domenica 17 febbraio 2019

Da Ponte Tresa al Monte Mondini.




Da Ponte Tresa 275 mt, sì seguono le indicazioni che conducono a Pura 396 mt. Raggiunto l’abitato di Pura, sì prosegue per Curio 566 mt. Poco prima di raggiungere Curio, sì arriva a un bivio, a destra sì scende sulla strada cantonale che porta in paese, mentre a sinistra, s’inizia a salire lungo una sterrata che porta a una baita. A destra della baita parte un sentiero che guadagna velocemente quota, e che porta sulla costa; quindi con un’altra salita, sì raggiunge una piccola chiesetta. Ora, seguendo il sentiero sulla destra, sì sale fino a una sella, e voltando a sinistra, sì raggiunge la vetta del Monte Mondini 814 mt. Per la discesa, sì ritorna sulla sella, evitando il sentiero fatto all’andata e proseguendo, seguendo il segnavie. Dopo una buona discesa, sì arriva a un bivio con la sterrata che da Pura porta a Bedigliora 617 mt. Le indicazioni qui sono ambigue, comunque seguendo il percorso per MTB, sì cammina fino in cima al Monte Pian Laveggio 622 mt e proseguendo lungo il sentiero, sì perde quota recuperando il segnavie che riporta a Ponte Tresa.









NOTA
Monte Mondini, e una piccola montagna che sorge in territorio svizzero, alle spalle di Ponte Tresa, sì tratta di un mondo a se, non unito ad altre realtà montuose. L’itinerario che descrivo in queste righe, consente di eseguire una buona perlustrazione sul lato destro di questo monte, oltre a salirne la cima.
Sì parte da Ponte Tresa, piccolo paese di confine, separato dal fiume che separa il versante italiano da quello svizzero. Il borgo è tipico dei paesaggi di lago, con belle passeggiate attraverso stretti vicoli.

Il tratto che porta a Pura, non è molto interessante, attraversa una zona residenziale con qualche spazio immerso nei boschi di castagno; le numerose palme, presenti nel sottobosco, hanno di fatto, mutato per sempre l’aspetto del bosco stesso.
Il paese di Pura, non ha grandi attrattive, fatta eccezione per la chiesa parrocchiale, che merita di essere visitata.
Lasciato Pura, inizia il tratto più interessante, un’ampia sterrata, porta al Santuario della madonna della Morella, realizzata in epoca tardomedievale, dotata di un porticato che può essere utile in caso di maltempo improvviso.
L’abitato di Curio, sì sfiora marginalmente, proseguendo la salita verso Monte Mondini.
Durante l’ascensione al Monte Mondini, sì raggiunge un’altra chiesetta isolata, dalla quale sì apre una bella panoramica su Monte Lema 1620 mt; ben riconoscibili, sono il rifugio che sorge poco sotto la vetta e la stazione a monte della funivia.

Dalla chiesetta, sì affronta l’ultimo tratto di sentiero che porta in vetta al Monte Mondini, dove sulla sua sommità, sorge una grande croce.
Dalla cima, sì aprono due splendide balconate. Una guarda verso est, con vista che spazia fino alle alpi Orobie, facilmente riconoscibile, la piramide del Monte Legnone 2609 mt, com’è facilmente identificabile, la vetta del Grignone 2409 mt. Una piacevole vista sul Lago di Lugano e sul Monte San Salvatore 912 mt e sul Monte Generoso 1701 mt. Guardando verso ovest, sì ha una piacevole veduta sull’intero gruppo montuoso del Monte Limidario 2188 mt, e sul Monte Leone 3553 mt.

Una piccola area sosta, consente di apprezzare al meglio il silenzio di questa cima, trascorrendo ore di assoluto riposo.
La discesa è un pò complicata, se sì vuole percorrere l’itinerario da me descritto, bisogna fare i conti con le MTB, che potrebbero creare situazioni di pericolo in entrambi i sensi di marcia. Cima Pian Laveggio, non ha nessuna panoramica, però il sentiero è molto bello e ben battuto, anche grazie alla presenza delle MTB.

CURIOSITA’
Durante l’Impero Romano, Ponte Tresa era attraversata da un’importante via di comunicazione, nominata come Via varesina, questa, metteva in comunicazione Milano con Lugano.

