martedì 1 aprile 2025

Anello del Campo dei Fiori, partendo dalla Frazione Velate.

Da Velate piccola frazione di Varese 532 mt, sì percorre il sentiero 310A fino a Sass Gross 614 mt. Sì prosegue raggiungendo la località Quattro Strade, per poi proseguire per Forte Orino, evitando però il primo bivio che sale a Forte Orino, mantenendo la quota, fino a trovare il segnavie 302 e 302B, qui con una breve deviazione, sì raggiunge Pian delle Noci 720 mt.

Ritornando sui propri passi, seguendo i segnavie AV e 3V, sì va ad affrontare la dura salita che porta a Forte Orino 1139 mt.

Lasciato Forte Orino, sì cammina lungo l’ampia sterrata che porta alla Pensione Irma, quindi raggiunta la Bocchetta di Merigetto 1089 mt, sì lascia la carrozzabile per intraprendere un sentiero non segnalato che affronta un veloce costone e la breve cresta che porta in vetta alla Punta di Mezzo 1227 mt, massima elevazione del Massiccio del Campo dei Fiori.

Scesi da Punta di Mezzo, sì segue il sentiero 3V che passa dietro l’Osservatorio Astronomico, arrivando poco sopra Pensione Irma. Sempre con Sentiero 3V, dopo una piccola salita su asfalto, s’intraprende un sentiero che scende fino a Monte Tre Croci 1098 mt, per poi arrivare alla vecchia stazione funicolare 1040 mt. Ancora in discesa, sì arriva al Valico Pizzelle 930 mt, e in seguito a Piazzale Pogliaghi 825 mt. Passando sotto Santa Maria del Monte 880 mt, sì scende lungo la via del santuario, fino ad arrivare alla Prima Cappella 600 mt. Raggiunto il parcheggio della funicolare, sì affronta l’ultimo tratto di sentiero che riporta a Velate, dove termina l’anello.

 

NOTA

Il Massiccio del Campo dei fiori, è come una muraglia che s’innalza dietro il Lago di Varese, già parco, offre tantissimi itinerari escursionistici che soddisfano i semplici turisti, ma anche i più appassionati di montagna, con ripide salite che mettono a dura prova fiato e gambe, meta ambita anche per i runner che sì preparano alle tradizionali gare in montagna.

L’itinerario che propongo, è una vera traversata ad anello, che consente di visitare la parte intermedia del parco, con piccoli altopiani che dalla pianura nemmeno sì riescono a intuire, per poi raggiungere le massime elevazioni, dove s’inizia a respirare l’aria vera di montagna, dove l’ampio sentiero, diventa qualcosa di più impegnativo.

Si parte da Velate, graziosa frazione di Varese che sorge ai piedi del Monte San Francesco 793 mt, da visitare la Torre di Velate XI secolo, la piccola chiesa di San Cassiano e Ippolito X secolo e la Chiesa Parrocchiale dedicata a Santo Stefano già esistente nel 1200.



Il sentiero 310A, è un’ampia pista ciclopedonale sterrata che percorre diciamo la parte bassa del massiccio, anche se non scende mai sotto i 400 mt di quota, spesso lungo il percorso, sì notano piccoli altopiani che dalla pianura, ma anche dallo stesso Lago di Varese, non sì riescono a intuire. Le località più affascinanti, sono indubbiamente: la località Caddè 591 mt, composto da un grande casolare privato, dove però sì trova una sorgente, indispensabile per fare rifornimento d’acqua, e la località Sass Gross, grande masso erratico triangolare adagiato sopra un piccolo colle.

Prima d’intraprendere la salita a Forte Orino, non sì può non fare sosta al Pian delle Noci, dove sorge un bivacco, indispensabile in caso di maltempo, ma anche luogo dove trascorrere una notte con le dovute attrezzature e facendo anche una buona scorta d’acqua, poiché la piana ne è priva.



Dal Pian delle Noci, sì ha una piacevole veduta su Monte San Martino 1087 mt, mentre salendo sul colle che sì trova sopra il bivacco, sì riesce ad avere una piacevole veduta su Sasso del Ferro 1062 mt e su Monte Nudo 1235 mt.

