sabato 23 agosto 2025

Traversata dei grandi Laghi.

Prima tappa: da Orta ad Arona.

Da Orta San Giulio 294 mt, sì percorre il sentiero che costeggia il lago fino a raggiungere la strada asfaltata che porta alla SS N°229.

Dopo aver attraversato la rotonda, si prosegue lungo la strada che porta ai paesi d’Armeno, Miasino e Ameno, per poi svoltare in Via San Giovanni Bosco seguendo il segnavie che porta alla stazione d’Orta.

Ora, seguendo le indicazioni, si raggiungono i paesi di Miasino 479 mt e Ameno 517 mt. Da Ameno, sì prosegue seguendo una sterrata che scende nella bella valle del Torrente Agogna, quindi dopo aver attraversato la valle e raggiunto l’altra strada che scende da Ameno, si comincia a salire lungo la strada asfaltata, quindi appena trovato le indicazioni, sì prosegue raggiungendo la località Sculera 670 mt, per poi proseguire in direzione dell’Alpe Marandino fino a trovare un primo bivio. Sì prosegue a destra, seguendo la dorsale arrivando al secondo bivio che incrocia il segnavie V. Ora, seguendo le indicazioni, sì cammina lungo il sentiero che porta fino alla Cappella del Vago 690 mt. Sempre seguendo le indicazioni, sì percorre l’ampia sterrata che porta al sentiero che scende giù a Colazza 542 mt, con quest’ultimo, sì raggiunge il paese.

Da Colazza, si percorre Via Risorgimento e Via Don Giulio Gemelli, appena superata la Trattoria Il Tirabuscion, si scende lungo una stradina pedonale che immette in Via per Invorio. Trovati i cartelli con i nomi dei comuni, sì svolta nella prima strada a sinistra, scendendo velocemente a Ghevio 305 mt. Da Ghevio, sì attraversa l’autostrada, proseguendo lungo la provinciale che porta a Montrigiasco 424 mt. Raggiunto il paese, si lascia la provinciale per seguire il segnavie A3, che scende alla chiesa di Sant’Eufemia. Dalla chiesa, si segue la strada asfaltata a sinistra, appena attraversata la s.p. N°159, si continua a camminare lungo il sentiero A1, superato il tratto sterrato, si arriva in prossimità di alcune abitazioni, da lì, si percorre un tratto di strada asfaltata, voltando a sinistra per una strada sterrata che passa alcune villette. Finita la strada, sì svolta a sinistra camminando su un’altra strada asfaltata che porta ai Laghi di San Carlo, in questo tratto, s’incontrano alcune indicazioni. Raggiunta una sbarra, si percorre la sterrata sulla destra, si segue oltrepassando l’Agriturismo Casalmarzio, quindi proseguendo lungo la sterrata, si finisce sulla strada che porta a San Carlone, svoltando a destra, si scende lungo la via, evitando il tornante camminando su di un ripido sentiero, quindi ripresa la strada, si arriva nelle periferie di Arona, e in breve, nella piazza principale di Arona che sì affaccia sul Lago Maggiore.

NOTA 

La Traversata dei grandi laghi, è un itinerario a tappe ideato da me, attualmente in lavorazione, segue un percorso che cerca di unire il Lago d'Orta al Lago di Garda. Qui sotto, pubblicherò di volta in volta le tappe di questo tour che porta alla scoperta di ambienti totalmente diversi tra loro, ma che regalano una grande emozione, ad ogni passo di questa avventura. Ovviamente, più sì va lontano e più diventa complicato riuscire a costruire la tappa. Recuperare l'auto, tornare a casa, piccoli problemi quotidiani che rischiano di diventare delle barriere gigantesche; però, nulla vieta di provarci.

Sì parte da Orta San Giulio, uno dei borghi più belli d'Italia, paese che vanta una storia millenaria. Numerosi i siti d'interesse storico e religioso, ad esempio, non sì può non effettuare una visita al Sacro Monte, percorso di carattere religioso che raggruppa ben 21 cappelle dedicate a San Francesco d'Assisi. Molto suggestiva, l'Isola di San Giulio, un monumento naturale ricco di storia, una perla al centro del lago.


Nelle vicinanze della stazione ferroviaria, sì incontra Via Vecchia Stazione, qui sì possono ammirare su vari edifici, alcuni dipinti su muro, delle vere opere d'arte che bisogna assolutamente vedere.



Miasino è un piccolo comune che sorge poco sopra Orta San Giulio. Tipico paese di montagna a quote praticamente collinari, che vanta comunque una storia che arriva dal medioevo. Nel suo borgo, i vicoli s'intrecciano tra di loro, portando alla scoperta di questo luogo. Da visitare, la Chiesa di San Rocco, riedificata nel 1627. 


Dal piazzale della Chiesa di San Rocco, sì apre una piacevole panoramica sul paese, ma non sì ha la vista sul Lago d'Orta, che in effetti, man mano che sì sale, sparisce praticamente subito, incastonato nel suo letto, è difficile trovare un punto panoramico che regala la vista dall'alto; sicuramente con questo percorso, non è possibile ammirarlo ulteriormente.

Ameno è il secondo paese che s'incontra durante la salita. Ameno vanta una storia ancora più antica, alcuni ritrovamenti, spostano la lancetta dell'orologio indietro all'età del ferro, riconducibile alla cultura di Golasecca. Da vedere, Piazza Marconi con la splendida Chiesa dedicata a San Giovanni.


Anche in questo caso, da Ameno, non sì riesce a vedere il Lago d'Orta, almeno lungo il percorso da me fatto.

Due righe le dedico alla valle del Torrente Agogna, un magnifico mondo che sorge sotto il paese di Ameno.


Cavalli, mucche e capre, un ambiente di montagna davvero affascinante, un luogo completamente fuori dal caos e immerso nella natura. Durante la discesa da Ameno, sì riesce a vedere la cima del Mottarone 1491 mt, mentre nelle giornate terse, al centro della valle la vista riesce ad arrivare a cime come Monte Novesso 1410 mt o Monte Cerano 1702 mt.

