mercoledì 11 giugno 2025

Dalla località Le Piane alla cima del Monte Barone.

Dalla località Le Piane 980 mt. Sì percorre il sentiero G1, fino ad arrivare al Rifugio La Ciota 1233 mt. Dal rifugio, sì prosegue con sentiero G8, passando dal Rifugio Monte Barone 1587 mt, quindi in decisa salita, sì raggiungono la vetta del Monte Barone 2044 mt.









NOTA

La Val Sessera, è una valle laterale della Valsesia, forse meno famosa, poiché non ha una cima importante come Monte Rosa, però, nel suo piccolo, può vantare cime che arrivano fino ai 2500 mt. Tantissimi itinerari escursionistici, molte le traversate da valle a valle che sì possono fare, approfittando di una vasta rete di sentieri che vanno dalle piccole dorsali di origine vulcanica, salendo appunto fino a oltre i 2000 mt di quota, con cime di tutto rispetto.

Sì parte dalla località Le Piane, situata poco sopra la frazione di Viera 739 mt, situata nel comune di Coggiola 508 mt, ultimo paese prima di affrontare la lunga salita che porta alla Panoramica Zegna, strada provinciale che collega la Val Sessera alla Valle Cervo.

Qui non vi è un vero e proprio parcheggio, sì trovano numerosi posti auto, a lato della strada asfaltata che porta alla località Alpe di Noveis 1125 mt. Un breve scorcio panoramico, consente la vista su Monte Tirlo 1303 mt e su Monte San Bernardo 1408 mt e sulla chiesa che sorge sulla cima.

Il Rifugio La Ciota, è il primo punto d’appoggio che s’incontra lungo la salita, più precisamente al bivio tra il sentiero G1 e G8. Il rifugio offre un servizio di ristorazione, è possibile fare una breve sosta oppure pranzare nella struttura, proseguendo poi per altre località che consentono di esplorare la parte meno alta di questa montagna; dal rifugio, sì apre una piacevole vista sulla Val Sessera.


Il secondo punto d’appoggio è il Rifugio Monte Barone, dotato di posti letto, è il luogo ideale per trascorrere una piacevole serata, affrontando la cima del Monte Barone il giorno successivo. Bella la balconata che spazia sulla Val Sessera, nelle giornate limpide il Monviso 3841 mt, cattura subito l’attenzione, come attira la curiosità, la pianura, perché in primavera quando le risaie sono sommerse d’acqua, sì crea un curioso mare a quadretti, spettacolo da non perdere.  Le due cime che precedono Monte Barone, ovvero Punta delle Camosce 1699 mt e Punta Pissavacca 1659 mt, che riempiono il panorama, due cime per nulla banali che meritano la giusta attenzione, ben visibile la cima di
Rocca d’Argimonia 1610 mt.

Monte Barone, è di fatto il primo duemila che sì eleva a nord della Pianura Padana, è la prima vetta che apre le porte alla Val Sesia, mentre da un lato sì trovano cime modeste che superano i 1000 mt di quota, nel versante ovest della valle, s’inizia già a respirare l’aria dell’alta montagna. Una cima che vanta una panoramica a 360 gradi, una visuale che riempie di meraviglia, con il Massiccio del Monte Rosa 4634 mt che sì mostra in tutta la sua maestosità, ben visibili come la Piramide Vincent 4215 mt, o Punta Parrot 4436 mt, ricoperte dalla neve che sfida il caldo delle estati più roventi. La panoramica può tranquillamente iniziare con la catena dell’Appennino, Alpi Marittime, Alpi Cozie, Alpi Graie, Alpi Pennine, Alpi Lepontine, fino a guardare nelle Alpi Retiche con il Monte Disgrazia 3678 mt, che sì riconosce nonostante la lunga distanza. Una buona fascia prealpina che precede la pianura, cime non meno importanti come ad esempio il Monte Fenera 899 mt, rinchiuso in un parco di notevole interesse; non posso non menzionare altre cime come il Castello di Gavala 1827 mt, Bec d’Ovaga 1631 mt, Alta Cima di Bò 2556 mt e il Corno Bianco 3320 mt, che precede il re della valle che è ovviamente il Monte Rosa.

 

CURIOSITA’

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:30 circa

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: ben 1060 mt.

PUNTI D’APPOGGIO: Rifugio La Ciota e Rifugio Monte Barone.

SEGNALETICA: colonnine del GtB, cartelli informativi e bandierine rosso bianche.

CARTOGRAFIA O GUIDE: Il Biellese nord orientale, editore INGENIA.

DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Monte Barone, con possibilità di pernottamento, tel: 015/9248034, 3497764425, 3472369460, mail rifugiomontebarone@gmail.com.

lunedì 9 giugno 2025

Da Branzi al Rifugi Laghi Gemelli,

Da Branzi 874 mt, sì percorre il sentiero n°212 che salendo la ripida Val Borleggia raggiunge i Laghi Piano di Casere 1816 mt e Marcio 1841 mt, un ultimo tratto di sentiero, porta fino al Rifugio Laghi Gemelli e all’omonimo lago.









NOTA

La Val Brembana, è una lunga valle che da Almè 294 mt, sì spinge fino alle alte cime delle Alpi Orobie, dai paesi quasi pianeggianti, sì passa ad alte vette che sfiorano i tremila metri. Numerose le valli laterali, e tantissimi percorsi escursionistici adatti a tutti i livelli, dove poter godere di una natura magnifica e selvaggia, anche la dove l’uomo è intervenuto con le tante opere idrauliche che sì trovano sotto le grandi vette. Sì parte da Branzi, piccolo borgo di epoca romana, costeggiato dal Fiume Brembo è nel suo piccolo una piacevole località di villeggiatura, frequentata da turisti locali e da turisti stranieri.

La Val Borleggia è una valle che sì sviluppa praticamente in verticale. Il sentiero, come un lungo serpente si sviluppa con i suoi tornanti in un bosco misto tra abeti e larici; solo la località I Grassi, composta da due baite collocate tra i 1400 e i 1500 mt di quota, una a distanza di circa dieci minuti dall’altra, permette di uscire in un’area di prati, da dove sì ha una piacevole vista sulla Val Brembana e sulle cime di Pizzo Badile 2044 mt, Monte Secco 2291 mt e Monte Pegherolo 2368 mt.