Forte Orino, è la prima vera balconata che sì trova in questo itinerario. Oltre ad avere una magnifica vista sulle montagne della Val Cuvia, sì ha una magnifica vista su ben cinque laghi, in altre parole: Lago Maggiore, Lago di Varese, Lago di Monate e Lago di Comabbio e un piccolo pezzo del Lago di Lugano; sono facilmente riconoscibili alcune tra le più rinomate vette del Parco Nazionale della Val Grande, tra cui 2098 mt, Cima Pedum 2111 mt e Monte Zeda 2165 mt. Molto bello, il complesso montuoso del Monte Limidario 2188 mt.

Poco sotto Forte Orino, sorge il bivacco, altro importantissimo punto d’appoggio in caso di maltempo.



Punta di Mezzo, è la cima più alta dell’intero massiccio montuoso, la sì raggiunge o dal ripido pendio erboso, oppure come in questo caso dalla cresta, un taglio di roccia, che sì tuffa letteralmente verso la Val Cuvia. Anche qui la panoramica è notevole, oltre a guardare verso la piana di Brinzio 516 mt, sì ha una piacevole vista su tutte le principali cime della Val Veddasca, tra cui Monte Covreto 1598 mt, Monte Gambarogno 1734 mt, Monte Tamaro 1961 mt, Monte Gradiccioli 1935 mt e Monte Lema 1620 mt. Facilmente riconoscibili. Tante delle cime che compongono la dorsale della Mesolcina, comprese alcune famose cime laterali, tra cui: Monte Bar 1816 mt, Monte Camoghè o Punta Camoscio 2228 mt, Pizzo di Gino 2235 mt, Monte Bregagno 2107 mt e Monte Grona 1736 mt. Altra magnifica vista da segnalare sono alcune importanti cime della Val Malenco, come i Corni Bruciati 3114 mt e Monte Disgrazia 3678 mt. Anche la dorsale orobica, da il suo contributo: Monte Legnone 2609 mt e Pizzo dei Tre Signori 2554 mt; bella veduta sulle due principali cime del gruppo montuoso delle Grigne, ovvero il Grignone 2409 mt e la Grignetta 2184 mt. Mi piace ricordare anche le più modeste cime del varesotto come Monte Sette Termini 972 mt, Monte Scerrè 796 mt e Monte Piambello 1125 mt.




Poco prima di arrivare alla Pensione Irma, sì trova un bellissimo punto panoramico che spazia su tutta la Val Cuvia e sulle sue cime, volgendo lo sguardo fino al Massiccio del Monte Rosa 4634 mt e altri quattromila, facilmente riconoscibile la cima del Monte Massone 2161 mt, che sì eleva all’inizio della Val d’Ossola.

Monte Tre Croci, lo dice già il nome, ha una piacevole vista su Varese e sulla Pianura Padana fino alle lontane cime dell’Appennino Ligure.

Sicuramente colpisce l’enorme dimensione dell’Hotel Campo dei Fiori, oggi gestito dal FAI, un colosso visibile anche da chilometri di distanza.

Poco prima di raggiungere il borgo di Santa Maria del Monte, dal Piazzale Pogliaghi, sì ha una piacevole vista su Monte Martica 1032 mt, Poncione di Ganna 992 mt, Monte Chiusarella 915 mt, Monte Minisfreddo 1042 mt, Monte Monarco 855 mt e alle spalle, sorge la bella cresta del Monte Generoso 170 mt, più a destra, sono riconoscibili le cime di Sasso Gordona 1410 e Monte San Primo 1686 mt.




Santa Maria del Monte è un borgo che vanta una storia antichissima, un intreccio di vicoli dove arte e storia sì sposano magnificamente. Da visitare il santuario e i principali musei del borgo, oltre a tutta la lunga serie di cappelle votive che compongono il Sacro Monte patrimonio dell’UNESCO. Durante la discesa lungo la sacra via, sono numerose le panoramiche su Campo dei Fiori e sul borgo, oltre ad una piacevole vista su Varese e sulla fascia morenica.

Un percorso ad anello che è una vera e propria traversata, un mix tra piacevoli colli e paesaggi quasi alpini, unendo alla fine la magia dell’arte del Sacro Monte, tutti motivi per andare a vedere, a percorrere questo incredibile itinerario tutto da scoprire.

 

CURIOSITA’

Lungo la via del santuario, sì trova un bellissimo dipinto su muro dell’artista ormai scomparso Renato Guttuso, realizzato intorno al 1983.



 






TEMPI DÌ PERCORRENZA: 6:30 circa.

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero e per il dislivello

DISLIVELLO: oltre 800 mt di salita e oltre 800 mt in discesa.

