domenica 4 dicembre 2016

Traversata dei due laghi. Tappa N°2




Da Colazza 542 mt, sì percorre Via Risorgimento e Via Don Giulio Gemelli, appena superata la trattoria Il Tirabuscion, si scende lungo una stradina pedonale che immette in Via per Invorio. Trovati i cartelli con i nomi dei comuni, sì svolta alla prima strada a sinistra, iniziando a scendere velocemente, arrivando alla località Fortezza.
Si prosegue in discesa, fino ad arrivare a Ghevio 305 mt. Ora, anche se vi possono essere delle alternative migliori, considerata la lunghezza della traversata totale da Orta, la soluzione che propongo qui, è indubbiamente la più pratica.
Da Ghevio, si prosegue seguendo la strada provinciale che sale a Montrigiasco 424 mt, prestando molta attenzione alle auto. Da Montrigiasco, si percorre il sentiero A3, che scende alla chiesa di Sant’Eufemia. Da Sant’Eufemia, si segue la strada asfaltata a sinistra, appena passata la SP159, si percorre il segnavie A1, però, da qui in avanti la segnaletica risulta decisamente insufficiente, quindi prestare molta attenzione alle indicazioni qui riportate. Superato il tratto sterrato, si arriva in prossimità di alcune abitazioni, da li, si percorre un tratto di strada asfaltata, voltando a sinistra per una strada sterrata che passa alcune villette. Finita la strada, sì svolta a sinistra camminando su una strada asfaltata che porta ai Laghi di San Carlo, in questo tratto s’incontrano alcune indicazioni. Raggiunta una sbarra, si percorre la sterrata sulla destra, e si segue oltrepassando l’agriturismo Casalmarzio, quindi proseguendo lungo la sterrata si finisce sulla strada che porta a San Carlone, svoltando a destra, si scende lungo la via, evitando il tornante attraverso un ripido sentiero, quindi ripresa la strada si arriva nelle periferie d’Arona ed in breve, nella piazza principale che da, sul Lago Maggiore.
NOTA
LA seconda tappa della traversata, pur avendo notevoli scorci panoramici e attraversando piacevoli borghi, rispetto alla prima parte, si sviluppa prevalentemente su strade asfaltate. Il paese di Colazza ha già un piacevole borgo antico; le due chiese principali sono: Chiesa Parrocchiale dell’Immacolata del XVII secolo e la Chiesa di San Bernardo del XIII secolo. Un altro borgo che consiglio di visitare è la località Fortezza, con la Chiesa dedicata a Maria Assunta, con il suo campanile romanico del XI secolo, oltre al piccolo centro storico di Ghevio.
La salita a Montrigiasco è pericolosa per via delle auto, però è preferibile ad altre soluzioni che potrebbero allungare l’itinerario di almeno 30 minuti. Montrigiasco è un borgo anch’esso molto bello, che s’incastra perfettamente nella quiete di queste colline, ricoperte da fitti boschi di castagno e pino silvestre. Molto suggestiva è la località Incocco, come lo è anche la piccola chiesa di Sant’Eufemia.
L’ultimo tratto del percorso si sviluppa tra campi e boschi, per poi abbandonarsi definitivamente alla discesa su strada asfaltata che porta nel centro d’Arona, bellissimo borgo, che merita una visita, nonostante la stanchezza, Borgo che risale almeno a prima dell’anno mille, ma che può vantare notevoli ritrovamenti dell’età del bronzo, nelle colline di Mercurago.
CURIOSITA’
A Montrigiasco ogni anno, si commemora un eccidio avvenuto il 16 marzo del 1945.
TEMPI DI PERCORRENZA: 3: 15 circa.
DIFFICOLTA’: (T)
DISLIVELLO: poco più di 100 in salita, ma oltre 600 in discesa.
SEGNALETICA: pannelli informativi e bandierine bianco rosso. Prestare in ogni caso attenzione alla segnaletica, scarsa o mancante nell’ultimo tratto.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°97/90 1:50000. Tra il Lago maggiore e il Lago d’Orta editrice Legenda r.s.l. 1:35000.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a: Colazza, Ghevio, Montrigiasco, B&B in località Incocco, agriturismo Il Molino del Sabbione in località Sant’Eufemia e Agriturismo Casalmarzio in località Cicognone di sotto, e altri locali nell’ultimo tratto che scende ad Arona dove si possono trovare molti Hotel e ristoranti.
DOVE ALLOGGIARE: B&B Cascina Incocco, tel: 0322/230023, oltre a numerose strutture ricettive ad Arona.
COME ARRIVARE: in auto da Arona con SP N°142 fino ad Oleggio Castello, poi SP N°33 fino ad Invorio, quindi indicazioni per Invorio Superiore e Colazza.

