martedì 9 aprile 2024

Anello del Monte Magnodeno.

Da Somasca 295 mt, sì raggiunge il Castello dell’Innominato 405 mt, dopo aver visitato le rovine, sì prosegue lungo il sentiero che sì vede sulla destra, contrassegnato come sentiero 801 passando per la località Croce della Vicerola a circa 650 mt di quota, ora parte un’intensa salita che porta sulla cresta oltrepassando Monte Mudarga 909 mt, Monte Gavazzo 911, arrivando così al Bivacco Mario Corti 921 mt.

Sì prosegue in salita seguendo il sentiero n°29 raggiungendo la cima del Corno di Grao 1041 mt, ora proseguendo lungo la cresta, subito dopo aver passato il Passo Tre Croci 1020 mt, inizia la salita che porta in vetta al Monte Magnodeno 1241 mt.

Dalla cima del Monte Magnodeno, sì prosegue in discesa con il sentiero n°26°, che scende verso Campo dei Boi 692 mt. Poco prima di arrivare alla località Campo dei Boi, in prossimità di alcune baite, sì deve svoltare a sinistra, proseguendo lungo il traverso che riporta al Castello dell’Innominato e subito dopo a Somasca, dove sì potrà recuperare l’auto.



 






NOTA

La Provincia di Lecco, offre una vasta rete escursionistica per tutti i livelli, dalla semplice passeggiata alla più impegnativa salita, rifugi, vette o piacevoli alpeggi, con una quota che varia tra i 200 mt, arrivando anche oltre i 2400 mt di quota.

L’itinerario che propongo in queste righe, raggiunge una delle più conosciute cime che sì affacciano sella città di Lecco 211 mt, ovvero il Monte Magnodeno.

Si parte dalla località Somasca, graziosa frazione di Vercurago 225 mt. Un piacevole borgo ricco di storia e arte, pare che i primi insediamenti, risalgono dal IX al V secolo avanti cristo, riconducibili alla civiltà di Golasecca, di notevole interesse religioso è il Santuario di San Girolamo Emiliani realizzato intorno al 1500 e il piccolo Sacro Monte realizzato nel XIX secolo, che sorge poco sotto il Castello dell’Innominato, rudere che vanta una storia che va indietro nel tempo fino all’anno 1100.




La Croce della Vicerola, sorge sopra un punto panoramico di notevole suggestione, da qui, sì può avere una piacevole veduta sul Lago di Olginate 198 mt, sul corso del Fiume Adda che scorre verso la pianura e sul piccolo gruppo montuoso del Monte Regina 817 mt, di notevole interesse, sono le formazioni rocciose che sì elevano lungo la salita, fogli di pietra che compongono un mosaico unico, a volte orizzontali altre volte piegati appunto come carta, per poi disporsi in verticale.



Durante la parte in cresta, che porta alla località Culmine, sì passa vicini a un roccolo per la caccia, qui un timido prato, apre la visuale verso Corno di Grao, Monte Magnodeno e Resegone di Lecco.

Il Bivacco Mario Corti è un importante punto d’appoggio, in caso di maltempo, si può trovare un ambiente confortevole, dove potersi asciugare, grazie anche al grazioso camino che scalda le rigide giornate invernali, piacevole meta per escursionisti che amano i luoghi isolati e immersi nel silenzio.



Dal Corno di Grao, finalmente sì apre la prima decisa panoramica sulla città di Lecco 211 mt, sul ramo di Lecco del Lago di Como, con vista sui Corni di Canzo e sul Monte Moregallo 1276 mt, mentre in lontananza sono facilmente riconoscibili, il Monte Tremezzo 1700 mt e il Monte Gazzirola 2116 mt.



