Da Coggiola 450 mt, sì percorre il segnavie GTB, salendo fino alla località Le Piane 983 mt. Sì prosegue con segnavie G1 salendo al Rifugio La Ciota 1226 mt, quindi con segnavie G8, sì guadagna quota raggiungendo il Rifugio Monte barone 1587 mt. Sempre con lo stesso segnavie, sì riprende la salita, arrivando alla Bocchetta di Ponasca 1650 mt. Dalla bocchetta, sì abbandona il segnavie, seguendo una traccia di sentiero che attraverso la cresta, porta ai piedi della Punta delle Camosce 1699 mt, che sì raggiunge dopo una decisa salita.
NOTA
Il
Monte Barone, 2044 mt, è il primo duemila che sì affaccia sulla Valsesia,
questo monte è diviso principalmente tra due valli, quella del Torrente Strona
e quella più grande del Torrente Sessera. La cima , vanta un panorama a 360°,
nelle giornate limpide, la visuale lascia senza parole, una cima che
meriterebbe di essere rinchiusa in un parco che ne svelasse tutte le bellezze
naturalistiche e storiche. Nel suo modesto ambiente, l’area racchiude in se
numerosi percorsi, sentieri facili ma anche percorsi di tutto rispetto, con
difficoltà da non sottovalutare mai.
L’itinerario
che propongo, non conduce su in cima al Monte Barone, ma a un’altra cima
minore, che merita il rispetto di tutti gli escursionisti che non sì limitano
alle solite cime, in altre parole a quelle più conosciute, parlo della Punta
delle Camosce, aguzza vetta che sfiora i 1700 mt di quota, e che propongo qui,
con un percorso non banale e adatto ai più allenati.
Sì
parte da Coggiola, piacevole borgo di origine medievale; consiglio la visita
del borgo e dei suoi due santuari, quello del Cavallero e quello di Moglietti. La
prima parte del percorso, sì sviluppa su mulattiera, che sì alterna con la
strada asfaltata che sale fino alla località Noveis 1114 mt. Durante la salita,
le balconate panoramiche spaziano prevalentemente sul Monte Massaro 1413 mt e
sulle due cime quasi gemelle, in altre parole la Cima di Bors 1959 mt e la Cima
della mora 1937 mt.
Il
Rifugio La Ciota, è un punto d’appoggio fondamentale per chi affronta la lunga
salita, oltre ad essere una tappa intermedia, diventa una garanzia in caso di
maltempo; una volta, quando il rifugio non era gestito, esisteva anche un
locale d’emergenza, è probabile che quando il rifugio non sia operativo, sia
ancora accessibile. Dalla terrazza panoramica, sì ha una piacevole vista sulla
Valsessera e sulla Pianura Padana, durante il periodo della coltura del riso, quando
i campi sono pieni d’acqua, sì ha una gradevole vista di un mare fatto a
quadretti.
Punta
delle Camosce, dopo il Monte Barone, è la seconda elevazione che guarda verso
sud. Qui sì può ammirare una panoramica a 360°, purtroppo la mia salita non è
stata molto fortunata, del resto queste montagne sono famose per l’alto tasso
di umidità e per i tanti temporali che sì abbattono nella zona durante il
periodo estivo, però posso garantire che la vista spazia fino alle Alpi Pennine
e Retiche, con vista sul Parco Nazionale della Val Grande, oltre a buona parte
della Valsesia meridionale, che guarda dal Monte Fenera alle colline moreniche.
Garantisco la vista sul Re di Pietra, ovvero il Monviso 3841 mt. Una cima poco
conosciuta e poco frequentata, ma che regala le stesse emozioni del più alto
Monte Barone, un luogo selvaggio e solitario , ma che merita di essere salito.
CURIOSITA’
TEMPI
DÌ PERCORRENZA: 3:30
circa
DIFFICOLTA’:
(E) per i tratti su
sentiero e per il forte dislivello.
DISLIVELLO:
più di
1300 mt in salita e una sessantina in discesa.
PUNTI
D’APPOGGIO: locali a
Coggiola, Rifugio La Ciota e Rifugio Monte Barone.
SEGNALETICA: colonnine del GtB,
cartelli informativi e bandierine rosso bianche.
CARTOGRAFIA
O GUIDE: Il
Biellese nord orientale, editore INGENIA.
DOVE
ALLOGGIARE: Rifugio
Monte Barone, con possibilità di pernottamento, tel: 015/9248034, 3497764425,
3472369460, mail rifugiomontebarone@gmail.com.