PUNTI D’APPOGGIO: Bivacco Alpino al Pian delle Noci, Bivacco d’emergenza in località Forte di Orino, Pensione Irma e numerosi locali a santa Maria del Monte. COME ARRIVARE: da Varese seguendo le indicazioni per Sacro Monte e Campo dei Fiori.

CARTOGRAFIA O GUIDE: CARTA Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.

SEGNALETICA: cartelli informativi, bandierine bianco rosso per la 3V e giallo verde per l’AV.

DOVE ALLOGGIARE: Numerose Strutture ricettive, però per chi ama l’avventura, il Bivacco Alpino al Pian delle Noci, contiene al suo interno quattro posti letto senza materasso.

martedì 11 marzo 2025

Anello da Cittiglio, con salita al Pizzo di Cuvignone.

Da Cittiglio 267 mt, sì percorre il sentiero 3V, dopo ave passato la località Cereda 289 mt, sì va ad affrontare l’impegnativo sentiero che sale lungo il Sasso del Ferro 1062 mt, percorrendo il tracciato fino a trovare la strada tagliafuoco che da Cittiglio porta alla località Casere 758 mt (in questo periodo, la variante che sale da Cittiglio, è chiusa per frana). Percorrendo la tagliafuoco, sì passa lungo il tracciato della funivia che da Laveno 200 mt, sale fino a Poggio S. Elsa 974 mt, quindi dopo essere saliti ancora, dopo aver passato gli 800 mt di quota, inizia la discesa che porta alla località Casere. Dalla località Casere, sì segue la strada asfaltata e in breve sì raggiunge il borgo di Vararo 757 mt. Da Vararo, sì prosegue lungo il Sentiero 3V, dopo una decisa salita, sì arriva sulla SP 8 che sale al Passo del Cuvignone 1036 mt, raggiunto il passo, sì prosegue lungo la strada asfaltata, perdendo quota fino ad arrivare al Rifugio Adamoli 977 mt. Dal rifugio, salendo senza sentiero, sì affronta la ripida salita che porta in cima al Pizzo di Cuvignone 1018 mt.

Dopo essere scesi giù dal pizzo, sì continua a camminare lungo la SP 8 in direzione del Passo di S. Antonio 637 mt, perdendo ancora quota, finita una curva, sì nota sulla destra una sterrata, la sì prende, riguadagnando quota, e dopo aver attraversato il pendio del Monte Nudo 1235 mt, sì arriva alla località Pozzopiano 981 mt.

Da Pozzopiano seguendo i segnavie AV e 3V, sì scende lungo un sentiero che porta alla Frazione di Aga 504 mt, da qui, lasciando i due segnavie, sì prosegue lungo la strada in parte asfaltata che scende giù fino a Casalzuigno 323 mt. Raggiunto Casalzuigno, sì recuperano i segnavie AV e 3V che arrivano dalla bassa Val Cuvia, quindi percorrendo i due segnavie, sì esce dal centro di Casalzuigno, e alternandosi a tratti su strada asfaltata e pezzi su sentiero o sterrato, sì arriva poco sotto la Chiesa di San Quirico 369 mt. Con un ultimo tratto sempre alternato tra strada asfaltata, sterrato e sentiero, sì raggiunge la periferia di Cittiglio, e di lì a breve sì ritorna al grande parcheggio dove, termina questa lunga traversata ad anello.









NOTA

La Val Cuvia, come già scritto più volte, vanta numerose cime che sì elevano oltre i 1000 mt di quota, tutte cime di gran rispetto con dislivelli da non sottovalutare mai e con percorsi che vanno dalla facile salita su sterrato al più impegnativo sentiero dove spesso sì richiede una calzatura adeguata e una giusta dose di esperienza. L’itinerario qui proposto, da la possibilità di vedere una buona porzione montuosa che passa dal Sasso del Ferro al Monte Nudo, e comprende la salita di una cima ingiustamente non segnalata sui tanti cartelli informativi che s’incontrano lungo il percorso.  Oggi che la vegetazione non ricopre più la cima del Pizzo di Cuvignone, sì è aperta una panoramica di tutto rispetto, e che è giusto andare a vedere, non sarebbe male, realizzare un sentiero segnalato che porti in cima al pizzo, mantenendo pulita la sommità e garantendo la visuale che come già detto è di tutto rispetto.