Dalla cima del Monte Magnodeno, sì apre una magnifica panoramica sul Lago di Garlate 198 mt e sul piccolo Monte Barro 922 mt, facilmente riconoscibili sono il Lago di Annone 224 mt e il Lago di Pusiano 257 mt. La panoramica spazia ovviamente sul Gruppo montuoso delle Grigne, facilmente riconoscibili le due principali cime, la più piccola la Grignetta 2177 mt e il Grignone 2409 mt. Chiaramente visibile il Monte Legnone 2609 mt, prima grande vetta delle Alpi Orobie, Pizzo Alto 2512 mt, Pizzo Varrone 2325 mt e Pizzo dei Tre Signori 2554 mt. Per completare la cornice, non posso non menzionare il Monte Due Mani 1666 mt, Pizzo d’Erna 1365 mt e il re che sovrasta la Città di Lecco, ovvero il Resegone di Lecco, e a seguire, Corna Camozzera 1452 mt, Monte Tesoro 1432 mt e le antenne del Monte Prato della Costa 1422 mt. Sulla cima del Monte Magnodeno, sorge un piccolo rifugio aperto solo la domenica, qui sì può trovare un sicuro punto d’appoggio, grazie anche a un piccolo locale d’emergenza sempre aperto.



La discesa, sì sviluppa su ripido sentiero, che scende fino al piccolo altopiano dove sorge Campo dei Boi, poco più avanti sì trova un vecchio collegio oggi disabitato.

Il traverso che riporta al Castello dell’Innominato, sì sviluppa in un lungo sali e scendi, dove le occasioni per un piacevole panorama, sono davvero poche, però la monotonia del bosco, viene ogni tanto interrotta dai casolari che sorgono lungo il cammino, oggi case private ma un tempo stalle o abitazioni di chi su queste montagne viveva del proprio lavoro.

Un bellissimo anello, un continuo cambiare paesaggio, i boschi, i casolari, la ripida salita e l’ambiente unico, che ricorda quello dolomitico, un luogo molto frequentato dai camminatori della zona, una vera palestra per le grandi vette dell’estate.

 

CURIOSITA’

In località Culmine, dove sorge il Bivacco Mario Corti, passava il confine tra lo Stato di Milano e lo stato Veneto.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 6:30/ 7:00

DIFFICOLTA’: (E) per tratti su sentiero ripido e per il forte dislivello.

DISLIVELLO: circa 1170 mt in salita e 1130 mt circa in discesa.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Somasca, Bivacco Mario Corti e Rifugio Monte Magnodeno.

COME ARRIVARE: in auto da Milano con SS 36 o da Bergamo con SS 342 e SP 639.  In treno lungo la linea Milano Lecco Sondrio o lungo la linea Bergamo Lecco.

CARTOGRAFIA E GUIDE: carta Kompass n°91 e 105.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco in fase di aggiornamento.

DOVE ALLOGGIARE: Hotel San Gerolamo tel: 0341/420429.

mercoledì 27 marzo 2024

Da Valmaggiore al Monte Briasco.

Da Valmaggiore 580 mt, sì percorre il segnavie n°737a, che sale al Monte San Grato 915 mt, raggiungibile comodamente da una facile sterrata che evita il sentiero che al contrario è più ripido e poco battuto.

Arrivati a una sella, sì svolta a destra per raggiungere la chiesetta che da il nome al Monte San Grato; ritornati sui propri passi, sì continua con il sentiero n° 746 che scende alla località San Bernardo 886 mt. Arrivati alla Chiesa di San Bernardo, dopo una breve visita alla località, sì prosegue lungo pista ciclopedonale arrivando al Rifugio Primatesta 979 mt. Ora seguendo il sentiero n°734, sì affronta la decisa salita che porta in vetta al Monte Briasco 1185 mt.


 






NOTA

Quarona 401 mt, è un grazioso comune che sorge a pochi chilometri da Borgosesia 354 mt, come tante località della Valsesia, anch’esso offre molti itinerari escursionistici di notevole interesse paesaggistico, all’interno del territorio comunale, sorgono due Frazioni, una è Doccio che sorge a circa 420 mt di quota, l’altra è Valmaggiore, grazioso borgo adagiato sopra una piana, impossibile resistere alla tentazione di immergersi nei vicoli di questo minuscolo gruppetto di case, da dove parte appunto il nostro itinerario.