domenica 27 novembre 2016

TRAVERSATA DEI DUE LAGHI. Tappa N°1



Da Orta San Giulio 294 mt, sì percorre il sentiero che costeggia il lago fino a raggiungere la strada asfaltata che porta alla SS N°229. Dopo aver attraversato la rotonda, si prosegue lungo la strada che porta ai paesi d’Armeno, Miasino e Ameno, per poi svoltare a sinistra per Via San Giovanni Bosco seguendo il segnavie che porta alla stazione d’Orta. Ora seguendo le indicazioni, si raggiungono i paesi di Miasino 479 mt e Ameno 517 mt. Si prosegue seguendo una sterrata che scende nella bella valle del Torrente Agogna, quindi dopo aver attraversato la valle e raggiunto l’altra strada che scende da Ameno, si comincia a guadagnare quota attraversando una serie di frazioni per poi proseguire fino alla Cappella del Vago 690 mt, massima elevazione del percorso, quindi in discesa seguendo i cartelli informativi, sì raggiunge il paese di Colazza 542 mt, dove termina la prima parte di quest’itinerario.
NOTA
Prima parte di un bellissimo itinerario che attraversa antichi borghi, con spettacolari panorami sul Lago d’Orta e sul Lago Maggiore situati ai piedi e nel cuore del gruppo montuoso del Mottarone nella sua fascia meridionale. Inizia tutto dal borgo d’Orta, incantevole paese che si affaccia sulle rive del Lago d’Orta, una volta circondato da mura che furono distrutte nel 1311, dalla quale si possono ammirare panorami sulle montagne dell’Ossola come il Monte Massone 2161 mt. Molto emozionante è la vista sull’Isola di San Giulio, piccolo gioiello che sorge al centro del lago.
Un altro borgo da visitare è Miasino, già conosciuto nel medioevo, quando faceva parte del feudo della Riviera di San Giulio, con i suoi stretti vicoli che si snodano sui colli che sovrastano il lago. Dopo Miasino, tocca ad Ameno, altro incantevole borgo, pare che alcune ricerche archeologiche, hanno portato alla luce resti risalenti all’età del ferro e del bronzo, fino all’Impero Romano. Ameno segna però un confine, perché da adesso in poi, l’itinerario inizia ad entrare nel mondo montuoso del Mottarone, la bella valle del Torrente Agogna, apre un’ottima panoramica sulla vetta del Mottarone 1491 mt da una parte, e sul Massiccio del Monte Rosa 4633 mt dall’altra.
Il continuo passaggio attraverso le piccole frazioni che s’incontrano da lì in avanti, regalano quell’atmosfera di rustico e d’altri tempi, che di solito catturano l’attenzione di un attento escursionista o del semplice turista che vuole gustare la quiete dei borghi e il silenzio dei boschi, oltre a regalare spettacolari panorami sul Monte Rosa.
La cappella del Vago, è la massima elevazione del percorso, qui, vi sì trova una piccola cappella e un’area attrezzata che garantisce un buon punto di sosta. Un ultimo cenno lo dedichiamo a Colazza, che ha visto la sua nascita in epoca romana, oltre ad aver vissuto in pieno i Visconti e i Borromeo da questo grazioso borgo, sì ha una splendida panoramica sul lago Maggiore, sulla Rocca d’Angera e sulle colline moreniche che sorgono dietro Sesto Calende 198 mt.
CURIOSITA’
Durante la seconda guerra mondiale, anche Colazza, come tanti altri paesi, fu al centro d’importanti vicende partigiane.
TEMPI DI PERCORRENZA: 3:45 circa.
DIFFICOLTA’: (T/E) per tratti su sentiero ripido e per la lunghezza del percorso.
DISLIVELLO: 500 mt circa.
SEGNALETICA: pannelli informativi e bandierine bianco rosso. Prestare in ogni caso attenzione alla segnaletica.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°97/90 1:50000. Tra il Lago maggiore e il Lago d’Orta editrice Legenda r.s.l. 1:35000.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a: Orta, Miasino, Ameno e Colazza.
DOVE ALLOGGIARE: B&B Casa del Sole tel: 347/5585486
COME ARRIVARE: in auto da Novara o da Omegna, con SS N°229, in treno lungo la linea Novara-Domodossola.

domenica 29 maggio 2016

Salita alla Grigna Meridionale.



Dai Piani Resinelli 1270 mt circa, si segue la strada asfaltata che diverrà in seguito sterrata, che conduce al Rifugio Carlo Porta 1426 mt. Ora in decisa salita, sì affronta il ripido sentiero che sale alla vetta della Grigna Meridionale 2184 mt, detta anche Grignetta.
NOTA
Per chi ama i paesaggi dolomitici, ma non ha la possibilità di trascorrere un periodo di vacanza in Trentino, le montagne che si ergono a nord di Lecco, offrono la possibilità di rimediare a tale mancanza. La Grigna Meridionale è una di quelle cime a portata di mano. Una di quelle salite, che si possono tranquillamente fare in una mattinata. I Piani dei resinelli dove si lascia l’auto, hanno anche loro un breve cenno di storia, in sostanza nei primi decenni del 1900, i Piani dei Resinelli prendono il loro nome attuale, da una famiglia altolocata, divenendo di seguito una rinomata località di villeggiatura. Si sale con una comoda strada asfaltata che poi diventerà sterrata al Rifugio Carlo Porta. Locale storico, proprietà del CAI di Milano, inaugurato nel 1911 e dedicato al celebre poeta milanese, il rifugio offre un piacevole servizio di ristorazione e di pernottamento, strategico per chi vuole arrampicare di mattino trovandosi comodamente dal giorno precedente.
La salita alla cima della Grignetta, si sviluppa lungo un faticoso sentiero, che sale ripido fino in vetta, con vari passaggi su roccia in parte attrezzati, soprattutto nel tratto finale, dove raccomando la dovuta attenzione. Anche se escursionisticamente parlando, la cima è quasi alla portata di tutti, il percorso è reso molto insidioso dai tanti ciottoli che rendono instabile l’andatura, soprattutto in discesa. Onestamente la sconsiglio a chi ha problemi di menisco. I passaggi su roccia richiedono fondamentalmente: assenza di vertigini e la massima concentrazione; una semplice distrazione, può costare davvero cara.
La vetta è senza dubbio, uno dei panorami più belli della provincia e perché no, anche della regione. 360° di panorama che vanno dall’Appennino a buona parte dell’arco alpino, anche se i panorami più belli si godono nelle immediate vicinanze, racchiusi in quel mondo dolomitico che la Grigna sa offrire. Alte pareti di grigia roccia, circondano la parte finale del sentiero, spesso, si possono ammirare i bravi arrampicatori che si cimentano nella verticalità di queste pareti rocciose. Tra le cime che segnalo, metto subito in evidenza il Grignone o Grigna Settentrionale 2409 mt, che si eleva poco a nord, mentre per il resto segnalo i massicci montuosi del Monte Due Mani 1656 mt e del Resegone di Lecco 1875 mt, il tutto colorato dal blu del ramo di Lecco del Lago di Como.
Nelle vicinanze, si trova il Bivacco Ferrario, piccolo con la sua forma che definisco spaziale, infatti, sembra una capsula che arriva dallo spazio e che è atterrata in cima alla Grignetta. L’interno è molto povero, del resto il suo utilizzo è limitato ai soli casi d’emergenza, quando il tempo volge al brutto o in caso di reale necessità.