Sì parte da Cittiglio, paese che sorge allo sbocco della valle del Torrente San Giulio, attraversato dalla SP 394dir che porta a Laveno, da visitare la Frazione San Biagio, piccolo borgo che sorge dall’altra parte del Torrente Boesio.

Il sentiero che sì va ad affrontare per raggiungere la tagliafuoco, è davvero cattivo, uno di quei sentieri che quando sì percorrono, mettono già a dura prova gambe e fiato, circa 200 mt di vera sofferenza, preferibilmente da fare in salita, onestamente in discesa preferisco evitarlo o trovare un’altra alternativa.

La prima piacevole balconata la sì ha quando sì passa sotto la funivia che da Laveno sale a Poggio S. Elsa, da qui sì ha una bella veduta del Lago Maggiore, della città di Verbania 197 mt e della cima del Monte Massone 2161 mt che domina il panorama. La località Casere è composta da un gruppo sparso di case e da un ristoro, qui sì ha la seconda balconata, dove rispetto a prima, sì aggiunge il Mottarone 1491 mt e di sua maestà il Monte Rosa 4634 mt.



Vararo è il classico paesino di montagna, un luogo di quiete assoluta, dove trascorrere una piacevole giornata o un fine settimana all’insegna dell’aria pulita e della magia che questo luogo dona ai suoi visitatori, piacevole la vista dei Pizzoni di Laveno, del Monte La Crocetta 1117 mt e di Sasso del Ferro; di notevole interesse è anche la Chiesa dedicata a San Bernardo edificata verso la fine del 1700.



Il Passo del Cuvignone non ha panoramica, però è uno dei luoghi preferiti dagli appassionati delle due ruote, le sue strade e i suoi tornanti, sfidano i ciclisti più esigenti, impossibile non andare a conquistare una meta di tale prestigio.

Poco sotto il passo, sorge l’Alpe Cuvignone, dove sì colloca il Rifugio Adamoli del CAI di Besozzo, una conca glaciale semplicemente meravigliosa immersa nel silenzio di queste montagne, un luogo dove s’incontrano numerosi appassionati di sport diversi dai camminatori alla moto, un posto che rimane nei ricordi; poco prima di raggiungere l’alpe, sì apre una bella veduta sul Lago Maggiore e sul Monte Zeda 2156 mt, mentre dall’alpe svetta il vicino Monte della Colonna 1203 mt.



Come già anticipato, il Pizzo di Cuvignone non ha un sentiero che sale su, il percorso va inventato. Questo è un vero peccato, perché alla fine, è una montagna che merita il giusto rispetto. Dalla cima, oltre al Lago Maggiore, con vista sui Castelli di Cannero 225 mt, sì ha una magnifica veduta dell’intero complesso montuoso del Monte Limidario 2188 mt, ben visibili tante cime della Valle Verzasca e Valle Maggia situate nella vicina Svizzera, facilmente riconoscibili: Monte Tamaro 1961 mt, Monte Gradiccioli 1935 mt, Monte Lema 1620 mt, il vicino Monte Pian Nave 1058 mt, Pizzo Camoghè o Pizzo Camoscio 2228 mt, Monte Gazzirola 2116 mt e Pizzo di Gino 2245 mt, oltre alla piacevole vista della lunga cresta che porta in cima al Monte Nudo.



Pozzopiano è solo un piacevole prato circondato dal bosco, un luogo tranquillo dove trascorrere piacevoli minuti per fare una merenda prima della salita al Monte Nudo o prima di proseguire per tante altre mete.

La Frazione di Aga è un minuscolo gruppo di case situate sopra Casalzuigno, un luogo incantevole ricco di quella magia che non può rimanere nascosto, e che merita di essere visto, poco sotto, sì ha una piacevole vista sulla Val Cuvia e sulle Prealpi del varesotto, tra le cime più conosciute sicuramente vi è: il Poncione di Ganna 992 mt, Monte Martica 1032 mt, Monte Martinello 638 mt, Monte Chiusarella 915 mt e Monte Legnone 868 mt; poco sotto la borgata, sorge solitaria la piccola Chiesa di San Bernardino XII secolo, il sito è visitabile con una breve deviazione.



Casalzuigno, abitato già nella preistoria dai Liguri, è un piacevole paese diviso tra la montagna e la pianura, giù la valle e su le montagne, da visitare, sicuramente vi è Villa della Porta Bozzolo XVI.