Di notevole interesse storico e paesaggistico, sono le due chiese, una dedicata a Sant’Andrea edificata verso il 1200, e l’altra dedicata alla Madonna della Neve costruita intorno al 1600.

Il percorso, che sale a San Grato, sì sviluppa quasi interamente dentro il bosco, bisogna raggiungere la piccola chiesa edificata nel 1634 e circondata da un bel prato dove sì può godere del caldo sole primaverile.



La località San Bernardo è una piacevole zona turistica dove sorge l’omonima chiesa, qui sì trova anche un ristoro, meta di sportivi e appassionati della buona cucina tipica.

L’Alpe Mogliane, è un grazioso alpeggio composto da due ruderi, che testimoniano il tempo in cui l’uomo frequentava queste montagne con il duro lavoro di chi viveva di quello che l’ambiente aveva da offrire.



Il Rifugio Primatesta, è un rifugio autogestito, per accedere alla struttura, è necessario richiedere le chiavi, situato in una sella da dove parte la salita al Monte Briasco, circondato dai boschi, è un luogo, dove sì può trascorrere un piacevole soggiorno lontano dai luoghi comuni e dal turismo di massa, un posto dove ritrovare il profumo dell’aria frizzante al sorgere del sole, o godere dei colori del tramonto.

Monte Briasco è una cima che sì conquista dopo una bella salita, serve sicuramente un buon fiato. Dalla cima, sì ha una spettacolare veduta del Lago d’Orta e sul Mottarone 1491 mt, oltre a tantissime vette che s’inseguono lungo la Valsesia fino a Sua Maestà il Monte Rosa 4634 mt, vette come Massa del Turlo 1960 mt e Monte Capio 2172 mt.



Poco sotto la cima, una lunga area attrezzata, consente una pausa o una merenda, gustando l’ambiente solitario di questa vetta.

Tantissimi motivi per affrontare questo itinerario, dalla storia dei borghi ai luoghi di culto isolati, gli alpeggi e la montagna, che ovunque sì trovi, riesce sempre a regalare emozioni sempre nuove anche quando sì ritorna dopo diversi anni.

 

CURIOSITA’

 

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:00 circa.

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: quasi 700 mt di salita circa 100 mt di discesa.

COME ARRIVARE: A26 con uscita Romagnano Sesia, Ghemme, sì prosegue lungo la SS 299 fino al bivio per Quarona, raggiunto l'abitato di Quarona, seguire le indicazioni per Valmaggiore.

CARTOGRAFIA O GUIDE: Carta Kompass N°

SEGNALETICA: Cartelli informativi e bandierine bianco rosso.

PUNTI D’APPOGGIO: Agriturismo il Meloverde a Valmaggiore, Ristoro San Bernardo nell’omonima località, Rifugio Primatesta con ritiro chiavi.

DOVE ALLOGGIARE:          Rifugio Primatesta con possibilità di pernottamento, ritiro chiavi presso il Ristoro San Bernardo, tel: 0163/21076.                                                                                            

martedì 30 gennaio 2024

Traversata del Parco Montevecchia e Valle del Curone.

