidamente sale fino alla pista da sci che porta su fino alla Bocchetta delle Pisse.
L'edificio fatiscente che pochi anni fa era,l'impianto principale di risalita che da Alagna saliva fino alla Punta Indren 3260 mt, rovina notevolmente l'ambiente alpino di queste belle montagne, voltando lo sguardo verso Alagna, belle conche d'origine glaciale, piccoli laghi alimentati dal disgelo delle nevi invernali, riescono in parte a rimediare al mostro di cemento presente sul fianco sinistro della bocchetta.
L'ottima vista sulla sorgente del Sesia e sui tanti ghiacciai che scendono dal Monte Rosa, ripaga ampiamente la fatica fatta per salire fin quassù; qui, il silenzio si dimentica della frenesia che d'inverno con lo sci e altri sport invernali, s'impadronisce di queste montagne uniche nella loro bellezza.

TEMPI DI PERCORRENZA: 3:00 circa.
DIFFICOLTA': (E) Tratti su sentiero ripido, segnaletica insufficiente e per la salita sulla Corna Molera.
PUNTI D'APPOGGIO: locali ad Alagna e Rifugio Città di Mortara, con possibilità di pernottamento. Tel 348/8752203
CARTOGRAFIA: carta Kompass N°88, carta IGC N°5.


Salendo il Pizzo Arera

 In auto, si percorre la SS N°470 che risale la Valle Brembana: giunti ad un bivio, si seguono le indicazioni per Passo di Zambla 1270 mt. 
Raggiunto il paese di Zambla Alta 1197 mt, si svolta a sinistra seguendo una stradina asfaltata che raggiunge il borgo di Plassa Arera 1169 mt, quindi in decisa salita si raggiunge l'ampio parcheggio posto poco sopra al Rifugio Cà d'Arera 1560 mt.
Si prosegue a piedi salendo lungo i segnavie N°221/222 che portano al Rifugio Capanna 2000, a quota 2000 mt.
Ora seguendo il sentiero  N°244, si sale con ripido sentiero e l'attraversamento di un canalone attrezzato, la vetta del Pizzo Arera 2512 mt.
NOTA
L'itinerario qui proposto è sicuramente uno dei più belli, che si possono fare in provincia di Bergamo.
Le montagne che s'innalzano a sud delle Alpi Orobie, compongono piccoli gruppi montuosi, che creano splendidi paesaggidolomitici; il Pizzo Arera n'è un piacevole esempio.
Con i suoi 2512 mt, s'innalza solitario tra le valli: Brembana e Seriana, a pochi passi dalle alte cime delle Alpi Orobie che si spingono fino ai 3000 mt.
La posizione è davvero strategica, ben 360° di panorama, aspettano l'intrepido escursionista, il tutto, sospeso tra il verde delle valli, il grigio delle rocce e il blu del cielo.
I freschi boschi di faggio, non vanno oltre i 1500 mt di quota, quindi la salita si svolge tutta sotto il sole.
Si raggiunge velocemente il Rifugio Capanna 2000, qui un ambiente accogliente e un'ottima cucina, danno la possibilità di una piacevole sosta dopo l'ascensione al pizzo.
La salita al Pizzo Arera, parte subito decisa, poi arrivati a quota 2400 mt, si esegue un bel traverso che porta ad un canalone che bisognerà scendere per poi risalire lungo un caminetto attrezzato con scala di ferro e catene, "PASSAGGIO DA NON SOTTOVALUTARE".
Come già detto, in vetta ci attende un panorama immenso, Alpi e Appennino fanno da sfondo man mano che ci si gira per 360° di veduta.
Tra le vette che si possono aaammirare segnalo: Monte Alben 2019 mt, Cima di Menna 2300 mt, Pizzo Farno 2506 mt, Monte Pradella 2626 mt, Pizzo del Diavolo di Tenda 2916 mt, Monte Disgrazia 3678 mt e Pizzo Bernina 4050 mt.

TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30 circa.
DIFFICOLTA': (E/EE). Tratti su sentiero ripido, attraversamento di un canalone in parte attrezzato, poco prima di raggiungere la vetta e segnaletica a volte insufficente.
 PUNTI D'APPOGGIO:Rifugio Cà d'Arera quando aperto e Rifugio Capanna 2000, con possibilità di pernottamento. Tel e Cel: 339/6986367- tel abit : 0346/72889- tel Rif: 0345/95096- rif.capanna2000@virgilio.it.
CARTOGRAFIA: carta Kompass N°104, carta sentieri Orobie Bergamasche, curata dalla provincia.



