lunedì 15 aprile 2019

Rifugio Passo del Giovo.



Da Garzeno 662 mt, sì sale in auto fino al Santuario Quang 800 mt, da qui si prosegue a piedi, seguendo la sterrata che porta a Brezeglio 979 mt, quindi con strada militare, sì raggiunge Passo del Giovo, dove sorge l’omonimo rifugio 1706 mt.







NOTA
La Mesolcina, anche se viene considerata tale dal Passo San Jorio fino al Passo dello spluga, è una lunga catena montuosa, che ha il suo effettivo inizio a Lugano 277 mt, città che sorge sulle rive del lago a cui da il nome. Con i suoi 925 mt, il Monte Brè, rappresenta la prima cima della catena, che sì spinge a nord, fino al Passo dello Spluga 2113 mt, colmando con i 3274 mt del Pizzo Tambò.
La catena, da sud a nord, presenta numerosi valli laterali, che separano altrettante piccole catene montuose, che danno la possibilità di fare tantissimi itinerari escursionistici ai più svariati livelli.
L’itinerario che descrivo in queste righe, va a esplorare la Valle Albano, una laterale che sì tuffa nel Lago di Como all’altezza di Dongo 208 mt.
Sì parte da Garzeno, piccolo paese che entra nella Valle Albano, prestando la dovuta attenzione, con l’auto, sì sale al Santuario Quang, dove sì trova un ampio parcheggio; consiglio di lasciare qui l’auto, poiché la strada asfaltata, già fin qui è stretta e senza ripari, oltre ad avere la disponibilità del parcheggio. Sì prosegue a piedi sulla strada asfaltata che a breve diverrà sterrata e che arriva alla borgata di Brezeglio, piacevole nucleo di baite, da dove sì ha una splendida veduta sul Monte Bregagno 2017 mt, Monte Marnotto 2088 mt e su Monte Tabor 2079 mt, guardando in valle, in pratica di fronte a Brezeglio, sì notano numerosi insediamenti, mentre più in alto, sì notano alcuni alpeggi, che sorgono oltre i 1100/1300 mt.
 
Da Brezeglio, parte una piacevole strada militare che sale le pendici del Dosso di Brento 1430 mt, e poco più sopra sorge l’omonimo alpeggio. Da qui, sì ha una magnifica vista sull’ampia e selvaggia conca glaciale del Pizzo di Gino 2245 mt, che domina l’intera valle, mentre guardando verso l’alpe, sì può ammirare il morbido pendio erboso del Monte Paraone 1809 mt.
Proseguendo sempre su strada militare, sì costeggia il Monte Paraone e poi con un piacevole traverso che domina la valle, sì raggiunge il Passo del Giovo e quindi il rifugio. Dal Rifugio, sì ha una spettacolare vista sull’intero anfiteatro di conche glaciali, che dal Monte Bregagno, raggiungono il passo con tutte le cime che salgono oltre i duemila metri, e che terminano con le ultime cime che sono: Cima Pomodoro 1973 mt e Mottone di Giumello 2027 mt. Guardando dal versante opposto, sì ha una piacevole veduta sulla Valle San Jorio che guarda verso la parte terminale del Lago di Como e sull’inizio della Valtellina; guardando verso l’omonimo passo, dove sorge la Cappella San Jorio 2014 mt, s’intravede il Rifugio a 1980 mt di quota, mentre sopra svettano Cima di Cugn 2237 mt e Monte Marmontana 2316 mt, massima elevazione della valle.
Il Rifugio Il Giovo, è rappresentato da una grande struttura ed è dotato di circa venti posti letto. Il rifugio non è gestito, e per quanto ho potuto apprendere dal Comune di Garzeno, il rifugio al momento è completamente inagibile, esiste comunque all’esterno, un’area attrezzata che consente di potersi gustare il proprio pranzo al sacco, con una magnifica vista su queste montagne tutte da scoprire.

CURIOSITA’

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 2:30/3:00 circa.
DIFFICOLTA’: (T).
DISLIVELLO: circa 1000 mt.
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91.
PUNTI D’APPOGGIO: nessuno.
COME ARRIVARE: da Como con SS n°340 fino a Menaggio e 340d fino a Dongo, poi indicazioni per Garzeno.
SEGNALETICA: cartelli informativi, la segnaletica orizzontale non è presente.
DOVE ALLOGGIARE: 

martedì 9 aprile 2019

Salita invernale al Monte Due Mani.