San Quirico è l’ultima attrattiva di questo itinerario, chiesa romanica risalente al XII secolo; il resto del percorso che riporta a Cittiglio, ogni volta che sì esce dal bosco, da la possibilità di ammirare il Massiccio del Campo dei Fiori, in particolare la Punta di Orino 1139 mt, e più in basso, il paese di Orino 442 mt, altro piacevole borgo che andrà visitato in una delle prossime avventure che sì possono fare nel magnifico mondo della Val Cuvia.

 

CURIOSITA’

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 7:00 circa.

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero e per il dislivello, prestare attenzione al tratto della 3V che da Cittiglio porta alla località Casere.

DISLIVELLO: oltre 1100 mt in salita e altrettanti in discesa.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Cittiglio, Casere e Vararo, Rifugio Adamoli in località Alpe Cuvignone e a Casalzuigno.

COME ARRIVARE: in auto da Laveno con SP 394dir o da Varese con SS 394, oppure in treno lungo la linea Varese Laveno.

CARTOGRAFIA O GUIDE: CARTA Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosso per la 3V e giallo verde per l’AV.

DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Adamoli con possibilità di pernottamento, tel: 3667012735, mail enrico.solemite@gmail.com.

lunedì 3 marzo 2025

Da Albavilla al Rifugio Cacciatori.

Da Albavilla 427 mt, seguendo le indicazioni, sì percorrono Via Magenta e Vicolo Crotto Roma. Raggiunta Via ai Monti, sì svolta a sinistra salendo fino a quando non sì troverà la segnaletica verticale, percorrendo la sterrata in salita sì raggiunge la strada asfaltata che sale all’Alpe del Vicerè, la sì attraversa, e seguendo le indicazioni, s’inizia la decisa salita che porta alla Baita Patrizi 943 mt. Raggiunta la Baita Patrizi, sì svolta a destra, percorrendo il lungo traverso che porta all’Alpe del Vicerè 903 mt; raggiunta l’alpe, dopo aver attraversato l’ampio prato, sì svolta a sinistra percorrendo l’ultimo tratto su strada asfaltata, sì arriva al Rifugio Cacciatori 913 mt.









NOTA

Spesso, capitano giornate uggiose, o troppo fredde, quelle giornate dove sì ha voglia di andare in montagna, però sì preferisce restare al chiuso, in un luogo accogliente, e per gustare un pasto caldo, un percorso avventuroso ma con una meta comoda. Qui ovviamente, la fantasia può viaggiare ovunque, così, in queste righe offro una valida alternativa che ha poche difficoltà e che come scritto, da la possibilità di fare un valido percorso avendo come obiettivo uno dei tanti rifugi sparsi tra Alpi, Appennino e Prealpi.

Sì parte da Albavilla comune che vanta una storia ricchissima, basti pensare che queste zone siano state abitate oltre che dai romani, anche da celti, etruschi, umbri, tante culture che hanno abitato queste terre lasciando antiche testimonianze del loro passaggio. Da visitare la chiesa di San Vittore martire XVI secolo e la chiesa di Santa Maria di Loreto XII secolo.



Durante la salita, prevalentemente sì ha quasi sempre la vista sul Monte Bolettone 1317 mt.

La Baita Patrizi è la prima struttura ricettiva che s’incontra lungo il percorso, immersa nel silenzio del bosco, e sicuramente, un buon punto d’appoggio, poiché da la possibilità, oltre a salire o scendere da Albavilla, è possibile proseguire verso la Bocchetta di Molina 1116 mt, raggiungendo così la dorsale dove sì trovano le vie di salita verso Monte Boletto 1236 mt e Monte Bolettone, oltre a proseguire o verso Como 201 mt oppure verso Bellagio 229 mt.



L’Alpe del Vicerè è di fatto, una meta turistica, dove molte famiglie vanno per godere il fresco in estate o per far giocare i bimbi con la neve in inverno. Un luogo piacevole immerso nel verde dove sì respira una piacevole atmosfera di montagna, con il Monte Bolettone che fa da cornice a questa località; inutile dire che l’Alpe del Vicerè, è un punto di partenza per tante escursioni su cime che superano i mille metri di quota.