SALITA A SANTA MARIA DEL GIOGO

Da Iseo 198 mt, si sale in auto a Polaveno 568 mt, raggiungendo poi la frazione S. Giovanni.
Si prosegue a piedi, percorrendo il sentiero 3V, che segue una strada sterrata, che si lascerà per scendere attraverso un ripido sentiero, che porta alla località Pianello.
Si continua con carrozzabile, fino al borgo di Zoadello 648 mt; ora con sentiero e strada carrozzabile, si raggiunge quota 900 mt, proseguendo lungo la colma, tra sentieri e strade, si arriva a Santa Maria del Giogo 940 mt.
NOTA
Piacevole percorso lungo le Prealpi Bresciane, attraverso colli e piccole montagne che raramente superano i 1000 mt.

I freschi boschi, regalano ombra nei mesi caldi, così da rendere meno faticoso l'intero itinerario. Tanti i casolari e i roccoli per la caccia che s'incontrano lungo il percorso, spesso ragalano belle balconate sulla Valle di Gombio e sui vicini paesi, mentre nella parte alta, si trovano belle vedute sul Lago d'Iseo e sulla Val Trompia.
L'antica chiesa che si trova alla fine del percorso, racchiude tutto il fascino e quel mistero delle chiese isolate; spesso la mente viaggia verso tempi passati, quando questi luoghi di culto, erano un vero punto di riferimento per viandanti e pellegrini.
Tra le cime che si possono ammirare dalla terrazza panoramica della chiesa, segnalo: Monte Isola 666 mt, Punta Almara 1390 mt, Monte Guglielmo 1948 mt, Monte Bronzone 1334 mt e tante cime che si affacciano nel versante opposto della Val Trompia.
TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30 circa. 
DIFFICOLTA': (T/E) per tratti su sentiero ripido.
PUNTI D'APPOGGIO: locali a: S. Giovanni, B&B Casa Nostra in loc. Zoadello, tel: 030/84573. Ristoro degli alpini presso la chiesa di Santa Maria del Giogo e Trattoria S. Maria a 200 mt dalla chiesa, tel: 030/985211- 335/7053274.
CARTOGRAFIA: carta Kompass N°106-103.


ANELLO DELLE DIECI CASCINE

Da Gaggiano 117 mt situato sulle sponde del Naviglio Grande in provincia di Milano, si seguono le indicazioni del percorso ciclopedonale che porta a Zibido 103 mt.
Dal campo sportivo, si segue la pista ciclabile che attraversa un parco pubblico. Arrivati in una zona residenziale, si cammina fino ad uno stop, qui sì svolta a destra seguendo la strada che porta ad un semaforo che oltrepassa una strada principale.
Seguendo le indicazioni che portano a diverse cascine, si arriva ad un bivio; svoltando a sinistra si segue la stradina asfaltata che porta a Cascina Baitana.
Poco prima della cascina si gira a sinistra seguendo le indicazioni per Madonna del Dosso. Arrivati all’antica chiesetta, si prosegue fino a Cascina Cantalupo. Sì svolta a sinistra, continuando a seguire l'itinerario ciclopedonale, che porta a Zibido, quindi si cammina lungo la stradina fino ad arrivare al Lago Boscaccio. Raggiunto il lago si prosegue a destra passando oltre Cascina Boscaccio, quindi con una serie di curve sì arriva a Cascina Mirabella. Si prosegue arrivando ad un bivio, quindi svoltando a destra, sì arriva a Cascina Doresano; continuando a sinistra, sempre su stradina asfaltata, con una serie di curve sì arriva a cascina Copiago. Proseguendo sempre sulla stessa stradina, sì raggiunge prima il piccolo cimitero, e in seguito il borgo di Tainate, con le sue ampie cascine.
Lasciato l’abitato di Tainate, sì prosegue verso nord lungo una bella strada sterrata che finisce a Cascina Grande. Qui sì svolta a sinistra seguendo una stradina asfaltata fino ad un bivio, ora seguendo la stradina a destra, sì oltrepassa: Cascina Caponera e Cascina Cattabrega, ritornando, poco più avanti, al semaforo che riporta a Gaggiano.
NOTA
Affascinante passeggiata nel Parco Agricolo Sud Milano, lungo solitarie stradine asfaltate che oltre a raggiungere antiche cascine, attraversano immense distese di campi dove riso e mais, rappresentano le principali colture della zona.
Ogni struttura, racchiude senza esagerare, secoli di storia contadina, in alcune realtà, è ancora ben visibile, l’aggancio della gran ruota, che grazie alla forza dell’acqua faceva girare la possente macchina.
La piccola chiesetta di Madonna del Dosso, sorge proprio sopra un piccolo dosso, la natura del dosso non è descritta nel cartello informativo, ma essendo un edificio costruito molti secoli fa, le ipotesi che si possono formulare sono molteplici.
Essendo visibile non completamente dalla strada, il Lago Boscaccio, rappresenta in ogni modo un bacino di notevole dimensione, sicuramente ricavato da un’ex cava, oggi crea uno scenario affascinante, dove numerosi uccelli come: germano reale, cormorano e airone cenerino, tipici delle zone umide, trovano qui l’ambiente ideale lungo le sponde del lago o tra i canneti della zona umida che ne segue.
Le tante cascine che s’incontrano, hanno caratteristiche sempre diverse, mai uguali alle altre, ognuna di loro ha sempre quel particolare che non sfugge ad un occhio attento.
Il borgo di Tainate con il suo piccolissimo cimitero e la gran chiesa, sono una vera testimonianza di come potevano esistere realtà isolate, un po’ come accade per gli alpeggi di montagna.
Nelle giornate limpide, Alpi e Appennini, arricchiscono di fascino l’itinerario, che si può percorrere sia a piedi sia in bici.
TEMPI DI PERCORRENZA: 5:30 circa.
DIFFICOLTA’: (T).
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Gaggiano e Antica Trattoria Gerli in località Tainate. Tel: 02/9006054
CARTOGRAFIA: Carta Parco Agricolo Sud Milano 1:50.000 realizzata dal Touring Club Italiano, è possibile recuperarla presso il Centro Parco Cascina Cortina a Rosate.