Lago Piano di Casere, è il primo bacino artificiale che s’incontra alla fine della Val Borleggia, le prime cime che sì specchiano nelle acque del lago sono il Pizzo Farno 2506 mt e il Monte Corte 2340 mt, mentre volgendo lo sguardo verso sinistra, Pizzo del Becco 2507 mt, con la sua inconfondibile sagoma rocciosa, è per bellezza, la montagna più bella che sì possa ammirare nel comprensorio.



Lago Marcio, è il secondo lago artificiale, il sentiero passa praticamente alla stessa altezza dell’acqua, ben visibile la cima del Corno Stella 2618 mt, che svetta solitario occupando l’orizzonte.



Il Rifugio Laghi Gemelli, è un punto d’appoggio fondamentale per queste montagne, il primo rifugio fu inaugurato nel 1900, mentre quello attuale risale al 1948. Qui, in un ambiente di rara bellezza è possibile trovare la giusta ospitalità, meta di tantissimi escursionisti che affrontano la dura salita di un giorno, o che soggiornano per una notte, proseguendo per altri rifugi sparsi lungo la dorsale.

I Laghi Gemelli, erano effettivamente due, poi, dopo la costruzione della diga avvenuta nel 1932, divenne uno solo, in primavera, quando i passi e le cime sono ancora innevati, l’ambiente esprime tutta la sua bellezza, come guardare vette sopra i 3000 mt di quota ricoperte da nevi perenni, basta tornare qualche mese dopo, per vedere un paesaggio totalmente diverso che muterà ancora con l’arrivo dell’autunno. Tra le cime che circondano l’area montuosa, segnalo: Cima di Mezzeno Orientale 2230 mt, che svetta solitario in mezzo al Passo di Mezzeno 2142 mt e il Passo Laghi Gemelli 2139 mt, altre cime, che posso menzionare sono il Monte Spondone 2445 mt, Monte del Tonale 2425 mt, Pizzo delle Orobie 2340 mt e Pizzo dell’Orto 2271 mt.



Uno dei percorsi escursionistici più belli delle Alpi Orobie, un luogo menzionato in tutte le guide, tantissimi motivi per affrontare la lunga salita che da Branzi porta nel cuore di queste montagne, dove laghi, valli, conche glaciali e vette, compongono un quadro che non si potrebbe guardare all’infinito, motivo in più per venire a godere queste montagne, questo rifugio di persona.

 

CURIOSITA

Il Primo Rifugio, fu distrutto durante la seconda guerra mondiale.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:00/3:30 circa.

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Branzi e Rifugio Laghi Gemelli.

DISLIVELLO: circa 1150 mt di salita.

COME ARRIVARE: da Bergamo con SS n°470.

CARTOGRAFIA O GUIDE: Carta Kompass N°104 e 105

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco.

DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Laghi Gemelli con possibilità di pernottamento, tel: 0345/71212, oppure 3470411638, indirizzo mail: info@rifugiolaghigemelli.it.

domenica 8 giugno 2025

Salita al Resegone di Lecco.

Dal Piazzale della Funivia 602 mt, che sale ai Piani d’Erna 1330 mt, sì percorre il segnavie n°901 passando dalle località Costa 775 mt, Rifugio Stoppani 894 mt, Piano Fieno 1143 mt e Beduletta 1308 mt, affrontando di seguito, l’intensa salita che porta in vetta al Resegone di Lecco 1875 mt.









NOTA

Tra le montagne più conosciute nella Regione Lombardia, il Resegone di Lecco, a mio modesto parere, ha una posizione privilegiata. Riconoscibile a chilometri di distanza per la sua inconfondibile sagoma; quanti turisti, lavoratori, appassionati, che utilizzano il treno come mezzo di trasporto, hanno sempre rivolto lo sguardo verso quella montagna tutta seghettata che ricorda molto le Dolomiti? Quanti alpinisti, escursionisti o podisti, hanno mai messo gli occhi almeno una volta su una cima così conosciuta e così misteriosa? Chi ama la montagna e apprezza percorsi più impegnativi, sa bene che Resegone non è una montagna per tutti, sa bene che molti dei suoi percorsi richiedono una giusta preparazione fisica e mentale, una buona attrezzatura, scarponi in ottime condizioni e tutto quello che serve per affrontare questa salita.

Sì parte dal Piazzale della funivia che sale ai Piani d’Erna, qui, un ampio parcheggio o un ottimo servizio di autobus, consentono di arrivare all’attacco del sentiero con tutta comodità.

L’inizio sì sviluppa lungo una facile mulattiera che porta alla località Costa, minuscolo borgo circondato da prati e boschi, qui sì può già assaporare l’ambiente dolomitico del Resegone, le aspre pareti che portano verso il Pizzo d’Erna 1375 mt, sono l’anticipo della più bella visuale dell’intero massiccio che sì mostra in tutta la sua imponenza.



Poco sopra la località Costa, sorge il Rifugio Stoppani, importante punto d’appoggio soprattutto per chi scende dal Resegone, in caso di maltempo, è importante sapere di trovare un luogo caldo e accogliente. Dal rifugio, sì apre una magnifica veduta sulla città di Lecco 216 mt, sul ramo di Lecco del Lago di Como e sul lago di Garlate, oltre alla vista su Monte Barro 922 mt, sui Corni di Canzo 1373 mt e sul Monte Rai 1259 mt.

Lasciato il rifugio, il sentiero prosegue in salita quasi interamente dentro il bosco. Per avere una decisa apertura, serve arrivare in località Beduletta 1308 mt. Da qui in avanti gli alberi lasceranno il posto ai grandi prati che precedono la salita alla vetta, concedendo una panoramica meravigliosa sui laghi e sulle tante cime che sì possono osservare tra cui: Monte Regina 817 mt, Monte Magnodeno 1241 mt, Monte Bolettone 1317 mt, Monte Palanzone 1436 mt, Monte Generoso 1701 mt e Monte San Primo 1686 mt, facilmente riconoscibile, l’intera dorsale che dal Monte Lema 1620 mt, porta fino al Monte Tamaro 1961 mt. Molti i quattromila che spiccano più a ovest, tra cui Monte Rosa 4636 mt, Dom 4545 mt e Weissmies 4029mt, spingendoci fino alle Alpi Bernesi.