Dalla stazione di Osnago 242 mt, Sì percorre il segnavie n°4 fino a Lomagna 256 mt, sì prosegue seguendo il sentiero n°6, passando per Cascina Trecate 268 mt, Lomaniga 300 mt, Pianetta 285 mt, per poi iniziare a guadagnare quota fino a raggiungere la località Cappelletta di Crippa 432 mt. Dalla Cappelletta Crippa, sì continua lungo il segnavie n°7 camminando lungo un traverso che conduce alla località Ronco 448 mt, quindi con sentiero n° 11, sì avanza lungo la cresta, arrivando alla Collina dei Cipressi 404 mt, ora sempre con lo stesso segnavie, sì scende nella Valle del Curone, arrivando in località Cascina Malindo 298 mt, incrociando il sentiero n°1, che sì percorrerà seguendo il Torrente Curone. Dopo la Cascina Molinazzo 262 mt, sì segue per qualche minuto la provinciale in direzione Lomaniga, per poi ritornare nella valle del Curone, arrivando al bivio con il sentiero n°5A. Con ripida salita, si ricollega con i segnavie n°5 e 3; dopo aver passato la località Fontanella 269 mt, sì arriva a un’azienda agricola, qui al bivio manca l’indicazione, però ignorando il segnale del sentiero n° 5, svoltando a destra, sì cammina fino a trovare l’altro segnale del sentiero n°3. Dopo aver passato Cascina Moscoro 269 mt, sì attraversa un campo e con breve discesa, sì ritorna lungo le strade asfaltate che riportano alla stazione di Osnago.









NOTA

Il Parco di Montevecchia e Valle del Curone, Ha una serie d’itinerari che consentono di poterlo visitare in ogni sua parte, un misto tra ambienti di pianura e di collina, che nella parte alta, regalano panorami eccezionali, un insieme di piccole creste messe in comunicazione attraverso valli e bocchette, un piccolo assaggio montano che anticipa le alte montagne che sì elevano a nord e a est del parco.

Sì parte dal piazzale della stazione di Osnago, grazioso paese sfiorato dal Torrente Molgora, che vanta una storia millenaria, che va indietro nel tempo fino alla preistoria; subito dopo il piazzale, guardando verso le campagne di Osnago, non sì può fare a meno di ammirare la sagoma dolomitica del Resegone di Lecco 1875 mt, e della lunga cresta che dal Monte Tesoro 1432 mt, porta fino alla cima del Monte Linzone 1392 mt.

Poco prima di arrivare a Lomagna, sì mostra in tutta la sua bellezza, la principale dorsale del Parco di Montevecchia, con l’inconfondibile santuario dedicato alla Beata Vergine edificata nel 1630.

Lomagna è il secondo paese che s’incontra dopo Osnago, in epoca romana, era attraversata dalla Via Spluga, che da Milano, conduceva oltre l’omonimo passo, di notevole interesse, l’area che comprende Villa Adda Busca edificata prima del XVII secolo; nelle campagne, sì ha nuovamente una magnifica veduta sulla parte alta del parco e sulle montagne che sì elevano a est, tra cui svettano la Grignetta 2184 mt e il Grignone 2409 mt.



Lomaniga è il terzo paese che s’incontra durante la traversata, piccola frazione di Missaglia, la sua storia è abbastanza recente, infatti, risale alla metà del 1700.

Da Lomaniga, sì entra nella parte più bella del parco. Seguendo il Torrente Molgoretta, sì entra nella valle che porta a Valle Santa Croce, minuscolo borgo immerso nel verde a due passi dalle grandi arterie della Brianza, la vista su Pianetta, ne è un piccolo assaggio, una serie di casolari, uno in valle e l’altro che sorge sulla collina, una vista davvero gradevole, come lo è tutto il tratto che sale alla Cappelletta di Crippa, dove numerose balconate panoramiche, consentono di ammirare Valle Santa Croce e parte della dorsale.



La Cappelletta di Crippa, è un buon punto di sosta, immersa nel bosco, regala un momento di tranquillità, prima di riprendere questa piacevole avventura.

La Piana della Bernaga, è un grazioso altopiano che sì può ammirare dalla località Pianello, da qui, sì ha una piacevole veduta del Monastero eretto nel 1628, oltre alla vista su cime come Monte Cornizzolo 1240 mt, Monte Rai 1259 mt, le tre cime che compongono i Corni di Canzo e il Monte Moregallo 1276 mt.

Le Piramidi, sono composte di tre colline, l’ultima è quella nominata come Collina dei Cipressi, questo è il punto più panoramico dell’intero itinerario, da qui sì ha una magnifica veduta verso est, con vista su San Genesio 846 mt, Monte Misma 1161 mt e Monte Canto 710 mt, allargando lo sguardo verso la Pianura Padana.



