venerdì 15 ottobre 2021

Salita al Corno Orientale.

 Da Canzo 402 mt, sì percorre un tratto di strada asfaltata che porta alla fonte Gajum, fino all’attacco del sentiero. Seguendo il segnavie, sì arriva dopo qualche decina di minuti alla località Gajum 485 mt, quindi, proseguendo su ampia sterrata, sì raggiunge il Rifugio Terz’Alpe 793 mt. Lasciato il rifugio, seguendo le indicazioni, sì guadagna ancora quota raggiungendo La Colma 1000 mt, sì continua su di un ripido sentiero che sale alla Bocchetta di Luera 1209 mt, quindi con una breve deviazione, sì raggiunge la vetta del Corno Orientale 1239 mt.









NOTA

I Corni di Canzo, posso definirli come tre sassoni, adagiati su una dorsale. Tre sassi che rimangono in perfetto equilibrio, incuranti del tempo che passa, e dalle forti intemperie che sferzano queste cime solitarie, perché ognuna di queste vette è un mondo a se, montagne che quando le sali, puoi dire con orgoglio di essere arrivato fino a lì, con la fatica, l’impegno e la concentrazione, che queste montagne meritano.

Tra i tanti percorsi che sì possono fare, ne propongo uno che sì può definire classico, e che porta alla scoperta del più piccolo dei corni, in altre parole quello orientale. Piccolo, ma non per questo, meno impegnativo, poiché l’ultimo tratto di sentiero, richiede un buon allenamento.

Sì parte da Canzo, piccola cittadina che sorge a pochi passi dal Fiume Lambro e che vanta una lunghissima storia, che scivola in dietro nel tempo fino ai celti.

Gajum, è una località rinomata per la sua acqua, qualcuno ricorderà sicuramente le bottiglie d’acqua con impresso il marchio Fonte Gajum.

Il percorso che sale alle tre alpi, sì sviluppa su facile sterrata, e ognuno di esse presenta una caratteristica particolare. Prim’Alpe, è composta da una piccola corte, se così posso definirla, qui sorge un centro di educazione ambientale gestito da Legambiente. Seconda Alpe, è costituita da un corposo gruppo di case ridotte ormai a interessanti rovine, un percorso didattico, ne consente una visita accurata. Terz’Alpe, è un grande casolare che ricorda molto un piccolo castello, oggi è un punto d’appoggio importante per escursionisti o semplici famiglie, qui sì può trovare una buona cucina o un semplice bar.



La Colma, divide il gruppo dolomitico dei Corni di Canzo, dal gruppo del Monte Rai 1259 mt, con cime più morbide e meno impegnative, e consente di scendere nel versante di Valmadrera, da dove partono numerosi sentieri, anche impegnativi, che salgono su queste montagne.

La vista dal Corno Orientale, è davvero sensazionale, la prima immagine che colpisce nell’immediato, è la grossa mole del Corno Centrale 1308 mt, che crea uno scenario dolomitico davvero suggestivo, a destra, sì può notare il Rifugio SEV, ottimo punto d’appoggio per escursionisti o semplici turisti, bella panoramica sul ramo di Lecco del Lago di Como, facilmente riconoscibili, i borghi di Abbadia Lariana 209 mt e di Mandello del Lario 214 mt.



Bella la vista del Monte Moregallo 1276 mt, alle sue spalle, a sinistra svetta il gruppo delle Grigne, mentre al centro, sono riconoscibili il Monte Coltignone 1473 mt e Resegone di Lecco 1875 mt, mentre in basso adagiata su di una conca, la città di Lecco, sì propone nel leggendario scenario dei Promessi Sposi.

 

CURIOSITA’

Volendo fare qualcosa di più suggestivo, consiglio di fare visita al Rifugio SEV, il sentiero consente di passare sotto le pareti del Corno Centrale, respirando un ambiente dolomitico di notevole interesse paesaggistico.



TEMPI DÌ PERCORRENZA: 2:30 circa.

DIFFICOLTA’: (T fino a Terz’Alpe, dal rifugio in avanti il percorso è da considerarsi E).

DISLIVELLO: circa 850 mt.

CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91- 105.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Canzo, Albergo Ristorante La Sorgente in località Gajum, e Rifugio Terz’Alpe.

COME ARRIVARE: da Como seguendo le indicazioni per Lecco Bergamo, poi, svoltare a sinistra per Tavernerio, dopo Albavilla seguire per Asso o Canzo.

SEGNALETICA: Cartelli informativi e bandierine bianco rosse.

DOVE ALLOGGIARE: Albergo ristorante La Sorgente, tel: 031/681119.

venerdì 10 settembre 2021

Da Guardabosone all'Oratorio di San Bernardo.

 Da Guardabosone all’Oratorio di San Bernardo.

