domenica 18 febbraio 2018

Da Rancio Valcuvia al Bivacco Alpino al Pian di Noci.



Da Rancio Valcuvia al Bivacco Alpino al Pian di Noci.
Da Rancio Valcuvia 296 mt, sì percorre l’Anulare Valcuviano passando per i borghi di Cavona 314 mt, Castel Cabiaglio 523 mt e Orino 442 mt. Da Orino, sempre seguendo l’Anulare Valcuviano che poco prima di arrivare in centro, svolta a sinistra, s’inizia la decisa salita che porta al Bivacco Alpino al  Pian di Noci 714 mt.








NOTA
Il Parco Regionale del campo dei Fiori, racchiude al suo interno due importanti gruppi montuosi, quello del Monte Martica 1032 mt e quello più grande, rappresentato dal Massiccio del Campo dei Fiori 1227 mt.
Entrambi danno la possibilità, di compiere numerose escursioni, in grado di soddisfare tutti quelli che affrontano queste montagne. L’itinerario qui proposto, va ad esplorare il versante nord del parco, restando a quote minori da quelle sopra i 1000 mt, ma che offre ugualmente, un ottimo allenamento per le grandi salite estive.
Sì parte da Rancio Valcuvia, piccolo paese collocato quasi nella parte finale della Val Cuvia. Il piccolo borgo, con i classici vicoli, dove antiche abitazioni, creano un’atmosfera perfetta per chi visita per la prima volta questo paese.





Il percorso, si tuffa immediatamente nel fitto bosco, con un percorso natura molto interessante, che spiega molto bene i tanti aspetti naturalistici di questa zona. Giunti nel piccolo borgo di Cavona, non sì può fare a meno di ammirare la bella valle in cui sorge l’abitato, circondato dalla minuscola catena di colli che colma con il Monte Martinello 638 mt, mentre guardando dalla parte opposta della valle, svetta il piccolo Monte Scerrè 796 mt; consiglio di effettuare, una breve visita al borgo di Cavona.





Lasciato l’abitato di Cavona, s’inizia a salire i colli che sorgono a sinistra, godendo così della bella vista del Monte San Martino 1087 mt, vista che sarà rimpiazzata dalla bella mole del Campo dei Fiori, appena si sarà aggirato il colle, per raggiungere il paese di Castel Cabiaglio; anche in questo caso, consiglio una passeggiata tra i vicoli di Castel Cabiaglio, piccolo gioiello incastrato tra le aspre valli di questo massiccio montuoso, luogo abitato ben prima della colonizzazione romana.
Attraversata la provinciale, sì entra nel vivo della camminata, esplorando il mondo calcareo di questo meraviglioso parco. La fornace, il masso erratico, sono due splendide attrazioni che s’incontrano lungo il sentiero, man mano che sì procede, la vista sul massiccio, si riduce alla Punta d’Orino, 1139 mt.
 



Data la lunghezza del percorso, ho preferito evitare la deviazione che porta alla Rocca di Orino 525 mt, come consiglio di evitare la visita del borgo di Orino, questo per dedicarsi subito all’intensa salita che porta al Pian di Noci.
Raggiunto il Pian di Noci, ecco aprirsi una piccola conca ai piedi della Punta d’Orino, dove al centro sorge il piccolo bivacco, una struttura indispensabile, di cui bisogna prendersi cura, perché dal momento in cui si entra dentro, l’atmosfera di casa entra subito nel cuore dell’escursionista che abita per poche ore questo luogo, che gli darà riparo, un camino con cui scaldarsi, e per chi ha voglia di rimanere per la notte, ben quattro posti letto, posti non dotati di materasso e coperte, quindi in caso di pernottamento, è meglio portarsi tutta l’attrezzatura che occorre, viveri e acqua compresi.
Il bivacco, sorge in un luogo molto affascinante, meta di tanti escursionisti che salgono su a piedi o in bici, un luogo ideale che regala quella calma e quella serenità che manca al nostro vivere veloci.

CURIOSITA’

TEMPI DI PERCORRENZA: 3:30 circa
DIFFICOLTA’: (T/E) per tratti su sentiero e per la lunghezza del percorso.
DISLIVELLO: 700 mt circa.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Rancio Valcuvia, a Castel Cabiaglio e Bivacco sempre aperto in località Pian di Noci.
COME ARRIVARE: in auto da Varese, con SS n°394 fino ad entrare in Val Cuvia, percorrendola fino a Rancio Valcuvia.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°90.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine giallo verdi.
DOVE ALLOGGIARE: Bivacco Alpino, dotato di quattro posti letto, tavolo con panche e camino. Portarsi tutta l’attrezzatura necessaria per il pernottamento.

domenica 11 febbraio 2018

Da Vintebbio a Cima Frascheia.