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 4:00 circa.
DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Ponte Tresa e a Pura.
DISLIVELLO: circa 600 mt in salita e oltre 500 mt in discesa.
CARTOGRAFIA E GUIDE: carta Kompass N°90.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosso. Da Curio a Monte Mondino, poca segnaletica verticale, mentre quella orizzontale è praticamente assente. La segnaletica del sentiero che raggiunge Cima Pian Laveggio e che poi scende a Ponte Tresa, in alcuni casi è confusa, in più un tratto è percorribile solo dalle MTB, anche se altri cartelli dicono il contrario, se sì decide di seguire le indicazioni, prestare comunque molta attenzione alle MTB, poiché il sentiero che scende da Cima Pian Laveggio, è stretto e può creare problemi in discesa alle stesse MTB.
COME ARRIVARE: da Varese o da Lugano, seguendo le indicazioni per Ponte Tresa.
DOVE ALLOGGIARE:


martedì 12 febbraio 2019

Anello da Casa del Bosco, con salita a Cima Frascheia e a Monte Sant'Emiliano



Da Casa del Bosco 351 mt sì percorre il segnavie N°708 fino a Cima Frascheia 625 mt. Sì prosegue seguendo il sentiero N°700, fino alla Bocchetta d’Ovasine 509 mt, quindi con segnavie N°705, sì raggiunge la cima del Colle Sant’Emiliano 728 mt, dove sorge l’omonima chiesa. Per la discesa, sì può ripetere l’itinerario al contrario, oppure con segnavie N°709, sì può raggiungere l’abitato di Sostegno 382 mt, per poi seguire la provinciale che riporta a Casa del Bosco.








NOTA
La Fascia collinare che separa la Pianura Padana dalla Valle Sessera, comprende una serie di colli, dove sorgono numerosi paesi solitari e altrettante chiese erette sulle sommità di questi ultimi. Itinerari come questi, ne ho già proposti, ma questo è diverso dagli altri, perché per raggiungere le due cime qui descritte, bisogna avere una buona gamba, e i continui sali e scendi che bisogna affrontare, richiede una giusta preparazione fisica.
Sì parte da Casa del Bosco, piccola frazione di Sostegno, l’auto sì può lasciare davanti alla chiesa parrocchiale. Il segnavie, sì trova quasi immediatamente, e inizia su bella sterrata che attraversa alcune vigne. Dopo qualche minuto di cammino, appare la piccola Chiesa del Pastorino, adagiata su di un colle. La salita continua lungo la sterrata, e dopo aver abbandonato i campi coltivati a vite, da dove sì può ammirare ottimi panorami che spaziano fino a Superga 672 mt. Sì comincia ad abbandonare quel briciolo di civiltà che vive in mezzo a questi colli, per abbandonarsi ad un ambiente solitario di notevole interesse. La particolare conformazione del terreno, crea un paesaggio insolito, perché gli alberi, ad alto fusto, non sempre riescono ad attecchire sui pendii, creando piacevoli balconate, che spaziano sulle Alpi Biellesi, con vista sulla Panoramica Zegna e sull’Alta Cima di Bò 2556 mt. La salita sì fa più impegnativa, Cima Frascheia sì deve sudare, infatti, raggiunto il sentiero N°700 nominato come Sentiero di Fra Dolcino, parte un sentiero che in breve porta alla cima. Il minuscolo capanno collocato sulla sua colma, offre un ottimo riparo in caso di maltempo, ma purtroppo non offre altro, e a breve, avrà bisogno dei primi restauri. Chi volesse comunque pernottare su Cima Frascheia, è meglio che si porti tutto il necessario.








Una breve discesa, riporta sul sentiero N°700, proseguendo in direzione di Pietra Gruana 699 mt, con piacevoli vedute sul Colle Sant’Emiliano, alle sue spalle, svetta imponente il Monte barone che con i suoi 2044 mt, rappresenta il primo duemila che si affaccia sulla Valsesia. Numerosi sono i sentieri che arrivano da Serravalle Sesia e dalle frazioni vicine, come sono numerosissimi gli itinerari che sì possono eseguire lungo quelle che sono diventate piccole montagne, non più morbidi colli ma vere cime che s’innalzano ripide verso il cielo. Pietra Gruana, non sì sale, sì aggira tramite sterrata che fa su e giù per la dorsale, arrivando alla Bocchetta d’Ovasine. Ora il percorso cambia letteralmente, non più facili sterrate, ma un vero sentiero di montagna dove, sì possono ammirare il primo importante gruppo montuoso della Valsesia, che colma con le cime del Monte Fenera 899 mt.