Da Guardabosone 479 mt, sì percorre l’ampia sterrata del sentiero n°724 fino alla località Alpe Maddalene 913mt. Dall’alpe, sì prosegue su sentiero, seguendo il segnavie n°725, che raggiunge l’oratorio di San Bernardo 1124 mt.


NOTA

Tutto il comprensorio che riguarda la Val Sesia, dalle basse colline moreniche, fino ai piedi delle grandi vette del Monte Rosa, è seminato di minuscoli borghi e di tantissime chiesette, oratori o semplici cappelle, che sì possono incontrare in luoghi isolati, spesso raggiungibili solo a piedi, come a testimoniare un mondo lontano fatto di credenze popolari, visioni mistiche e l’attaccamento a una religione che sì fonde con le tradizioni popolari di chi abita da secoli queste montagne. L’itinerario qui proposto, porta alla scoperta di un minuscolo frammento di questa tradizione, immergendosi in un mondo che ha radici lontane.

Sì parte da Guardabosone, paese di origine medievale, oggi museo all’aperto, grazie ad un percorso che porta alla scoperta dei suoi vicoli e delle sue case storiche.

Sì percorre il segnavie n°724, che segue una facile sterrata, sfiorando le periferie di Postua 459 mt, piccolo borgo incastrato nella valle del Torrente Strona, che risale all’anno 1400. Giunti al bivio, sì trova la cappella di San Rocco576 mt, con a fianco la campana che possono suonare tutti i frequentatori che seguono queste vie della memoria.

Più avanti, sempre seguendo la sterrata, con una piccola deviazione, si arriva alla Madonna di Loreto 683 mt, realizzata nel XVII secolo, chiesa isolata dalla struttura particolare, qui sì apre una piacevole balconata sulle colline vulcaniche, facilmente riconoscibile Cima La Guardia 785 mt.




L’Alpe Maddalene, è costituita da un grande casolare, da qui sì apre una spettacolare balconata sulla Valle Strona.

L’oratorio di San Bernardo, è adagiato lungo la dorsale che porta al Monte Tovo 1386 mt, realizzato nel 1473, offre un piacevole luogo di sosta, e una bella vista sul Monte Barone 2044 mt, primo duemila che si affaccia sulla Val Sesia, una montagna ricca di storia, con i suoi pendii aspri e selvaggi, la sua particolare forma lo rende riconoscibile anche a distanza di decine di chilometri.






Tutti i requisiti, sono stati ampiamente elencati, non resta che andare a vedere di persona questo itinerario ricco di natura ma anche di storia e cultura.

 

CURIOSITA’

Guardabosone è stato dichiarato: paese- museo vivo.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:00 circa.

DIFFICOLTA’: (T) fino all’Alpe Maddalene, (E) nel tratto che porta all’Oratorio, il percorso sì sviluppa su sentiero poco frequentato e in alcuni tratti si riduce a una semplice traccia.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Guardabosone, anche il porticato della Madonna del Loreto, può fornire una protezione in caso di cattivo meteo.

DISLIVELLO: circa 650 mt.

COME ARRIVARE: A26 con uscita Romagnano Sesia, Ghemme, sì prosegue in direzione di Alagna, fino al ponte sul Torrente Sessera, qui sì svolta a sinistra e si segue la provinciale fino al bivio che sale a Guardabosone.

CARTOGRAFIA O GUIDE: Carta Kompass N°97.

SEGNALETICA: qualche cartello informativo e bandierine bianco rosso.

DOVE ALLOGGIARE: B&B La Locanda di Campagna, tel: 015/0998211 oppure 3338191571, indirizzo mail: Locandamercanti@gmail.com.                                                                           
 

lunedì 17 maggio 2021

Salita da Tavernerio al Pizzo dell'Asino.

 Da Tavernerio 460 mt, dopo aver lasciato l’auto nel parcheggio di fronte alla Chiesa di San Martino, sì prosegue a piedi svoltando a destra, percorrendo un tratto breve di Via Armando Diaz, per poi abbandonarla, per seguire una strada sterrata che sì trova sulla sinistra. Iniziata la salita, si evita il primo bivio proseguendo lungo la stradina a destra. Poco più avanti, s’incontra un altro bivio, qui sì mantiene la sinistra, poco dopo, altro bivio, dove si segue la mulattiera che sì ha di fronte. Ancora pochi passi ed ecco un altro bivio, qui si mantiene la sinistra, iniziando una più decisa salita che costeggia il lato sinistro della Valle di Tavernerio. La strada sterrata, diventa un ampio sentiero, guadagnando quota sì passa nell’altro versante della valle verso i 900 mt di quota.