L’ultimo tratto che precede l’arrivo al rifugio, è semplicemente spettacolare, un ambiente dolomitico di rara bellezza, rocce che sì elevano in verticale dove è possibile ammirare i tanti appassionati di arrampicata sportiva, cimentarsi nelle tante vie di salita che portano alle tante vette del Resegone.

Il Rifugio Azzoni, è quasi come un miraggio, sembra impossibile che quassù sì possa trovare un luogo accogliente che permetta un piacevole soggiorno, un luogo dove trascorrere la sera ammirando i miliardi di stelle che sì vedono dalla cima, oppure volgendo lo sguardo verso Lecco, illuminata dalle luci fino al sorgere del sole.



Punta Cermenati è la cima più alta dell’intero massiccio montuoso, ben 360° di panorama attende l’escursionista che ha affrontato questa dura salita, dall’Appennino alle Alpi, è un’interminabile sequenza di alte vette, molte delle più famose cime che comprendono le due dorsali, sono ben visibili nelle giornate terse, non solo l’Appennino Ligure, ma addirittura una parte dell’Appennino Emiliano. Poi, Alpi e Prealpi, alcune delle cime che precedono la grande catena alpina, le ho già menzionate, e potrei aggiungerne, ancora tantissime, come Monte Misma 1160 mt, sasso Gordona 1410 mt oppure il Monte Nudo 1235 mt. Ovviamente lo sguardo volge prima verso le due Grigne, ben visibili le due cime, Grignetta 2184 mt e Grignone 2409 mt, subito dietro, l’inconfondibile sagoma del Monte Legnone 2609 mt, e poi grandi vette come Pizzo Badile 3308 mt, Monte Disgrazia 3678 mt e Pizzo Bernina 4048 mt. Tante le cime delle Alpi Orobie che sì possono ammirare dalla Punta Cermenati, vette come il Pizzo dei Tre Signori 2554 mt, Monte Sodadura 2011 mt, Zuccone Campelli 2159 mt, Monte Alben 2010 mt, Pizzo Arera 2512 mt, giusto per fare un breve elenco, perché nelle giornate terse, il quadro diventa ancora più fantastico, per una cima di tutto rispetto.



Resegone, una montagna conosciuta, una montagna non per tutti, un luogo dove spesso gli escursionisti sottovalutano le vie di salita, affrontando impegnativi passaggi su roccia che meritano sempre la dovuta attenzione, una montagna che va rispettata in tutta la sua bellezza.

CURIOSITA’

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: circa 3:30 circa.

DIFFICOLTA’: (E/EE) per i frequenti passaggi su roccia che precedono l’arrivo al Rifugio Azzoni.

DISLIVELLO: oltre 1200 mt di salita. PUNTI D’APPOGGIO: ristoro al piazzale della funivia, Rifugio Stoppani, e Rifugio Azzoni.

COME ARRIVARE: in auto con SS 36 fino a Lecco, poi indicazioni per Funivia Piani d’Erna, oppure in treno fino a Lecco, poi bus fino al piazzale della funivia.

CARTOGRAFIA E GUIDE: carta Kompass n° 91 e 105.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco giallo.

DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Stoppani con possibilità di pernottamento, tel: 0341/491517, oppure 3470323045. Rifugio Azzoni, con possibilità di pernottamento, tel: 3319877220, oppure 3662587009. Mail info@rifugioazzoni.it.

giovedì 29 maggio 2025

Valle della Bevera e Monte Useria.

Dal Centro Commerciale IPER, sì segue la SS 712 fino al bivio con Via Cà Bassa, poco più avanti, in prossimità di alcuni capannoni, sì trova un comodo parcheggio, dove sì può lasciare l’auto. Sì prosegue a piedi seguendo la strada asfaltata fino all’attacco del Sentiero n° 385, entrando poco dopo nel PLIS Valle della Bevera. Una volta trovato il segnavie, sì attraversa l’intera valle principalmente su strada sterrata, oltrepassando la linea ferroviaria Varese Stabio, arrivando di seguito a una rotonda. Sempre seguendo il segnavie n°385, alla rotonda si svolta a destra e subito dopo a sinistra, nuovamente in valle, sì va a oltrepassare la linea ferroviaria Varese Porto Ceresio, arrivando poco dopo al piccolo cimitero di Brenno Useria.

Arrivati nelle periferie di Brenno Useria, sì prosegue a destra e dopo qualche centinaio di metri a sinistra, costeggiando i piedi del Monte Useria, quindi, sempre seguendo il segnavie n°385, s’inizia la salita che porta al Santuario Madonna d’Useria 440 mt. Raggiunta la chiesa, svoltando a destra, inizia la più decisa salita che porta in vetta al Monte Useria 555 mt, meta di questo itinerario.  

  


 






NOTA

La Provincia di Varese può vantarsi di avere istituito, numerosi PLIS (parco locale interesse sovra comunale), luoghi dove sì cerca di preservare alcuni ambienti rimasti ancora incontaminati nonostante la costante presenza dell’uomo e dei suoi interventi all’interno di questi territori. Alcuni parchi hanno come soggetto la pianura, altri parchi la montagna o la semplice collina, altri ancora, entrano in valli che rischierebbero di rimanere sconosciute ai tanti camminatori o appassionati di bike, che vanno alla ricerca di percorsi nuovi, ambienti che possano regalare vere emozioni.

L’itinerario qui proposto, va alla scoperta del Parco Valle della Bevera, e della piccola cima del Monte Useria, un grosso sasso di origine calcarea che sì eleva solitario in mezzo alla Val Ceresio, un percorso pianeggiante che attraversa la Valle del Torrente Bevera, ma che poi sì conclude con una vera salita di montagna.