CURIOSITA’

TEMPI DI PERCORRENZA: 2:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E/EE) per sentiero ripido e passaggi su roccia in parte attrezzati.
PUNTI D’APPOGGIO: locali ai Piani Resinelli, Rifugio Carlo Porta e Bivacco Ferrario posto in cima alla Grignetta, utilizzabile solo in caso d’emergenza.
COME ARRIVARE: da Lecco seguendo le indicazioni per la Valsassina, fino a Ballabio 720 mt, quindi seguire le indicazioni per Piani dei resinelli.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carte Kompass N°105/91.
SEGNALETICA: cartelli informativi.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Carlo Porta tel: 0341/590105

martedì 24 maggio 2016

Da Cornalba al Monte Alben.



Da Cornalba 893 mt si percorre il segnavie N°503 seguendo una strada sterrata fino a trovare una cappella votiva. Svoltando a sinistra lungo il sentiero panoramico, si sale notevolmente, aggirando la Corna Pradella 1342 mt, quindi entrando in un vallone, s’incrocia il sentiero N°502 che arriva da Serina 720 mt, ora seguendo quest’ultimo, si sale a Passo la Forca 1848 mt, quindi voltando a destra si segue l’impegnativa cresta che porta alla vetta del Monte Alben 2019 mt.
NOTA
Il gruppo montuoso che comprende la cima del Monte Alben, è un piccolo mondo a se, separato dalla catena orobica dal Passo di Zambla 1270 mt. Io lo definisco un castello di roccia, perchè visto dal basso, somiglia molto ad una fortezza medioevale, con robuste mura, torri merlate e gli edifici reali nella parte più impervia. Un anello di roccia calcarea, al cui interno vi ritrovano ambienti alpini di rara bellezza, un’immensa conca glaciale composta di verdi prati nella parte bassa e alte pareti rocciose nella parte alta.
S’inizia da Cornalba, piacevole borgo situato nella Val Serina, pare che le sue origini, risalgono al primo secolo avanti cristo, durante il dominio dei romani.
Il percorso si tuffa subito nel fitto bosco, che man mano che si sale, diverrà in prevalenza di faggio, un serpente di curve che sale fino a sbucare fuori in una conca dove si nota in lontananza un casolare. I verdi prati, fanno venir voglia di tuffarsi in questo verde mare, punteggiato di tanti fiori colorati. Proseguendo lungo il sentiero, sì arriva ad una chiesetta, dove si apre un bel panorama sulle Prealpi Bergamasche. Poco più avanti, si trova Casera Alta, qui un’ampia conca permette la visuale sulla cresta rocciosa che colma con la cima del Monte Alben. Una vasta prateria ricoperta d’erbe e fiori d’ogni varietà, un colore ed un profumo che riempie l’aria di buono. Continuando a salire si arriva a Passo la Forca, che separa Cima la Croce 1978 mt dal Monte Alben, qui sì ha il primo assaggio di panorama con una spettacolare vista su Cima del Fop 2322 mt.
Da Passo la Forca, inizia la più impegnativa salita che porta alla vetta del Monte Alben, il percorso si sviluppa lungo aspre pareti che si ergono sopra profondi valloni, pareti che spesso consentono il passaggio con veri e propri passaggi di breve arrampicata, che anche se facilmente superabili, richiedono in ogni caso e sempre la dovuta attenzione, un minimo errore potrebbe costare davvero caro….
Conquistata la cima, 360° di panorama aspettano l’intrepido escursionista, dall’Appennino alla Pianura Padana, dalla cima di Canto Alto 1146 mt alle cime alte e importanti delle Alpi Orobie, come Pizzo dei Tre Signori 2554 mt, Pizzo Arera 2512 mt e Pizzo della Presolana 2521 mt, in lontananza son ben visibili Monte Disgrazia 3678 mt e Pizzo Bernina 4050 mt. Queste sono solo una piccola parte di quello che si può vedere, perché nelle giornate terse, posso assicurare che il panorama è ancora più emozionante.

CURIOSITA
Il 25 novembre del 1944, il Capitano Aldo Resmini, compie un sanguinoso rastrellamento nel comune di Cornalba, dove persero la vita numerosi partigiani.

TEMPI DI PERCORRENZA: 3:30/4:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E/EE) per sentieri ripidi, e per il traverso che porta in cima a Monte Alben, con vari passaggi su roccia.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Cornalba e piccolo baitino d’emergenza in prossimità di Passo la Forca.
DISLIVELLO: 1100 mt circa.
COME ARRIVARE: da Milano o da Brescia con autostrada A4 uscita Dalmine, quindi SS 470 della Valle Brembana, superato Zogno 334 mt, seguire indicazioni per Serina e Oltre il Colle 1030 mt, quindi svoltare a destra appena s’incontra il bivio per Cornalba.
CARTOGRAFIA O GUIDE: Carta Kompass N°104.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco.
DOVE ALLOGGIARE:

giovedì 19 maggio 2016

Da Ponte di Piero al Monte Tamaro.