La località Tacchino, è un minuscolo borgo abbandonato, un gruppetto di case dove la vita scorreva nel lento vivere di questi luoghi, lasciando oggi pochi ruderi fatiscenti; la visita richiede attenzione a causa appunto delle gravi condizioni in cui versano le case. Poco più sopra, sorge la località Sculera, qui sì trova un oratorio, dedicato a San Grato.

Cappella Vago è situata sopra una sella, qui sì respira un aria più di montagna, anche se non siamo nel punto più alto del percorso, che comunque non va oltre i 700 mt di quota. La località offre un ottimo punto d'appoggio per chi vuole riposare o può essere una piacevole meta per chi ha il piacere di ascoltare il silenzio del bosco. L'area è attrezzata, tavoli panche e una fontana dove riempire la bottiglia dell'acqua, indispensabile per chi prosegue, utile per chi rimane a godere di questo lembo di pace.


Cappella Vago, oltre ad essere un importante punto d'appoggio, è anche un ricco incrocio di altri sentieri, numerose le località che sì possono raggiungere, e numerosi sono i percorsi che sì possono studiare con tappa o meta in questo luogo.

Colazza è il primo paese che consente una magnifica vista sul Lago Maggiore, la sua storia va indietro fino all'Impero Romano. Da visitare la Chiesa Parrocchiale del XVII secolo, e l'Oratorio dedicato a San Bernardo realizzata intorno al 1300. 

Un'altro interessante borgo, sì trova lungo la discesa che da Colazza porta a Ghevio, qui in località Fortezza, sorge la Chiesa di Santa Maria Assunta del 1740.

Altro piacevole borgo è Ghevio, piccolo ma interessante, qui sorge l'Oratorio di S. Anna del 1630.

Montrigiasco, è l'ultimo paese che sì attraversa prima di scendere giù ad Arona, di probabili origini longobarde, è immerso nelle verdi colline, dove sono adagiati interessanti massi erratici; da visitare oltre al borgo è la Chiesa di S. Giusto di epoca romana e rimaneggiata nel corso dei secoli. 

Lasciato Montrigiasco, dopo una piacevole discesa, sì raggiunge Cascina Incocco con l'Oratorio dedicato alla Madonna della Neve ristrutturata nel 2009, di cui non ho trovato nulla sulla sua storia.

Più sotto, sorge la piccola Chiesa di S. Eufemia, anche qui, non sono riuscito ad avere informazioni.


Arona è la meta di questo viaggio, una cittadina conosciuta per la sua bellezza e per la sua storia, in epoca romana, transitava la Via Severina Augusta. Da visitare, l'intero borgo che offre chiese e palazzi di notevole bellezza, come è di notevole splendore, la passeggiata sul lungo lago, che offre la magnifica vista su Angera e la sua Rocca, una cartolina dal vivo, una foto che è impossibile non scattare ogni volta che sì va a vedere questa incredibile località.

Qui sì trovano numerose strutture ricettive che possono accogliere turisti e escursionisti, tutto quello che serve per un soggiorno che lascia un ricordo meraviglioso.



CURIOSITA'


TEMPI DI PERCORRENZA: 7:00 circa.

DIFFICOLTA’: (T/E).

DISLIVELLO: 600 mt circa.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Orta San Giulio, Miasino, Ameno, Colazza, Ghevio, Montrigiasco, Agriturismo Molino del Sabbione località S. Eufemia, Agriturismo Casalmarzio in località Regione Cantarana, Ristorante La Cascina in Via Partigiani e locali ad Arona.

COME ARRIVARE: Da Borgomanero o da Omegna con SS 229.

CARTOGRAFIA O GUIDE: Carta Kompass N°97 e 90.

SEGNALETICA: Cartelli informativi e bandierine bianco rosse. Segnaletica scarsa o mancante nell’ultimo tratto.

DOVE ALLOGGIARE: Hotel Spagna, Via San Carlo N°8 tel: 0322/243052.

 

Seconda tappa: da Arona a Ternate.

Da Arona 212 mt, dopo aver oltrepassato la linea ferroviaria, si percorre la SP N°142 in direzione di Oleggio Castello e Borgomanero, fino a incrociare sulla sinistra Via Monte Pasubio. Dopo aver svoltato a sinistra, si percorre la via fino al piccolo centro di Mercurago, quindi seguendo le indicazioni, si arriva all’ingresso del Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago; ora seguendo i segnavie: Stra di Pianèl da Gatic, Stra di Lagon, Stra di Sèl, Stra d’la Buscarola e Stra Nova dal Pinin, sì attraversa l’intero parco naturale fino ad arrivare alla SP 30. Sì oltrepassa la provinciale entrando in Via Santo Stefano, poco dopo lo stop, sì nota un sentiero sulla sinistra che entra nel bosco, sì percorre il sentiero, costeggiando la costa fino a incrociare la strada sterrata che arriva dalle periferie di Comignago, quindi svoltando a sinistra, si oltrepassa la ferrovia raggiungendo la località Glisente, dove si può andare a visitare l’esterno dell’Oratorio di Sant’Ippolito, con una breve deviazione sulla sinistra. Ritornati sui propri passi, si scende lungo la strada asfaltata che porta all’incrocio con la SS N°32 che si oltrepassa, passando sotto un ponte e percorrendo un’ampia strada che porta alla località Beati e poco più avanti alla località Pozzola; superata quest’ultima, raggiunta la rotonda che s’incontra, sì svolta a sinistra passando poco dopo sul cavalcavia regolato da un semaforo, della linea ferroviaria Milano - Domodossola, uscendo fuori sulla SS N°33. Ora prestando molta attenzione alle auto, si percorre la statale in direzione sud, arrivando a una grande rotonda; svoltando a sinistra, si attraversa il ponte sul Fiume Ticino, lasciando definitivamente il Piemonte ed entrando in Lombardia arrivando così a Sesto Calende 198 mt.