Un’altra località, di notevole rilevanza paesaggistica è Cascina Malindo, perfettamente incastonata nella Valle del Curone, un tempo era un importante luogo di sosta per cavalieri e predoni, da qui sì può ammirare la bella vallata, che crea un ambiente montano a quote collinari.



Tutto questo è il Parco di Montevecchia e Valle del Curone, un mondo tutto da scoprire, dove anche una traversata, può contribuire ad arricchire di avventura, un parco che rimane uno dei più belli che ha la Regione Lombardia.

 

CURIOSITA’

Le Piramidi di Montevecchia, sono composte di tre colline, a livello astronomico, sono perfettamente allineate con le Piramidi di Giza in Egitto.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 6:00 circa.

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: circa 300 mt di salita e circa 30 di discesa.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Osnago, Lomagna e Lomaniga.

COME ARRIVARE: in treno lungo la linea Milano Lecco.

CARTOGRAFIA E GUIDE: carta Montevecchia e Valle del Curone, realizzata da INGENIA.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco.

DOVE ALLOGGIARE: Oasi Galbusera Bianca, tel: 039/570351.

domenica 7 gennaio 2024

Anello Boffalora Ticino, Castelletto di Cuggiono Boffalora.

Da Boffalora Ticino 142 mt, Sì percorre Via XXV aprile uscendo dal centro del paese. Dopo circa un chilometro, in prossimità di una curva, sì prosegue seguendo la strada che sì ha di fronte, e che porta verso il Fiume Ticino. Dopo aver passato una cascina, la strada diventa sterrata, e sì seguirà sempre la via principale ignorando tutti i bivi, dopo qualche chilometro, sì arriva davanti alla TAV Milano Torino, da qui la sterrata prosegue parallela fino al viadotto che oltrepassa il fiume, quindi passando sotto la TAV e l’autostrada A4, sì arriva in sostanza sulle rive del Fiume Ticino a circa 115 mt di quota.

Dopo aver costeggiato il fiume, sì devia verso destra, iniziando a percorrere il tratto che attraversa la Lanca di Bernate, che sì attraverserà poco più avanti grazie ad un ponte; sempre costeggiando un altro ramo del Ticino, sì prosegue in direzione nord, quindi ritrovato il grande fiume, sì inizia a costeggiarlo arrivando al Ristorante Ticino Blu. Dal ristorante, sì abbandona il sentiero per proseguire lungo Via Molinetto, quindi seguendo la strada asfaltata, sì raggiunge il Naviglio Grande. Ora, dopo aver attraversato il ponte, sì sale rapidamente verso il borgo di Castelletto di Cuggiono 147 mt. Per il ritorno, basta seguire la pista ciclopedonale del naviglio, che riporta comodamente a Boffalora Ticino.

 

NOTA

A mio modesto parere, l’inverno, è il mese ideale per visitare i parchi fluviali, come ad esempio il Parco del Ticino, di cui ho già descritto tanti itinerari, sia pianeggianti sia a quote collinari. Il percorso che descrivo in queste righe, è un piacevole esempio di come sì possa eseguire un itinerario breve, facile, ma che riserva numerose e piacevoli sorprese, in un continuo mutare del paesaggio, con affascinanti panoramiche sull’arco alpino e in particolare sul Monte Rosa 4634 mt.

Sì parte appunto da Boffalora Ticino Piacevole borgo che vanta una storia millenaria, basti pensare che alcuni ritrovamenti, parlano d’insediamenti umani già da prima del III millennio a.c.

Da visitare oltre ai vicoli del borgo, è la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria della Neve consacrata nel 1493.



Il Fiume Ticino, è un lunghissimo corso d’acqua, che dalla lontana Svizzera scava una lunga valle alpina, sì tuffa nel Lago Maggiore, ed esce dentro una lunga valle che accompagnerà il fiume fino all’incontro con l’altro grande fiume che è il Po.

