venerdì 2 settembre 2022

Traversata da Arcisate a Bregazzana (Varese).

Da Arcisate 379 mt, sì percorre la carrozzabile che porta al Passo del Vescovo 620 mt. Superato il passo, si prosegue su sentiero scendendo giù in Valganna. Raggiunta la SS 233, la sì segue per qualche centinaio di metri, per poi rientrare nel bosco, attraverso un sentiero che sì trova sulla sinistra della statale.

Sì cammina lungo il sentiero che porta a Ganna, fino al bivio con il sentiero n°315. Voltando a sinistra, sì riprende quota lungo il sentiero che porta al Passo dei Valicci 661 mt; poco prima del passo, s’incrocia il bivio con il sentiero n°314, quindi svoltando a sinistra, s’intraprende la lunga salita che porta in vetta al Monte Martica 1032 mt.

Dopo aver visitato i due fortini, sì segue la strada militare che perde quota, passando sotto la cima del Monte Chiusarella 915, raggiungendo la località Pian Valdès 710 mt. Nuovamente in discesa, su strada militare, sì raggiunge l’Alpe Ravetta 622 mt, quindi dopo circa cento metri, sì svolta a destra, seguendo il sentiero 3V che scende giù a Bregazzana 480 mt.

 

NOTA

Il grande vantaggio di utilizzare i mezzi pubblici, è quello di poter creare in una provincia come quella di Varese, tantissime traversate attraverso le tante valli che separano i tanti gruppi montuosi che sì elevano nella fascia prealpina della provincia. Qui sotto descrivo una tra le tantissime possibilità di escursioni, un’alternativa ai soliti percorsi, una novità che non lascerà indifferente l’escursionista curioso.

Sì parte da Arcisate piacevole borgo ai piedi di Punta Crocino 690 mt, abitato dai romani, già dal III-II secolo a c.

Dopo aver passato il centro, sì entra nel mondo calcareo di queste montagne, ricoperte da fitti boschi di castagno e bellissime faggete nella parte alta.

Il Passo del Vescovo, rappresenta, grazie alla sua area attrezzata, un importante punto d’appoggio in caso di cattivo tempo, un’ampia tettoia, tavoli e postazioni per griglia, rendono questo luogo accogliente, un posto, dove è impossibile non sostare a riposare ascoltando il silenzio del bosco.



Il tratto di sentiero che porta a Ganna, è molto interessante dal punto di vista naturalistico, anche se a pochi metri dalla statale, si riesce comunque a respirare una quiete solo leggermente disturbata dal traffico di una strada ad alta densità come quella che attraversa la Valganna. Con due brevi deviazioni, sì possono visitare la Cappella di San Gemolo e la Badia di San Gemolo eretta alla fine dell’anno mille, e che racchiude nelle sue mura un’antica leggenda. Dopo aver visitato la badia, sì può fare una visita al borgo di Ganna abitata già in epoca romana. Tra le campagne, è possibile ammirare la parete nord del Poncione di Ganna 992 mt, con la sua grande croce, ben visibile dal paese.

Dopo qualche minuto di salita lungo il sentiero 315, sì trova un punto panoramico, dove è possibile ammirare la Valle del Pralugano con i suoi stagni, oltre ad avere una piacevole vista sul borgo di Ganna e sulla cima del Monte Mondonico 801 mt.



Il Monte Martica, è una montagna avara di panorami, dalle due vette, praticamente ricoperte dal bosco, sì ha solo due piccoli prati nell’immediate vicinanze dei due fortini, unico accenno, oltre alla strada militare che porta in cima a questo monte, che sì possa attribuire alla Linea Cadorna, situati nelle due estremità del Monte Martica.



Durante la discesa però, il bosco sì apre, con una bella balconata che spazia sul Poncione di Ganna, e sul Monte Minisfreddo 1042 mt, dietro, sì riconosce l’inconfondibile sagoma del Monte Generoso 1701 mt, mentre guardando verso sud, il brullo Monte Chiusarella, regala un’atmosfera di alta montagna, pur con la sua modesta altitudine.



Pian Valdès, è una piccola sella che separa il Monte Chiusarella dalle colline moreniche che sì tuffano verso la città di Varese, da qui, sì può godere di una bella panoramica sul Campo dei Fiori 1227 mt e sul piccolo Monte Legnone 868 mt.

Bregazzana, pur distante dalla città di Varese, viene considerato come un quartiere e non come frazione a parte. Qui la piccola chiesa e il minuscolo borgo, offrono una piacevole atmosfera rustica tipica delle Prealpi Luganesi, un insieme di case immerse nel silenzio, e facilmente raggiungibile dal bus di città che dalla stazione di Varese, sale fin quassù con una buona frequenza, il posto ideale per finire questa piacevole traversata.


 






CURIOSITA’

Il Passo del Vescovo, prende nome dalla leggenda che narra la miracolosa vicenda di San Gemolo, che sorpreso dai briganti, venne decapitato, ma lui invece di morire istantaneamente, continuò a camminare con la testa tra le mani.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 5:30 circa.

DIFFICOLTA’: (E) Prestare attenzione al traffico nell’attraversare la SS 233.

DISLIVELLO: circa 800 mt salita e circa 700 mt in discesa.

PUNTI D’APPOGGIO: locali ad Arcisate, Agriturismo Fate Fatine e Folletti in località Alpe Ravetta.

COME ARRIVARE: in treno lungo la linea Milano Porto Ceresio, in auto, da Varese, seguendo le indicazioni per Arcisate.

CARTOGRAFIA O GUIDE: CARTA Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosse. Segnaletica mancante dal Passo del Vescovo alla SS 233 e segnaletica orizzontale mancante in alcuni tratti, nell’area del parco naturale.

DOVE ALLOGGIARE: Agriturismo Fate Fatine e Folletti con possibilità di pernottamento, tel: 3358322583.

martedì 16 agosto 2022

Traversata da Induno Olona a Porto Ceresio.

Da Induno Olona 391 mt, sì percorre il sentiero 3V, passando dalle località Frascarolo 460 mt e Montallegro 592 mt, raggiungendo la cima del Monte Monarco 855 mt. Sempre su sentiero 3V, s’intraprende la discesa per il Passo del Vescovo 620 mt, raggiungendo la Strada Piana che arriva da Frascarolo. A questo punto, sì abbandona il sentiero 3V proseguendo la discesa in direzione di Arcisate 379 mt. Appena raggiunto il bivio, sì svolta a sinistra, iniziando la salita a Punta Crocino 690 mt, che sì raggiunge con un ripido sentiero.