Dal centro di Sesto Calende, sì deve oltrepassare nuovamente la linea ferroviaria Milano – Domodossola passando oltre la chiesa di San Donato. Appena trovata Via Locatelli, sì svolta a destra, percorrendola fino ad arrivare in Via Piave; ora, svoltando a sinistra, si cammina lungo la via, passando oltre la sede del CAI di Sesto arrivando fino in Via San Giorgio. Qui, bisogna svoltare a destra, camminando fino a trovare Via Oriano Sotto. Proseguendo per quest’ultima, si raggiunge il sentiero E/1, quindi svoltando a sinistra, si sale velocemente al piccolo borgo d’Oriano. Dalla chiesa d’Oriano, svoltando a sinistra, si continua a percorrere il sentiero E/1 salendo sopra una bocchetta, qui sì lascia il sentiero E/1 per proseguire in direzione di Mercallo dei Sassi 277 mt. Dopo un lungo traverso, sì svolta a sinistra salendo lungo una sterrata, che più avanti diventerà sentiero, percorrendo l’intera dorsale fino alla cima del Monte Pelada 472 mt. Raggiunta la cima, sì prosegue seguendo le indicazioni che scendono a Comabbio 307 m. A causa di una frana avvenuta nel 2023, la segnaletica non è più aggiornata e in parte mancante. La frana è stata rimossa, e il sentiero è agibile; rimane comunque l’ordinanza che vieta la salita, ordinanza che però non vieta la discesa in quanto inesistente. Dopo aver attraversato il paese, sì prosegue lungo la pista ciclopedonale che porta al Camping Lago di Monate. Dopo una breve visita, lo sì passa, raggiungendo così la SS n°629. Passato il semaforo, si segue la sterrata che costeggia il grosso impianto industriale; dopo una breve salita, sì svolta a sinistra percorrendo un sentierino, che consentirà di collinare, entrando subito dopo nel comune di Ternate 281 mt. Dopo essere scesi da Via Santa Maria, sì costeggia la chiesa parrocchiale, arrivando poco dopo sulle rive del Lago di Comabbio.

NOTA

 Anche se può sembrare una camminata leggera, posso assicurare che questa seconda tappa non è assolutamente da sottovalutare, quote collinari ma comunque lunga, e poi, nel tratto del Parco del Ticino, i sentieri di montagna sì trovano e sono di tutto rispetto.

Dopo aver lasciato Arona, il primo paese che s'incontra è Mercurago, piccola frazione di Arona e che vanta una storia che arriva dal medioevo, da visitare, la Chiesa di San Giorgio XV secolo.

Il Parco Lagoni di Mercurago, diventata area protetta nel 1980, al suo interno racchiude ambienti di montagna a quote collinari, oltre a una ricchissima storia, ne sono un valido esempio le tombe ritrovate all'interno del parco e un villaggio di palafitte che sorgeva nell'area del Lago più grande.

Il lago è rifugio per diversi uccelli che abitano le zone umide, mentre nei boschi, non raro imbattersi nel capriolo che vive all'interno del parco.




La località Glisente, è una minuscola frazione di Castelletto sopra Ticino, di notevole interesse storico, è la Chiesa Parrocchiale di S. Ippolito III secolo. Dal piazzale, sì riesce ad avere una piccola visuale sul Lago Maggiore.

Sesto Calende è una cittadina di frontiera, borgo che arriva dall'epoca dei romani, è di fatto un confine, tra il Lago Maggiore che termina la sua area e il Fiume Ticino che riprende il suo corso dal momento in cui sì è tuffato nel lago in territorio svizzero.

Da visitare, oltre la bella passeggiata lungo il Ticino, l'Abbazia di San Donato, realizzata tra il IX e il X secolo, e l'Oratorio di San Vincenzo realizzato nel XI secolo. A circa 200 mt dall'Oratorio di san Vincenzo, sì può ammirare un gigantesco masso erratico nominato come Sass da Preja Buja. 

Un'altro borgo che s'incontra, e che rimane nel comune di Sesto Calende, è Oriano. Piccolo ma utile punto d'appoggio grazie al suo lavatoio dov'è possibile fare rifornimento d'acqua. Di notevole interesse la piccola Chiesa dedicata a Sant'Antonio Abate, realizzata tra il XII e il XVII secolo. 

Nel borgo sì trova o sì trovava, considerato che sono anni che lo trovo chiuso, un centro parco, più avanti, esisteva un'area dove veniva ospitata la cicogna nera, zona distrutta dopo una violenta tromba d'aria.



Dopo Oriano, sì ritorna in mezzo alla natura selvaggia, andando ad affrontare la dorsale che porta in cima al Monte Pelada, massima elevazione del percorso. Durante l'avvicinamento alla dorsale, è possibile ammirare un masso erratico dove sì trovano preziose incisioni rupestri, il masso non è segnalato, sì trova poco prima di raggiungere la bocchetta dei quattro sentieri; durante la salita, sì vedono due massi, quello di sinistra ha le incisioni scolpite sulla pietra. 

Lungo il sentiero che porta in cima al Monte Pelada, s'ìncontrano diversi massi erratici, trasportati dai ghiacciai dell'ultima era glaciale.




Dopo la discesa dal Monte Pelada, sì entra nel borgo di Comabbio, piccolo paese che racconta una storia antichissima, andando indietro nel tempo fino alla colonizzazione da parte dei celti. Da visitare, la Chiesa Parrocchiale dedicata a San Giacomo, eretta nel XVI secolo, probabilmente sopra le rovine di una chiesa già esistente. Molto bella l'immagine del Monte Pelada che sì eleva alle spalle del borgo, donando quel tocco magico che hanno tutti i paesi di montagna. 








Il Lago di Monate, sì riesce a vedere solo in minima parte, è necessario arrivare all'altezza del camping per avere le uniche vedute sul lago, e visto la stagione, che vede numerosi bagnanti rinfrescarsi nelle sue acque, ho evitato di scattare foto invadenti.

Ternate è l'ultimo paese, qui termina la tappa. Il paese vanta anch'esso una storia vecchissima, prima dei romani. Da vedere, la Chiesa Parrochiale di San Quirico e Giulitta realizzata intorno al XIX, realizzata sopra le rovine di una struttura precedente. Di notevole interesse, anche la piccola Chiesa dedicata a Santa Maria del Sasso XVII secolo. 

