lunedì 27 marzo 2017

Da Barna (CO) al Rifugio Città di Menaggio.



Da Barna 563 mt, sì seguono le indicazioni che portano su al Rifugio Città di Menaggio 1400 mt.







NOTA
Costruito ai piedi delle rocciose pareti del Monte Grona 1736 mt, il Rifugio Città di Menaggio, è un importante punto d’appoggio, per chi affronta l’impegnativa il sentiero o la Via Ferrata che sale alla cima del Monte Grona, ma è anche un ottimo punto di partenza, per chi vuole affrontare una cima più alta come Monte Bregagno oppure per chi intraprende l’Alta Via del Lario, un percorso che sale oltre i 2000 mt e che affronta un territorio solitario dove i rifugi gestiti sono davvero pochi.
L’itinerario qui proposto, ha inizio dal piccolo borgo di Barna, grazioso paese situato nel comune di Plesio 595 mt.
Il sentiero, percorre parte della Via dei Monti Lariani e del Sentiero 4 Valli, prima di salire al rifugio. La prima parte del percorso, si sviluppa su mulattiere e stradine, attraversando località come La Piazza 770 mt e altri isolati gruppi di case.







La seconda parte dell’itinerario, aggira il Monte Grona, e lo fa, con un sentierino che passa alcuni sbalzi rocciosi, creando un ambiente molto suggestivo. Il sentiero, sì va a collegare al segnavie che sale da Breglia 749 mt, e che porta al rifugio seguendo la linea della teleferica.
Il rifugio, è di dimensioni modeste, ma garantisce anche fuori stagione, un servizio di ristoro e di pernottamento, per i tanti escursionisti che salgono su al Rifugio Città di Menaggio. Dal rifugio, si apre una balconata spettacolare, con vista sul Lago di Como e sulle tante montagne che sì ammirano da quassù, come: Monte San Primo 1686 mt, Grignone 2409 mt e Monte Legnone 2609 mt, oltre ad una buona parte delle Alpi Orobie Occidentali, altro buon motivo per raggiungere questo rifugio.
CURIOSITA’
TEMPI DI PERCORRENZA: 2:00/2:30 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per tratti su sentiero ripido e stretto.
DISLIVELLO: circa 800 mt.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91.
PUNTI D’APPOGGIO: Rifugi Menaggio quando aperto.
COME ARRIVARE: da Como con SS 340 fino a Menaggio, poi indicazioni per Plesio e Barna.
SEGNALETICA: cartelli informativi lungo tutto il percorso, bandierine bianco rosso.
DOVE ALLOGGIARE: , con possibilità di pernottamento, tel: 0344/37282 oppure 327/8855090.

domenica 19 marzo 2017

Da Novate Mezzola al Rifugio Brasca.


 
Da Novate Mezzola 212 mt, sì percorre il tratto iniziale del Sentiero Roma, contrassegnato anche con la sigla A6, fino al Rifugio Brasca 1304 mt.







NOTA
La Val Codera, è una valle laterale che sì sviluppa all’inizio della Piana di Chiavenna, e che sale fino a raggiungere le alte cime delle Alpi Retiche, che vanno oltre i 3000 mt.
Il sentiero parte dal piccolo paese di Novate Mezzola, che sorge poco a nord del Lago di Mezzola, vista da Novate, la valle si presenta stretta e impervia, quasi un canyon che sbocca sull'ampia piana. L’attacco del sentiero, si trova, poco sopra il paese; un ampio parcheggio, consente di lasciare l’auto senza problemi.
Inizia ora un’intensa salita, che fa guadagnare subito, ben 600 mt di dislivello, mettendo a dura prova il fiato di chi intraprende quest’itinerario. Raggiunto il gruppo di case d’Avedee 790 mt, la valle si apre, all’orizzonte compare per incanto Codera 825 mt, il paese senza strade, il Pizzo di Prata 2727mt, fa da sfondo a quest’incredibile paese.
Codera, è un paese che non ha strade asfaltate, ma nonostante questo, rimane abitato tutto l’anno; sembra impossibile, che nel terzo millennio, esista ancora una realtà come questa, a dimostrazione, che sì può vivere senza in un mondo moderno, ma restando saldamente ancorato alle proprie tradizioni. Per arrivare a Codera, si affronta un bellissimo traverso, che passa sotto alcune gallerie aperte, dove i ruscelli, si tuffano in valle, creando dei giochi d’acqua, molto spettacolari.






Superato il piccolo cimitero, appare il campanile e la piccola chiesa di Codera. Entrando nel paese, sì arriva nella piazza principale, dove sorge appunto la piccola chiesa. Passeggiando per i vicoli, sì può ancora oggi respirare la magica atmosfera di questo paese d’altri tempi, un vero tuffo nel passato.