Da Punta Crocino, sì prosegue lungo un sentiero che affronta il costone che porta su alla cima del Monte Rho 938 mt. Dopo la cima del Monte Rho, sì prosegue in cresta raggiungendo il sentiero 3V che sale dal Passo del Vescovo. Nuovamente in salita, sì affronta il ripido sentiero che porta in cima al Monte San Bernardo 1020 mt.

Ora, inizia il tratto più impegnativo, camminando lungo la cresta, sì deve scendere un breve tratto su roccia, quindi con un’altra salita, sì raggiunge la vetta del Monte Minisfreddo 1042 mt. Prestando molta attenzione ai segnali, sì scende lungo un sentiero attrezzato, con piccoli passaggi su roccia, quindi proseguendo lungo la cresta, sì raggiunge la cima del Poncione di Ganna 992 mt. Dal Poncione, sempre con sentiero 3V, sì affronta una breve ma ripida discesa, e scendendo con sentiero verso l’Alpe Tedesco 720 mt arrivando a un’ampia sterrata. Svoltando a destra, sempre con sentiero 3V, sì raggiunge l’abitato di Pogliana 487mt, per poi scendere giù in valle camminando lungo la strada asfaltata, fino alle periferie di Cuasso al Piano 345 mt, svoltando a destra lungo la strada che porta al cimitero di Cuasso al Piano. Un ultimo tratto praticamente pianeggiante, consente di raggiungere le periferie e subito dopo il centro di Porto Ceresio 280 mt, dove sì può trovare il treno o l’autobus per ritornare a Induno Olona.

 

NOTA

Il Sentiero 3V, è un’alta via che affronta, tutti i gruppi montuosi della Provincia di Varese, affrontando una serie di cime che vanno oltre i mille metri, raggiungendo i 1620 mt, del Monte Lema, massima elevazione dell’intera alta via.

L’itinerario qui descritto, percorre al contrario la prima tappa del Sentiero 3V, con una piccola variante, che consente la salita di ben sei cime, dei sali e scendi che vanno dal facile Monte Monarco, alla più impegnativa salita che dalla Punta Crocino, arriva fino alla vetta del Poncione di Ganna.

Sì parte dalla stazione di Induno Olona, dove sì può lasciare comodamente l’auto. Dopo aver visitato il piccolo centro di Induno Olona, sì raggiunge Via Edoardo Tabacchi che porta in Val Ganna, poco dopo sì notano  i segnali della 3V che entrano in Via Francesco Negri. Una piccola salita, conduce nell’area del Castello di Frascarolo di origine Longobarda, attualmente di proprietà della famiglia dei Medici, da qui, oltre alla piacevole vista del castello, sì ha la vista sulla cima del Monte Monarco, e guardando verso il mendrisiotto, sì può ammirare la cima del Monte Bisbino1325 mt.

 

Un’altra bella balconata, sì può ammirare poco sopra la località Montallegro, dove sì ha la vista sul Campo dei Fiori 1227 mt, sul Monte Chiusarella 915 mt e sul Monte Martica 1032 mt.

La salita al Monte Monarco, sì sviluppa lungo un facile sentiero; poco prima di arrivare in vetta, da un’area attrezzata, sì apre una spettacolare vista su Varese 382 mt e sulle colline moreniche che circondano la città. Sulla cima, è stata eretta una piccola cappella votiva, da qui sì apre un’ampia balconata che spazia su buona parte del Parco Regionale del Campo dei Fiori, oltre alla piacevole vista sulle due cime più alte della Val Cuvia, ovvero il Monte Nudo 1235 mt e il Monte della Colonna 1203 mt. Guardando oltre, spicca la vetta del Monte Zeda 2156 mt e del Pizzo Proman 2098 mt, e ancora più a ovest, spicca l’inconfondibile sagoma della Weissmies 4023 mt. Volgendo lo sguardo verso sud, sì apre la vista verso il Lago di Varese, Lago di Comabbio, Lago di Monate e Lago Maggiore, tutti rigorosamente circondati da morbide colline moreniche.


La discesa, sì sviluppa prevalentemente nel bosco, solo un timido squarcio, consente di avere la vista sull’inconfondibile sagoma del Monte San Giorgio 1100 mt.

Punta Crocino, sì può definire come un dente spezzato che s’innalza sopra il borgo di Arcisate, a mio modestissimo parere, nelle giornate limpide, da questa cima sì può ammirare uno dei panorami più belli della Val Ceresio, con vista sulla Dorsale Insubrica fino al Sasso Cavallasca 614 mt.

Guardando verso la valle, la vista su Porto Ceresio e sul Lago di Lugano, cattura immediatamente lo sguardo, anche la vista sul Piccolo Monte Useria 555 mt è piacevole, e l’aguzza punta del Monte Orsa 998 mt, lo è ancora di più, inoltre, è possibile gustare il costone che porta in cima al Monte Rho, costone che sì affronterà a breve. Poco più in la lungo la cresta, sì può ammirare il Monte Monarco, consapevoli di esserci stati solo qualche ora prima.



Monte Rho è una cima, un pò dimenticata, un monumento dedicato alla pace, accoglie l’escursionista che affronta la salita su questo monte; la vegetazione che sta inesorabilmente ricoprendo la cima, impedisce una vista panoramica, poco a fianco, è situato l’ingresso di una grotta, perché Monte Rho, oltre ad essere meta di escursionisti, è anche meta di speleologi che sì avventurano nelle viscere di questa montagna. La Bocchetta del Crocefisso 910 mt, ha una piccola vista panoramica sulla Val Ceresio e sul Lago di Lugano, piccolo anticipo di quello che sì vedrà poco dopo dalla terrazza naturale del Monte San Bernardo, dove la statua patronale, saluta gli alpinisti che affrontano la dura salita. Da qui, la prima cima che sì può ammirare è quella del Monte Piambello 1125 mt, alle sue spalle, da sinistra, spicca il Monte Limidario 2188 mt, mentre leggermente spostato alla destra del Piambello, spunta la cima del Monte Gradiccioli 1935 mt. Tra le altre cime che sì possono ammirare, posso elencare il Monte Arbostora 822 mt, Monte Sighignola 1303 mt e Monte Generoso 1701 mt.



Monte Minisfreddo, è praticamente una cima gemella al Monte San Bernardo, spostata leggermente più a nord, con una panoramica che è praticamente uguale a quella del Monte San Bernardo; l’unica cosa che cambia, è la vista dall’alto del Poncione di Ganna, con alle spalle uno spicchio di Lago Maggiore e la cima del Monte Limidario alle sue spalle.