Il punto più selvaggio del percorso è quando sì attraversa la Lanca di Bernate, dove l’ambiente solitario, il silenzio del bosco e lo scorrere dell’acqua, crea un ambiente spettacolare, l’arrivo nell’area dove è situato il calendario celtico, rende ancor di più magico l’intero contesto.



Castelletto di Cuggiono, è appunto una piccola frazione situata a valle del comune di Cuggiono, il borgo abitato anche dai celti, racconta una lunga storia, di notevole interesse è il Palazzo Clerici e la chiesa dedicata ai santi Filippo e Giacomo, edificata all’inizio del 1600, probabilmente dove già sorgeva un precedente luogo di culto.



Bernate Ticino 130 mt, è un altro piccolo gioiello che sorge sulle rive del naviglio, anch’esso vanta una storia che arriva fino al tardo romano, con ritrovamenti di notevole interesse. Da visitare sicuramente la Canonica che sorge sopra un’antica struttura in stile romanico. Nelle vicinanze, sorge il Palazzo Visconti risalente al 1400.

Sul Naviglio Grande, quello che sì sa è che l’embrione di questa enorme opera che colloca il Fiume Ticino alla città di Milano, risale alla fine del 1200, diventando l’importante via di comunicazione che è arrivata fino ai giorni nostri.

Come già detto, un itinerario breve ma intenso, un tuffo in un paesaggio invernale che passa attraverso antichi borghi, enormi campi di grano, fitti boschi, il naviglio, il fiume e la sua lanca, tantissime curiosità da scoprire camminando lungo questo itinerario.

 

CURIOSITA’

Il vecchio ponte in granito che attraversa il Fiume Ticino, fu costruito per volere di Napoleone Bonaparte, tra l’inizio e la metà del 1800.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:30/ 4:00 circa.

DIFFICOLTA’: (T).

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Boffalora Ticino, Castelletto di Cuggiono, Bernate Ticino e svariati locali sparsi lungo l’itinerario.

COME ARRIVARE: in auto da Milano o da Torino percorrendo l’autostrada A4 con uscita Mesero, quindi seguire le indicazioni per Boffalora.

CARTOGRAFIA E GUIDE: carte e guide del Parco del Ticino.

SEGNALETICA: Qualche cartello informativo.

DOVE ALLOGGIARE: B&B La Corte sul Naviglio tel: 02/9755596

lunedì 20 novembre 2023

Da Nosate alla frazione Maddalena di Somma Lombardo.

Da Nosate 177 mt località Santa Maria in Binda, dove sì lascia l’auto, sì raggiunge velocemente il Naviglio Grande. Svoltando a destra, sì percorre la strada sterrata che porta alla Cascina Castellana 155 mt, e di seguito al Ponte di Oleggio 150 mt. Dal ponte sì prosegue costeggiando il fiume Ticino, poi sì raggiunge il Canale Industriale che sì attraversa grazie ad un passaggio ciclopedonale. Camminando lungo il canale, sì arriva alla Centrale di Vizzola, dopo una breve salita, sì svolta a sinistra percorrendo la strada asfaltata che sale a Castelnovate 208 mt, con una breve deviazione su sentiero, sì raggiunge l’abitato, lo sì attraversa nella parte periferica, arrivando a un punto panoramico, qui sì scende nuovamente per ritornare sul Canale Industriale, che sì percorrerà, fino a trovare la strada asfaltata che va al Laghetto dei Gabbiani, svoltando a destra sì affronta una piccola salita su strada, e dopo un breve rettilineo, sì raggiunge il borgo Maddalena 210 mt.









NOTA

Più volte ho parlato del Parco del Ticino, e ogni volta sono sempre riuscito a costruire percorsi sempre diversi tra loro, sia per quel che riguarda la tipologia d’ambiente, sia per quello che riguarda la diversità dei percorsi, un intreccio di itinerari che danno la possibilità di visitare questo parco a volte sottovalutato, in tutte le sue meraviglie.