Sì parte dalla località Cà Bassa, una via piena di attività imprenditoriali, mai sì potrebbe pensare che da lì a breve, parte una magnifica avventura all’interno appunto della Valle della Bevera.

La valle è particolare, a tratti sì apre come una vera conca, e a tratti sì chiude, a volte sì rimane dentro il bosco, per poi uscire nel verde dei prati che regalano piacevoli vedute, come quella sull’abitato di Velmaio 392 mt, minuscolo borgo all’interno del comune di Arcisate. Numerose sono le zone umide che ospitano uccelli e anfibi, come sono numerosi i laghetti adibiti a pesca sportiva che s’incontrano lungo la camminata, specchi d’acqua come il Laghetto delle Betulle o il Laghetto Verde.



La valle è abbastanza chiusa in se stessa, però in alcuni momenti, avvicinandosi a Brenno, sì riesce ad avere la visuale su alcune cime, come Monte Orsa 998 mt e Monte Pravello 1015 mt, raramente sì riesce a scorgere qualche cima del mendrisiotto, Monte Generoso 1701 mt, è quello che sì mostra meglio in tutta la sua imponenza.

Poco prima d’intraprendere la salita al Monte Useria, sì arriva al Santuario della Madonna d’Useria, chiesa realizzata intorno al XIII secolo; purtroppo, la vegetazione impedisce di avere una bella panoramica sulla Val Ceresio.



Monte Useria, è una salita di tutto rispetto, un ripido sentiero che in caso di neve o ghiaccio, ma anche una banale pioggerella, può diventare particolarmente insidioso.

Sulla cima, sorge una croce. Il prato, che circonda la cima, consente una modesta visuale su alcune tra le più importanti cime della Val Ceresio, come Monte Monarco 855 mt, Punta Crocino 690 mt, Monte Rho 938 mt, Monte San Bernardo 1020 mt e il Monte Piambello, sì riesce anche a vedere un fazzoletto di Lago di Lugano guardando verso Porto Ceresio, subito dietro, si eleva il Monte Arbostora 822 mt e in piccola vista Monte San Salvatore 912 mt, e nelle giornate limpide, la panoramica spazia verso la Val d’Agno, mentre guardando verso sud, la vista va sulle colline moreniche fino a tuffarsi nella Pianura Padana.



Una piccola cima con un modesto panorama sì potrebbe pensare. Eppure, nel suo piccolo, Monte Useria può far parlare di se. Sicuramente, merita una salita nei periodi più adatti, l’autunno e l’inverno sono le stagioni migliori, quando le giornate limpide non sono rovinate dalla foschia e dal caldo torrido che ricopre la pianura. Anche la Valle della Bevera, merita la giusta attenzione, a due passi dalle grandi arterie che portano verso il mendrisiotto, a due passi da un grande centro commerciale, qui esiste un luogo magico fuori da ogni immaginazione, impossibile non concedere una bella camminata per riscoprire questi due luoghi che aspettano solo di essere vissuti.

 CURIOSITA’

TEMPI DÌ PERCORRENZA: circa 3:00.

DIFFICOLTA’: (T/E) per la salita al Monte Useria.

DISLIVELLO: oltre 350 mt di salita.

PUNTI D’APPOGGIO: nessuno.

COME ARRIVARE: da Varese, seguendo le indicazioni per il centro commerciale, con un brevissimo tratto su statale prima di trovare Via Cà Bassa.

CARTOGRAFIA O GUIDE: Carta Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.

SEGNALETICA: cartelli informativi, bandierine bianco rosso.

DOVE ALLOGGIARE:

domenica 4 maggio 2025

Da Pigra al Monte di Tremezzo.

Da Pigra 881 mt, con sentiero 1, sì percorre l’ampia mulattiera che diverrà poi sentiero, fino a immettersi lungo la strada asfaltata che sale all’Alpe di Colonno 1322 mt. Lasciata l’alpe, sì prosegue lungo la strada asfaltata che porta al Rifugio Boffalora 1252 mt, quindi sempre seguendo la vecchia strada militare, sì guadagna quota arrivando al Rifugio Venini 1576 mt. Un ultimo tratto su sterrato, consente di arrivare ai piedi del Monte di Tremezzo, quindi abbandonando la strada militare, sì affronta il ripido sentiero che sale in vetta al Monte di Tremezzo 1700 mt.



 






NOTA

L’ampia conca della Valle d’Intelvi, separa di fatto due importanti dorsali, una che colma sulla cima del Monte Generoso 1701 mt, e l’altra che raggiunge i 1700 mt del Monte di Tremezzo. L’itinerario qui proposto, va a esplorare il versante destro della Val d’Intelvi. Una lunga dorsale che raggruppa numerose cime tutte oltre i 1300 mt di quota, più esattamente dal Monte Pasquella 1367 mt al Monte Crocione 1641 mt, tutte cime dai panorami sensazionali, raggiungibili grazie a una buona rete di sentieri che consentono di variare sempre la via d’accesso, anche se a volte sì intrecciano con le strade asfaltate che portano i turisti fin’oltre i 1500 mt di quota.

Sì parte da Pigra il paese dei gatti, un borgo spettacolare, tutto da scoprire grazie al suo itinerario storico che sì snoda attraverso i vicoli del paese, gradevole le tante immagini giganti dei gatti che tappezzano le mura regalando una sensazione di armonia e quiete, unita alla curiosità che offre questo luogo. Dalla Chiesa di Santa Margherita, sì può ammirare una meravigliosa balconata che mostra il ramo del Lago di Como in tutta la sua bellezza.

Tra le cime che sì possono ammirare, elenco Monte Bolettone, 1317 mt e Monte Boletto 1236 mt, mentre guardando verso la Valle d’Intelvi, sono facilmente riconoscibili le cime del Sasso Gordona 1410 mt e del Pizzo della Croce 1491 mt, oltre alla piacevole vista del monte dove sorge la chiesa romanica di San Zeno 1025 mt.