Il Poncione di Ganna, vanta una vista a 360°, una rarità per la Provincia di Varese, poiché le cime che possono vantare una panoramica completa, sono davvero poche. Monte Monarco e Monte Minisfreddo, raccontano la storia di questa magnifica traversata, solo ore, ma tanta e tanta avventura, in un susseguirsi di salite e discese che hanno accompagnato questa escursione. Tra le cime che posso ancora permettermi di elencare, sicuramente vi sono: Monte Mondonico 801 mt, Monte La Nave 989 mt, Monte Val dè  Corni 990 mt, Monte Lema 1620 mt, Monte Bregagno 2107 mt, Sasso Gordona 1410 mt e Monte San Primo 1686 mt, ma posso assicurare che nelle giornate limpide, la vista va oltre, dalle Alpi Bernesi, fino alle cime delle Alpi Retiche.



Pogliana è una piccola frazione di Bisuschio, un piacevole borgo prealpino, immerso nel silenzio di queste montagne.

L’arrivo a Porto Ceresio, è liberatorio, La vista di un lago ammirato per ore dall’alto, e che adesso sì può toccare con le mani. Il borgo e la piacevole passeggiata che costeggia il Lago di Lugano, sono la conclusione perfetta per una lunga traversata come questa, qui sì possono trovare i mezzi per tornare a Induno Olona, ma sì possono anche trovare le strutture ricettive per chi volesse trascorrere la notte a Porto Ceresio, giusto per aggiungere quel tocco in più a questa lunghissima camminata, che merita il giusto riposo, un riposo che sa di continue immagini dei tanti panorami visti man mano che sì procedeva verso la meta, un paese piccolo che ricorda quelli della riviera ligure, incastonato in un ambiente di rara bellezza e tutto da scoprire.



 

CURIOSITA’

Quando sul Monte Monarco, venne collocata la statua che vediamo oggi, l’elicottero con il rotore, toccò inavvertitamente la parte alta della cappella, l’elicottero, sì capovolse e finì incastrato tra il muretto e le rocce, il pilota ne uscì miracolosamente illeso.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 8:00 circa.

DIFFICOLTA’: (E/EE) tratti su sentiero ripido, e passaggi su roccette, solo in un unico tratto attrezzati.

DISLIVELLO: poco più di 1000 mt di salita, e poco più di 1100 mt di discesa.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Induno Olona, a Porto Ceresio e nel tratto che scende da Pogliana per dirigersi verso Cuasso al Piano.

COME ARRIVARE: in treno lungo la linea Milano Porto Ceresio, in auto, da Varese, seguendo le indicazioni per Porto Ceresio.

CARTOGRAFIA O GUIDE: CARTA Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosse.

DOVE ALLOGGIARE: varie strutture ricettive a Porto Ceresio.

giovedì 7 luglio 2022

Dalla località Signora al Monte Gazzirola.

Dal piccolo borgo di Signora 992 mt, sì percorre il sentiero che porta al Rifugio Monte Bar 1620 mt, raggiunta la località Moncucco 1605 mt, sì svolta a destra, in direzione dell’Alpe Pietrarossa 1549 mt. Sì prosegue lungo un traverso che costeggia le pendici erbose del Monta Gazzirola, arrivando al Passo San Lucio 1541 mt; ora, in decisa salita, sì sale al Rifugio Garzirola 1974 mt, quindi, con un ultimo tratto in cresta, sì completa la salita al Monte Gazzirola 2116 mt.

Per il ritorno, sì può tranquillamente scendere dal costone ovest, fino a trovare il bivio per l’Alpe Pietrarossa, che consentirà di tornare sull’itinerario di salita.









NOTA

La Val Colla, è una valle laterale situata poco a nord di Lugano 277 mt, qui sì possono compiere numerose escursioni lungo una fitta rete di sentieri che variano dalla piacevole camminata che attraversa i tanti borghi che sì trovano nella valle, alle alte cime che superano i duemila metri di quota. L’itinerario che descrivo in queste righe, parte dal territorio elvetico e sconfina in Italia lungo la bella cresta che divide sulla carta i due stati, un percorso che offre tantissime opportunità di allungare questo percorso con possibilità di pernottamento in quota, grazie ai tanti rifugi che sì trovano nella zona.

Sì Parte da Signora, grazioso borgo che sorge a quasi mille metri di quota, immerso nel verde e nel silenzio di questa incantevole valle, dove sì ha una piacevole veduta sulla Cima di Fiorina 1810 mt.

Il sentiero, sì sviluppa principalmente dentro il bosco, i punti panoramici sono davvero pochi, per riuscire ad avere delle belle panoramiche sul Lago di Lugano e sulle vicine montagne, bisogna superare i millecinquecento metri di quota, quando appare l’enorme panettone del Monte Bar 1816 mt. Già dalla località Moncucco, s’inizia a godere di una spettacolare vista sulle Prealpi Luganesi, facilmente riconoscibili le cime del Monte Orsa 998 mt, del Poncione di Ganna 992 mt, del Massiccio del Campo dei Fiori 1227 mt e del Monte San Martino 1087 mt, l’effetto ottico, confonde tantissimo, perché la particolare forma del Lago di Lugano, vista dall’alto, da l’impressione di guardare una regione piena di laghi, mentre in realtà si tratta di un unico lago.



L’Alpe Pietrarossa, è composta da due edifici e una stalla, dove riposano gli animali domestici durante la notte; non e raro, vedere qualche marmotta che attraversa velocemente il sentiero.

Molto emozionante è il traverso che passa sotto il Monte Gazzirola, un susseguirsi di valloni, sovrastati da verticali prati che sembrano di velluto, con panoramica sulla cresta e sulle vicine montagne, oltre al Monte Bar, ora è possibile distinguere la più piccola Cima Moncucco 1725 mt, oltre ad avere una bella veduta su Monte Tamaro 1961 mt, Monte Gradiccioli 1935 mt, e tutta la cresta che arriva fino al Monte Lema 1620 mt.

Il Passo San Lucio, sì colloca a confine tra Italia e Svizzera, il primo sguardo, volge sulla chiesa del XIV secolo, dedicata appunto a San Lucio, il secondo sguardo, spazia sulla magnifica panoramica che sì gode dal passo, con vista sulla Val Cavargna e sulla Val Rezzo, tra le cime che mi permetto di menzionare subito, spicca l’aguzza punta del Pizzo di Gino 2245 mt, con la sua lunga cresta che termina con il grosso panettone del Monte Bregagno 2107 mt; piacevole la vista sul Colle di Sant’Amate 1623 mt, e sul Monte Grona 1736 mt. Più in la, spicca il gruppo montuoso delle Grigne, con la cima più alta del Grignone  2409 mt e della piccola Grignetta 2184 mt, guardando verso sinistra, sono riconoscibili lo Zuccone Campelli 2161 mt, il Pizzo dei Tre Signori 2554 mt e il Pizzo Mellasc 2465 mt.