Da Ponte di Piero 549 mt, si percorrono una serie di segnavie che passando per Monteviasco 924 mt, Alpe Corte 1345 mt, Capanna Merigetto 1500 mt, Bassa di Montoia 1791 mt, conducono alla vetta del Monte Tamaro 1961 mt.
NOTA
Monte Tamaro, è la cima più alta della Valle Veddasca, valle che dal Passo di Reggia 1388 mt, scende fino a Maccagno 218 mt, attraversata dal Torrente Giona che si tuffa nelle acque del Lago maggiore.
Il percorso inizia dal grande piazzale della funivia che porta a Monteviasco, unico paese in provincia di Varese che si può raggiungere esclusivamente a piedi o in funivia.
La salita mette subito a dura prova il fiato di chi decide di salire a Monteviasco a piedi, infatti, una lunga mulattiera con oltre mille gradini, che sale decisa fino al paese. Monteviasco, è un vero e proprio tuffo nel passato, senza esagerare, è il paese più bello della provincia, quasi non ci si crede che possa esistere un luogo senza auto, dove i pochi abitanti residenti tutto l’anno, devono fare i conti con l’aspro ambiente che li circonda.
Proseguendo lungo il sentiero, si giunge all’Alpe Corte, piccolo gruppo di baite poste sul fianco poco sotto il costone che porta al Monte Pola 1741 mt, qui si apre una bella balconata sul Lago Maggiore, con vista su Verbania e sul Mottarone 1491 mt, oltre che ad una bella veduta sulla cresta che comprende due cime come il Poncione di Breno 1654 mt, e il Monte Lema 1620 mt.
Salendo ancora, s’incontra la Capanna Merigetto, piacevole rifugio di legno, proprietà del CAI di Germignaga. Il rifugio è del tipo autogestito, per entrare bisogna ritirare le chiavi, in ogni caso spesso si trova aperta di domenica. La capanna non ha un buon panorama, essendo incastrata dentro un morbido vallone, comunque basta fare poche decine di metri, per ammirare un ottimo panorama.
Monte Pola, è una minuscola cima che precede, l’enorme mole del Monte Gradiccioli 1935 mt, seconda cima dopo il Monte Tamaro, ma a mio parere più bella come forma, essendo una montagna che riempie il panorama, una di quelle vette che, quando le vedi, puoi solo dire: Caspita!
Girando dietro il Monte Gradiccioli, si attraversa una bella conca glaciale, dove la neve dell’inverno rimane fino a tarda primavera, qui si assapora il bel paesaggio alpino che queste Alpi Prealpi offrono agli escursionisti. Dopo tanto cammino, ecco l’ultima intensa salita che porta alla cima del Monte Tamaro. Fatica tutta ricompensata da 360°di panorama eccezionale (per essere modesti), una visuale che nelle giornate limpide lascia senza parole, qualcosa che merita di essere vissuto il più a lungo possibile. Ampia visuale sulla parte iniziale del Lago Maggiore, su Locarno 197 mt e su la Valle Maggia, dove svettano cime come Pizzo di Vogorno 2442 mt e Pizzo Cramalina 2322 mt; ampia vista verso Giubiasco 254 mt e Bellinzona 227 mt, ben visibile la Val Morobbia e la cima del Pizzo Camoghè (o Punta Camoscio) 2228 mt. La vista sulle Alpi è quasi completa, per citarne qualcuna, posso assicurare che la vista su Alpi Graie, Bernesi e Retiche è assicurata, molto bella la veduta sulle Prealpi, dal varesotto alla bassa bergamasca, con vista sicura su Alpi Orobie con l’inconfondibile piramide del Monte Legnone 2609 mt, sul gruppo delle Grigne e sul Resegone di Lecco 1875 mt. Monte Tamaro è sicuramente una delle cime più conosciute del Sottoceneri, frequentata moltissimo da escursionisti di buon livello a semplici camminatori che affrontano la classica traversata Lema Tamaro o viceversa, il tutto immerso nel più bel paesaggio prealpino che si eleva tra Italia e Svizzera.

CURIOSITA’
A Monteviasco, si trova il Santuario Madonna della Serta, dove pare, vi sono state numerose guarigioni attribuite alla beata vergine.

TEMPI DI PERCORRENZA: 3: 30/4:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per i ripidi sentieri e per il forte dislivello.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Monteviasco, Capanna Merigetto quando aperta, oppure Bivacco sempre aperto in località Passo Agario 1554 mt, raggiungibile con una breve deviazione dalla capanna Merigetto, oppure scendendo dal Monte Pola.
COME ARRIVARE: da Luino, seguire le indicazioni per Curiglia e Funivia per Monteviasco.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°90 e Via Verde Varesina redatta da De Agostani.
SEGNALETICA: Cartelli informativi più bandierine bianco rosso; segnaletica quasi simile, sia in Italia sia in Svizzera.
DOVE ALLOGGIARE: a Monteviasco, presso l’Ostello situato nell’edificio parrocchiale, tel: 333/2199768

lunedì 9 maggio 2016

Salita al Rifugio Pian Vadà e al Monte Vadà.