INVERNALE IN VAL CERESIO

Da Induno Olona 391 mt, si raggiunge in auto la località Frascarolo 470 mt.
Si prosegue a piedi, lungo il sentiero 3V, percorrendolo fino al ponte di cemento.
Lasciato il sentiero 3V che arriva da Montallegro 592 mt, si segue l'indicazione del sentiero N°7.1 che svolta a destra, si percorre la lunga Strada Piana che conduce al bivio con il sentiero 3V che sale al Monte Monarco 855 mt e sentiero 7.2.
Raggiunto il bivio, si prosegue per il sentiero 3V che arriva dal Passo del Vescovo 620 mt, raggiungendo il passo in pochi minuti.
Lasciata l'area attrezzata, s'incontra la seconda cappella di Arcisate, qui si prosegue per un ampio sentiero che diverrà in seguito piccolo e poco frequentato; con quest'ultimo, si raggiunge la cresta che porta alla Punta Crocino 690 mt.
Arrivati sulla cresta, si prosegue a sinistra lungo un faticoso costone che sale fino alla cima del Monte Rho 938 mt.
Proseguendo l'itinerario, si continua a camminare in cresta, scendendo velocemente fino alla Bocchetta del Crocefisso 910 mt circa, dove si ritrova nuovamente il sentiero 3V che arriva dal Monte Minisfreddo 1042 mt; percorrendo quest'ultimo in decisa salita si raggiunge la colma del Monte San Bernardo 1020 mt.
Per il ritorno, si scende fino alla Bocchetta del Crocefisso, proseguendo con il sentiero 3V che porta al Passo del Vescovo; ritornati al bivio, si riprende la Strada Piana, che riporta al Frascarolo.
NOTA
L'itinerario qui descritto, è senza dubbio uno dei più belli che si possono percorrere nelle Prealpi Varesine.
Spesso si sente parlare del massiccio Campo dei Fiori, del resto, essendo anche parco regionale è indubbiamente più conosciuto.
Spostandoci leggermente a est, vi è una lunga catena montuosa che parte da Induno Olona e termina Lavena Ponte Tresa 275 mt. Questa catena si suddivide in due blocchi: una parte è tipicamente calcarea, mentre l'altra è di chiara origine vulcanica.
Qui prendiamo in evidenza, la fascia calcarea, più impegnativa e sicuramente più selvaggia.
L'inizio è morbido, le piacevoli lingue moreniche, oggi ricoperte da un bosco di pino silvestre e castagno, ricordano i tempi in cui enormi ghiacciai, ricoprivano la provincia di Varese, n'è una chiara testimonianza, l'enorme masso erratico che s'incontra all'inizio del percorso.
Iniziando ad aggirare il Monte Monarco, i morbidi colli, lasciano subito spazio a pendii più ripidi, con piccoli valloni che scendono a valle, nominata Il Riazzo, che porta all'area attrezzata del Passo del Vescovo, utile riparo in caso di maltempo.
Raggiungere la cresta non è semplice; il sentiero che porta alla Punta Crocino, è privo di segnaletica, ma un escursionista attento, riesce a percorrerlo senza problemi.
La salita al Monte Rho, è sicuramente più impegnativa, la pendenza e i brevi passaggi su roccette, rendono l'itinerario insidioso ma in ogni caso piacevole per chi ama il genere.
Essendo la cresta quasi sempre esposta al sole, salvo per i periodi più freddi, neve e ghiaccio vanno via rapidamente.
Ora, raggiunta la cima del Monte Rho, si apre la prima vera balconata del percorso.
La visuale spazia su Arcisate 379 mt e sul Laghetto Cicogna, mentre si segue con l'occhio, la lunga dorsale che scende alla Punta Crocino.
Ottima visuale sulla Pianura Padana e sulle colline tra il varesotto e il comasco. Sulla cima, si trova il monumento alla pace, piacevole struttura in metallo, a ricordo di tutte le guerre.
Proseguendo l'itinerario, si segue la cresta che scende alla Bocchetta del Crocefisso, poco sopra si apre la seconda balconata, che spazia su Bisuschio 345 mt e la Val Ceresio.
La salita al Monte S. Bernardo può essere più insidiosa di quella del Monte Rho, infatti, si sviluppa su di un ripido sentiero che in caso di neve e ghiaccio, può creare problemi non indifferenti.
Dalla cima del Monte S. Bernardo, ampia balconata su Alpi e Prealpi, una veduta che ripaga senza dubbio la fatica.
Le prime cime che si riconoscono sono: Poncione di Ganna 992 mt, Monte Piambello 1125 mt e Monte Pravello 1020 mt. Guardando oltre, si può ammirare la bella mole del Monte Generoso 1701 mt, mentre guardando poco più a nord, sono inconfondibili le sagome del Pizzo di Gino 2245 mt, del Monte Camoghè (o Camoscio) 2228 mt, del Monte Gradiccioli 1935 mt e del Monte Limidario 2187 mt, oltre alle montagne della vicina Svizzera.
Insomma, il percorso è piacevole sotto ogni punto di vista, un'ottima palestra per chi si prepara alle grandi camminate d'estate.