La salita al Rifugio Gazzirola, sì sviluppa lungo un bel costone di circa quattrocento metri di dislivello, una salita che mette a dura prova il fiato di un buon escursionista, però l’arrivo ripaga pienamente la fatica fatta, un luogo accogliente con una vista sulla Val Cavargna e sulle alte cime della Val Masino, tra cui spicca la verticale sagoma del Pizzo Badile 3308 mt.

L’ultimo tratto del percorso che conduce in vetta, è semplicemente spettacolare, pur essendo oltre i duemila metri di quota, in alcuni tratti sì prosegue lungo un sentiero praticamente pianeggiante, solo che la panoramica, mostra tutta l’altezza di questa piacevole conclusione.

L’ultima nota, la dedico ovviamente alla cima del Monte Gazzirola, un grosso panettone che vanta una vista a 360°, ben tre laghi sì mostrano in tutta la loro bellezza, il Lago Maggiore a destra, il Fiume Ticino, che sì tuffa nella parte iniziale del lago, con Locarno 200 mt a fare da sfondo, ben visibili gli ingressi della Valle Maggia e del Centovalli; guardando verso sud, si scorge un altro pezzo di Lago Maggiore, sovra tatto dall’inconfondibile cima del Mottarone 1491 mt. Al centro il Lago di Lugano, con vista sulla città di Lugano e sulle tante cime che lo circondano, tra cui aggiungo il Monte Boglia 1516 mt, Monte San Giorgio 1100 mt, e Monte San Salvatore 912 mt. A sinistra il ramo di Lecco del Lago di Como, con vista fino al Resegone di lecco1875 mt, non posso non menzionare altre splendide cime come il Monte Tremezzo 1700 mt, il Monte San Primo 1686 mt, i Corni di Canzo 1373 mt e il Monte Palanzone 1436 mt. Tra le altre cime, non posso non menzionare il Pizzo Camoghè o Monte Camoscio 2228 mt, imponente che si eleva di fronte al Gazzirola, ben visibile la grossa piramide del Monte Legnone 2609 mt, la prima grande vetta delle Alpi Orobie, il Monte Marmontana 2316 mt, Corno di Gesero 2227 mt, e l’inconfondibile sagoma del Pizzo Vogorno 2442 mt. Anche la schiera dei quattromila, è davvero ampia, dalle alte vette delle Alpi Pennine fino alle Alpi Bernesi, un infinito susseguirsi di valli che dividono come serpenti le tante cime che sì possono ammirare da questa vetta, motivo in più per salire questo monte e apprezzarne al meglio lo splendido panorama.



 

CURIOSITA’

Ogni anno, nel mese di giugno, sì corre lo Scenic Trail, gara di montagna a livello internazionale.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 4:30/ 5:00 circa.

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero e per la lunghezza del percorso.

PUNTI D’APPOGGIO: Rifugio San Lucio e Capanna San Lucio presso l’omonimo passo e Rifugio Gazzirola poco sotto la cresta che conduce alla cima.

DISLIVELLO: quasi 1250 mt.

CARTOGRAFIA E GUIDE: carta Kompass N°91.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosso.

COME ARRIVARE: da Lugano, con autostrada uscita Lugano nord, sì prosegue in direzione del Passo Monte Ceneri, fino al bivio per Val Colla, giunti a Tesserete, seguire le indicazioni per Roveredo, quindi costeggiando il crinale sinistra della valle, sì raggiunge l’abitato di Signora.

DOVE ALLOGGIARE: Rifugi Passo San Lucio tel: 3756083460, oppure Rifugio Garzirola tel: 0344/63253 – 3494194095 - beschi.marco@gmail.com.

giovedì 16 giugno 2022

Da Ponte di Piero al Monte Gradiccioli.

Da Ponte di Piero 549 mt, dopo aver passato il Torrente Viascola, svoltando a destra, si percorre la ripida mulattiera che sale a Monteviasco 950 mt. Dal paese di Monteviasco, sì prosegue lungo il segnavie che sale all’Alpe Corte 1346 mt e al Rifugio Capanna Merigetto 1498 mt. Dopo aver superato l’Alpe Corte, sì prosegue fino al secondo bivio che porta alla Capanna Merigetto, svoltando a sinistra, sì raggiunge il piccolo rifugio.

Ora, seguendo il segnavie, con una decisa salita su sentiero poco frequentato, sì guadagna quota fin quasi in cima al Sasso della Gallina 1630 mt, poi ancora in salita passando a fianco alla piccola cima del Monte Pola 1742 m, sì raggiunge la cresta arrivando ai Pianoni 1768 mt, quindi, con un’ultima salita, sì conquista la cima del Monte Gradiccioli 1935 mt.



 






NOTA

La Valle Veddasca, attraversata dal Torrente Giona, è una valle che dal borgo di Maccagno, 218 mt, sale fino ai 1388 mt, del Passo di Neggia, e separa due creste, una delle quali vanta due cime che sfiorano i duemila metri di quota, due cime quasi gemelle, dove sì può ammirare due panorami eccezionali.

L’ascensione che propongo, sale la prima di queste due cime, in altre parole il Monte Gradiccioli.

Anche in questo caso, sì parte da Ponte di Piero, stazione di partenza, della funivia che sale al borgo di Monteviasco. Una lunga mulattiera, pare composta di oltre mille gradini, consente di affrontare da subito, un dislivello, che mette a dura prova il fiato di chi non è abituato a queste ripide salite, ma anche per i più allenati, posso assicurare, che i quattrocento metri di dislivello che sì affrontano, non lasciano il fiato, assolutamente indifferente.

Su Monteviasco, cosa posso dire che non abbia già detto? Un paese unico nel suo genere, un tuffo nel passato di almeno cento anni, ogni volta che percorro i suoi vicoli, rimango sempre colpito dall’atmosfera rustica che regala questo borgo, un paese che deve essere visitato; anche oggi che la sua funivia è attualmente fuori uso, tantissime persone affrontano la mulattiera per venire a respirare l’aria di Monteviasco, gente di tutte le età, sportivi o semplici turisti, perché la fatica è tutta ripagata.




