Dalla Stazione di Meina 214 mt, sì percorre il Sentiero Valcabbia, che dopo aver passato la località Valcabbia Case Sparse, e dopo essere passati sotto il ponte dell’A26, che arriva a Nebbiuno 430 mt. Dopo aver lasciato la piazza principale, sì raggiunge la Provinciale Alto Vergante, avvicinandosi alla Cartiera di Nebbiuno, da qui, parte un sentiero sulla sinistra che sale al borgo di Fosseno 596 mt. Poco prima di arrivare nel centro di Fosseno, si svolta a destra percorrendo Via Colli Fioriti. Sì sale lungo la strada, fino a trovare un bivio, seguendo l’indicazione per Poggio Radioso, sì cammina lungo la sterrata sulla destra, procedendo verso il colle San Salvatore 794mt.
Appena trovato
il segnavie H2, s’inizia a seguirlo, oltrepassando Alpe Airola 695 mt, il bivio
per Alpe Canà, risalendo poco dopo fino alle vicinanze del Monte Scincina 837
mt, per poi tuffarsi nella Valle del Torrente Agogna. Raggiunta la provinciale
che porta a Gignese, sì percorre la strada asfaltata in direzione
dell’Agriturismo La Miniera, attraversando il ponte sul Torrente Agogna, da
qui, sì riprende quota, salendo lungo una strada sterrata, che sale, fino
all’Alpe Torona 895 mt. Sì continua a camminare lungo la sterrata salendo oltre
il Rifugio della Sezione F.I.D.C. di Armeno, giunti a una sella, sì trova il
bivio che sale sulla cima del Monte Falò 1080 mt.
Dopo aver
salito la cima, sì ritorna alla selletta, continuando a camminare fino
all’incrocio con i segnavie VR3 e VR3a, percorrendo quest’ultimo, sì raggiunge
in breve, l’Alpe Nuovo 946 mt.
Raggiunta
l’Alpe Nuovo, sì prosegue lungo il sentiero che sì trova a sinistra, che sale
alla località Il Termine 1002 mt. Arrivati alla località Il Termine, sì evita
la sterrata che scende verso valle, continuando a camminare lungo il sentiero a
destra, che mantenendo la quota, aggira il versante sinistro del Monte Salè,
passando per Alpe Marta 920 mt, per poi iniziare a scendere verso Gignese. Dopo
aver lasciato la località Miniere, con un piccolo sentiero, sì raggiunge il
ponte sul Torrente Erno, quindi, dopo averlo attraversato, sì raggiunge
finalmente l’abitato di Gignese 707 mt. Ora propongo due scelte: la prima
seguendo il segnavie VL5, è quella di seguire la provinciale per Stresa fino a
Vezzo, per poi svoltare a sinistra e affrontare la discesa verso Stresa. La
seconda, è quella di raggiungere il Golf Club, e seguire la sterrata che
costeggia i prati del golf, scendendo verso la località Il Maghino. Raggiunte
le baite, sì prosegue lungo la sterrata sulla destra che esce dal bosco. Dopo
aver passato tutti i rustici, sì continua a perdere quota fino ad arrivare al
Torrente Gardia, da qui, dopo averlo attraversato, sì riprende a salire
arrivando in Via Grisana e quindi nell’abitato di Vezzo. Ritrovata la
provinciale, sì svolta a sinistra oltrepassando il Ristorante Verbena, poco
dopo, s’incontra il segnavie VL5, che scende a Stresa, quindi svoltando a
destra, sì affronta l’ultima discesa che porta appunto a Stresa e alla
stazione, dove è possibile trovare il treno per tornare a casa o a recuperare
l’auto a Meina.
NOTA
Quando sì parla di
traversata, di solito sì pensa a itinerari escursionistici di più giorni,
definiti con una terminologia più moderna: trekking.
Nel mio modo di interpretare
l’escursionismo, sì possono eseguire vere e proprie traversate, utilizzando un
unico giorno. Da nord a sud e viceversa, da est a ovest e viceversa, grazie
anche al treno, mezzo pubblico strategico che consente di partire da una
località, per poi terminare la traversata in un’altra località, che sì trova a
diverse ore di cammino, finendo in un altro comune, provincia, regione o
addirittura stato.
Il Gruppo montuoso del
Mottarone, sì presta perfettamente a questo tipo di escursionismo, pur non
avendo una segnaletica ottimale, è possibile realizzare bellissime escursioni e
affascinanti traversate, raggiungendo i famosi borghi che sì affacciano o sul
Lago d’Orta o sul Lago Maggiore; quella che propongo in queste righe, inizia e
finisce sulle rive del Lago Maggiore, un percorso ricco di storia, immerso in
un ambiente ricco di flora e di fauna, che accompagnano tutta la traversata.
Sì parte da Meina, grazioso
borgo situato poco più a nord di Arona, un paese che vanta una storia che va
indietro, fino a epoca romana. Da qui, arrivando con il treno, inizia
quest’avventura; poco sopra, sì apre una piacevole vista sul paese e sul Lago
Maggiore, sullo sfondo, sono visibili le montagne della Valcuvia, tra cui il
Massiccio del Campo dei Fiori 1227 mt, Monte Nudo 1235 mt e Monte San Martino
1087 mt.