Dalla località Colle 1238 mt, si percorre la lunga strada militare che porta al Rifugio Pian Vadà 1711 mt, quindi proseguendo in direzione del Monte Zeda 2156 mt, raggiunta la cresta, sì svolta a destra per salire rapidamente i 1836 mt del Monte Vadà.
NOTA
Il Monte Vadà, è composto principalmente da due cime, una di 1814 mt e una di 1836 mt, essendo la più alta, ho preferito salire la cima principale.
Dalla località Colle, parte una lunga strada militare che aggira le cime del Monte Spalavera 1534 mt e Monte Bavarione 1505 mt, la strada appartiene alla famosa Linea Cadorna, imponente opera di difesa, ideata dal Generale Luigi Cadorna e costruita all’inizio del 1900. Lungo la salita, sì possono incontrare i ruderi delle case che sarebbero serviti come rifugio ai militari in caso di conflitto bellico, inoltre, sparse qua e la, perché bisogna un pò andarle a cercare, si possono trovare vari resti di trincee.
La strada militare, sale fino ai piedi del Monte Zeda e probabilmente si spinge fin quasi il Pizzo Marona 2051 mt. Volendo accorciare il percorso, dal Passo Folungo 1369 mt, si lascia la strada militare per seguire il segnavie che sale deciso evitando alcuni tornanti della strada militare, il percorso è in ogni modo più impegnativo, salendo per un ripido sentiero in parte attrezzato che porta all’ultimo tratto della strada militare che porta al Rifugio Pian Vadà.
Il rifugio non è accessibile; per poterne usufruire, bisogna chiedere all’ente di gestione le chiavi. A fianco, esiste un quasi bivacco d’emergenza, dico quasi, perché la struttura è molto ristretta, dotata solo di tre posti letto sprovvisti di coperte o altro, al suo interno non si trova nessun tipo d’arredo ed è sprovvisto di stufa, quindi in caso di necessità, il bivacco non offre nessun confort, potendo ospitare circa dieci persone che in parte rimarrà in piedi fino a che l’emergenza non cessi del tutto.
Il Monte Vadà, come già detto in precedenza, è composto di due cime dalla quale si può ammirare un panorama eccellente. Nelle vicinanze della vetta, si possono trovare alcune fortificazioni della Linea Cadorna, rappresentate da una linea di trincee ben conservata.
Pizzo Marona e Monte Zeda, sono le prime cime che si possono ammirare, il versante destro del Monte Zeda è composto di una bella conca glaciale dove la neve rimane fino a tarda primavera, regalando quella piacevole sensazione d’alta montagna che fa sempre piacere respirare; adagiato in un versante sicuro della conca, il Bivacco Alpe Fornà 1741 mt si mostra nella sua semplice quiete.
Poco distante, si può ammirare, l’intera mole del Monte Limidario 2187 mt, dove s’incastrano perfettamente le imponenti Rocce del Gridone con punte che superano i 2100 mt di quota. Guardando verso sud, si ammira la bella sagoma del Lago Maggiore, che dalla città di Verbania, scende verso la pianura, dove proseguirà come Fiume Ticino fino al Po. Nelle giornate terse, il panorama spazia fino all’Appennino e alle alpi Orobie e Retiche, io purtroppo non ho avuto la fortuna di un cielo limpido, ma posso assicurare che la vista lascia senza parole.

CURIOSITA
Il rifugio Pian Vadà, sorge sulle fondamenta di un precedente rifugio distrutto da un bombardamento nel 1944.
TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30/3:00 circa.
DIFFICOLTA’: (T/EE) per il tratto da Passo Folungo al Rifugio Vadà. (E) per la salita al Monte Vadà.
PUNTI D’APPOGGIO: locale d’emergenza nelle vicinanze del rifugio Pian Vadà.
DISLIVELLO: 600 mt circa.
COME ARRIVARE: A26, uscita Verbania, quindi strada per Valle Intasca, Aurano e Pian Cavallo, poi si prosegue lungo la provinciale che va a Trarego fino alla località Colle dove si lascia l’auto.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°97/90.
SEGNALETICA: cartelli informativi, più bandierine rosso bianco.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Pian Vadà. Locale autogestito dotato di sette posti letto, utilizzabile con ritiro chiavi, per informazioni, contattare l’ente parco, tel: 0324/87540 da lunedì a venerdì in orario d’ufficio.  

martedì 26 aprile 2016

Salita al Rifugio Monte Lema e al Poncione di Breno.