L’Alpe Corte, esattamente come Monteviasco, regala la stessa atmosfera del passato, un minuscolo gruppo di baite, alcune in rovina, sono la testimonianza viva del duro lavoro dei pastori, che in estate conducevano il bestiame negli alti pascoli, un mestiere ancora vivo nelle tradizioni che hanno attraversato il tempo, fino ai giorni nostri.

La Capanna Merigetto, è un fondamentale punto d’appoggio, anche se si tratta prevalentemente di un rifugio autogestito, nel senso che per accedervi, sì deve ritirare le chiavi. A parte questo dettaglio, il rifugio, anche se chiuso, grazie alla sua tettoia e ai tavoli fuori, offre comunque un riparo in caso di cattivo tempo, o un punto di sosta. Purtroppo, essendo collocato in un vallone, la visuale è davvero limitata, le uniche cime che si possono guardare dal rifugio, sono il Sasso della Gallina, il Monte Pola e il Monte Magno 1638 mt.


Monte Gradiccioli è la seconda cime per elevazione della Valle Veddasca, la sua panoramica, pur essendo limitata dalla presenza del Monte Tamaro, è a 360°, una visuale che spazia dalle grandi vette della catena alpina, alle più morbide alture dell’Appennino Ligure e Tosco Emiliano. Lago di Lugano lo sì trova sulla sinistra, facilmente riconoscibili le cime del Monte Generoso 1701 mt e del Monte San Giorgio 1100 mt, al centro, la fascia prealpina del varesotto, con vista sul Poncione di Ganna 992 mt, Monte Piambello 1125 mt, Monte Martica 1032 mt, il Massiccio del Campo dei Fiori 1227 mt, Monte della Colonna 1204 mt, Monte Nudo 1235 mt e Sasso del Ferro 1062 mt. Subito a destra, lo sguardo, sì tuffa nel Lago Maggiore, riconoscibili i Castelli di Cannero, oltre alle tante vette che circondano il lago, come il Mottarone 1491 mt, e tante vette minori, come il Monte Gambarogno 1734 mt. Sicuramente l’inconfondibile forma a piramide del Monte Zeda 2156 mt, attirerà l’attenzione di ogni escursionista esperto che gira da anni per i monti, come sono facilmente riconoscibili, Cima della Laurasca 2193 mt, nel Parco Nazionale della Val Grande, e Monte Limidario 2188 mt, spaziando fino alle Alpi Bernesi.

Guardando verso Bellinzona, Pizzo Vogorno 2442, Cima dell’Uomo 2439 mt e Pizzo Claro 2727 mt, sono tra le più facilmente riconoscibili, mentre sul versante est, Monte Camoghè o Pizzo Camoscio 2228 mt, Monte Bar 1816 mt, Pizzo di Gino 2245, Monte Tremezzo 1700 mt, Grigna Settentrionale 2409 mt e Resegone di Lecco 1875 mt, oltre a buona parte delle Alpi Orobie e delle Alpi Retiche, fino al Pizzo Bernina 4049 mt.



Monte Gradiccioli, una cima che merita la giusta attenzione, una montagna che è come un bellissimo film, ogni occasione è buona, per poter rivivere l’emozione di questo panorama eccezionale.

 

CURIOSITA’

Monteviasco, pur con le sue molte case, conta soltanto quindici residenti, che vivono l’avventura di tutte e quattro le stagioni.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:00/ 3:30 circa.

DIFFICOLTA’: (E) Per il forte dislivello e per i tratti su sentiero e traccia di sentiero.

DISLIVELLO: quasi 1400 mt.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Monteviasco, Capanna Merigetto e Bivacco sempre aperto in località Passo Agario, raggiungibile con una deviazione di circa 30 minuti.

COME ARRIVARE: in auto da Luino con SP n°6 fino al parcheggio della funivia.

CARTOGRAFIA O GUIDE: CARTA Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosse.

DOVE ALLOGGIARE: Capanna Merigetto, tel: 3294904872 per prenotare, oppure 0332/510014, telefonare il venerdì sera dopo le ore 21, oppure capannamerigetto@caigermignaga.it.

mercoledì 1 giugno 2022

Da Sabbia, all'Alpe Laghetto.

Da Sabbia 728 mt, sì percorre il segnavie n°561 che conduce al Monte Capio 2172 mt, sì attraversa la Val Sabbiola fino alla località Montata 880 mt, ora in decisa salita, sì arriva all’Alpe Campo 1525 mt. Sì prosegue ancora in salita, fino sfiorare i 1800 mt di quota, quindi con un piacevole traverso, sì arriva all’Alpe Laghetto 1810 mt.









NOTA

La Val Sabbiola, è una valle che sì colloca a pochi chilometri dallo storico borgo di Varallo Sesia 450 mt, percorrendo il lungo serpente della Val Mastallone, rimane la seconda importante valle che s’incontra lungo la provinciale. Numerosi i sentieri che sì snodano in questa valle, come numerose sono le borgate che arroccate sui pendii, sfidano da secoli le intemperie da rigidi inverni e da turbolenti primavere.

L’itinerario da me proposto parte appunto da Sabbia, piccolo comune abitato già prima dell’avvento di Cristo.

La prima parte del percorso, attraversa la sponda sinistra della valle, fatta eccezione per alcuni casolari e piccoli alpeggi come la località Montata, il segnavie, non incrocia mai nessuna delle piccole frazioni, che s’incontrano sul lato destro della valle; tuttavia, grazie a una deviazione di circa quindici minuti, lungo il segnavie n°565, è possibile visitare il borgo di Erbareti 969 mt, paese dove non vi sono residenti fissi come a Sabbia.



La dura salita che porta all’Alpe Campo, va percorsa durante la fioritura delle ginestre, che regala dei bellissimi colori che sì sposano perfettamente con l’ambiente che le circonda.

L’alpe Campo, è composta di una serie di baite sparse è sì colloca sopra una sella altamente panoramica; oltre ad avere una piacevole vista sulla Val Sabbiola, sì ha anche una bella visuale sulla Cima di Razzarola 1714 mt, e sulle cime più vicine, come il Monte Capio 2172 mt, massima elevazione che sì può ammirare in questo percorso. Altra cima che merita di essere menzionata è la Cima di Rondo 1976 mt.



Man mano che sì prosegue lungo la salita, la visuale si apre fino al Corno Bianco 3320 mt, oltre che alla vista sul Monte Barone 2044 mt, come sull’inconfondibile sagoma del Monte Fenera 899 mt. Per poter osservare il Monte Rosa, sì deve salire ancora un pochino, però, nelle uniche due finestre, sì può ammirare solo una breve porzione, più precisamente, la visuale spazia sulla Punta Parrot 4436 mt.