Da Vintebbio 297 mt, frazione nel comune di Serravalle Sesia, si segue il segnavie N°702, fino ad arrivare alle porte della Frazione Martellone. Poco prima di arrivare in paese, nelle vicinanze d’alcune panchine, si nota una strada sterrata sulla sinistra. Il segnavie n°702, prosegue lungo questa via, "il segnavie si trova dopo qualche metro", quindi proseguendo lungo il segnavie, si raggiunge la Frazione Quazzo. Giunti all'abitato, si segue la strada asfaltata, fino quando non si trova il sentiero n°704. Svoltando a sinistra, si segue il segnavie fino alla Bocchetta di Chignole, quindi sempre svoltando a sinistra, con segnavie n°700, sì raggiunge la Cima Frascheia 625 mt.








 
NOTA
Da Romagnano Sesia, seguendo il fiume, sulla sinistra, si eleva un piccolo gruppo montuoso d’origine vulcanica, che consiste in una vera e propria catena montuosa, con cime che non vanno mai oltre i 700 mt di quota. L’itinerario qui descritto, è un’altra proposta, che segue quella da me pubblicata qualche anno fa, e che porta al Rifugio Alpini di Lozzolo, situato poco sotto la Bonda Grande 553 mt.
Si parte da Vintebbio, una delle tante frazioni che compongono il comune di Serravalle Sesia 330 mt.
Seguendo il sentiero n°702, dopo pochi minuti, si raggiunge il Castello di Vintebbio 340 mt circa, costruito nel IX secolo. L’area è molto interessante, non solo per le antiche mura, ma anche per l’ampio panorama che si gode da qui. Consiglio di godersi la vista, perché l’itinerario è molto avaro per quanto riguarda i panorami. Dalla balconata, colpisce subito la bella veduta del Monte Fenera 899 mt, e l’imponente mole del Monte Barone 2044 mt, primo duemila della Valsesia.








Proseguendo per il sentiero n°702, sì arriva ad un bivio. Con una breve deviazione a destra, sì raggiunge la frazione Sella a circa 400 mt, che merita una visita, per la piacevole composizione del borgo, che è senza dubbio, uno dei più belli nel comune di Serravalle.


Dopo la visita alla frazione, si prosegue nel magico sentiero che attraversa piacevoli boschi di castagno, con qualche pino che regala una piacevole sensazione d’alta montagna a quote collinari.
Martellone, merita un’altra visita, la minuscola piazza della chiesa, s’incastra perfettamente nel borgo che sorge nel cuore di piccole valli ricche d’acqua che scorre nei tanti ruscelli che attraversano i borghi.
Dopo la località Quazzo, inizia la più impegnativa salita, lungo il sentiero n°704. Man mano che si sale, appare nella sua splendida forma, la Pietra Gruana 699 mt, le ripide pareti, un tempo costituivano una delle più belle palestre di roccia della bassa Valsesia, con passaggi che vanno fino al V°. Prima di arrivare alla Bocchetta di Chignole, consiglio di fare una breve deviazione, che porta alla vecchia Tana del Lupo a circa 600 mt di quota, indispensabile punto d’appoggio per chi ancora oggi, decide di onorare queste pareti, con la sua presenza. Dal piccolo rifugio, sì può ammirare in tutto il suo splendore, le verticali pareti che salgono verso la vetta della Pietra Gruana.
Senza dover scendere giù, dalla Tana del Lupo, si segue un sentierino che riporta al segnavie n°704, e di seguito alla Bocchetta di Chignole 620 mt circa. Con onore, si segue lo storico sentiero n°700 detto anche: Sentiero di Fra Dolcino; qui su queste colline, terminava la fuga dei frati dolciniani, conclusa poco più avanti con un sanguinoso epilogo.
Il segnavie, si seguirà fino alla Cima di Frascheia, che con la sua modesta quota, rappresenta una delle più alte cime che compongono questa catena, per gustarsi un po’ di panorama, bisogna scendere di circa 50 mt, qui si apre una piacevole balconata, dove sì può ammirare Monte S. Emiliano 728 mt, con la sua chiesa che da il nome alla cima.
Dalla Cima Frascheia, non si ammira nessun panorama, il bosco, ricopre quasi interamente la cima, e solo in inverno, si riesce a distinguere qualche cima. In compenso, sulla vetta, è stato collocato un bivacco d’emergenza, utilissimo in caso di maltempo improvviso. Il riparo, al suo interno ha solo un tavolo e nient’altro, quindi come già detto, può essere utilizzato, solo in caso d’emergenza, salvo voler pranzare o dormire sul pavimento in legno. All’esterno, si trova un tavolo con delle panche, ma dato che è esposto ad ogni tipo d’intemperie, non garantisco la stabilità. Io ho pranzato al sacco sulla piccola veranda, al sole e al riparo dal vento.
CURIOSITA’










TEMPI DI PERCORRENZA: 2:30 circa.
DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.
PUNTI D’APPOGGIO: Tana del Lupo, quando aperta, e il riparo d’emergenza posto sulla cima Frascheia.
DISLIVELLO: 500 mt circa.
COME ARRIVARE: A26 con uscita Romagnano Sesia Ghemme, si prosegue oltrepassando il centro di Romagnano, quindi si attraversa il Fiume Sesia lungo la provinciale che porta a Gattinara, svoltando subito dopo a destra, in direzione di Vintebbio.
CARTOGRAFIA O GUIDE: chiedere al CAI di Varallo Sesia, se producono ancora le cartine della zona.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco.
DOVE ALLOGGIARE:

mercoledì 7 febbraio 2018

Da Gemonio, alla località Pianura.