Ultima perla di questa camminata, è l'arrivo sulle sponde del Lago di Comabbio. 

Un meraviglioso parco, con panchine, percorso vita e vari attrezzi, consentono a sportivi e semplici turisti di godere al meglio questa piacevole area; il lago completa questa cornice, con una bella veduta sul Monte Pelada e sulla dorsale. Sembra incredibile pensare che qualche ora prima, sì era immersi nel silenzio di quei piccoli monti, mentre adesso, l'ambiente classico di lago, cambia completamente l'atmosfera. Come non fermarsi ad ammirare il lago, sedersi per guardare la quiete di queste acque, dopo tanto cammino, finalmente il riposo meritato.

CURIOSITA'

Arona è già stata visitata, eppure, per iniziare questa seconda tappa, sì deve attraversare la ferrovia, attraverso la scala dei libri, ovvero, ogni gradino ha impresso il nome di un libro sulla parte esterna del gradino.










TEMPI DÌ PERCORRENZA: 6:30 circa.

DIFFICOLTA’: (T/E) per tratti su sentiero.

DISLIVELLO: oltre 400 mt.

PUNTO D’APPOGGIO: Locali a Arona, Mercurago, poco prima di passare sotto la SS n°32, a Sesto Calende, Comabbio, Lago di Monate, e a Ternate.

COME ARRIVARE: per la singola tappa, utilizzare il treno lungo la linea Milano Domodossola, o lungo la linea Novara Arona.

CARTOGRAFIA O GUIDE: Carta Kompass n°97 e 90, più carta percorsi ciclopedonali del Parco del Ticino.

SEGNALETICA: cartelli informativi nel parco Lagoni di Mercurago e nel Parco del Ticino, per il resto, è assente, quindi seguire le indicazioni.

DOVE ALLOGGIARE: Hotel Lago di Monate, tel: 0332/960136, info@hotelmontelago.com.

Terza tappa: da Ternate a Brinzio.

Dalle rive del Lago di Comabbio, si oltrepassa l’incrocio con la SP n°18, e il passaggio a livello, della linea Milano, Gallarate, Laveno, entrando poco dopo nel comune di Varano Borghi 281 mt. Raggiunto lo stop, sì seguono le indicazioni per il cimitero di Varano. Raggiunto il piazzale, si prosegue a sinistra e subito dopo a destra, camminando lungo Via E. de Nicola. Finita la strada asfaltata, attraverso un sentiero, si scende sulla pista ciclopedonale che costeggia la Palude di Brabbia, quindi svoltando a sinistra sì segue la pista, e dopo aver attraversato la SP n°36, ci s’immette nella ciclovia del Lago di Varese, che sì percorrerà fino al Lido di Gavirate.

Giunti al Lido, si costeggia il lungolago fino ad un locale, qui si gira a sinistra percorrendo una stradina che immette in un’altra via secondaria arrivando poco dopo sulla SP n°1. Ora seguendo le indicazioni per la stazione di Gavirate, si arriva nel centro di Gavirate e poco dopo alla stazione della linea Milano, Varese, Laveno. Dopo aver passato la Chiesa di San Giovanni, si passa sotto il ponte della ferrovia, per seguire, la strada che svolta a sinistra, arrivando poco dopo all’attacco del segnavie che entra nel Parco del Campo dei Fiori.

Seguendo il segnavie n°313, con una decisa salita, sì raggiunge il sentiero N°310 che da Velate porta a Orino. Dal bivio, sì prosegue dritto, per poi mantenere la destra, e in breve sì arriva alla località Caddè 591 mt.

Dopo aver ripreso il sentiero N°310, con un lungo traverso si arriva nell’abitato di Velate 532 mt. Sempre seguendo le indicazioni, con sentiero n°310C, sì raggiunge il piazzale che porta alla funicolare e subito dopo sì raggiunge la località Prima Cappella del Sacro Monte di Varese 575 mt. La traversata continua lungo la via delle cappelle, ma non sì farà l’intera via del santuario, poco prima, sì svolterà a sinistra seguendo una stretta stradina che porta nel borgo di Santa Maria del Monte 883 mt, più precisamente alla stazione a monte della funicolare; proseguendo dritti, sì arriva così al Piazzale Pogliaghi. Con un’ultima salita, si arriva al Passo delle Pizzelle 930 mt, massima elevazione del percorso; ora con segnavie n°304 in decisa discesa, sì arriva finalmente a Brinzio 516 mt, meta della tappa.

 NOTA

La vista sul Lago di Comabbio, da il via alla terza tappa di questa lunga avventura, la dorsale del Monte Pelada che sembra così imponente quando riflette la sua ombra nel lago, regala la sua ultima vista, perchè nella sua piccola quota, non sarà più visibile per tutto il percorso. 


Varano Borghi, sì sfiora. Il centro del paese rimane fuori dall'itinerario, come rimane praticamente invisibile la Palude di Brabbia che sì costeggia lungo la ciclovia che collega il Lago di Comabbio al Lago di Varese. La palude è un'importante riserva naturale, creata 20.000 anni dopo l'ultima glaciazione, oggi è rifugio per numerosi uccelli stanziali e migratori, tra cui il Tarabuso, l'Airone Rosso e il Falco di Palude.

Il Lago di Varesè, è il più grande lago all'interno della provincia, anch'esso di origine glaciale ha una superficie di oltre 14 KM quadrati, ma la sua profondità meno di 30 mt, lo rende un classico lago di palude. Oltre ad essere un'importante luogo di rifugio per tantissimi uccelli, è un'iportante sito archeologico, infatti, all'altezza di Biandronno, sì può prendere il battello che porta all'Isolimo Virginia, dove sorgono i resti di un antico villaggio su palafitte. Notevole la vista del Massiccio del campo dei Fiori 1227 mt che con la sua ombra sì tuffa letteralmente nel lago, altre cime di notevole bellezza, sono il Sasso del ferro 1062 mt e il Monte Nudo 1235 mt, mentre più a sinistra, svetta la Corona di Ghina del Parco Nazionale della Val grande.