Alpe di Colonno, è la prima vera terrazza panoramica che sì può ammirare dopo Pigra, qui la visuale spazia verso il Lago di Como e altre cime tra cui: Monte Preàola 1417 mt e Monte Palanzone 1436 mt, mentre guardando verso destra, spiccano Monte Colmegnone 1383 mt e Monte Bisbino 1325 mt, oltre alla lunga dorsale che dal Monte Costone 1441 mt, colma con la cima del Monte Pasquella.

L’alpe regala un piacevole ambiente alpino, soprattutto quando s’incontrano i due laghetti con vista su Cima della Duria 1447 mt che sì affaccia subito dietro. Nella località, sì trova il Rifugio Alpe di Colonno, importante punto di appoggio per tanti escursionisti e per i tanti turisti che salgono su queste montagne solo per godere di un luogo accogliente dove respirare un’aria di relax.



Proseguendo verso il Rifugio Boffalora, sì apre un’altra bella panoramica che guarda verso ovest, qui sì possono ammirare cime come Monte Zeda 2156 mt situato nel Parco Nazionale della Val Grande, Monte Limidario 2189 mt, cima che separa la Val Cannobina dal Centovalli svizzero, la lunga dorsale che da Monte Lema 1620 mt, porta fino al Monte Tamaro 1961 mt. La dorsale della Mesolcina Meridionale, parte con la vista su Monte Boglia 1516 mt e Sasso Grande 1500 mt, proseguendo con Cima di Fiorina 1810 mt, Monte Stabiello 2116 mt e Pizzo di Gino 2245 mt.

Il Rifugio Boffalora, è il secondo punto d’appoggio che s’incontra lungo il cammino. Collocato ai piedi di Cima della Duria e sulla bella sella che separa il versante del Lago di Como da quello del Lago di Lugano, La visuale rispetto all’Alpe di Colonno è più limitata, però oltre alla bella vista sul Monte Rosa 4634 mt, posso menzionare cime come Corno Bianco 3320 mt, o Monte Barone 2044 mt, oltre alla cima di Sighignola 1314 mt e della più modesta cima del Monte Piambello 1125 mt.

Alpe di Ossuccio 1306 mt, è un piccolo gruppo di baite, dove in estate sì produce formaggi di ottima qualità; qui la vista sul Monte di Lenno 1589 mt che sì eleva vertiginosamente verso il cielo, è quello che fa più scena, un morbido pendio di erba vellutata che cambia colore a ogni stagione.

L’Alpe di Lenno 1495 mt, è un’altra perla di questo percorso, situata in una forcella che separa Monte di Lenno da Monte Galbiga 1696 mt, qui un piccolo specchio d’acqua, offre un panorama molto suggestivo su Cima di Fiorina e sulla dorsale Lema Tamaro, oltre a tantissime vette che variano dai duemila metri ai grandi colossi delle Alpi; anche qui, quando aperto, è possibile acquistare formaggi locali.



Rifugio Venini, è l’ultimo punto d’appoggio che precede Monte di Tremezzo, qui oltre all’ottima cucina, sì può ammirare una magnifica panoramica, con vista su le più importanti cime dell’intera dorsale, dal Monte Bisbino al Monte di Tremezzo, e dell’altra dorsale, quella che da Como, porta fino alla vetta del Monte San Primo 1686 mt, nominata anche come Triangolo Lariano.



Monte di Tremezzo, massima elevazione di tutta la dorsale, una cima quasi solitaria, se non fosse per la cima quasi gemella del Monte Crocione1641 mt, che sì eleva a meno di un chilometro. In mezzo alle due cime, sorge solitaria l’Alpe di Tremezzo circa 1585 mt di quota, un monumento storico che racconta la vita che sì svolgeva in quota anche su queste montagne, un vivere totalmente diverso da quello di oggi, fatto di fatica, di tanti sacrifici, con l’unica ricompensa di essere liberi in un mondo incontaminato.

Dalla cima del Monte di Tremezzo, sì ha una magnifica panoramica, dall’Italia alla Svizzera, una carrellata di valli come la Val Sanagra o la Val Cavargna. Cime famose o secondarie tra cui elenco: Monte Grona 1736 mt, Monte Bregagno 2107 mt, Sasso Canale 2397 mt, Monte Berlinghera 1930 mt, Monte Disgrazia 3678 mt, Monte Legnone 2609 mt, Monte Croce di Muggio 1799 mt, Pizzo Mellasc 2465 mt, Grigna Settentrionale 2409 mt e Grigna Meridionale 2184 mt, giusto per fare un breve elenco. Il Lago di Como, completa il meraviglioso dipinto panoramico, visibili i due rami del lago con vista sull’Isola Comacina, mentre guardando verso la Piana di Chiavenna, è ben visibile Pian di Spagna e il Lago di Mezzola. Chiaramente visibili i borghi di Bellagio 229 mt e Mandello del Lario 200 mt, com’è visibile la città di Lecco.



Credo che l’elenco sia abbastanza ricco, e mi sono limitato a quello che sono riuscito a vedere, perché in presenza di un cielo terso, la visuale è molto più ricca, riconoscendo vette distanti centinaia di chilometri, fino alla dorsale appenninica, tutti motivi per affrontare una lunga camminata che regala emozioni ad ogni passo che sì compie durante la salita.

 

CURIOSITA’

Nel tratto finale della strada militare, sono visitabili alcune postazioni della Linea Cadorna.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:30 circa

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: oltre 900 mt di salita e circa 100 mt di discesa.

CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Pigra, Rifugio Alpe di Colonno, Rifugio Boffalora e Rifugio Venini.

COME ARRIVARE: in auto da Como con SS 340 fino ad Argegno, poi sì seguono le indicazioni per San Fedele d’Intelvi e in seguito per Pigra.

SEGNALETICA: Cartelli informativi e bandierine bianco viola e bianco rosso.

DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Venini, tel: 0344/56671, mail info@rifugiovenini.it.


lunedì 7 aprile 2025

Traversata da Mandello del Lario a Lierna.

Dalla Stazione di Mandello del Lario 200 mt, sì attraversa il centro, dirigendosi verso Somana, arrivando così all’attacco dei sentieri n°15 e n°17.