L’Alpe Laghetto, è composto di un gruppetto di baite sparse in una conca glaciale, molto suggestiva. Dove probabilmente sorgeva il laghetto che da il nome all’alpeggio, oggi, sì è creata una zona umida, indubbiamente di notevole interesse naturalistico. La conca sì colloca praticamente sotto il Monte Capio, molto bella è anche la Cima dei rossi 2134 mt, che a differenza del Monte Capio, sì mostra più rocciosa; dalla sella che precede l’alpeggio, sì ha una bella vista sul Massa del Turlo 1969 mt e sul Monte Forcolaccia 2034 mt, com’è molto suggestivo il panorama sulle tante valli che sì tuffano nel lungo serpente della Val Sesia.

Alpe Laghetto, un luogo ideale per trascorrere delle ore immersi nel silenzio, un luogo che racconta la vita dell’alpeggio e dei tanti uomini che hanno lavorato su queste montagne.

 

CURIOSITA’

Arrivando all’Alpe Laghetto, sì noteranno due grossi fori scavati al centro della conca, due buchi in mezzo alla montagna. Questi due buchi, sono quello che rimane di una vecchia miniera di Nichel.



 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:00 circa.

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero. Prestare attenzione nel tratto che attraversa la Val Sabbiola, per alcuni smottamenti del sentiero, al momento non ancora sistemati.

PUNTI D’APPOGGIO: nessuno.

DISLIVELLO: oltre 1100 mt.

COME ARRIVARE: A26 con uscita Romagnano Sesia, Ghemme, sì prosegue in direzione di Alagna, fino a Varallo Sesia. Da Varallo con SP 9, che percorre la Val Mastallone, quindi, svoltare a destra per SP 79 che sale fino a Sabbia.

CARTOGRAFIA O GUIDE: Carta Kompass N°97.

SEGNALETICA: Cartelli informativi e bandierine bianco rosso.

DOVE ALLOGGIARE:                                                                                                                           

Da Somazzo al Monte Generoso.

Da Somazzo 568 mt, sì seguono le indicazioni per Stazione di San Nicolao 701 mt, Stazione Bellavista 1202 mt, Stazione vetta 1601 mt. Raggiunta la stazione a monte della funicolare, con pratico sentiero, sì guadagna la cresta che porta alla prima cima del Monte Generoso 1701 mt.









NOTA

Definito come l’ultima roccaforte delle Alpi, il Monte Generoso, è la più alta cima che sì eleva sopra il Lago di Lugano, un modesto massiccio caratterizzato da tre punte, due che raggiungono i 1700 mt di quota, e il più piccolo Sasso Bianco 1650 mt. Tra l’Italia e la Svizzera, sono tantissimi i percorsi che raggiungono la vetta, tutti molto suggestivi che regalano ambienti alpini di rara bellezza, una montagna che ha un ambiente tipico delle cime che superano i 2000 mt.

L’itinerario che propongo, parte dalla Svizzera, più precisamente da Somazzo, piccolo borgo di origine medievale che sorge sopra la più rinomata città di Mendrisio 332 mt.

Quello che caratterizza il percorso, è la presenza della linea ferroviaria che da Capolago 273 mt, porta fino all’Albergo Vetta del Monte Generoso.

San Nicolao è una graziosa chiesetta costruita sotto una parete di roccia, al suo interno, sì trova un ristoro. Poco sopra, sì trova la piccola Stazione di San Nicolao, qui sì può trovare l’acqua, e una piccola area attrezzata, dov'è possibile riposare o godersi semplicemente il silenzio di queste montagne, interrotto soltanto dal passaggio del trenino.



Proseguendo la salita, il sentiero, spesso fiancheggia la linea ferroviaria, anche in questo caso, il passaggio del trenino, rende tutto molto più suggestivo.

Prima di arrivare alla Stazione Bellavista, s’incontra la prima balconata di questo percorso, con una bella visuale sul Lago di Lugano e sul borgo di Riva San Vitale 273 mt, e sul Monte San Giorgio 1100 mt, mentre più a sinistra, svetta il Monte Pravello 1015 mt. Volgendo lo sguardo verso destra, spiccano la vista su Monte San Salvatore 912 mt, mentre sulle rive del lago, sorge poco prima, l’abitato di Melide 276 mt.

La Stazione di Bellavista, anch’essa è molto suggestiva, sedersi su di una panchina e attendere che transiti il trenino, è un’esperienza davvero magica; la panoramica è più avara, la vegetazione copre gran parte del panorama che da, sul Lago di Lugano.

Dopo essere usciti dal bosco di faggio, la panoramica inizia a essere interessante, le morbide alture del Dosso delle Mede 1183 mt e del Dosso Bello 1136 mt, accompagnano la vista verso la Dorsale Insubrica e verso la Pianura Padana. Man mano che sì procede verso la vetta, iniziano a mostrarsi le cime del Monte Bisbino, 1325 mt, Monte Colmegnone 1383 mt e del Sasso Gordona 1410 mt, mentre guardando verso la cresta, il trenino con il suo viaggiare lento, passa sotto i ripidi pendii erbosi.



Più ci sì avvicina alla vetta, e più sì respira l’aria alpina di questa montagna, un paesaggio più simile alle alte cime che vanno sopra i duemila metri, ma che in questa lingua montuosa che sì affaccia verso sud, crea un ambiente di notevole interesse paesaggistico.

La piccola stazione a monte, precede quello che è il nuovo ristorante, realizzato nello scorso decennio, dopo aver demolito quello vecchio, ottimo punto d’appoggio per turisti ed escursionisti.

Le ultime righe, le dedico ovviamente alla vetta del Monte Generoso, A mia memoria, e a mia esperienza, è l’unica vetta dalla quale sì possono ammirare ben tre dei laghi del nord Italia, ovvero: Lago Maggiore, Lago di Lugano e Lago di Como, oltre alla vista del più piccolo Lago di Varese. Una panoramica a 360°, basti pensare nelle giornate terse, la visuale spazia fino al Monte Cusna 2120 mt, una delle massime elevazioni dell’Appennino Tosco Emiliano.