In auto, dal Colle di Balisio 723 mt, sì svolta a destra seguendo le indicazioni per Cremeno 792 mt. Dopo circa 1,5 km, sì arriva alla località Casere, svoltando a destra, si segue l’omonima via, fino all’attacco del sentiero.
Lasciata l’auto, sì può percorrere il segnavie, oppure una bella strada sterrata che sale alla località Foppa.
Raggiunta la località Foppa, sì recupera il sentiero all’altezza di una bocchetta, ora svoltando a sinistra, sì affronta il costone che sale allo Zucco di Desio 1655 mt. Raggiunta la cima, sì prosegue in cresta arrivando così alla vetta del Monte Due Mani 1656 mt.







NOTA
Tra il Resegone di Lecco 1875 mt e il gruppo delle Grigne, sorge il Massiccio del Monte Due Mani, completamente separato dalla Grigna, ma unito al Resegone dalla cresta che scende fino alla Forcella di Olino1148 mt.
L’itinerario qui descritto, consente di andare alla scoperta del versante nord di questa montagna. Sì parte dalla località Casere, a circa 800 mt di quota, qui sì hanno due scelte: la prima, sì intraprende la strada sterrata che sale alla Baita Tabor a circa 900 mt di quota, per poi proseguire in decisa salita con un sentiero che porta poco sopra la località Foppa. La seconda, terminata Via Casere, parte sulla destra una strada sterrata, che porta alla località Foppa, permettendo di ammirare la bella valle che colma con la cresta di Cima di Muschiada 1458 mt, e i tanti casolari sparsi che completano questa piacevole cornice.
La località Foppa, è un’ampia conca, dove sorgono alcuni casolari e altri ruderi diroccati.
Qui, sì respira una piacevole atmosfera di montagna, in un luogo solitario, tranquillo, quella quiete che piace molto ai camosci, che qui, vengono a brucare le verdi erbe della primavera.




Dalla località Foppa, sì gode una bella panoramica che guarda verso le cime dei Piani di Bobbio 1662 mt.
Il percorso prosegue lungo un faticoso costone che termina con la cima gemella del Monte Due Mani, in altre parole: Zucco di Desio. Da qui, sì apre un’eccellente vista sulla vetta del Monte Due Mani, sul Gruppo delle Grigne e sulla Valsassina.

Un ultimo tratto su cresta, che richiede qualche attenzione in più, e sì arriva alla cima del Monte Due Mani; qui, sorgono una croce e il Bivacco Locatelli, con la sua inconfondibile sagoma a igloo. Il bivacco, offre solo un riparo d’emergenza in caso d’intemperie, al suo interno vi si trovano solo alcune panche e due tavoli, che sì possono utilizzare per il pranzo. Dalla cima del Monte Due Mani, sì apre una balconata che spazia fino all’Appennino, con vista sui laghi e sulle montagne del lecchese, tra cui quelle già menzionate. Guardando verso nord, svettano le Alpi Orobie con il Pizzo dei Tre Signori 2554 mt, che completa la cornice. Io, in questa salita invernale, a causa di nubi basse, non ho potuto ammirare la vista che sì gode da quassù, ma posso assicurare che la fatica, è tutta ricompensata.

CURIOSITA’

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 2:30/ 3:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per tratti su sentiero ripido, che richiedono la dovuta attenzione.
DISLIVELLO: circa 800 mt.
PUNTI D’APPOGGIO: Bivacco Locatelli in cima al Monte Due Mani.
COME ARRIVARE: da Lecco, sì seguono le indicazioni per Valsassina e Ballabio, superato il paese, sì arriva al Colle Balisio, quindi al bivio a destra, fino alla località Casere.
CARTOGRAFIA E GUIDE: carta Kompass N°105.
SEGNALETICA: qualche cartello informativo e bandierine rosso bianco. Prestare attenzione ai segnali, quelli ufficiali sono insufficienti, mentre segnali non ufficiali in rosso o in blu sono più frequenti.
DOVE ALLOGGIARE:

lunedì 1 aprile 2019

Da Traffiume all'Alpe Spoccia.



Da Traffiume 245 mt, sì percorre la lunga mulattiera che porta a Cavaglio San Donnino 501 mt. Dopo aver raggiunto il paese di Cavaglio, sì prosegue in decisa salita raggiungendo la località Olzeno 1061 mt. Ora, camminando lungo una comoda sterrata, sì costeggia le pendici del Sasso Drosa 1444 mt e del Monte Zuccaro 1683 mt, raggiungendo così l’Alpe Spoccia 1555 mt e l’omonima bocchetta.