Da Gemonio 270 mt, sì raggiunge la SP n°45. La sì percorre in direzione di Azzio 399 mt, fino ad arrivare all’incrocio con l’Anulare Valcuviano. Sì abbandona la provinciale, percorrendo il segnavie sulla sinistra che entra nel bosco. Seguendo l’Anulare Valcuviano, dopo aver attraversato campi e boschi, il sentiero scende in valle passando dal Molino Dolza, quindi si attraversa il Torrente Boesio, e dopo aver passato la SS n°394, si arriva alle periferie di Casalzuigno. Sì segue la strada asfaltata fino ad un maneggio che si trova sulla sinistra, poi con mulattiera, si sale arrivando all’incrocio del sentiero 3V. Svoltando a sinistra sì percorrono i due segnavie che portano alla Chiesa di San Quirico 369 mt. Ora saliti alla chiesa, si segue la strada che gira dietro l’area attrezzata, fino ad un bivio, quindi, svoltando a sinistra si segue l’indicazione che porta alla località Pianura 584 mt.






 
NOTA
La Val Cuvia, è un’ampia valle che separa due importanti gruppi montuosi del varesotto. Il primo, è il Massiccio del Campo dei fiori 1227 mt, montagna inserita in uno dei più famosi parchi della Lombardia, il secondo è una lunga catena montuosa, che da Laveno, si spinge fino alle porte di Luino, con svariate vette che vanno oltre i 1000 mt di quota.
La valle, è attraversata da due alte vie, una è l’Anulare Valcuviano, l’altro è il sentiero 3V. Tra le tante escursioni che si possono fare in questa valle, propongo qui, un altro esempio, inserendo una meta ai più sconosciuta. Si parte da Gemonio, piacevole paese alle porte della Val Cuvia. Dopo aver visitato il piccolo centro, con la sua bella piazza, si abbandona la civiltà, per immergersi nel silenzio dei campi e dei boschi di castagno. L’ondulare del piccolo altopiano, mantiene il percorso in quota, con belle vedute sul Sasso del Ferro 1062 mt e sul Monte Nudo 1235 mt, ad un tratto, si tuffa nella valle fino a raggiungere il Molino Dolza, un micro borgo, incastrato perfettamente in una piccola valle a pochi passi dalla più ampia valle.






 
Passato il Molino, si arriva al centro della valle, un ampio campo che si trova poco prima del Torrente Boesio, consente di ammirare la seconda cima del gruppo montuoso, che è il Monte della Colonna 1203 mt; poco sotto, è ben visibile l’abitato di Arcumeggia 570 mt, il più alto paese della Val Cuvia.
 
La chiesa romanica di San Quirico, offre una piacevole veduta su Lago Maggiore e sul Massiccio del Campo dei Fiori, osservando la Val Cuvia dal versante opposto dell’itinerario; inoltre, l’ampia area, si presta perfettamente per una sosta, immersi nel silenzio religioso di questo luogo.

 
La località Pianura, non è altro che una serie di baite collocate a qualche minuto di distanza tra loro. La prima, in fase di ristrutturazione, grazie ad un’ampia tettoia dove sono collocati dei tavoli e delle panche, offre un sicuro punto d’appoggio in caso di maltempo, oltre ad un’area pianeggiante dove si ha la possibilità di consumare il proprio pranzo al sacco. Dietro la baita, si può ammirare in tutta la sua imponenza, il Monte Nudo, cima che è anche la più alta in tutta la Val Cuvia.
L’ultima baita, sorge a circa cinque minuti di cammino dalla prima, una struttura molto bella, dove è impossibile non effettuare una sosta, circondati dal bosco, dove se si ha fortuna, si può anche incontrare qualche muflone. Un luogo segreto, dove trascorrere piacevolmente il proprio tempo, un luogo che sicuramente non deluderà.
CURIOSITA’
Una leggenda narra che ogni 300 anni, un terribile lupo, forse mannaro, torni a seminare il terrore nei boschi della valle.

TEMPI DI PERCORRENZA: 3:00 circa
DIFFICOLTA’: (T/E) per tratti su sentiero.
DISLIVELLO: meno di 450 mt.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Gemonio e Agriturismo Ai Frutti di Bosco, subito dopo l’abitato di Gemonio.
COME ARRIVARE: in auto da Varese, con SS n°394 fino a Gemonio. In treno, con linea ferroviaria Varese – Laveno.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°90.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco per il sentiero 3V, e giallo verde per l’Anulare Valcuviano.
DOVE ALLOGGIARE:

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