martedì 14 luglio 2020

Da Viggiù al Monte Pravello.



Da Viggiù 503 mt, si segue il segnavie che sale al Colle S. Elia 678 mt. Raggiunta la chiesa di S. Elia 665 mt, sì passa dietro l’edificio, percorrendo in seguito un sentiero non segnalato che porta al bivio con il sentiero che sale dal Rifugio Gelindo 521 mt, svoltando a destra, sì recupera il segnavie che sale lungo la strada militare che porta poco sotto la cima del Monte Orsa 998 mt. Seguendo le indicazioni per il Monte Pravello, sì attraversa l’area della Linea Cadorna, con tratto in galleria e successivamente attraversando varie postazioni militari, raggiungendo di seguito la cima del Monte Pravello 1020.











NOTA
Le montagne che compongono la fascia Prealpina del Varesotto, sono quasi tutte attraversate da una fitta rete di gallerie e varie postazioni militari che compongono la famosa Linea Cadorna. L’itinerario qui proposto, conduce a mio parere alla scoperta della parte più bella di questa linea difensiva.
Sì parte da Viggiù paese che fonda le sue radici già dall’antica Roma; consiglio una visita alla Chiesa di S. Stefano di epoca romana e ampliata nel XV secolo, in altre parole come oggi la vediamo. Dalla piazza, sì ha una piacevole vista sulla Val Ceresio, facilmente riconoscibili, le cime del Monte Monarco 855 mt e del Monte Minisfreddo 1042 mt.

La Chiesa di S. Elia, ha almeno settecento anni di storia, la forma attuale, è frutto di una serie d’interventi avvenuti nel XVI e nel XVII secolo. Dalla balconata non si ha una grande vista, e nei mesi estivi la vegetazione limita ancora di più il panorama.
La Linea di fortificazioni che è compreso nel percorso, richiede l’uso del frontalino, anche se alcune feritoie nella roccia, consentono il passaggio della luce, è sempre meglio avere una pila frontale. Il tratto in galleria è molto affascinante, a tratti inquietante e misterioso, sì ha la sensazione che da un momento all’altro, sbuchi fuori un soldato armato fino ai denti.











La seconda parte dei camminamenti si svolge all’aperto, qui un continuo susseguirsi di postazioni, seguono la cresta fino alla cima del Monte Pravello.

 
Nei due soli punti panoramici, che vi sono in questo tratto del percorso, sì può ammirare una bella vista sul Lago di Lugano e sulle montagne della Valceresio, tra cui il famoso Poncione di Ganna 992 mt e il Monte Piambello 1125 mt. Alle sue spalle, sono facilmente riconoscibili: il Massiccio del Campo dei Fiori 1227 mt e il Monte Nudo 1235 mt. Altre cime di rilievo, posso menzionare l’inconfondibile Monte Lema 1620 mt, il Monte Gradiccioli 1935 mt e il Pizzo di Vogorno 2442 mt.
Poco sotto la cima, sorge il Rifugio Monte Pravello 951 mt, ottimo punto d’appoggio in caso di maltempo.

CURIOSITA’
Viggiù, viene anche nominato come il Paese dei Picasass, questo grazie alla grande abilità dei tanti scultori che sì sono succeduti in questo paese, ricordati dalle tante lapidi, sparse per le case del paese.

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 2:00 circa.
DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.
DISLIVELLO: poco più di 500 mt.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Viggiù, area al coperto presso la Chiesa di S. Elia e Rifugio Monte Pravello aperto solo la domenica, ma dotato di un piccolo locale d’emergenza sempre aperto.
COME ARRIVARE: in auto da Varese, seguendo le indicazioni per il Valico di Gaggiolo, poi seguire le indicazioni per Viggiù.
CARTOGRAFIA O GUIDE: CARTA Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosse.
DOVE ALLOGGIARE:

sabato 11 luglio 2020

Da Rassa al Monte Bò di Valsesia.



Da Rassa 917 mt, sì percorrono i segnavie 252 e 252a fino all’Alpe Selvaccia 1556 mt, poi con segnavie 243a sì raggiunge la località Pizzo 1704 mt, quindi con sentiero 243 sì affronta la decisa salita che porta in vetta al Monte Bò di Valsesia 2071 mt.

NOTA
La Valsesia è una lunga valle che da Romagnano Sesia 268 mt, porta fino ai piedi del Monte Rosa. Lungo questa valle, vi sono numerose valli laterali che offrono tantissimi itinerari escursionistici, dalle semplici passeggiate turistiche alle grandi traversate di più giorni, su itinerari che mettono in comunicazione tra di loro le stesse valli. Tra le tante valli, la Val Sorba ne è un valido esempio, una valle che mette in comunicazione la Valsesia con la Valle di Gressoney, attraverso il Colle del Loo 2452 mt.
A pochi chilometri dalla statale della Valsesia, sorge Rassa, piccolo borgo di origine Walser, un piccolo gioiello che non sì può non andare a visitare, i vicoli, le case e i ponti medioevali che consentono di attraversare il Torrente Sorba e il Torrente Gronda, creano un paesaggio unico nella sua bellezza.
L’itinerario qui descritto, parte appunto da Rassa, con un sentiero che sale deciso, sì raggiunge l’Alpe Selvaccia, dove sì apre una piacevole balconata con vista sulla Punta Gnifetti del Monte Rosa 4554 mt e sulla Val Sorba.
Un’altra piccola salita porta ad ammirare la bellissima balconata della località Il Pizzo, grazioso gruppo di baite con vista sulla Valsesia e sulle montagne che s’innalzano sopra la valle, cime come Monte Ventolaro 1835 mt e Cima delle Balme 1930 mt o Cima d’Ometto 1911 mt.
L’ultima salita si sviluppa lungo un panoramico sentiero, ricoperto di rododendri, che nel periodo di fioritura, colorano il costone di fuxia. Dalla cima del Monte Bò, sì apre una panoramica a 360°, oltre alla vista sulla Val Sorba, valle di origine glaciale, facilmente distinguibile per la particolare forma a U, guardando verso il Monte Rosa, sì riesce a distinguere a occhio nudo il Rifugio Regina Margherita 4559 mt, il rifugio più alto d’Europa. Tra le altre cime che sì possono ammirare da questa vetta, vi è il vicino Testone delle Alpi 2081 mt e l’Alta Cima di Bò o Monte Bò Biellese 2556 mt.
Nelle giornate limpide, si riconosce facilmente l’inconfondibile sagoma del Mottarone 1491 mt, allargando lo sguardo fino al Massiccio del Campo dei Fiori di Varese 1227 mt; un’altra cima che non posso non nominare è l’inconfondibile sagoma del Monte Barone 2044 mt, primo duemila della Valsesia.
Non sì può davvero aggiungere altro, se non andare a vivere di persona la magia di questo percorso.
CURIOSITA’
I Walser sono una popolazione di orine germanica, giunta sulle nostre montagne intorno al VIII secolo.

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per sentiero ripido e poco frequentato da Rassa alla località Il Pizzo.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Rassa.
DISLIVELLO: 1150 mt circa.
COME ARRIVARE: A26 con uscita Romagnano Sesia, Ghemme, sì prosegue in direzione di Alagna Valsesia 1191 mt, dopo aver passato l’abitato di Piode 752 mt, al bivio per Rassa svoltare a sinistra.
CARTOGRAFIA O GUIDE: Carta Kompass N°88
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco, prestare molta attenzione ai segnali, quando troppo sbiaditi, possono creare qualche problema.
DOVE ALLOGGIARE:

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