Su e giù per questa piccola crestina, sempre con lo sguardo verso Sant’Emiliano, perché a breve inizierà, la vera salita che porterà in cima al colle; un ultimo respiro, per godere della vista di Colma Vasselloni 753 mt, la seconda cima di questa fascia collinare. La salita al colle, è dura, il sentiero s’inerpica ripido sul pendio, fino a quando non appare la chiesa; raggiunta la cresta, in pochi minuti sì arriva in cima a Sant’Emiliano, ma poco prima, dove è stata collocata la piazzola per l’elicottero, sì apre il panorama più bello, quasi 360° che spazia verso il biellese e verso le prime cime della Valsesia. Dalla chiesa, un’altra spettacolare balconata, spazia verso est, facilmente riconoscibili: le Grigne e il Monte Legnone 2609 mt. Mentre guardando verso sud, l’Appennino Ligure, sì mostra con le sue montagne che superano i 1500 mt di quota, com’è ben riconoscibile, il complesso collinare del Monferrato.
La discesa verso Sostegno, è molto morbida, anch’essa, regala splendide vedute, e dopo numerose curve, ecco penetrare nei vicoli del paese, affrescato con vere opere d’arte, anche del periodo gotico.







Le ultime righe, le dedico alla provinciale che porta a Casa del Bosco, la strada asfaltata è poco frequentata, e sì percorre in meno di un’ora, vivendo un ambiente collinare, che non ha nulla a che vedere con i ripidi sentieri dell’andata, ma che regala comunque ottimi paesaggi agricoli e boschivi.
CURIOSITA’
In queste colline, terminarono le avventure di Fra Dolcino e dei suoi seguaci, qui furono assediati, catturati e trucidati.
TEMPI DÌ PERCORRENZA: 5:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per sentieri ripidi.
DISLIVELLO: 600 mt circa di salita e oltre 700 mt di discesa.
PUNTI D’APPOGGIO: capanno d’emergenza nei paraggi del Monte della Gallina 522 mt e su Cima Frascheia, locale d’emergenza a Sant’Emiliano, anche se al momento è utilizzato come magazzino e locali a Sostegno.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco.
CARTOGRAFIA O GUIDE: Guida degli Itinerari escursionistici della Valsesia foglio 6°/A.
DOVE ALLOGGIARE:

lunedì 11 febbraio 2019

PLIS Valle del Lanza e Colle San Maffeo.



Dai Mulini di Gurone 287 mt in alta Valle Olona, si segue il segnavie che conduce nel PLIS Valle del Fiume Lanza.
Dalla località Folla di Malnate 298 mt, sì entra nel PLIS, seguendo le indicazioni che portano alla Stazione di Valmorea 335 mt. Dalla stazione, sì oltrepassa la SP n°20 e a circa 150/200 mt, s’incrocia il Sentiero Confinale. Ora, seguendo il Sentiero Confinale a sinistra, sì sale a Rodero 394 mt, proseguendo fino in cima al Colle San Maffeo 515 mt.









NOTA
Ho già proposto itinerari nel PLIS Valle del Lanza, questa è un’altra proposta che sì può compiere in un parco che merita di essere visitato e vissuto in ogni sua parte.
Sì Parte dai Mulini di Gurone, un piccolo gruppo di case adagiate sul versante opposto del Fiume Olona, guardando in alto, non sì può non notare la bella Chiesa di Sant’Evasio, una delle chiese più antiche di Varese.







Il percorso inizia poco a fianco il centro multi raccolta e segue la valle in direzione del ponte della ferrovia. Poco dopo, sì trova una zona umida, che consiglio di visitare.
Proseguendo sì può ammirare il corso del Fiume Olona, che attraversa la valle come un’agile serpente.
Si passa sotto i grandi ponti della superstrada e sotto l’altissimo ponte della ferrovia Milano Varese Laveno; appena sì riapre la valle, sì ha una piacevole veduta del Massiccio Campo dei Fiori 1227 mt e in basso, si vede la vecchia stazione della linea ferroviaria della Valmorea. Dopo una decisa salita, sì raggiunge la SS n°342, che bisogna attraversare prestando molta attenzione al traffico che nelle ore di punta è molto sostenuto, raggiungendo così Folla di Malnate, un altro piccolo gruppo di rustici molto suggestivi.
Lasciate le case, la Valle del Lanza inizia la sua strada, una valle solitaria fuori dal traffico, con ampi prati che seguono il corso del fiume. Di notevole interesse, sono le Cave di Gonfolite, purtroppo a seguito di alcuni crolli, l’accesso al loro interno non è più consentito, rimane comunque molto suggestivo lo spettacolo che sì presenta. Nella stagione fredda, sono molto suggestive le tante piccole cascate di ghiaccio che creano monumenti naturali unici nella loro forma più strana.
 