Il Rifugio Cacciatori, rimane spostato verso l’esterno dell’Alpe del Vicerè, ed è di fatto la prima struttura ricettiva che s’incontra lungo la salita che porta alle cime e verso il Monte Palanzone 1436 mt; qui sì può trovare una buona accoglienza e un pasto caldo, ed è anche una delle poche terrazze panoramiche che sì possono ammirare nell’area dell’Alpe del Vicerè. La prima immagine che cattura l’attenzione, è la bella veduta del Lago di Pusiano, subito dietro, è facilmente riconoscibile il gruppo montuoso del Monte Crocione 877 mt; tra le cime che meritano di essere menzionate, sicuramente metto le più vicine che sono: Monte Cornizzolo 1240 mt, e ben due delle tre cime che compongono i Corni di Canzo, quello Occidentale 1373 mt e quello Centrale 1308 mt, più dietro, sì scorge anche la dorsale del Monte Tesoro 1432 mt.



Questa è una piacevole escursione che sì può fare in quelle giornate dove, l’alternativa è rimanere a casa, un percorso semplice, da fare sempre con le dovute attenzioni, e che ha come conclusione, un luogo tranquillo dove respirare aria pura e trascorrere dei minuti di assoluta serenità.

 

CURIOSITA’

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 2:30 circa

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: circa 520 mt in salita e poco più di 30 mt in discesa.

CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a: Albavilla e Alpe del Vicerè, a circa metà percorso Baita Patrizi.

COME ARRIVARE: in auto da Como seguendo le indicazioni per Erba.

SEGNALETICA: Cartelli informativi.

DOVE ALLOGGIARE:

lunedì 17 febbraio 2025

Da Lesa a Motta Rossa.

Da Lesa 198 mt, sì percorre la pista ciclopedonale che conduce a Belgirate. Arrivati a Belgirate 199 mt, sì rimane sopra il lago, svoltando subito a sinistra e passando sotto il sottopasso della ferrovia. Trovato il segnavie VL2, sì seguono le indicazioni fino alla chiesa di San Paolo 450 mt. Passata la chiesa, sì abbandona il segnavie VL2, quindi svoltando a sinistra, sì seguono le indicazioni che portano nell’abitato di Calogna 530mt che sì raggiungerà seguendo la facile sterrata. Dal borgo di Calogna, sì procede lungo la strada asfaltata che porta a Comnago 485 mt, fino a trovare il segnavie L3 che sale alla chiesa di Santa Cristina 609 mt. Da santa Cristina, sì ignora il segnale che porta direttamente a Motta Rossa, seguendo la sterrata che va in direzione di Comnago, quindi raggiunto il bivio, si svolta a destra seguendo un’altra carrozzabile che porta su Monte delle Croci 628 mt che sì raggiunge dopo una decina di Minuti. Dopo aver salito Monte delle Croci, sì scende leggermente per svoltare a destra percorrendo un ampio sentiero che aggira il campo da golf, quindi raggiunto un altro bivio, sì svolta a destra facendo l’ultima salita che porta in cima a Motta Rossa 690 mt.



 






NOTA

Il Gruppo montuoso del Mottarone, come scritto più volte, offre tantissimi percorsi escursionistici, tra il Lago Maggiore e il lago d’Orta, è una fitta rete d’itinerari con panorami incredibili, un mondo che non stanca mai, borghi e angoli selvaggi, cime dorsali, ogni sentiero è una storia nuova da raccontare, e così propongo l’ennesimo itinerario che sono sicuro, non lascerà indifferenti i tanti escursionisti che leggeranno queste righe.

Sì parte da Lesa, borgo abitato da prima dell’anno mille, impossibile non fare due passi sul lungolago, la vista sul Lago Maggiore è senza dubbio unica e spettacolare, da vedere la Chiesa di San Rocco XIX secolo e il Museo Manzoniano. Il tratto di pista ciclopedonale che porta a Belgirate, è un lungo corridoio che sì cammina come un tappeto tra la strada statale e la ferrovia.

Belgirate sì sfiora, perché la ciclovia sbuca fuori poco sopra il paese, quindi per vedere il borgo e il lago serve fare una breve deviazione. Belgirate probabilmente esisteva già in epoca romana; seguendo il segnavie VL2, sì arriva alla Chiesa di Santa Maria XIII secolo, la vecchia chiesa di Belgirate, di notevole interesse è il campanile romanico. Dalla chiesa, sì ha una magnifica vista sul Lago Maggiore versante lombardo, non sì possono non riconoscere la splendida sagoma del Massiccio del Campo dei Fiori 1227 mt, e in sequenza, tutte le principali vette della Val Cuvia, tra cui: Sasso del Ferro 1062 mt, Monte Nudo 1235 mt e Monte San Martino 1087 mt, più in basso è riconoscibile il piccolo Monte Sangiano 532 mt.