Sì abbandona Codera, intraprendendo un’ampia strada sterrata che sì alterna con il vecchio sentiero, ora la valle è molto più aperta, le alte vette che vanno oltre i 2500 mt, pian piano sì mostrano sempre più imponenti, e il bosco, da prevalenza di castagno, cambia velocemente, fino a divenire un profumato bosco d’abeti e larici, con belle praterie che fanno da contorno ai piccoli gruppi di baite che s’incontrano lungo il cammino. Il Rifugio Bresciadega 1214 mt, sorge nell’omonimo alpeggio, quasi una frazione, con la piccola chiesa che sorge poco a fianco.


Ancora trenta minuti di cammino, ed ecco apparire in un’ampia conca il Rifugio Brasca, piccolo ma accogliente, un gioiello nel cuore di questa lunga meravigliosa valle. L’ambiente è davvero affascinante conche glaciali, salgono verso la cima del Pizzo Ligoncio 3032 mt, ben visibile il vallone che sale al Passo del Barbacan 2650 mt, che mette in collegamento la Val Codera, con la Val Masino, altro spettacolare anfiteatro delle Alpi Retiche.
CURIOSITA’
TEMPI DI PERCORRENZA: 3:30/4:00 circa.
DIFFICOLTA’: (T/E) per l’intensa salita da Novate a Codera.
DISLIVELLO: circa 1000 mt.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Novate, Codera, Rifugio Bresciadega e Rifugio Brasca, entrambi con possibilità di pernottamento.
COME ARRIVARE: da Milano con SS n°36 fino a Novate Mezzola.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°92.
SEGNALETICA: cartelli informativi, più bandierine rosso bianco.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugi Brasca, tel: 339/7176620.

domenica 12 marzo 2017

Da Valmadrera al Rifugio SEV



Da Valmadrera 234 mt, si percorre il segnavie N°3 che parte poco sopra Via Belvedere, e che conduce alla località San Tommaso 580 mt. Si prosegue lungo il sentiero N°5 che porta alla località Sambrosera, dove sì trova una sorgente con area attrezzata; ora salendo per il sentiero N°7, si raggiunge il Rifugio SEV 1225 mt, in località Pianezza.
 






 
NOTA
Il Triangolo Lariano, è composta principalmente da due gruppi montuosi. Il primo è composto da una lunga dorsale, che da Como 201 mt, si eleva con vette che superano i mille metri, e che colma con la cima del Monte San Primo, 1686 mt. Il secondo gruppo, più piccolo, è composto da una catena montuosa, con cime che vanno oltre i milleduecento metri e che colma con le dolomitiche pareti dei Corni di Canzo, con i 1373 mt del Corno Occidentale.
Il percorso qui descritto, si sviluppa nel secondo gruppo montuoso, partendo poco sopra il paese di Valmadrera. L’inizio è piacevole, grazie ad una bella mulattiera che sale alla località San Tommaso, qui oltre ad una bellissima corte, si apre un’ampia conca dove è collocata la piccola chiesa di San Tommaso, qui sì gode il primo grande panorama del percorso, una balconata che consente di ammirare la città di Lecco 214 mt, dominata dalla dolomitica mole del Resegone di Lecco 1875 mt, oltre alla piacevole cima del Monte Barro 922 mt. Interessante è anche la piacevole veduta del Corno Birone 1116 mt e del Sasso Malascarpa; impossibile, non ammirare la verticale parete che porta alla cima del Corno Rat 906 mt, dove è collocata, una delle vie ferrate più impegnative della provincia.
 






 
Sì prosegue, immergendosi nel fitto bosco, raggiungendo la località Sambrosera; qui un’area attrezzata e una sorgente, garantiscono rifornimento d’acqua, ombra nelle calde giornate estive e la serenità, di un luogo davvero magico.  
Raggiunta la Bocchetta di sambrosera a 1110 mt, poco sopra, un panettone senza alberi, consente di ammirare la dolomitica cima del Monte Moregallo 1276 mt e la verticale vetta del Corno Orientale 1232 mt.