Raggiunte le frazioni di Somana 366 mt e di Sonvico 395 mt, sì prosegue lungo la mulattiera che porta alla Chiesa di Santa Maria 664 mt. Superata la chiesa proseguendo verso Alpe di Era 800 mt, sì arriva a un bivio, qui i segnavie n°15 e n°17 sì separano, l’itinerario prosegue a sinistra lungo il segnavie n°17, salendo fino alla località Era Alta 980 mt.

Da Era Alta, parte il sentiero 17A che con una decisa salita, porta alla Bocchetta di Verdascia 1251 mt, da qui, seguendo il sentiero a sinistra, con una breve deviazione, sì raggiunge la vetta di Zucco Sileggio 1373 mt.

Dopo essere ritornati alla Bocchetta di Verdascia, sì prosegue con sentiero n°17A, riguadagnando quota fino ad affrontare il piacevole traverso che sale fino a Bocchetta di Calivazzo 1420 mt, massima elevazione dell’intera traversata.

Dalla bocchetta, con sentiero n°71, sì scende lungo una carrozzabile che porta prima alla Bocchetta di Lierna 1381 mt, e poi all’Alpe di Lierna 1249 mt. Dopo aver visitato l’alpe, sì continua a scendere sempre con lo stesso segnavie, passando per Forcella dell’Alpe 1125 mt, Alpe Mezzedo 868 mt, Croce di Brentalone 654 mt, continuando a scendere fino alla Frazione Genico 325 mt. Con un’ultima discesa, sì raggiunge il borgo di Lierna 233 mt, dove termina la traversata; Qui, con treno o bus, sì può tranquillamente ritornare a Mandello del Lario a recuperare l’auto per chi avesse utilizzato questo mezzo per raggiungere la località.

 

NOTA

Come già scritto più volte, il gruppo montuoso delle Grigne, offre una vasta rete di sentieri. Tutti itinerari molto belli e con varie difficoltà, sì può passare dal Sentiero del Viandante che attraversa tutti i borghi che sorgono sul ramo di Lecco del Lago di Como, alle tante ascensioni che salgono oltre i duemila metri, con paesaggi dolomitici di rara bellezza. L’itinerario qui descritto, consente di andare a conoscere una cresta parallela che rimane lontana dai grandi circuiti più frequentati e più conosciuti, una dorsale che sale fino ai 1823 mt del Monte Pilastro, meno frequentata, dove sì respira al meglio l’ambiente solitario di queste magnifiche montagne.

Sì parte da Mandello del Lario, piacevole cittadina che sorge sulla foce del Torrente Meria, borgo che sorge in un’area già abitata dai Celti nel VII secolo a.C., da visitare, oltre il lungolago, la Chiesa di San Lorenzo XVII secolo.

Somana, è una piccola frazione di Mandello, insieme a Sonvico, sorge a circa 400 mt di quota, qui sì trova la Chiesa dedicata a S. Abbondio consacrata nel 1803, consiglio un giro tra i tanti vicoli, per respirare la classica atmosfera dei paesi di montagna.

La Chiesa di Santa Maria, è un piacevole gioiello che sorge oltre i 600 mt di quota, realizzata dopo il XII secolo, è oggi un luogo di culto ma anche di accoglienza. Infatti, quando aperto, qui sì può trovare l’accoglienza di un ristoro, dove riposare e godere di una vista eccezionale, infatti, oltre alla vista delle vertiginose montagne che compongono il gruppo montuoso, dalla balconata, sì può ammirare Mandello del Lario, il Lago di Lecco e alcune montagne che compongono il Triangolo Lariano, facilmente riconoscibile il Monte San Primo 1686 mt.






Era Alta, è composta di alcuni casolari, immersa nel verde dei suoi prati, in una posizione molto piacevole.

La Bocchetta di Verdascia, pur non ricoperta completamente dal bosco, non offre comunque un panorama valido, quindi per godere di una piacevole vista, è meglio affrontare la salita che porta in cima a Zucco Sileggio. Raggiunta la vetta, qui sì apre una bella balconata che spazia prevalentemente sul Grignone, che sì mostra come una gigantesca piramide ricoperta di neve fino a quando il caldo sole estivo, non avrà sciolto l’ultimo nevaio. La vista sul lago è limitata dal bosco che copre parte del versante ovest, tuttavia è possibile ammirare oltre il Monte San Primo, anche la dorsale che porta a Monte Palanzone 1436 mt. Altre cime che posso menzionare, sono il Monte Bregagno 2107 mt e il Pizzo di Gino 2245 mt, bella la vista sulla cresta che dal Monte Palagia 1549 mt, porta fino al Monte Pilastro. Poco sotto la cima, sorge il Bivacco Mario Sforza, utile punto d’appoggio in caso di maltempo improvviso o solo per trascorrere una piacevole giornata.






Bocchetta di Calivazzo, è un ampio prato che sorge sopra i 1400 mt di quota, un paesaggio alpino ricoperto dal bosco nella parte che guarda verso nord ovest, ma che regala la vista migliore sulla cima del Grignone, che sì mostra in tutta la sua bellezza. Il magnifico anfiteatro che comprende cime come: Sasso Cavallo 1920 mt, Sasso dei Carbonari 2157 mt e Tre Sassi 2105 mt, la cima della Grignetta 2184 m, con la sua rocciosa cresta che scende verso Zucco Pertuso 1674 mt. Per chi ama portare il binocolo, dalla bocchetta, è possibile vedere ben tre rifugi che sono: Rifugio Bietti 1719 mt, Rifugio Rosalba 1730 mt e Rifugio Brioschi situato in cima al Grignone.






Bocchetta di Lierna, è un’altra balconata che sì tuffa letteralmente nel lago, divisa tra le cime del Monte Palagia e del Monte Cucco 1433 mt.