Incastonata in un luogo magico, sorge la piccola Chiesa dedicata a San Paolo chiesa di chiara origine romanica, qui sì può fare una pausa, immersi nel silenzio del bosco, ascoltando i tanti piccoli rumori di chi abita nel quotidiano questi boschi.

Calogna è un piccolo borgo di montagna, i suoi vicoli sono un piacevole esempio di come questi paesi abbiano un’atmosfera unica. Dalla Chiesa dedicata a San Bartolomeo XVIII - XIX, sì ha una magnifica terrazza panoramica che spazia fino al Monte Disgrazia 3678 mt in Valtellina, più a destra, l’inconfondibile sagoma del Monte Legnone 2609 mt.



La Chiesa di Santa Cristina, è un altro gioiello che arriva dal romanico, le prime date la portano al XI secolo, esattamente come la Chiesa di San Paolo, è situata nel silenzio del bosco, però a due passi dal campo da golf che sì adagia tra le due cime che sì andrà a salire a breve.

La prima cimetta che sì sale in questo percorso è Cima delle Croci, qui sorge una minuscola cappella da dove sì apre una piacevole balconata sul Lago Maggiore e sul Lago di Monate, riconoscibile la piccola dorsale che porta in cima a Monte Pelada 472 mt, massima elevazione del minuscolo gruppo di colline che da Sesto Calende 198 mt sì elevano fino alle sponde del Lago di Monate.



Motta Rossa è la seconda collina, la più alta, dalla croce, sì ha una piacevole vista sul Mottarone 1491 mt, e un’incredibile veduta del Monte Rosa 4634 mt, con tutte le principali cime che compongono il massiccio nella sagoma che conosciamo; un’ultima cima da menzionare è il Monte Falò 1080 mt, una delle più belle cime del gruppo, meta per tantissimi escursionisti.



Purtroppo, Motta Rossa è anche un chiaro esempio di come l’uomo riesca a volte a rovinare un ambiente così affascinante, così la vista sulle cime della Val Grande, è rovinata da un villaggio fantasma realizzato di recente, un gruppo di case al momento non occupate e che sono frequentemente vandalizzate, tutto quello che non sì vorrebbe vedere in un posto così bello.



A parte questo neo, l’itinerario ha tutte le caratteristiche che possono piacere a ogni escursionista che ama queste montagne, i suoi borghi e i suoi panorami, fare un percorso così, vuol dire valorizzare una piccola cima che non ha nulla da invidiare alle più alte vette.

 

 

CURIOSITA’

Santa Cristina martire, è santa che protegge dalle pestilenze, nel 1630, una grave pestilenza colpì Calogna, da qui la probabile dedica alla chiesa romanica.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 2:30/3:00 circa.

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: più di 500 mt in salita e circa 70 mt in discesa.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosse. Tra Lesa e Belgirate, la segnaletica è mancante, e tra Santa Cristina, Monte delle Croci e Motta Rossa, la segnaletica non è quella del CAI Stresa.

CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass n°90/97.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Lesa, Belgirate e Calogna.

COME ARRIVARE: in auto da Arona o da Verbania lungo la SS 33, oppure in treno lungo la linea Milano Domodossola.

DOVE ALLOGGIARE:

lunedì 27 gennaio 2025

Da Gemonio a Cittiglio, con salita alla località Cariola.

Dalla Stazione di Gemonio, sì sale nel centro del paese 303 mt, arrivati nella piazza della chiesa, sì svolta a destra lungo una strada asfaltata che dopo aver passato il municipio, esce dal centro per andare a inserirsi nella SP 45. Svoltando a sinistra, sì percorre la strada provinciale fino a quando non sì trovano le indicazioni del sentiero AV (Anulare Valcuviano), sempre svoltando a sinistra, sì percorrono il sentiero AV in direzione di Casalzuigno 350 mt, che sì raggiunge, dopo aver passato la località Molino di Dolza e dopo aver attraversato la SS 394.

Dopo aver attraversato la strada statale, sì prosegue in direzione del Monte Nudo, in parte su asfalto e in parte su mulattiera che raggiunge appunto le periferie di Casalzuigno. Poco prima di arrivare alla chiesa parrocchiale, sì svolta a sinistra, seguendo le indicazioni che salgono prima su strada asfaltata e poi su mulattiera alla località Cariola 459 mt.