Il Lido di Gavirate, è un luogo dove trascorrere momenti di assoluta tranquillità, affacciarsi sulla riva del lago per godere delle quiete delle sue acque, e qualcosa che lascia davvero senza parole.
Abbandonato il lago, sì entra nel centro di Gavirate, abitato da millenni, è oggi un paese di tutto rispetto. Da visitare oltre al lido, la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni, nel XVIII secolo venne ricostruita sopra un antica cappella votiva. 
La località Caddè, è costituita da un grosso casolare, immerso nel silenzio del parco, offre la possibilità di rifornirsi di acqua, grazie lla sorgente presente tutti l'anno. Un verde prato precede il casolare, mentre alle spalle, un fitto bosco da rifugio a numerose specie animali. Nel Parco del Campo dei Fiori, è segnalata la presenza del cervo e del capriolo.


Velate è una delle frazioni più alte di Varese, un borgo che vanta una storia che va indietro fino ai romani, che qui avevano il loro insediamento. Di notevole interesse, la Chiesa di Santo Stefano del 1200 e Villa Bianchi Piatti Clerici di origine medievale.

Del Santuario di Santa Maria del Monte, penso di aver già parlato tantissime volte, eppure, ogni volta che percorro la via delle cappelle, provo sempre l'emozione della prima volta, i punti panoramici che spaziano fino a Milano, poi man mano che sì arriva verso la fine del cammino, appare il paese con il suo campanile; poi quando inizi a vivere i suoi vicoli, le sue case e quell'atmosfera di montagna che hanno tutti i borghi in quota, sono un esperienza sempre nuova e mai banale.   


Dal Piazzale Pogliaghi, sì apre la panoramica più bella dell'intera traversata, dopo la magia dei due laghi, il tratto di montagna è avaro di vedute, anche l'inizio della via delle cappelle ha comunque una vista limitata, e per avere la vista su cime più importanti, serve una balconata come lo è il Piazzale Pogliaghi. Tra le più riconoscibili, segnalo Monte Martica 1032 mt, Poncione di Ganna 992 mt, Monte Chiusarella 915 mt, Monte Minisfreddo 1042 mt, sono le cime che compongono le Prealpi del varesotto, più in la, sì pssono ammirare cime più alte come Monte Generoso 1701 mt, Sasso Gordona 1410 mt, Grignone 2409 mt, Monte San Primo 1686 mt, Grignetta 2184 mt e Monte Bisbino 1325 mt, questo è il magnifico mosaico di vette che sì possono ammirare dal piazzale, una vista che non può lasciare indifferenti.


Il Valico delle Pizzelle, pur essendo il punto più alto del percorso, rimane purtroppo immerso nel bosco. Per avere un minimo di visuale, serve salire il piccolo Monte Pizzelle 940 mt, qui sì apre una piacevole vista sul Campo dei Fiori. Dal passo, sì può comunque accedere a numerosi sentieri, tutti molto belli, interessanti e avventurosi, il modo migliore per esplorare al meglio questo parco.

Brinzio è la fine del percorso, un magnifico paese immerso tra il verde di montagne selvagge, un ampio respiro in un'atmosfera di quiete assoluta, luogo ideale per camminate ma anche per trascorrere qualche giorno in assoluto relax. Abitato da millenni, ha seguito il corso delle stagioni fino ad arrivare ai giorni nostri. Da vedere, la Chiesa Parrocchiale nominata già alla fine del 1100, il laghetto di Brinzio, piccolo specchio d'acqua, perfettamente incastonato nell'armonia di queste montagne.


Una terza tappa ricca di emozionanti scorci panoramici, un mutare del paesaggio che dalla quiete dei laghi passa alla verticale di una montagna tutta da vedere, un mondo da vivere ad ogni passo.

 

CURIOSITA’

TEMPI DI PERCORRENZA:  7:00 circa.

DIFFICOLTA’: (T/E) per tratti su sentiero, e per la discesa a Brinzio.

DISLIVELLO: 900 mt circa.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Varano Borghi, lungo la ciclopedonale del Lago di Varese, a Gavirate, al piazzale che porta alla funicolare, a Santa Maria del Monte e a Brinzio.

COME ARRIVARE: in treno linea Gallarate Luino.

CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass n°90.

SEGNALETICA: cartelli informativi.

DOVE ALLOGGIARE: B&B La locanda del Brinsc tel: 3383903392 o via mail a picciocchicarla@gmail.com.

giovedì 10 luglio 2025

Da Breglia al Monte Bregagno.

Da Breglia 749 mt, sì percorre il segnavie che sale fino alla località S. Amate 1623 mt. Lasciata la chiesa di S. Amate, sempre seguendo le indicazioni, sì va ad affrontare il Costone del Bregagno che sale oltre i 1800 mt di quota; raggiunto l’ultimo bivio, sì prosegue con il sentiero a destra, che porterà in cima al Monte Bregagno 2107 mt.



 






NOTA

Il Lago di Como, in entrambi i rami, sì distingue per tutta una serie di gruppi montuosi e molte dorsali che rimangono lontani dal turismo di massa.

L’itinerario qui proposto, va alla scoperta di una lunga dorsale che va a inserirsi nella più conosciuta catena della Mesolcina.

Una dorsale che vanta ben cinque vette che superano i 2000 mt di quota, tutte cime molto panoramiche, che per essere raggiunte, serve molto fiato e una buona gamba.

Sì parte da Breglia, piccola frazione situata nel comune di Plesio 595 mt, luogo che vanta una storia antichissima, dai ritrovamenti fatti in loco, i primi insediamenti risalgono al periodo protostorico. Oltre al paese, consigli ola visita alla Chiesa di San Gregorio risalente al settecento, e al Santuario della Madonna di Breglia XVIII secolo.



Il percorso parte subito in decisa salita, e sì alterna con la strada asfaltata che sale ai Monti di Breglia 1046 mt, baite in quota divenute oggi zona residenziale, l’antico che lascia il posto al moderno; il tratto su strada, è accessibile soltanto pagando un pedaggio; l’alternativa, è partire da Breglia affrontando 300 mt in più di dislivello, cosa che sicuramente non spaventerà un escursionista preparato.