L’Alpe di Lierna, è un’altra perla che s’incontra lungo la traversata, un ambiente alpino meraviglioso, con una magnifica vista sulla catena della Mesolcina e su Monte Pilastro; anche la vista sul Grignone, è sensazionale, guardare la cima che sbuca fuori dalla cresta, non lascia indifferenti. Nell’alpe sì trova un bivacco, utile punto d’appoggio, dove è possibile, con la dovuta attrezzatura, trascorrere anche la notte, per godere al meglio di un luogo magico e di un cielo notturno dove le stelle sì mostrano in un quadro che lascia senza parole.






Poco sotto l’Alpe di Lierna, sorge un altro alpeggio, da qui sì apre una fantastica visuale sul Monte Legnone 2609 mt, otre alla catena della Mesolcina.

Forcella dell’Alpe, non ha panorama, completamente immersa nel bosco, sì può solo godere del silenzio e del fresco del bosco.

Alpe di Mezzedo, è composto di due casolari, uno collocato in mezzo ad un verdissimo prato, un minuscolo altopiano dove sì può trovare il rifornimento d’acqua, in tutta la traversata, le sorgenti sono come oro, indispensabili per chi affronta percorsi lunghi e impegnativi.






La Croce di Brentalone, è l’ultimo punto panoramico che s’incontra lungo la discesa, da qui, oltre alla vista sul ripido pendio del Monte Cucco, sì ha una bella vista sul Lago di Lecco e su Lierna, bella la vista su Monte Moregallo 1276 mt, Corni di Canzo 1373 mt e Monte Cornizzolo 1240 mt.






Lierna. Finalmente la traversata trova la sua ultima meta, un piacevole borgo che sorge sulle rive del lago, un altro paese che vanta una storia antichissima, che va indietro nel tempo fino all’età del ferro, da visitare, oltre alle tante chiese, il castello conosciuto già nell’anno 1000 e che sorge sopra una minuscola penisola che sì affaccia sul lago.

Una traversata in piena regola, un viaggio che parte da quote collinari e che sale fino ai boschi di faggio e larice che compongono la parte alta, tanta fatica che è ripagata da panorami unici e meravigliosi, un mondo da scoprire e da vivere in ogni angolo di questo piacevole percorso.

 CURIOSITA’

 TEMPI DÌ PERCORRENZA: circa 7:00.

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero e per il forte dislivello.

DISLIVELLO: oltre 1300 mt in salita e meno di 1300 mt in discesa.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Mandello e Lierna, ristoro quando aperto, alla Chiesa di Santa Maria, Bivacco Sforza poco sotto Zucco Sileggio e Bivacco Alpe di Lierna.

COME ARRIVARE: in auto o in treno da Lecco.

CARTOGRAFIA E GUIDE: carta Kompass n° 91 e 105.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco.

DOVE ALLOGGIARE: Bivacco Alpe di Lierna, con possibilità di pernottamento; portare il dovuto equipaggiamento.

martedì 1 aprile 2025

Anello del Campo dei Fiori, partendo dalla Frazione Velate.

Da Velate piccola frazione di Varese 532 mt, sì percorre il sentiero 310A fino a Sass Gross 614 mt. Sì prosegue raggiungendo la località Quattro Strade, per poi proseguire per Forte Orino, evitando però il primo bivio che sale a Forte Orino, mantenendo la quota, fino a trovare il segnavie 302 e 302B, qui con una breve deviazione, sì raggiunge Pian delle Noci 720 mt.

Ritornando sui propri passi, seguendo i segnavie AV e 3V, sì va ad affrontare la dura salita che porta a Forte Orino 1139 mt.

Lasciato Forte Orino, sì cammina lungo l’ampia sterrata che porta alla Pensione Irma, quindi raggiunta la Bocchetta di Merigetto 1089 mt, sì lascia la carrozzabile per intraprendere un sentiero non segnalato che affronta un veloce costone e la breve cresta che porta in vetta alla Punta di Mezzo 1227 mt, massima elevazione del Massiccio del Campo dei Fiori.

Scesi da Punta di Mezzo, sì segue il sentiero 3V che passa dietro l’Osservatorio Astronomico, arrivando poco sopra Pensione Irma. Sempre con Sentiero 3V, dopo una piccola salita su asfalto, s’intraprende un sentiero che scende fino a Monte Tre Croci 1098 mt, per poi arrivare alla vecchia stazione funicolare 1040 mt. Ancora in discesa, sì arriva al Valico Pizzelle 930 mt, e in seguito a Piazzale Pogliaghi 825 mt. Passando sotto Santa Maria del Monte 880 mt, sì scende lungo la via del santuario, fino ad arrivare alla Prima Cappella 600 mt. Raggiunto il parcheggio della funicolare, sì affronta l’ultimo tratto di sentiero che riporta a Velate, dove termina l’anello.

 

NOTA

Il Massiccio del Campo dei fiori, è come una muraglia che s’innalza dietro il Lago di Varese, già parco, offre tantissimi itinerari escursionistici che soddisfano i semplici turisti, ma anche i più appassionati di montagna, con ripide salite che mettono a dura prova fiato e gambe, meta ambita anche per i runner che sì preparano alle tradizionali gare in montagna.

L’itinerario che propongo, è una vera traversata ad anello, che consente di visitare la parte intermedia del parco, con piccoli altopiani che dalla pianura nemmeno sì riescono a intuire, per poi raggiungere le massime elevazioni, dove s’inizia a respirare l’aria vera di montagna, dove l’ampio sentiero, diventa qualcosa di più impegnativo.

Si parte da Velate, graziosa frazione di Varese che sorge ai piedi del Monte San Francesco 793 mt, da visitare la Torre di Velate XI secolo, la piccola chiesa di San Cassiano e Ippolito X secolo e la Chiesa Parrocchiale dedicata a Santo Stefano già esistente nel 1200.



Il sentiero 310A, è un’ampia pista ciclopedonale sterrata che percorre diciamo la parte bassa del massiccio, anche se non scende mai sotto i 400 mt di quota, spesso lungo il percorso, sì notano piccoli altopiani che dalla pianura, ma anche dallo stesso Lago di Varese, non sì riescono a intuire. Le località più affascinanti, sono indubbiamente: la località Caddè 591 mt, composto da un grande casolare privato, dove però sì trova una sorgente, indispensabile per fare rifornimento d’acqua, e la località Sass Gross, grande masso erratico triangolare adagiato sopra un piccolo colle.