Il molino del Trotto, è composto da una serie di rustici e dall’edificio principale, dove ancora oggi, sì può ammirare la macchina che attraverso la forza dell’acqua metteva in funzione il mulino.
Un’altra attrattiva del parco è rappresentata dalla vecchia Stazione di Valmorea. L’edificio non è più esistente, però rimane la magia dei binari, dell’unico scambio e della segnaletica ancora oggi presente. Anni fa erano presenti alcune carrozze merci che alimentavano ancor di più la suggestività del sito storico; alle spalle della stazione, esiste un’altra area umida di notevole interesse.

Rodero non è toccato dal percorso, solo qualche villetta nelle sue periferie. Avvicinandosi alla vecchia caserma della finanza situata a pochi passi dal confine, inizia il piacevole sentiero che gira dietro il colle. Al termine della salita, ecco apparire la scalinata che porta in cima al Colle San Maffeo, altro sito di notevole interesse storico, con la torre che risale al I secolo a.c., con mura spesse oltre due metri, e poco più in la sì trova la piccola chiesa che da il nome al colle. La chiesa attuale è del 1700, ma sorge sopra una struttura già esistente, risalente al 1400, probabilmente caduta in rovina. Dalla sommità, sì apre una magnifica balconata che spazia a sud sulla Pianura Padana fino all’Appennino Ligure. Guardando verso nord est, è ben visibile l’abitato di Bizzarone che sorge sotto il Colle Sant’Ambrogio 528 mt, più a est, sulla destra sono ben riconoscibili le montagne che compongono il Triangolo Lariano, con vista sul Monte Boletto 1236 mt e sul Monte Palanzone 1436 mt, mentre dietro il Colle Sant’Ambrogio, svetta il Monte Bisbino 1325 mt, e guardando verso sinistra, svetta solitario il magnifico Monte Generoso 1701 mt, la montagna più alta del Ceresio. A ovest, la vista sul Monte Rosa 4634 mt, cattura subito lo sguardo e nelle giornate più terse, la panoramica spazia fino alle Alpi Marittime.
Tantissimi sono i motivi per venire a far visita a questi incantevoli luoghi, ricchi di natura e di cenni storici unici e particolari.
 





CURIOSITA’
Il nome San Maffeo, ha origini orientali ed è legata alla conversione degli Ariani Longobardi.

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:00 circa.
DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.
DISLIVELLO: poco più di 250 mt in salita e circa 100 mt in discesa.
PUNTI D’APPOGGIO: nessuno.
COME ARRIVARE: da Milano con Autostrada A8 con uscita Gazzada, poi provinciale oltrepassando lo svincolo di Lozza. Poco prima di rientrare in superstrada, all’ultima rotonda, seguire le indicazioni per Gurone 341 mt e al termine di una salita, svoltare a sinistra per Via dei Mulini che scende ai Mulini di Gurone, dove sì trova un piccolo parcheggio dove è possibile lasciare l’auto.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°90 e Carta Parco Valle del Lanza redatta dal parco stesso.
SEGNALETICA: cartelli informativi fino alla Stazione di Valmorea, poi Sentiero Confinale fino al Colle San Maffeo.
DOVE ALLOGGIARE:


Da Brusnengo località Forte, al Dosso di San Bernardo.


Da Brusnengo 289 mt, sì sale in auto fino alla Frazione Forte 338 mt. Lasciata l’auto, sì prosegue a piedi seguendo il segnavie GtB N10 che sale alla chiesetta di Madonna degli Angeli 452 mt. Ora con dei bellissimi sali e scendi si percorre la crestina che porta a Castelletto Villa 351 mt; ora con segnavie GtB M61, si scende alla Diga Ravasanella, quindi raggiunta la SP 237, sì segue l'indicazione che porta ad Asei 351 mt, percorrendo il sentiero sulla destra. Raggiunto il borgo, si svolta a destra seguendo il sentiero che sale in cima al Colle di San Bernardo 464 mt, dove sorge l’omonima chiesa.