Tra le tantissime cime già menzionate in altre camminate, dovendo fare una più ampia panoramica da ovest verso est, cerco di fare un elenco il più possibile esaustivo, tra cui: Monte Rosa 4634 mt, Monte Cervino 4478 mt, Monte Zeda 2156 mt, Monte Nudo 1235 mt, Monte La Nave 988 mt, Monte Tamaro 1961 mt, Pizzo di Vogorno 2442 mt, Monte Sighignola 1314 mt, Monte Camoghè o Punta Camoscio 2228 mt, Pizzo di Gino 2245 mt, Pizzo Stella 3163 mt, Monte Disgrazia 3678 mt, Monte Tremezzo 1700 mt, Monte San Primo 1686 mt, e potrei elencarne ancora tantissime, ma è giusto che chi decida di avventurarsi lungo i percorsi da me descritti, come quello che sto raccontando in queste righe, abbia l’emozione di scoprire uno dei panorami più belli delle Prealpi Luganesi.









CURIOSITA’

La prima ferrovia che collega Capolago al Monte Generoso, risale alla fine del 1800.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 2:30/3:00 circa.

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a San Nicolao e Ristorante Vetta.

DISLIVELLO: oltre 1100 mt.

CARTOGRAFIA E GUIDE: carta Kompass N°91.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosso.

COME ARRIVARE: da Mendrisio, seguire le indicazioni per Somazzo Monte Generoso.

DOVE ALLOGGIARE: varie strutture a valle.


martedì 31 maggio 2022

Da Coggiola, alla Punta delle Camosce.

Da Coggiola 450 mt, sì percorre il segnavie GTB, salendo fino alla località Le Piane 983 mt. Sì prosegue con segnavie G1 salendo al Rifugio La Ciota 1226 mt, quindi con segnavie G8, sì guadagna quota raggiungendo il Rifugio Monte barone 1587 mt. Sempre con lo stesso segnavie, sì riprende la salita, arrivando alla Bocchetta di Ponasca 1650 mt. Dalla bocchetta, sì abbandona il segnavie, seguendo una traccia di sentiero che attraverso la cresta, porta ai piedi della Punta delle Camosce 1699 mt, che sì raggiunge dopo una decisa salita.








NOTA

Il Monte Barone, 2044 mt, è il primo duemila che sì affaccia sulla Valsesia, questo monte è diviso principalmente tra due valli, quella del Torrente Strona e quella più grande del Torrente Sessera. La cima , vanta un panorama a 360°, nelle giornate limpide, la visuale lascia senza parole, una cima che meriterebbe di essere rinchiusa in un parco che ne svelasse tutte le bellezze naturalistiche e storiche. Nel suo modesto ambiente, l’area racchiude in se numerosi percorsi, sentieri facili ma anche percorsi di tutto rispetto, con difficoltà da non sottovalutare mai.

L’itinerario che propongo, non conduce su in cima al Monte Barone, ma a un’altra cima minore, che merita il rispetto di tutti gli escursionisti che non sì limitano alle solite cime, in altre parole a quelle più conosciute, parlo della Punta delle Camosce, aguzza vetta che sfiora i 1700 mt di quota, e che propongo qui, con un percorso non banale e adatto ai più allenati.

Sì parte da Coggiola, piacevole borgo di origine medievale; consiglio la visita del borgo e dei suoi due santuari, quello del Cavallero e quello di Moglietti. La prima parte del percorso, sì sviluppa su mulattiera, che sì alterna con la strada asfaltata che sale fino alla località Noveis 1114 mt. Durante la salita, le balconate panoramiche spaziano prevalentemente sul Monte Massaro 1413 mt e sulle due cime quasi gemelle, in altre parole la Cima di Bors 1959 mt e la Cima della mora 1937 mt.

Raggiunta la località Le Piane, il percorso cambia radicalmente, immergendosi in un ambiente aspro e selvaggio tipico di quote più elevate, già l’attraversamento del Torrente Cavallero, né da un chiaro esempio.

Il Rifugio La Ciota, è un punto d’appoggio fondamentale per chi affronta la lunga salita, oltre ad essere una tappa intermedia, diventa una garanzia in caso di maltempo; una volta, quando il rifugio non era gestito, esisteva anche un locale d’emergenza, è probabile che quando il rifugio non sia operativo, sia ancora accessibile. Dalla terrazza panoramica, sì ha una piacevole vista sulla Valsessera e sulla Pianura Padana, durante il periodo della coltura del riso, quando i campi sono pieni d’acqua, sì ha una gradevole vista di un mare fatto a quadretti.

Il Rifugio Monte Barone, ha di recente cambiato volto, oggi, nella sua nuova veste, è un punto d’appoggio fondamentale per chi vuole fare la lunga traversata verso la Valsesia, oltre che essere un pratico punto di partenza verso la cima del Monte Barone. Ottima la vista panoramica sulla Pianura Padana fino all’Appennino Ligure, oltre alla bella vista della Punta delle Camosce e del Pizzo Pissavacca 1659 mt, piacevole la vista dell’inconfondibile cima del Monte Mucrone 2331 mt.

La Bocchetta di Ponasca, silenziosa e affascinante, un immenso prato che separa la grande cima del Monte Barone dalle più piccole cime della cresta; la vista del Masso della Farina 1712 mt, offre uno scenario d’alta montagna, con la sua forma verticale, che scivola veloce verso la valle.

Punta delle Camosce, dopo il Monte Barone, è la seconda elevazione che guarda verso sud. Qui sì può ammirare una panoramica a 360°, purtroppo la mia salita non è stata molto fortunata, del resto queste montagne sono famose per l’alto tasso di umidità e per i tanti temporali che sì abbattono nella zona durante il periodo estivo, però posso garantire che la vista spazia fino alle Alpi Pennine e Retiche, con vista sul Parco Nazionale della Val Grande, oltre a buona parte della Valsesia meridionale, che guarda dal  Monte Fenera alle colline moreniche. Garantisco la vista sul Re di Pietra, ovvero il Monviso 3841 mt. Una cima poco conosciuta e poco frequentata, ma che regala le stesse emozioni del più alto Monte Barone, un luogo selvaggio e solitario , ma che merita di essere salito.

CURIOSITA’

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:30 circa

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero e per il forte dislivello.

DISLIVELLO: più di 1300 mt in salita e una sessantina in discesa.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Coggiola, Rifugio La Ciota e Rifugio Monte Barone.

SEGNALETICA: colonnine del GtB, cartelli informativi e bandierine rosso bianche.

CARTOGRAFIA O GUIDE: Il Biellese nord orientale, editore INGENIA.

DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Monte Barone, con possibilità di pernottamento, tel: 015/9248034, 3497764425, 3472369460, mail rifugiomontebarone@gmail.com.

sabato 23 aprile 2022

Da Ponte di Piero al Passo Agario.