Da Curiglia 670 mt, si seguono le indicazioni per Alpone 1219 mt, Alpe Arasio 1409. Giunti ad una forcella, svoltando a destra si raggiunge in breve, il Rifugio Monte Lema 1550 mt.
Ritornati alla forcella, si prosegue sul sentiero di sinistra che sale decisa sulla cresta che poi conduce alla Cima del Poncione di Breno.
NOTA
Tra le tante valli che si trovano nella Provincia di Varese, la Valle Veddasca è quella che rappresenta al meglio la media montagna, in altre parole quei gruppi montuosi che riescono a superare i 1500 mt di quota. Anche se il varesotto può vantare tanti e interessanti itinerari escursionistici anche di buon livello, quelli che si spingono a quote più incisive, sono senza dubbio quelli della Valle Veddasca. L’itinerario che descrivo oggi è interessante sia dal punto di vista escursionistico, sia dal punto di vista panoramico, con vedute che guardano fino all’Appennino Ligure. Si parte da Curiglia, piccolo paese che si trova nel versante destro della Valle Veddasca. L’inizio è molto bello, attraverso la mulattiera che come un agile serpente attraversa le case in pietra, regala una sensazione d’altri tempi, del resto, tutto il contesto crea quella tipica atmosfera antica, che ogni escursionista cerca, quando viene a visitare questi luoghi ancora intatti.
La salita segue la mulattiera che sì collega alla strada asfaltata che porta a Sarona 934 mt, qui lungo la decisa salita, si attraversa un bellissimo bosco di castagno, con piante secolari di notevole bellezza. Sarona, è una borgata che si erge sopra l’abitato di Curiglia, ed è rappresentato da un discreto gruppo di baite in pietra, una più bella dell’altra, da qui s’inizia a godere della piacevole veduta del Monte Zeda 2156 mt, ancora ricoperto dalle nevi invernali, soprattutto nel suo versante più freddo. Se si vuole fare meno fatica, ma continuare comunque a salire in modo veloce, sì può proseguire lungo la strada asfaltata, che porta all’Alpone. Qui si trova un altro consistente gruppo di baite; in una di queste è stata adibita a Rifugio, con apertura stagionale.
Seguendo i segnavie, poco spostato dalle baite si trova il Santuario della Madonna della Guardia 1245 mt, da lì oltre che dall’Alpone, sì apre una splendida balconata sul Lago Maggiore e sulle cime che s’innalzano sopra le azzurre acque, montagne come il Mottarone 1491 mt, o come i Pizzoni di Laveno. Proseguendo verso il rifugio, si attraversa una fitta faggeta, che in estate impedisce quasi il passaggio dei raggi solari. Ecco la prima meta, il Rifugio Monte Lema. Qui arriva la funivia che dal paese elvetico di Miglieglia 706 mt sale fino al rifugio. Da qui si possono ammirare quasi tutte le cime del Varesotto, montagne come il Poncione di Ganna 992 mt o come il Monte Martica 1032 mt o come il Monte San Martino 1087 mt.
L’ultima fatica, è rappresentata dalla salita al Poncione di Breno, qui si ammira senza dubbio, il panorama più bello dell’intero percorso, ben 360° di visuale, con un susseguirsi di montagne che vanno dall’Appennino Ligure alle Alpi Graie, ben visibile la splendida piramide del Monviso 3841 mt. Monte Rosa e altri quattromila, svettano maestosi, mentre nelle vicinanze, non posso non elencare: Monte Limidario 2187 mt, Monte Covreto 1593 mt, Monte Gambarogno 1730 mt e le due cime regine di questa piacevole cresta, rappresentate dal Monte Gradiccioli 1935 mt e dal Monte Tamaro 1961 mt.
Guardando verso est, posso solo dire che la visuale va dal Resegone di Lecco 1875 mt, al Monte Legnone 2609 mt, oltre alla bella vista sulla cresta della Mesolcina e sulle Alpi Retiche, con vista sul Monte Disgrazia 3678 mt, ottima vista sul Lago di Lugano, che conclude, l’immensa visuale che si gode dal Poncione di Breno, una vetta che è impossibile non inserire nella propria collezione di escursionista.

CURIOSITA’

TEMPI DI PERCORRENZA: 3:00/3:30 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero e per il buon dislivello.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Curiglia, Rifugio Le Gemelle in località Alpone, Rifugio Monte Lema.
COME ARRIVARE: da Luino, seguire le indicazioni per Curiglia.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°90 e Via Verde Varesina redatta da De Agostani.
SEGNALETICA: Cartelli informativi più bandierine bianco rosso; segnaletica quasi simile, sia in Italia sia in Svizzera.
DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Alpone di Curiglia, con apertura stagionale, tel: 0332/568424- 338/6389076. Rifugio Monte Lema nelle immediate vicinanze della stazione a monte della funivia che arriva da Miglieglia, tel: +41(0)919671353.

domenica 10 aprile 2016

Da Sementina a Capanna Mognone.



Da Sementina 260 mt, si percorre l’impegnativo segnavie che conduce alla Capanna Mognone 1463 mt.
NOTA
Delle tante capanne che sì trovano in territorio elvetico propongo qui, la Capanna Mognone, rifugio incustodito, situato in un tipico alpeggio, e che vanta un panorama a dir poco spettacolare.
Si Parte da Sementina, piccolo borgo risalente al 1200, situato lungo la strada che da Bellinzona, porta a Locarno, l’auto, si lascia in un piccolo parcheggio, situato nella parte bassa della Valle di Sementina. Il sentiero parte deciso, mettendo subito a dura prova il fiato dell'escursionista che decide di affrontare questa salita. Un breve tratto di vigne e poi ci sì abbandona nel silenzio del fitto bosco di castagno che accompagna fino ad avvicinarsi a quota 1000 mt, poi pian piano, le betulle e i faggi sostituiscono i castagni ed infine nella parte finale, larici e abeti, s’innalzano maestosi nel cielo. Lungo la salita, sì attraversano vari alpeggi e case o baite isolate, alcune, come i Monti della Costa, danno un assaggio dell’ampia panoramica che ci attende alla Capanna Mognone. Giunti al rifugio, si apre un’ampia prateria dove si adagiano le tante baite che compongono l’alpe e dove si trova appunto la Capanna Mognone. Il rifugio costruito nel 1996, è incustodito, ma offre tutti i confort, forse è la prima volta che vedo un luogo incustodito, così tenuto bene e che da la possibilità di avere a disposizione oltre che un letto, anche una fornita cucina e un bagno con doccia, tutto accessibile con un più che giusto contributo spese; all’interno del rifugio, sì trova il tariffario.
L’alpe regala anche un panorama eccezionale, basti pensare che si riescono a vedere ben 15 vette che vanno oltre i 4000, ma una vista che va dal Gran Paradiso 4061 mt, fino alla Punta Lagginhorn 4010 mt, per il resto è un susseguirsi di grandi e piccole cime che vanno dai 555 mt del Monte Useria in Val Ceresio ai 2228 mt del Monte Camoghè (o punta Camoscio), oltre ad una bella veduta su tutte le cime che confinano con la Provincia di Como, un dovuto sguardo, va sulle cime del Monte Tamaro 1961 mt e del Monte Gambarogno 1730 mt.
Grandiosa vista sulla parte nord del Lago Maggiore, dove il lungo canale del Fiume Ticino da inizio ad uno dei più grandi laghi dell'Italia settentrionale, ben visibili le due Isole di Brissago, mentre tra i rilievi menziono sempre con Piacere: Monte Limidario 2187 mt e Monte Zeda 2156 mt.
Purtroppo non posso menzionare le cime che sì elevano alle spalle della Capanna Mognone, in quanto le nuvole ricoprivano il cielo oltre i 1900 mt di quota.