NOTA
Sulla sponda sinistra del Lago Maggiore, sì ergono principalmente tre gruppi montuosi. Il primo, a sud, è rappresentato dal Mottarone 1491 mt, che divide il Lago d’Orta dal Lago Maggiore. Il secondo situato nell’alta fascia centrale, è rappresentato dal Parco Nazionale della Val Grande, un vero castello, con cime che superano i 2000 mt, tra cui il Monte Todano 2301 mt, e che rappresenta la massima elevazione dell’intero gruppo. Il terzo, a nord è costituito dal Monte Limidario, un colosso di ben 2188 mt, diviso tra Italia e Svizzera.
L’itinerario qui descritto, permette un primo approccio con una montagna selvaggia, che però ha saputo offrire alle comunità locali ampi pascoli e campi coltivati a castagno.
Sì parte da Traffiume, piccolo paese subito a ovest di Cannobio 214 mt.
Dalla chiesa parrocchiale, ci si dirige verso l’Orrido di Sant’Anna fino a incontrare una piccola cappella, da qui, parte la mulattiera che porta a Cavaglio, nominata anche come Cammino di San Carlo. La mulattiera è molto bella, segue la sponda destra della Val Cannobina, dove è frequente, incontrare alcuni edifici religiosi ormai diroccati; di notevole interesse, è il ponte che attraversa la valle del Torrente Cavaglio, struttura di antica costruzione. Cavaglio San Donnino, è un piccolo borgo che sì affaccia sulla Val Cannobina, un perfetto intreccio di vicoli e due piazzette veramente belle, in particolare quella dove sorge la chiesa e il municipio. La salita che conduce a Olzeno, sì sviluppa anch’essa su mulattiera, ma a differenza di quella che collega Cavaglio a Traffiume, è meno curata, e in alcuni casi, probabilmente il tracciato originale è andato perduto.
Olzeno, è in sostanza un piccolo borgo che sorge su di un ampio pianoro, un insieme di baite attraversate da piccole stradine in pietra che regalano un’atmosfera perfetta per questi luoghi.
Poco sopra, all’altezza di un tornante, sì apre una splendida balconata sulla Val Cannobina, con vista sull’inconfondibile sagoma del Monte Zeda 2156 mt. Proseguendo lungo la strada sterrata, sì raggiunge un altro gruppo di baite, che compone la località Le Buse, dove sorge il Rifugio delle Nevi 1274 mt. Da qui, sì ha una splendida vista sul Monte Giove 1298 mt, sul Monte Faierone 1715 mt e sull’intero massiccio del Monte Limidario.
Sì guadagna ancora quota, attraversando piacevoli boschi di faggio, prima di concedersi ai pendii erbosi del Monte Zuccaro. Poco dopo, ecco apparire l’Alpe Spoccia, composta da alcune baite sparse, immerse nel silenzio di queste incredibili montagne, il Lago Maggiore è visibile solo in una piccola porzione, mentre tra le cime che sì possono ammirare dall’alpe, vi sono: il Monte Generoso 1701 mt, il Monte San Giorgio 1100 mt, Monte Piambello 1125 mt e altre cime che compongono la fascia prealpina del Varesotto. Poco più avanti, sì raggiunge l’omonima bocchetta, dove sì apre una meravigliosa panoramica sulla parte finale della Val Cannobina. In basso, e facilmente riconoscibile l’abitato di Gurro 812 mt, mentre, guardando verso la Val grande, sì ha una splendida visuale su Cima della Laurasca 2193 mt, e su Pizzo Ragno 2289 mt, mentre alle spalle, è facilmente riconoscibile, la sagoma del Monte Rosa 4634 mt, mentre più a destra è facilmente riconoscibile la cima del Weissmeis 4023 mt, e ancora più a destra svetta il Monte Leone 3553 mt.

Dall’alpe inoltre, sì ha una spettacolare vista sulle Rocce del Gridone e sull’omonima cima che raggiunge i 2155 mt.
CURIOSITA’
La sagoma del Monte Limidario è riconoscibile da diversi punti, basti pensare che dalle risaie del novarese, il gruppo sì presenta come un'unica catena montuosa.
TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:30/4:00 circa.
DIFFICOLTA’: (E) per il forte dislivello.
DISLIVELLO: circa 1350 mt.
PUNTI D’APPOGGIO: locali a Traffiume e a Cavaglio, Rifugio delle Nevi in località Le Buise, per informazioni, tel: 340/5023710 - 333/6241316 - 338/6886062, e Bivacco in località Alpe la Quadra a circa dieci minuti dall’alpe.
COME ARRIVARE: da Milano o da Genova con autostrada A26, con uscita Verbania, quindi SS n°34 fino a Cannobio, poi appena trovate le indicazioni per Traffiume, svoltare a sinistra.  
CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass n° 90.
SEGNALETICA: cartelli informativi, più bandierine rosso bianco.
DOVE ALLOGGIARE:

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