TEMPI DI PERCORRENZA: 3:30 circa.
DIFFICOLTA': (E) per la salita al Monte Rho e al Monte San Bernardo, e per la scarsa segnaletica presente lungo l'itinerario.
PUNTI D'APPOGGIO: area attrezzata in località: Passo del Vescovo.
CARTOGRAFIA: carta Kompass N°90. Via Verde Varesina, carta realizzata dall'istituto Geografico DEAgostini su commissione della Provincia di Varese.

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SALITA AL RIFUGIO ADAMOLI 977 mt.

Da Laveno 193 mt, Via Labiena, si cammina seguendo la SS N°394 dir, per circa due chilometri (prestare attenzione alle auto), si raggiunge un grosso edificio sulla destra con un ampio parcheggio privato, poco più avanti si nota una sterrata tagliafuoco sulla sinistra; abbandonando la strada statale s’inizia a percorrere quest’ultima, oltrepassando il bivio con il sentiero 3V, che sale a Vararo 757 mt, quindi in breve si arriva all’Agriturismo Sciarada.
Raggiunto lo stop di Via Laveno, sì svolta a sinistra aggirando il centro di Cittiglio 267 mt, quindi seguendo Via Alpi, si arriva sulla SP N°8 che sale a Vararo.
Si percorre in discesa per qualche centinaio di metri, svoltando a sinistra per Via Sauro, passando davanti alla casa natale d’Alfredo Binda (ciclista di fama mondiale). Sì svolta a sinistra, poco più avanti, seguendo i segnavie 3V-AV, abbandonando la strada asfaltata, si cammina lungo tratti di sterrata e sentiero con spazi di prato, da dove si può ammirare delle piacevoli vedute sulle Prealpi del Varesotto.
Ritornati sull'asfalto, si entra nel comune di Brenta località Cascine (Via Cascine) 330 mt. Quindi svoltando poco più avanti per Via ai Chiosi, si raggiunge l’antica chiesa di S. Quirico 369 mt, visitabile con una breve deviazione.
Ritornati sui segnavie 3V-AV, si ritorna su sterrato, seguendo Via ai ronchi Caserina, strada che mette in collegamento il comune di Brenta con quello di Casalzuigno. Si Arriva dunque a Casale 358 mt, primo dei due paesi che compongono il comune, attraversandolo lungo Via Libertà.
Trovata Via Sanda, sì segue l'indicazione per Aga 504 mt; piccola borgata che si raggiunge dopo una bella salita su strada asfaltata.
Inizia ora la parte escursionistica del percorso, infatti, continuando a camminare lungo i segnavie 3V-AV, si sale lungo un bel sentiero a volte ripido che porta in località Pozz Pian 981 mt
Arrivati al Pozz Pian, si abbandonano i due segnavie, per proseguire lungo una strada sterrata (non segnavie) che aggirando il Monte Nudo 1235 mt, si collega con la SP N°8. Raggiunta la provinciale, si risale lungo la strada asfaltata, arrivando così al Rifugio De Grandi Adamoli 977 mt, meta dell’itinerario.
Per ritornare a Laveno, si risale ancora lungo la SP N°8 fino al Passo del Cuvignone 1036 mt, quindi ritrovati i segnavie 3V-AV, si prosegue in discesa lungo un piacevole sentiero a tratti ghiaioso, che raggiunge l’abitato di Vararo, e poco più avanti il borgo di Casere 761 mt. Ora percorrendo solo il segnavie, Ain netta discesa su larga sterrata, si arriva a Laveno, con una bella passeggiata finale sul lungolago.