Da Ponte di Piero 549 mt, dopo aver passato il Torrente Viascola, svoltando a destra, si percorre la ripida mulattiera che sale a Monteviasco 950 mt. Dal paese di Monteviasco, sì prosegue lungo il segnavie che sale all’Alpe Corte 1346 mt e al Rifugio Capanna Merigetto 1498 mt. Dopo aver superato l’Alpe Corte, sì prosegue fino al secondo bivio che porta alla Capanna Merigetto, ignorando il segnale che porta al rifugio, sì prosegue lungo il vecchio sentiero che sale al passo, così dopo aver attraversato il confine, sì raggiunge il Passo Agario 1549 mt.








NOTA

La Valle Veddasca, in entrambi i due versanti, offre numerose escursioni tra Italia e Svizzera, una nutrita rete di sentieri, consente di affrontare svariate salite tra le molte cime che sfiorano i duemila metri, oppure di andare alla scoperta di antichi alpeggi o attraversare valichi che mettono in collegamento le due nazioni o i semplici comuni, realizzando anche dei piacevoli trekking di due o tre giorni.

Il percorso qui descritto parte da Ponte di Piero, dove sì trova la stazione a valle della funivia che conduce a Monteviasco, attualmente fuori uso.

Dal parcheggio sì può andare a vedere il ponte che attraversa il Torrente Giona e che conduce alla piccola borgata di Piero. L’itinerario però, prende un’altra direzione, infatti, segue la segnaletica che porta su al paese di Monteviasco. Pare che la mulattiera che sale in paese, conta più di mille gradini, un’antica strada che ha visto la sua storia fatta di muli e grandi lavoratori, contadini, artigiani, un via vai per un paese arroccato magnificamente sul versante sinistro della valle del Torrente Viascola.

Monteviasco, un luogo che vanta una storia millenaria, pare che i primi insediamenti risalgano all’età del bronzo, qui sì possono trovare delle locande che offrono un’ottima cucina ai tanti escursionisti che affrontano la dura salita che porta in questo paese immerso nel silenzio di queste montagne. Percorrere gli stretti vicoli ascoltare la voce di chi abita qui tutto l’anno, vivere un’atmosfera davvero inimitabile, come lo è questo paese. Dalla balconata della chiesa, sì può ammirare una piacevole vista sulla Valle Veddasca, ben visibili i paesi di Armio 896 mt e Graglio 895 mt, mentre guardando verso l’alto, sì può ammirare l’inconfondibile sagoma del Monte Cadrigna 1300 mt, oltre alla bella veduta del Monte Zeda 2156 mt e del Monte Rosa 4634 mt.



L’Alpe Corte, è composta principalmente da ruderi, solo un edificio ancora in buone condizioni, probabilmente utilizzato ancora oggi per l’allevamento estivo del bestiame. L’alpeggio è abbastanza grande, meta per escursionisti che trovano sollievo dal grande caldo estivo, riparandosi sotto l’ombra dei grandi alberi, circondati dalle baite in pietra. Da qui. Sì ha un piacevole panorama sulla cresta che dal Passo Agario porta fino alla cima del Monte Lema 1620 mt, passando prima dal più alto Poncione di Breno 1654 mt; guardando sotto il Poncione, è possibile scorgere i prati e le baite dell’Alpone di Curiglia 1250 mt. Altra bella veduta sul Lago Maggiore, facilmente individuabile gli isolotti dove sorgono i Castelli di Cannero, ben visibile la città di Verbania, mentre sullo sfondo, s’innalza l’inconfondibile sagoma del Mottarone 1491 mt.



L’itinerario che propongo, scansa volutamente il sentiero che porta alla Capanna Merigetto, che consiglio di andare a visitare magari in un secondo momento, questo lo faccio per il semplice motivo, il rifugio, pur bello, è situato in un vallone poco panoramico. Consiglio di proseguire lungo il vecchio sentiero che porta al passo, oggi non più segnalato, ma ancora ben visibile nella sua traccia, il sentiero da me consigliato, è sicuramente più panoramico, con delle fantastiche balconate sul lago e sulle tante cime che sì possono ammirare durante l’ultimo tratto che porta al Passo Agario, tra cui il Monte Limidario 2188 mt, Cima della Laurasca 2193 mt, Monte Dom 4545 mt, Weissmies 4017 mt e il Lagginhorn 4010 mt.

Il Passo Agario, pur trovandosi in territorio elvetico, è uno dei tanti valichi che mette praticamente in comunicazione l’Italia con la Svizzera, probabilmente utilizzato in passato dai pastori e per lo scambio delle merci. Qui, sì trova un piccolo bivacco sempre aperto, un punto d’appoggio indispensabile per chi affronta la famosa traversata Monte Lema Monte Tamaro, ma anche per gli escursionisti che arrivano dall’Italia, dato che la Capanna Merigetto, non sempre sì trova aperta, quindi se sì ha bisogno di un luogo dove poter trascorrere la notte in caso di necessità, questo è il luogo ideale.

Dal Passo Agario, la prima cosa che colpisce, è la magnifica mole del Monte Gradiccioli 1935 mt, che riempie praticamente l’intera cornice di queste montagne. Tante le cime che sì possono ammirare dal passo, molte sopra i duemila metri, tra cui: Monte Camoghè o Punta Camoscio 2228 mt, Monte Bar 1816 mt, Cima di Fiorina 1810 mt, Monte Boglia 1516 mt, per quel che riguarda il Sottoceneri, guardando verso la dorsale orobica, spiccano il Monte Legnone 2609 mt, Pizzo Alto 2512 mt, Pizzo dei Tre Signori 2554 mt. Nella fascia lecchese, sono riconoscibili: il Grignone 2409 mt, la Grignetta 2184 mt e il Resegone di Lecco 1875 mt. Per quel che riguarda il versante del Lago di Como, che dal passo non sì vede, posso elencare le cime principali, come il Monte San Primo 1686 mt, Monte Palanzone 1436 mt, Monte Tremezzo 1700 mt e Pizzo della Croce 1491 mt, oltre alla piacevole vista della dorsale che porta alla funivia del Monte Lema. Il Passo Agario è una meta molto interessante, sia dal punto di vista ambientale che da quello escursionistico, frequentato da camminatori e da appassionati di bike, un vero mondo tutto da scoprire.









CURIOSITA’

Monteviasco, pur con le sue molte case, conta soltanto 15 residenti, che vivono l’avventura di tutte e quattro le stagioni.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 2:30/3:00 circa.

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: poco meno di 1000 mt.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Monteviasco e Bivacco sempre aperto in località Passo Agario.

COME ARRIVARE: in auto da Luino con SP n°6 fino al parcheggio della funivia.

CARTOGRAFIA O GUIDE: CARTA Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosse.

DOVE ALLOGGIARE:

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