La Prima vera località che sì tocca, è la forcella dove sorge l’Oratorio di S. Amate; purtroppo, non ho trovato informazioni utili che parlino delle origini della chiesa, quindi posso solo descrivere l’ambiente che circonda la piccola chiesa. L’oratorio, sorge sopra un passo che mette in comunicazione la cima calcarea del Monte Grona 1736 mt con il Costone del Bregagno, due mondi totalmente diversi, le aspre rocce e i morbidi prati, un insieme che convive da migliaia di anni. Il luogo è immerso nel totale silenzio, con i suoi pendii erbosi che cambiano colore con il passare delle stagioni. Bello l’ambiente alpino che sì respira, com’è bello il panorama che sì gode da quassù, perché, oltre alla meravigliosa vista sul lago di Como, è possibile ammirare buona parte della dorsale che precipita nella Valle Menaggina, com’è molto bella la vista sulla Valle Sanagra.



Il Costone del Bregagno è un osso duro.

Dopo la lunga salita che a Breglia, ha condotto fino a S. Amate, arriva un’altra dura prova, una pendenza decisa, che sale su senza dare respiro. Poi, raggiunta quota 1800 mt, un lungo tratto in cresta, porta all’ultima salita, qui sì respira un’atmosfera di solitudine che solo la montagna riesce a regalare, però, il gregge di capre che s’incontra lungo il sentiero, spiega che qui sopra esiste ancora un’attività che dura da secoli, qualcuno crea un’economia con il latte delle sue capre, un mestiere antico che sfida il passare degli anni, un mondo lontanissimo dal lavoro frenetico della città.



Monte Bregagno è la prima di una serie di cime, la dura salita è ripagata da una magnifica panoramica. Quello che attira da subito l’attenzione, è la profonda conca glaciale che sì apre sotto la cima, un mondo alpino reso ancor più affascinante con le ultime nevi dell’inverno, che regalano un’immagine totalmente diversa dalla classica veste estiva. La dorsale è una serie di vette minori ma sempre di tutto rispetto, cime come Monte Marnotto 2088 mt e Monte Tabor 2079 mt, poi più avanti segue la più alta Cima Pianchette 2158 mt, mentre per ultimo, sì eleva il re della dorsale, ovvero il Pizzo di Gino 2245 mt, la più alta e la più panoramica, con una balconata di 360 gradi.



Dalla cima del Monte Bregagno, sì ha una fantastica vista sulle Alpi Orobie, subito appare l’inconfondibile sagoma del Monte Legnone 2609 mt, che sì eleva subito sopra la parte finale del lago di Como. Il Grignone 2409 mt, è la seconda cima che sì riconosce con facilità, la Valtellina introduce la vista alle tante vette che compongono le Alpi Retiche, cime come Monte Disgrazia 3678 mt, ben visibili sono il Pizzo Cengalo 3370 mt, Cima di castello 3392 mt e i Pizzi Torrone 3351 mt, che insieme con altre montagne, compongono il meraviglioso anfiteatro della Val Masino.

Anche la Val Codera sì percepisce senza esitazione, il solco della valle è chiaramente visibile, come le sue due cime maggiori, ovvero il Pizzo Ligoncio 3032 mt e il Pizzo Badile 3308 mt. Guardando in direzione di Chiavenna del Passo dello Spluga 2113 mt, sì possono ammirare altre cime importanti come Pizzo Stella 3163 mt, mentre nelle vicinanze, sono riconoscibili cime come Motto Rotondo 2452 mt, Pizzo Ledù 2505 mt, Sasso canale e il piccolo Monte Berlinghera 1930 mt, monte da dove sì ha una bella visuale sul Lago di Mezzola e sul Piano di Spagna.

Monte Bregagno, un grosso panettone che ha una visuale fantastica, una lunga salita che merita di essere affrontata. Un ambiente straordinario che muta ad ogni passo, immergersi in questo mondo, regala tutte le emozioni che un buon escursionista cerca nel suo continuo salire da cima a cima.

 

CURIOSITA’

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:30 circa

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero e per il forte dislivello.

DISLIVELLO: oltre 1300 mt in salita.

CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Breglia e il portico dell’Oratorio S. Amate.

COME ARRIVARE: in auto da Como lungo la SS 340 fino a Menaggio, entrare nel centro e proseguire per Porlezza, poco dopo svoltare a destra lungo la strada che sale a Plesio e Breglia.

SEGNALETICA: Cartelli informativi e bandierine bianco rosso.

DOVE ALLOGGIARE: Albergo Ristorante Breglia, tel: 0344/37368, indirizzo mail info@breglia.it.

martedì 1 luglio 2025

Da Albavilla al Monte Croce di Maiano.

Da Albavilla 427 mt, sì percorre il Sentiero degli Alpini, salendo fino a un ampio prato destinato a parcheggio. Sì prosegue ancora in salita seguendo le indicazioni del trail, raggiungendo l’Alpe del Vicerè 903 mt. Nuovamente in salita, si percorre la facile sterrata che sale alla Capanna Mara 1125 mt.

Dalla Capanna Mara, seguendo la cresta sì raggiunge la cima del Monte Croce di Maiano 1130 mt.



 

 





NOTA

L’estate, è una stagione dove i grandi escursionisti preferiscono dedicarsi a cime o località ben più alte di quota, però, esistono delle giornate particolari, dove la ventilazione è tale da potersi dedicare a cime minori, che di solito sì affrontano in inverno o comunque in stagioni più fresche; Monte Croce di Maiano, è un valido esempio.

Sì parte da Albavilla piacevole borgo abitato da famose civiltà che sì sono insediate prima dell’arrivo dei romani.



Il percorso sì sviluppa prevalentemente dentro il bosco, per avere delle aperture panoramiche, bisogna avvicinarsi all’Alpe del Vicerè; già il parcheggio che s’incontra poco prima di raggiungere l’alpe, da la possibilità di avere una magnifica veduta sul Monte Bolettone 1317 mt, riconoscibile il rifugio che sorge poco sotto la vetta.