CURIOSITA’

TEMPI DI PERCORRENZA: 3:00/3:30 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per il forte dislivello di oltre 1100 mt e per i tratti su sentiero ripido.
PUNTI D’APPOGGIO: Capanna Alpe Mognone, rifugio sempre aperto con possibilità di pernottamento.
DISLIVELLO: oltre i 1100 mt.
CARTOGRAFIA E GUIDE: carta Kompass N°110. Guida escursionistica Salvioni Edizioni.
SEGNALETICA: cartelli informativi più bandierine bianco rosso bianco.
COME ARRIVARE: da Lugano, in autostrada con uscita a Bellinzona sud, procedere in direzione di Giubiasco per poi svoltare a sinistra, seguendo le indicazioni per Sementina, giunti ad uno stop, svoltare a sinistra e poco più avanti a destra per poter parcheggiare.
DOVE ALLOGGIARE: possibilità di pernottare alla Capanna Mognone.

lunedì 4 aprile 2016

Da Viadanica località Lerano, al Monte Bronzone.



Dal paese di Viadanica, si sale in auto fino alla borgata di Lerano 559 mt. Si prosegue a piedi lungo la strada asfaltata, seguendo le indicazioni per la chiesetta degli Alpini. Arrivati ad un bivio, si trova il segnale del sentiero N° 701, percorrendolo si aggira il Monte Bronzone salendo poi ad una forcella, nominata come Gombo Alto. Proseguendo lungo la costa, si raggiunge la vetta del Monte Bronzone 1334 mt.
Per la discesa, si percorre sempre il sentiero N° 701, perdendo quota fino alla località La Rolla 970 mt, quindi con strada sterrata si arriva al Colle Cambline 775 mt. Dove attraverso una stradina asfaltata, si fa ritorno a Lerano.
NOTA
Tra il Lago d’Iseo e il Lago d’Endine, come già visto in altre realtà della fascia prealpina, esiste un gruppo montuoso isolato dal resto della catena delle Alpi e più nello specifico delle Alpi Orobie.
Delle tre o quattro cime che superano i 1300 mt di quota, il Monte Bronzone è indubbiamente il più bello, sia a livello escursionistico, sia per l’ambiente aspro e solitario, non adatto al turismo di massa, che si concentra tutto sul Colle San Fermo 1067 mt.
Si parte da Lerano, grazioso e antico borgo che si trova nel comune di Viadanica, abitato che sorto probabilmente nel medioevo. Lerano è situato in sostanza nella parte diciamo alta di questa valle che pare non ha nome.
Una pratica strada carrozzabile da inizio alla salita, non bisogna farsi ingannare, perché circa trenta minuti più avanti, inizierà la vera salita lungo un sentiero a volte stretto e umido, sconsigliato in caso di pioggia. A parte questo, il sentiero è molto interessante, soprattutto in primavera, per le tante fioriture che s’incontrano lungo la salita. Fatta eccezione per i prati di qualche cascinale che regala piacevoli panorami sulla valle, il resto della salita si sviluppa quasi tutto dentro il bosco, questo fino a, quando non si oltrepassano i 1100 mt di quota, da qui in avanti il bosco scompare anche se non totalmente, per lasciare spazio ad ampi prati ricoperti di fiori primaverili. Da qui, dalla località Gombo Alto, s’inizia ad avere la percezione di una bella montagna con panorami eccezionali. Più in basso esiste un casolare che pare sia un rifugio privato, ma non avendo trovato alcuna insegna, non posso garantire che vi sia o no un servizio di ristoro, in ogni caso, anche se non aperto, vi si può trovare riparo in caso di maltempo improvviso, infatti, un’ampia tettoia garantisce una copertura sicura.
Inizia la salita alla vetta, in parte ancora dentro il bosco, ma come si arriva nella parte finale della salita, ecco apparire l’enorme campana che domina la cima, e in pochi minuti sì arriva in cima ad una montagna che vanta 360° di sconfinato panorama. Alpi e Appennino sono garantiti, com’è garantita la bella vista sul Lago d’Iseo e su Monte Isola 666 mt, guardando verso la pianura, e visibile Iseo e la Riserva Naturale Torbiere del Sebino. Monte Guglielmo 1948 mt, domina anch’esso il panorama, mentre alle sue spalle, è facilmente riconoscibile il Cornone di Blumone 2843 mt. Guardando verso le Alpi Orobie, ecco svettare la bastionata dolomitica della Presolana, mentre più a sinistra si ammirano Pizzo di Coca 3050 e Pizzo Redorta 3039 mt, che rappresentano insieme alla Punta di Scais 3038 mt, le massime elevazioni delle Alpi Orobie. Impossibile non menzionare il Pizzo Arera 2512 mt, Monte Alben 2019 mt e Pizzo del Diavolo di Tenda 2916 mt, facilmente riconoscibili anche il Pizzo dei Tre Signori 2554 mt e il Resegone di Lecco 1875 mt. Dopo la dura salita, è doveroso suonare la grande campana posta in vetta al Monte Bronzone. Per la discesa, si può cambiare itinerario, seguendo sempre il sentiero 701, ma scendendo giù alla località La Rolla, dove poco più avanti si può ammirare ancora una piacevole veduta su Monte Guglielmo.
Da qui il segnavie è un pò confuso, comunque si deve raggiungere Colle Cambline, per poi scendere lungo la piacevole strada asfaltata che riporta a Lerano.
CURIOSITA
La campana posta in vetta al Monte Bronzone è stata collocata in memoria di Papa Giovanni XXIII, questa è l'unica informazione che al momento sono riuscito a trovare.
TEMPI DI PERCORRENZA: 5:30 circa per l’intero anello.
DIFFICOLTA’: (E) per sentieri ripidi e stretti, insidiosi in caso di pioggia.
PUNTI D’APPOGGIO: nessuno.
DISLIVELLO: poco più di 800 mt, sia in salita sia in discesa.
COME ARRIVARE: da Milano o da Brescia con autostrada A4 uscita Grumello del Monte o Ponte Oglio, poi seguire per Sarnico fino al bivio che porta a Viadanica. Lerano è segnata come via, lungo la strada non vi sono indicazioni del borgo.
CARTOGRAFIA O GUIDE: Carta Kompass N°104/106
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco. Prestare molta attenzione alla segnaletica, mancante in alcuni casi quella verticale e inadeguata in alcuni bivi.
DOVE ALLOGGIARE:

lunedì 21 marzo 2016

Salita invernale al Rifugio Alpe Nuovo 1204 mt.




Da Gravellona Toce 211 mt, località Poggio Molle, si percorre il segnavie VN1, fino ad un bivio, quindi seguendo le indicazioni, si raggiungono l’Alpe Pianello 747 mt, e l’Alpe Agnella 792 mt, proseguendo lungo un bel traverso, s’inizia una decisa salita che sì ricollegherà al sentiero VN1, che condurrà al Rifugio Alpe Nuovo 1204 mt.
NOTA
Il complesso montuoso del Mottarone 1491 mt, è conosciuto principalmente per la pratica dello sci, la cima, è raggiungibile con una breve passeggiata, visto che si può arrivare sia in auto sia in funivia da Stresa. Numerosi i rifugi o locande dove i turisti in estate e gli sciatori in inverno, cercano piatti tipici della zona da degustare senza la fatica di dover raggiungere la località a piedi; volendo dare un giudizio, Mottarone è la classica montagna per turisti, ma non è proprio così.
Il gruppo del Mottarone può vantare sentieri impervi e luoghi solitari raggiungibili solo a piedi, basta allontanarsi dalle piste da sci, per ritrovarsi in un mondo tutto diverso, dove il semplice turista non vi si può recare.
Dopo la facile salita che da Poggio Molle porta alla località Motto Bandiera 500 mt, inizia il vero sentiero di montagna, qui il sentiero VN1 diventa più impegnativo di quello che poteva sembrare all'inizio. Raggiunto il bivio, il sentiero VN1, si abbandona per intraprendere una difficile salita, lungo dei sentieri poco frequentati dove sì può assaporare il fascino di queste montagne. Dopo un’impervia salita, si arriva ad Alpe Pianello, qui il piccolo gruppo di baite ti fa fare un bel tuffo nel passato, quando questi luoghi erano frequentati da pastori e contadini, qui vi si può trovare anche una sorgente dove dissetarsi e fare rifornimento d’acqua, utile per la salita successiva.
Dopo un bel traverso, ecco l’Alpe Agnella, altro storico gruppo di baite ora abbandonate, ma che resistono ancora alle intemperie e al lento scorrere del tempo.
La salita al Rifugio Alpe Nuovo, si svolge lungo una ripida salita, che s’inerpica su per un costone, fino all’incrocio del sentiero VN1 ora l’ultimo traverso consente di arrivare al rifugio. Il rifugio è stato costruito nel 1993 ed è proprietà del CAI di Baveno, è dotato di una decina di posti letto, per informazioni, bisogna chiedere direttamente alla sezione CAI di Baveno. Arrivati, ecco aprirsi finalmente, una splendida balconata, con vista sul Lago Maggiore, guardando verso la sponda lombarda, con una buona vista, si può individuare il convento di Santa Caterina del Sasso, mentre più in là, il Lago di Varese e il Campo dei Fiori 1227 mt, sono facilmente riconoscibili. Un’altra piacevole veduta, è rappresentata dal Monte Zucchero1230 mt che si può raggiungere in circa 15/20 minuti di cammino.
Guardando verso la Val d’Ossola, ecco svettare l’imponente mole del Monte Massone 2161 mt, più a fianco, il gruppo montuoso che compone il Parco Nazionale della Val Grande, domina l’intero panorama, tra le vette che menziono vi sono sicuramente: Punta Proman 2098 mt, Cima Pedum 2111 mt e Monte Zeda 2156 mt.
Dopo tutto quello che ho descritto, tanti sono i motivi per venire a visitare questi luoghi e godersi le periferie di una montagna che rischia di diventare ingiustamente una montagna per soli turisti.

CURIOSITA’
La prima gara di slalom gigante, venne disputata nel 1935, proprio sulle piste del Mottarone.
TEMPI DI PERCORRENZA: 3:30/4:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per sentiero ripido e impegnativo.
PUNTI D’APPOGGIO: Rifugi Alpe Nuovo, per informazioni, chiamare la sezione CAI di Baveno.
DISLIVELLO: circa 1000 mt.
COME ARRIVARE: A26 fino a Gravellona Toce, poi cercare l’attacco del sentiero.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°97.
SEGNALETICA: cartelli informativi, più bandierine rosso bianco o giallo rosso. Prestare sempre attenzione alla segnaletica, perché non è aggiornata.
DOVE ALLOGGIARE: B&B Le fate dei Fiori, tel: 342/7086991.

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