L’itinerario che propongo, segue in parte i navigli e in parte il fiume, sfiorando le colline moreniche che regalano sempre paesaggi a volte inaspettati. Sì parte da Nosate, piccolo borgo che sorge sopra una costa che guarda verso la valle del Fiume Ticino, da visitare, la chiesa di San Guniforte eretta dopo la metà del 1500 e la piccola chiesa di Santa Maria in Binda di origine longobarda.

Il primo tratto sì sviluppa su quello che definirei la parte iniziale del Naviglio Grande, per avere cenni storici di questa grande opera, sì deve tornare indietro almeno al 1200 e forse anche prima, visto che nasce come fossato difensivo.

Questo tratto di naviglio, sembra più un piacevole torrente, dove trovano dimora, numerose specie di uccelli, come l’airone cenerino o il germano reale.

Lungo il tragitto, sono numerose le opere idrauliche che gestiscono le acque del fiume.

La Centrale di Tornavento realizzata nel 1939, è la prima delle centrali che s’incontrano lungo il percorso, da qui, sì ha una splendida veduta sul borgo di Tornavento.



Il Fiume Ticino, è un lungo corso d’acqua che dalla lontana Svizzera sì tuffa prima nelle acque del Lago Maggiore, e dopo un centinaio di chilometri, s’immette nel grande Po. La sua storia, inizia dalle alte montagne, dopo il lago, scorre attraverso le colline moreniche, per poi adattarsi alla pianura, prima di confluire nel più grande fiume italiano. Nel tratto italiano, subito dopo il Lago Maggiore, segue nel sue continuo scorrere quella che è la valle che lo ospita, separando il Piemonte dalla Lombardia.

Il Ponte di Oleggio, costruito tra il 1887 e il 1889, è un’opera di grande importanza, sia perché mette in comunicazione la Lombardia con il Piemonte, ma anche per l’imponenza della struttura, che sta resistendo alle intemperie da oltre 130 anni.



Un altro imponente monumento moderno, è la Centrale di Vizzola, inaugurata nel 1901, l’opera sì presenta imponente, un vero capolavoro d’ingegneria.

Castelnovate 206 mt, è un minuscolo borgo che sorge sopra una collina, frazione di Vizzola Ticino, è abitata già in epoca romana.

Tra i tanti canali che sì percorrono in questo itinerario, vi è anche il Canale Villoresi, i primi chilometri, furono inaugurati nel 1884, e serve principalmente come canale d’irrigazione per i campi dell’alto milanese.

La Frazione Maddalena, conosciuta già in epoca romana, è una piccola frazione di Somma Lombardo, sorge poco sopra il fiume Ticino, che sì raggiunge dopo una breve discesa e dopo un tratto su sterrato, qui vi sì può fare un buon pranzo al sacco guardando le colline moreniche della sponda piemontese.

Credo che il percorso qui descritto, abbia tutte le potenzialità per attirare i tanti escursionisti che amano questo tipo di percorsi, paesaggi sempre in continua mutazione, i tanti uccelli che sì possono ammirare e i panorami su Alpi e Prealpi che lasciano senza parole, insomma, tutti requisiti validi per una camminata lunga ed emozionante.









CURIOSITA’

Il 9 ottobre del 1901, la Centrale di Vizzola venne inaugurata dal Re Emanuele III e dalla sua consorte la Regina Elena.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:30 circa.

DIFFICOLTA’: (T).

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Nosate, al Ponte di Oleggio e alla località Maddalena.

COME ARRIVARE: in auto da Milano o da Novara seguendo le indicazioni per Turbigo e poi per Nosate.

CARTOGRAFIA E GUIDE: carte e guide del Parco del Ticino.

SEGNALETICA: Qualche cartello informativo.

DOVE ALLOGGIARE: B&B Malpensa da Joe, tel: 0331/230973.

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