L’Alpe del Vicerè, è una località turistica dove è possibile trovare una comoda area pic nic per chi ama il pranzo al sacco, numerose strutture ricettive, dove è possibile trovare una buona ristorazione e, un parco avventura, per chi ama il brivido senza allontanarsi troppo dall’auto. L’alpe a parte la vista sul Monte Bolettone, non ha una grande panoramica, rimane comunque una piacevole località, dove trovare verdi prati per scaldarsi al sole d’inverno e alte piante che garantiscono l’ombra nei mesi estivi; l’unico punto panoramico, sì ha nei pressi del Rifugio Cacciatori, dove sì ha una piacevole vista sulla Val Bova e sul Lago di Alserio 260 mt.

Capanna Mara è un piacevole punto d’appoggio che sorge poco sotto la Bocchetta di Lemma 1167 mt, qui, si può fare una piacevole sosta e gustare la buona cucina di montagna, oltre a godersi il magnifico panorama che spazia sulla Val Bova e sulla Brianza fino ai grandi grattaceli di Milano.



Il Monte Croce di Maiano, è una piacevole balconata sulla Brianza, ma da questo punto panoramico sì possono ammirare ben tre dei quattro laghi che sì collocano tra i due rami del Lago di Como. Infatti, oltre al Lago di Alserio, è ben visibile il Lago di Pusiano 257 mt e il Lago di Annone 224 mt. Nelle giornate limpide, la panoramica spazia fino alla dorsale appenninica, visibile dalla Liguria all’Emilia Romagna. Facilmente riconoscibile la collina di Montevecchia, meta di tante camminate, al suo fianco, è visibile il Monte San Genesio 832 mt. Una piacevole vista sulla lunga dorsale che dal Resegone di Lecco 1875 mt, procede verso il Monte Tesoro 1431 mt, arrivando fino al Monte Linzone 1392 mt, prima di tuffarsi nella Valle Imagna.

Grignetta 2184 mt e Grignone 2409 mt, sono la massima espressione dolomitica del gruppo montuoso della Grigna, Monte Legnone 2609 mt, la cima che da il benvenuto alla catena orobica dal versante valtellinese, mentre nelle vicinanze, non posso non menzionare il Monte Bolettone, il Monte Palanzone 1436 mt, i Corni di Canzo 1373 mt e il Monte Cornizzolo 1240 mt.



Un itinerario semplice ma che nella parte finale regala panorami di tutto rispetto, un vero capolavoro della natura per tutti gli amanti delle camminate non impegnative, ma ugualmente avventurose.

 

CURIOSITA’


TEMPI DÌ PERCORRENZA:
2:30 circa

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: oltre 700 mt e circa 30 in discesa.

CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Albavilla, Alpe del Vicerè e Capanna Mara

COME ARRIVARE: in auto da Como seguendo le indicazioni per Erba, poi dirigersi verso Tavernerio, e proseguire fino ad Albavilla.

SEGNALETICA: Cartelli informativi e qualche bandierina.

DOVE ALLOGGIARE:

mercoledì 11 giugno 2025

Dalla località Le Piane alla cima del Monte Barone.

Dalla località Le Piane 980 mt. Sì percorre il sentiero G1, fino ad arrivare al Rifugio La Ciota 1233 mt. Dal rifugio, sì prosegue con sentiero G8, passando dal Rifugio Monte Barone 1587 mt, quindi in decisa salita, sì raggiungono la vetta del Monte Barone 2044 mt.









NOTA

La Val Sessera, è una valle laterale della Valsesia, forse meno famosa, poiché non ha una cima importante come Monte Rosa, però, nel suo piccolo, può vantare cime che arrivano fino ai 2500 mt. Tantissimi itinerari escursionistici, molte le traversate da valle a valle che sì possono fare, approfittando di una vasta rete di sentieri che vanno dalle piccole dorsali di origine vulcanica, salendo appunto fino a oltre i 2000 mt di quota, con cime di tutto rispetto.

Sì parte dalla località Le Piane, situata poco sopra la frazione di Viera 739 mt, situata nel comune di Coggiola 508 mt, ultimo paese prima di affrontare la lunga salita che porta alla Panoramica Zegna, strada provinciale che collega la Val Sessera alla Valle Cervo.

Qui non vi è un vero e proprio parcheggio, sì trovano numerosi posti auto, a lato della strada asfaltata che porta alla località Alpe di Noveis 1125 mt. Un breve scorcio panoramico, consente la vista su Monte Tirlo 1303 mt e su Monte San Bernardo 1408 mt e sulla chiesa che sorge sulla cima.

Il Rifugio La Ciota, è il primo punto d’appoggio che s’incontra lungo la salita, più precisamente al bivio tra il sentiero G1 e G8. Il rifugio offre un servizio di ristorazione, è possibile fare una breve sosta oppure pranzare nella struttura, proseguendo poi per altre località che consentono di esplorare la parte meno alta di questa montagna; dal rifugio, sì apre una piacevole vista sulla Val Sessera.


Il secondo punto d’appoggio è il Rifugio Monte Barone, dotato di posti letto, è il luogo ideale per trascorrere una piacevole serata, affrontando la cima del Monte Barone il giorno successivo. Bella la balconata che spazia sulla Val Sessera, nelle giornate limpide il Monviso 3841 mt, cattura subito l’attenzione, come attira la curiosità, la pianura, perché in primavera quando le risaie sono sommerse d’acqua, sì crea un curioso mare a quadretti, spettacolo da non perdere.  Le due cime che precedono Monte Barone, ovvero Punta delle Camosce 1699 mt e Punta Pissavacca 1659 mt, che riempiono il panorama, due cime per nulla banali che meritano la giusta attenzione, ben visibile la cima di
Rocca d’Argimonia 1610 mt.