NOTA
La Provincia di Varese, offre innumerevoli itinerari che si possono affrontare a piedi, in bici o a cavallo; l’itinerario qui descritto n’è un piacevole esempio.
La parte bassa del percorso, quella che attraversa i vari centri abitati, offre la possibilità di riscoprire piacevoli angoli di paese, che mantiene ancora quelle caratteristiche di rustico, che fa sempre piacere riscoprire. Cittiglio, Brenta e Casalzuigno bisogna percorrere le periferie di questi paesi con l'occhio vigile, pronto a notare antichi edifici, edicole mariane, lavatoi, tutto quello che fa ricordare i tempi in cui il fare quotidiano aveva il profumo del bucato lavato a mano. Lungo i tratti su sterrato, si notano ancora i terrazzamenti o le vecchie baite che testimoniano la fatica dell’agricoltura di un tempo. Un altro esempio è rappresentato dalla chiesa romanica di S. Quirico, posta in un luogo spettacolare.
Parlando di storia più recente, durante l’attraversamento di Cittiglio, in Via N. Sauro, si passa davanti alla casa natale d’Alfredo Binda, famoso ciclista degli anni trenta.
Il piccolo borgo d’Aga, racchiude il gran fascino del classico paese di montagna, un gruppo d’antichi casolari incastonati nei grandi terrazzamenti che in primavera si riempiono dei fiori più vari.
Da qui, si può scendere a vedere l’oratorio di S. Bernardino, piccola chiesa posta alla fine di un vasto prato.
La salita alla località Pozz Pian, cambia la difficoltà del percorso, dalle facili strade sterrate, si passa al più deciso sentiero di montagna; insomma per godersi i prati di questo luogo incantevole, c’è da sudare un pochino.
I rifugi posti sotto il Pizzo del Cuvignone 1018 mt, generalmente aperti nella bella stagione, fungono da ristoro e da alberghetto, il tutto immerso in una silenziosa conca, il luogo perfetto per vivere al meglio queste piacevoli montagne.
Una ripida discesa su sentiero ghiaioso, quasi a ricordare la morfologia di queste cime, conduce al paese di Vararo, altro gioiello della Provincia di Varese, qui i tanti locali offrono un’ottima cucina tipica oltre ad un ambiente di rara bellezza; guardando nel cielo, i tanti parapendii che si lanciano dal Sasso del Ferro, si godono i piacevoli panorami delle Prealpi Varesine.
Dopo la lunga discesa che riporta a Laveno, è d’obbligo una passeggiata sulle sponde del Lago Maggiore, un piacevole modo per terminare la bella gita qui descritta.

TEMPI DI PERCORRENZA: 7:00/8:00 circa.
DIFFICOLTA’: (T/E) per la salita al Pozz Pian e per la discesa a Vararo.
PUNTI D’APPOGGIO: Locali a: Laveno, Cittiglio, Casalzuigno e Vararo. Rifugio Da Grandi Adamoli, proprietà del CAI di Besozzo. Al momento non è possibile pernottare. Tel: 348/3630219
CARTOGRAFIA: Carta Kompass N°90. Carta sentiero 3V Via Verde Varesina dell’Istituto Cartografico DeAgostini. 














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