NOTA
Interessantissimo percorso, che porta alla scoperta di un gruppo collinare che sì erge a nord della pianura biellese, creato dalla forza delle attività vulcaniche che imperversavano nel Paleozoico, forgiando una serie di colli con paesaggi unici e particolari che trovano il loro maggior sfogo con l’area denominata Rive Rosse. Sì parte da Forte ultima frazione di Brusnengo, piccolo nucleo di rustici e corti che creano un ambiente molto gradevole, con quei profumi che sanno d’antico.
Lasciato il borgo, l’itinerario sì abbandona a piacevoli colli coltivati a vite, ricordo che siamo in terra di vini molto pregiati.
Dopo aver passato le vigne, s’inizia la decisa salita che porta al primo colle, dove sorge la chiesetta di Madonna degli Angeli 454 mt, protettrice dei vigneti. Qui, la copertura arborea, non consente di avere un buon panorama, ma durante il percorso sì avranno molti punti panoramici, dove l’occhio avrà certamente la sua parte.







Si prosegue lungo la crestina, con dei continui sali e scendi fino all’abitato di Castelletto Villa. Da qui, nelle giornate limpide, sì ha una panoramica eccezionale, con vista che spazia sulle risaie e sull’Appennino, ben riconoscibile è il complesso collinare del Monferrato, guardando verso ovest sì può ammirare il lungo complesso morenico de La Serra. Nel tratto finale della cresta, bisogna prestare attenzione alla segnaletica, poco chiara, e alcuni bivi possono trarre in inganno, infatti, quando sì raggiungono i vigneti, sì nota che la strada sterrata svolta a destra, scendendo verso i campi coltivati, l’itinerario prosegue diritto, trasformandosi in un piacevole sentiero che passa sotto Cima Terla 439 mt e con decisa discesa, sì raggiungono i vigneti che precedono l’abitato di Castelletto Villa. Il borgo è molto bello, adagiato sopra un pianoro, sì propone come il classico paesino di montagna, perché l’aria che sì respira è questa, un luogo fuori dal caotico vivere quotidiano, dove il silenzio è interrotto soltanto dal passaggio di qualche auto.







Scesi giù in valle, non sì può non notare l’imponente opera in cemento della Diga Ravasanella, che si mostra in tutta la sua cruda realtà. Asei, è un altro piccolo borgo, che come i precedenti, racchiudono quell’atmosfera solitaria, che piace a chi scappa dalla città.
Il Colle di San Bernardo, sì eleva sopra il bacino artificiale, qui sorge l’antica Chiesa di San Bernardo, l’area attrezzata, offre la possibilità di godere al meglio la particolarità di questo luogo. Poco più avanti, un’ampia area senza bosco, da la possibilità di ammirare un panorama suggestivo, con vista sulla grande chiesa che sorge sopra l’abitato di Sostegno 382 mt, e sul Monte Sant’Emiliano 728 mt che sì eleva sopra il paese; ben visibile la chiesa che da il nome al colle. Guardando verso destra è ben riconoscibile l’imponente mole del Monte Fenera 890 mt, e subito a fianco l’inconfondibile sagoma della Pietra Groana 699 mt, montagna che anni fa era conosciuta e frequentata come palestra di roccia.








Il resto del panorama, spazia sulle colline e sulle innumerevoli valli che compongono questo mosaico di origine vulcanica, guardando fin verso le alte cime della Valle Sessera, tutti validi motivi per venire a scoprire questi luoghi incantati, poco conosciuti ma che offrono ambienti selvaggi che sì fondono con le campagne e i paesi che vi sorgono.
CURIOSITA’
TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30 circa.
DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.
DISLIVELLO: circa 300 mt in salita e poco più di 180 mt in discesa.
PUNTI D’APPOGGIO: nessuno.
SEGNALETICA: colonnine del GtB non sempre presenti nei bivi, seguire bene le indicazioni qui riportate.
CARTOGRAFIA O GUIDE: INGENIA, foglio 4: Il Biellese Centro Orientale.
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