Nebbiuno è un grazioso borgo
che sorge sopra Meina, le sue origini sono medievali, però, vi sono
testimonianze di antiche popolazioni, che occuparono l’area già da prima del I
a.c.
Dalla chiesa parrocchiale di
San Giorgio, sì apre una balconata sul lago, ben visibile la Rocca di Angera e
il piccolo Monte San Quirico 412 mt.
L’Alpe Airola, è uno dei
tanti alpeggi che s’incontreranno lungo la traversata, composta da alcune
strutture ancora ben conservate, circondate da un verde prato, che con il suo
silenzio, invita a una breve ma piacevole pausa.
Poco più avanti, sì può
ammirare un gigantesco masso erratico, dalla particolare forma che ricorda la
sagoma di una rana o di una foca.
Un altro alpeggio, molto
suggestivo, è l’Alpe Torona 895 mt, qui sì può ammirare un’altra bellissima
balconata sul lago e sulle vicine montagne, un’anteprima di quello che sarà la
vista eccellente che sì avrà dalla cima del Monte Falò.
Il Monte Falò, definito anche
come le Tre Montagnette, sì eleva di circa 80 mt sopra i 1000 metri di
altitudine, se confrontato con altre cime di uguale altezza, sì nota subito il
paesaggio brullo che offre questa cima, un paesaggio che sì trova
tranquillamente oltre i 1500, un ambiente di rara bellezza che offre un
panorama a 360° gradi, con vista sul vicino Mottarone 1491 mt, e sulle cime
della Val Grande, tra cui segnalo sicuramente Cima Pedum 2111 mt, riconoscibile
per la sua singolare sagoma.
Guardando verso ovest, sono
facilmente riconoscibili le montagne che sì elevano nella vicina Valle Strona,
tra cui Cima Altemberg 2394 mt e Cima Capezzone 2421 mt; più a sinistra, sì
riconosce l’inconfondibile cima del Monte Novesso 1410 mt, com’è visibile la
cima del Monte Avigno 1136 mt e del Monte Fenera 899 mt.
Aprendo lo sguardo verso sud
est, sì ha la vista, oltre che del lago Maggiore, anche quella del Lago di
Varese con il Massiccio del Campo dei Fiori che sì eleva subito a nord del
lago, e il Lago di Monate, con la piccola dorsale che colma con la cima del
Monte Pelada 472 mt.
L’Alpe Nuovo, è un piccolo
alpeggio adagiato su di un verde prato che guarda verso il Monte Falò e il
Motton Salè 1087 mt, un luogo magico che testimonia la dura vita dei pastori
che portavano le greggi su queste alture.
L’Alpe di Marta, è composto
da un unico casolare, con al centro un tabernacolo dove è ancora visibile
l’affresco sacro, al contrario dell’Alpe Nuovo, l’Alpe di Marta, è abbracciata
dal bosco, quindi la visuale è molto limitata, questo non impedisce di creare
un ambiente suggestivo e misterioso.
Gignese, è un altro piacevole
borgo, perfettamente incastonato nel verde del Mottarone, paese che ha antiche
origini, dove sì può visitare il Museo dell’Ombrello.
Stresa, dopo Arona, è uno dei
centri più rinomati del Lago Maggiore, anche se gli orari del treno, limitano
la possibilità di visitare la città, se rimane qualche decina di minuti prima
dell’arrivo del treno, una passeggiata tra i vicoli o sul lungolago, è quasi
d’obbligo, anche per ammirare le due isole che sono la cartolina perfetta di
questa località turistica.
Credo e spero di aver
raccontato al meglio, tutto quello che questa lunga traversata ha da offrire,
un susseguirsi di paesi, di monti e di alpeggi, immersi nel fascino e
nell’armonia perfetta di una montagna come il Mottarone, che merita di essere
esplorata in tutte le sue periferie, solo così sì può apprezzare una montagna
che rischierebbe di rimanere soltanto una meta turistica comodamente
raggiungibile in automobile.
CURIOSITA’
Tra Stresa e Meina, in epoca
romana, transitava la via Severiana Augusta, strada che dal Passo del Sempione 2006
mt, scendeva fino a Milano.
TEMPI DÌ
PERCORRENZA: 8:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per la lunghezza del percorso, per i tratti su
sentiero.
DISLIVELLO: oltre 1000 mt tra salita e discesa.
SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco
rosse. Prestare attenzione alle indicazioni sopra riportate, in alcuni tratti,
la segnaletica è scarsa o addirittura assente.
CARTOGRAFIA O
GUIDE: carta Kompass n°97/90.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Meina, Nebbiuno, Fosseno, Gignese,
Vezzo e Stresa.
COME ARRIVARE: in treno, lungo la linea ferroviaria Milano
Domodossola.
DOVE ALLOGGIARE: B&B A CASA DELLA TATA a Meina tel:
3286035194.