 





Appena raggiunto il Rifugio SEV, qui sì apre la seconda balconata del percorso, un’ampia conca, s’affaccia sul ramo di Lecco del Lago di Como, con sguardo verso il Monte San Primo e la punta di Bellagio 229 mt. In lontananza, la lunga catena della Mesolcina, si innalza maestosa a nord di Menaggio 203 mt, con vette che s’innalzano subito sopra i duemilametri, come Monte Bregagno 2107 mt e Pizzo di Gino 2234 mt, mentre più a nord sono riconoscibili le vette della Val Darengo con alte vette come il Monte Ledù 2503 mt e il Pizzo Cavregasco 2535 mt.
Guardando verso la sponda destra del lago, si può ammirare l’ampio paese di Mandello del Lario 214 mt, sovrastato dal gruppo montuoso delle Grigne, con le due famose cime che sono: la Grignetta 2184 mt ed il Grignone 2409 mt, mentre spostato poco a sinistra, spunta la maestosa cima del Monte Legnone 2609 mt.
  
 







Questo è solo l’anticipo di quello che sì può ammirare dal Rifugio SEV, perché nelle giornate terse, il panorama volge verso i quattromila delle Alpi Pennine. Il rifugio è molto grande, ed è anche molto frequentato da alpinisti e da bravi turisti, che affrontano le lunghe salite per raggiungere questo luogo che offre un buon servizio di ristorazione oltre che ad un punto d’appoggio, dove trascorrere la notte.
CURIOSITA’
TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per la ripida salita e per i circa millimetri di dislivello da affrontare.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Valmadrera, agriturismo in località San Tommaso e Rifugio SEV con possibilità di pernottamento.
COME ARRIVARE: da Milano o da Lecco con SS n°36 con uscita Civate Valmadrera.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°105/91.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bollini colorati.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugio SEV, tel: 0341/583004

domenica 5 marzo 2017

Da Domodossola al Rifugio Alpe Lusentino.



Da Domodossola 272 mt, sì percorrono i segnavie che passando le località: Sacro Monte Calvario, San Defendente e Vallesone, conducono al Rifugio Alpe Lusentino 1089 mt.

NOTA
L’itinerario qui descritto, è uno dei percorsi più classici che sì possono fare partendo da Domodossola, una di quelle camminate, che possono accontentare un buon escursionista, che si trova una giornata incerta, e che ha bisogno di numerosi punti d’appoggio in caso di Maltempo. Sì parte appunto da Domodossola, piccola cittadina, adagiata nella parte alta della Val d’Ossola, e che vanta una storia molto antica. Sì affronta subito la bella salita che porta al Sacro Monte Calvario, una serie di cappelle votive, precede quello che è il complesso principale, dove sorge la chiesa ottagonale di Santa Croce; il segnavie, evita l’area religiosa, consiglio in ogni caso, di effettuare una breve deviazione, che consente di visitare l’intero monumento.
Sì prosegue salendo una piacevole mulattiera che sale alla località San Defendente, piccola chiesa, adagiata sopra un’altura, dalla quale si può ammirare una splendida veduta della valle e sulle montagne della Val Grande, facilmente riconoscibile, la cima del Testa di Menta 2204 mt.
Nuovamente in salita, ma questa volta su sentiero, per raggiungere la borgata di vallesone 658 mt, questo gruppo di baite, è particolare, perché, oltre alla piacevole atmosfera che crea, si possono ammirare numerose sagome, raffiguranti la vita del borgo; non so se per testimoniare tempi passati, o solo per diletto, ma creano una simpatica novità che anima tutto il contesto.
Ancora una decisa salita che si alterna con la strada asfaltata, e si arriva al Rifugio Alpe Lusentino, locale tipico, dove si può trovare ristoro e alloggio. Il rifugio, è meta d’escursionisti, ma anche di sciatori nella stagione invernale, infatti, qui parte la seggiovia che porta in quota, e termina la pista da sci che scende da monte. L’ambiente che per tutta la salita è rimasto immerso nel silenzio di fitti boschi di castagno e faggio, ora lascia il posto a prati e ad un ampio parcheggio, con musica ad alto volume, che non sempre è apprezzato da chi cerca la quiete dei monti, ma questa è la stagione invernale, e quindi, l’ambiente muta per un altro tipo di frequentatore, sicuramente meno attento al silenzio di queste montagne.
CURIOSITA
Il Sacro Monte Calvario, oltre ad essere una riserva naturale,è anche inserito, come patrimonio mondiale dell’UNESCO.
TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30circa.
DIFFICOLTA’: (E) per sentieri ripidi.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Domodossola e Rifugio Alpe Lusentino.
DISLIVELLO: 800 mt circa.
COME ARRIVARE: da Milano o da Genova con autostrada A26 fino ad Ornavasso, quindi superstrada fino a Domodossola, quindi cercare l’attacco del sentiero che parte dalle prime cappelle.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°97 e 89.
SEGNALETICA: cartelli informativi, più bandierine rosso bianco.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Alpe Lusentino con possibilità di pernottamento, tel: 0324/240468, oppure 335/8077999.

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