Prima d’intraprendere la salita a Forte Orino, non sì può non fare sosta al Pian delle Noci, dove sorge un bivacco, indispensabile in caso di maltempo, ma anche luogo dove trascorrere una notte con le dovute attrezzature e facendo anche una buona scorta d’acqua, poiché la piana ne è priva.



Dal Pian delle Noci, sì ha una piacevole veduta su Monte San Martino 1087 mt, mentre salendo sul colle che sì trova sopra il bivacco, sì riesce ad avere una piacevole veduta su Sasso del Ferro 1062 mt e su Monte Nudo 1235 mt.

Forte Orino, è la prima vera balconata che sì trova in questo itinerario. Oltre ad avere una magnifica vista sulle montagne della Val Cuvia, sì ha una magnifica vista su ben cinque laghi, in altre parole: Lago Maggiore, Lago di Varese, Lago di Monate e Lago di Comabbio e un piccolo pezzo del Lago di Lugano; sono facilmente riconoscibili alcune tra le più rinomate vette del Parco Nazionale della Val Grande, tra cui 2098 mt, Cima Pedum 2111 mt e Monte Zeda 2165 mt. Molto bello, il complesso montuoso del Monte Limidario 2188 mt.

Poco sotto Forte Orino, sorge il bivacco, altro importantissimo punto d’appoggio in caso di maltempo.



Punta di Mezzo, è la cima più alta dell’intero massiccio montuoso, la sì raggiunge o dal ripido pendio erboso, oppure come in questo caso dalla cresta, un taglio di roccia, che sì tuffa letteralmente verso la Val Cuvia. Anche qui la panoramica è notevole, oltre a guardare verso la piana di Brinzio 516 mt, sì ha una piacevole vista su tutte le principali cime della Val Veddasca, tra cui Monte Covreto 1598 mt, Monte Gambarogno 1734 mt, Monte Tamaro 1961 mt, Monte Gradiccioli 1935 mt e Monte Lema 1620 mt. Facilmente riconoscibili. Tante delle cime che compongono la dorsale della Mesolcina, comprese alcune famose cime laterali, tra cui: Monte Bar 1816 mt, Monte Camoghè o Punta Camoscio 2228 mt, Pizzo di Gino 2235 mt, Monte Bregagno 2107 mt e Monte Grona 1736 mt. Altra magnifica vista da segnalare sono alcune importanti cime della Val Malenco, come i Corni Bruciati 3114 mt e Monte Disgrazia 3678 mt. Anche la dorsale orobica, da il suo contributo: Monte Legnone 2609 mt e Pizzo dei Tre Signori 2554 mt; bella veduta sulle due principali cime del gruppo montuoso delle Grigne, ovvero il Grignone 2409 mt e la Grignetta 2184 mt. Mi piace ricordare anche le più modeste cime del varesotto come Monte Sette Termini 972 mt, Monte Scerrè 796 mt e Monte Piambello 1125 mt.




Poco prima di arrivare alla Pensione Irma, sì trova un bellissimo punto panoramico che spazia su tutta la Val Cuvia e sulle sue cime, volgendo lo sguardo fino al Massiccio del Monte Rosa 4634 mt e altri quattromila, facilmente riconoscibile la cima del Monte Massone 2161 mt, che sì eleva all’inizio della Val d’Ossola.

Monte Tre Croci, lo dice già il nome, ha una piacevole vista su Varese e sulla Pianura Padana fino alle lontane cime dell’Appennino Ligure.

Sicuramente colpisce l’enorme dimensione dell’Hotel Campo dei Fiori, oggi gestito dal FAI, un colosso visibile anche da chilometri di distanza.

Poco prima di raggiungere il borgo di Santa Maria del Monte, dal Piazzale Pogliaghi, sì ha una piacevole vista su Monte Martica 1032 mt, Poncione di Ganna 992 mt, Monte Chiusarella 915 mt, Monte Minisfreddo 1042 mt, Monte Monarco 855 mt e alle spalle, sorge la bella cresta del Monte Generoso 170 mt, più a destra, sono riconoscibili le cime di Sasso Gordona 1410 e Monte San Primo 1686 mt.




Santa Maria del Monte è un borgo che vanta una storia antichissima, un intreccio di vicoli dove arte e storia sì sposano magnificamente. Da visitare il santuario e i principali musei del borgo, oltre a tutta la lunga serie di cappelle votive che compongono il Sacro Monte patrimonio dell’UNESCO. Durante la discesa lungo la sacra via, sono numerose le panoramiche su Campo dei Fiori e sul borgo, oltre ad una piacevole vista su Varese e sulla fascia morenica.

Un percorso ad anello che è una vera e propria traversata, un mix tra piacevoli colli e paesaggi quasi alpini, unendo alla fine la magia dell’arte del Sacro Monte, tutti motivi per andare a vedere, a percorrere questo incredibile itinerario tutto da scoprire.

 

CURIOSITA’

Lungo la via del santuario, sì trova un bellissimo dipinto su muro dell’artista ormai scomparso Renato Guttuso, realizzato intorno al 1983.



 






TEMPI DÌ PERCORRENZA: 6:30 circa.

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero e per il dislivello

DISLIVELLO: oltre 800 mt di salita e oltre 800 mt in discesa.

PUNTI D’APPOGGIO: Bivacco Alpino al Pian delle Noci, Bivacco d’emergenza in località Forte di Orino, Pensione Irma e numerosi locali a santa Maria del Monte. COME ARRIVARE: da Varese seguendo le indicazioni per Sacro Monte e Campo dei Fiori.

CARTOGRAFIA O GUIDE: CARTA Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.

SEGNALETICA: cartelli informativi, bandierine bianco rosso per la 3V e giallo verde per l’AV.

DOVE ALLOGGIARE: Numerose Strutture ricettive, però per chi ama l’avventura, il Bivacco Alpino al Pian delle Noci, contiene al suo interno quattro posti letto senza materasso.

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