Monte Barone, è di fatto il primo duemila che sì eleva a nord della Pianura Padana, è la prima vetta che apre le porte alla Val Sesia, mentre da un lato sì trovano cime modeste che superano i 1000 mt di quota, nel versante ovest della valle, s’inizia già a respirare l’aria dell’alta montagna. Una cima che vanta una panoramica a 360 gradi, una visuale che riempie di meraviglia, con il Massiccio del Monte Rosa 4634 mt che sì mostra in tutta la sua maestosità, ben visibili come la Piramide Vincent 4215 mt, o Punta Parrot 4436 mt, ricoperte dalla neve che sfida il caldo delle estati più roventi. La panoramica può tranquillamente iniziare con la catena dell’Appennino, Alpi Marittime, Alpi Cozie, Alpi Graie, Alpi Pennine, Alpi Lepontine, fino a guardare nelle Alpi Retiche con il Monte Disgrazia 3678 mt, che sì riconosce nonostante la lunga distanza. Una buona fascia prealpina che precede la pianura, cime non meno importanti come ad esempio il Monte Fenera 899 mt, rinchiuso in un parco di notevole interesse; non posso non menzionare altre cime come il Castello di Gavala 1827 mt, Bec d’Ovaga 1631 mt, Alta Cima di Bò 2556 mt e il Corno Bianco 3320 mt, che precede il re della valle che è ovviamente il Monte Rosa.

 

CURIOSITA’

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:30 circa

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: ben 1060 mt.

PUNTI D’APPOGGIO: Rifugio La Ciota e Rifugio Monte Barone.

SEGNALETICA: colonnine del GtB, cartelli informativi e bandierine rosso bianche.

CARTOGRAFIA O GUIDE: Il Biellese nord orientale, editore INGENIA.

DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Monte Barone, con possibilità di pernottamento, tel: 015/9248034, 3497764425, 3472369460, mail rifugiomontebarone@gmail.com.

lunedì 9 giugno 2025

Da Branzi al Rifugi Laghi Gemelli,

Da Branzi 874 mt, sì percorre il sentiero n°212 che salendo la ripida Val Borleggia raggiunge i Laghi Piano di Casere 1816 mt e Marcio 1841 mt, un ultimo tratto di sentiero, porta fino al Rifugio Laghi Gemelli e all’omonimo lago.









NOTA

La Val Brembana, è una lunga valle che da Almè 294 mt, sì spinge fino alle alte cime delle Alpi Orobie, dai paesi quasi pianeggianti, sì passa ad alte vette che sfiorano i tremila metri. Numerose le valli laterali, e tantissimi percorsi escursionistici adatti a tutti i livelli, dove poter godere di una natura magnifica e selvaggia, anche la dove l’uomo è intervenuto con le tante opere idrauliche che sì trovano sotto le grandi vette. Sì parte da Branzi, piccolo borgo di epoca romana, costeggiato dal Fiume Brembo è nel suo piccolo una piacevole località di villeggiatura, frequentata da turisti locali e da turisti stranieri.

La Val Borleggia è una valle che sì sviluppa praticamente in verticale. Il sentiero, come un lungo serpente si sviluppa con i suoi tornanti in un bosco misto tra abeti e larici; solo la località I Grassi, composta da due baite collocate tra i 1400 e i 1500 mt di quota, una a distanza di circa dieci minuti dall’altra, permette di uscire in un’area di prati, da dove sì ha una piacevole vista sulla Val Brembana e sulle cime di Pizzo Badile 2044 mt, Monte Secco 2291 mt e Monte Pegherolo 2368 mt.



Lago Piano di Casere, è il primo bacino artificiale che s’incontra alla fine della Val Borleggia, le prime cime che sì specchiano nelle acque del lago sono il Pizzo Farno 2506 mt e il Monte Corte 2340 mt, mentre volgendo lo sguardo verso sinistra, Pizzo del Becco 2507 mt, con la sua inconfondibile sagoma rocciosa, è per bellezza, la montagna più bella che sì possa ammirare nel comprensorio.



Lago Marcio, è il secondo lago artificiale, il sentiero passa praticamente alla stessa altezza dell’acqua, ben visibile la cima del Corno Stella 2618 mt, che svetta solitario occupando l’orizzonte.



Il Rifugio Laghi Gemelli, è un punto d’appoggio fondamentale per queste montagne, il primo rifugio fu inaugurato nel 1900, mentre quello attuale risale al 1948. Qui, in un ambiente di rara bellezza è possibile trovare la giusta ospitalità, meta di tantissimi escursionisti che affrontano la dura salita di un giorno, o che soggiornano per una notte, proseguendo per altri rifugi sparsi lungo la dorsale.

I Laghi Gemelli, erano effettivamente due, poi, dopo la costruzione della diga avvenuta nel 1932, divenne uno solo, in primavera, quando i passi e le cime sono ancora innevati, l’ambiente esprime tutta la sua bellezza, come guardare vette sopra i 3000 mt di quota ricoperte da nevi perenni, basta tornare qualche mese dopo, per vedere un paesaggio totalmente diverso che muterà ancora con l’arrivo dell’autunno. Tra le cime che circondano l’area montuosa, segnalo: Cima di Mezzeno Orientale 2230 mt, che svetta solitario in mezzo al Passo di Mezzeno 2142 mt e il Passo Laghi Gemelli 2139 mt, altre cime, che posso menzionare sono il Monte Spondone 2445 mt, Monte del Tonale 2425 mt, Pizzo delle Orobie 2340 mt e Pizzo dell’Orto 2271 mt.



Uno dei percorsi escursionistici più belli delle Alpi Orobie, un luogo menzionato in tutte le guide, tantissimi motivi per affrontare la lunga salita che da Branzi porta nel cuore di queste montagne, dove laghi, valli, conche glaciali e vette, compongono un quadro che non si potrebbe guardare all’infinito, motivo in più per venire a godere queste montagne, questo rifugio di persona.

 

CURIOSITA

Il Primo Rifugio, fu distrutto durante la seconda guerra mondiale.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:00/3:30 circa.

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Branzi e Rifugio Laghi Gemelli.

DISLIVELLO: circa 1150 mt di salita.

COME ARRIVARE: da Bergamo con SS n°470.

CARTOGRAFIA O GUIDE: Carta Kompass N°104 e 105

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine rosso bianco.

DOVE ALLOGGIARE: Rifugio Laghi Gemelli con possibilità di pernottamento, tel: 0345/71212, oppure 3470411638, indirizzo mail: info@rifugiolaghigemelli.it.

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