Scesi dalla località Cariola, s’ignora la segnaletica che porta a Brenta e sì ritorna sui due segnavie principali, in altre parole: AV e 3V, percorrendoli in direzione di Cittiglio; è possibile compiere una deviazione, lungo il segnavie 204 raggiungendo la località San Quirico 369 mt. Dopo aver passato la Chiesa di san Quirico, con un ultimo tratto su strada asfaltata e sterrata e tratto su sentiero, sì raggiunge l’abitato di Cittiglio 254 mt, dove è possibile prendere il treno o il bus per ritornare a Gemonio.

 

NOTA

Itinerari escursionistici in Val Cuvia se ne possono fare davvero molti, con ascensioni che superano i mille metri di dislivello, oppure è possibile esplorare un piccolo mondo che sì trova ai piedi delle grandi cime della Val Cuvia, itinerari più semplici da fare in poche ore e che danno la possibilità di scoprire quella che è la storia agricola di queste valli, oppure riscoprire piccoli borghi, minuscole frazioni che sorgono poco più in alto dei paesi costruiti nella vicina valle. Quella che racconto in queste righe, è un piacevole esempio, un percorso classico ma che permette di andare a visitare una località che rimane fuori dai due circuiti principale che sono: AV Anulare Valcuviano e 3V Via Verde Varesina.

Sì parte da Gemonio, piacevole borgo situato all’ingresso della Val Cuvia, oltre al centro storico, consiglio di visitare la piccola Chiesa dedicata a San Pietro costruita tra il VII e l’VIII secolo, oggi monumento nazionale.

Le campagne situate sopra l’abitato di Gemonio offrono piacevoli vedute su Monte della Colonna 1203 mt, e Punta Orino 1139 mt, ultima elevazione del Massiccio del Campo dei Fiori.



Il Molino Dolza è un grazioso gruppetto di case incastonato dentro una valle che sì tuffa dentro la Val Cuvia, un minuscolo borgo che racconta la storia di antichi mestieri.

L’attraversamento della Val Cuvia, regala tutta l’atmosfera della pianura di montagna, estesi campi di mais, dove è possibile ammirare le principali cime della valle, tra cui Monte Nudo 1235 mt e Monte San Martino 1087 mt; facilmente individuabili: la Frazione di Aga 504 mt, il borgo di Arcumeggia 570 mt e Duno 525 mt.



Casalzuigno abitata già nel 2000 ac dai liguri, è un piacevole paese che sorge ai piedi del Monte Nudo, da visitare, la Chiesa di Santa Maria edificata nel 1700 e Villa Della Porta Bozzolo XVI, nei punti panoramici, sì riesce ad avere una piacevole vista sull’intero Massiccio del Campo dei Fiori 1127 mt.

Cariola è una minuscola frazione di Casalzuigno, esattamente come Aga, è situata su un piccolo altopiano, dove sorgono antichi rustici, nei pochi punti panoramici è possibile ammirare il Lago Maggiore guardando verso Arona.



San Quirico è una bellissima chiesa risalente al XII secolo, immersa nel verde dei boschi di castagno e da dove sì ha una piacevole veduta sulla Val Cuvia.



Cittiglio è il paese di arrivo di questa tranquilla camminata, paese dell’alto medioevo, da visitare, la Chiesa di San Giulio del 1643.

Un’escursione semplice, un piccolo viaggio diverso dalle salite più impegnative, un percorso classico ma sempre piacevole, sia come ambiente sia per i panorami che si alternano alle zone boschive, tutti requisiti indispensabili per apprezzare la bassa Val Cuvia e tutto l’ambiente che circonda questa meravigliosa valle.

 

CURIOSITA’

Cittiglio, è il paese dove nel 1902 nacque il famoso ciclista Alfredo Binda.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 4:30 circa

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: oltre circa 350 mt in salita e circa 400 mt in discesa.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Gemonio, Casalzuigno e Cittiglio.

COME ARRIVARE: in treno da Varese o da Laveno lungo la linea Laveno Milano Cadorna, in auto da Varese con SS 394.

CARTOGRAFIA O GUIDE: CARTA Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.

SEGNALETICA: cartelli informativi e qualche bandierina

DOVE ALLOGGIARE:  

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