Raggiunto la costa, sì prosegue fino a trovare l’incrocio con il sentiero che arriva da Solzago 461 mt. Dal bivio, sì segue il sentiero a destra, costeggiando le pendici del Monte Boletto 1236 mt, fino ad arrivare alla Bocchetta di Molina 1116 mt, incrociando la DTL. Evitando la salita al Monte Bolettone 1317 mt, sì prosegue seguendo la Dorsale del Triangolo Lariano, che passa sotto la cima del Monte Bolettone 1317 mt, arrivando alla Bocchetta di Lemna 1115 mt. Sì prosegue sempre lungo la DTL, fino ad arrivare a un bivio, ora con decisa salita, sì raggiunge la vetta del Pizzo dell’Asino 1272 mt.







NOTA

Il Lago di Como è circondato da vari gruppi montuosi, uno di questi, è definito Triangolo Lariano. Uno dei percorsi escursionistici più famosi della zona, è la traversata da Brunate 715 mt a Bellagio 229 mt, però ne esistono di meno conosciuti e senza segnavie, percorsi che creano una vera ragnatela di sentieri che offrono la possibilità di creare tantissimi percorsi e traversate, che risalgono le valli che si affacciano sulla Brianza.

Il percorso che qui descrivo, è certamente poco frequentato, per entrare nella Valle di Tavernerio, serve una buona guida e anche un buon intuito, indispensabile per raggiungere i segnavie sulla parte alta.

Come già evidenziato, sì parte da Tavernerio, piccolo borgo che sorge ai piedi del Monte Boletto, e che vanta una storia millenaria, basti pensare che le prime tracce della presenza umana rinvenute in loco, parlino di una storia che arriva dal Neolitico.

La valle di Tavernerio, si risale praticamente all’interno del fitto bosco, per uscire dalla vegetazione, bisogna raggiungere i 1000 mt di quota.

L’avvicinamento alla Bocchetta di Molina, regala la prima vera balconata che sì apre, dopo la lunga salita attraverso una valle ricca di vegetazione, che lascia davvero poco spazio a un ampio panorama. Guardando verso sud, lo sguardo va verso Milano, chiaramente visibili i grandi grattaceli che compongono il centro della città. Da menzionare, il piccolo Lago di Montorfano, situato a 397 mt di quota, che è anche un’importante riserva naturale. Man mano che sì procede verso la Bocchetta di Molina, non sì può non volgere lo sguardo alla bella dorsale che porta alla cima del Monte Boletto. Dalla bocchetta, il panorama guarda verso il Lago di Como, tra i tanti borghi che sì affacciano sul lago, è facilmente riconoscibile quello di Argegno 210 mt, paese che da l’ingresso all’ampia conca della Val d’Intelvi. Tra le cime che si possono ammirare, elenco sicuramente il Monte Bisbino 1325 mt e il Monte Colmegnone 1383 mt, oltre alla bella mole del Monte Generoso 1701 mt e all’inconfondibile sagoma del Sasso Gordona 1410 mt. Guardando verso nord nordovest, sì riconoscono facilmente: Monte Tremezzo 1700 mt, Pizzo di Gino 2245 mt e Monte Bar 1816 mt.

 

 



Molto suggestivo, è l’attraversamento della faggeta che ricopre il lato nord del Monte Bolettone, immersa in un silenzio quasi magico, interrotto da vocio degli escursionisti e dai tanti uccellini che svolazzano da un ramo all’altro.

Il Pizzo dell’Asino, sì trova poco prima del Monte Palanzone 1436 mt, per raggiungere la vetta, sì deve affrontare una ripida salita che offre piacevoli panorami sulla dorsale.

Raggiunta la cima, sì apre una spettacolare balconata che spazia a 180° gradi, bella la vista sul Gruppo Montuoso delle Grigne, con le due cime principali che sono: il Grignone 2409 mt e la Grignetta 2184 mt.



Bella vista sul Monte Due Mani 1656 mt, e sull’inconfondibile sagoma del Resegone di Lecco 1875 mt, come non sì può non riconoscere i Corni di Canzo 1373 mt e il Monte Cornizzolo 1240 mt. Guardando verso la pianura, sì possono ammirare una buona parte del Lago di Pusiano 257 mt e una piccola porzione del Lago di Annone 224 mt, mentre più a destra, sì riconosce il gruppo collinare che compone il Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone.

 



Una piacevole escursione, con un percorso diverso dai soliti, e che regala molte emozionanti panoramiche lungo tutta l’ascensione.

 

CURIOSITA’

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:30 circa.

DIFFICOLTA’: (E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: circa 1000 mt.

CARTOGRAFIA O GUIDE: carta Kompass N°91.

PUNTI D’APPOGGIO: nessuno.

COME ARRIVARE: da Como seguendo le indicazioni per Lecco Bergamo, poi, svoltare a sinistra per Tavernerio.

SEGNALETICA: all’inizio nessuna, poi pannelli informativi lungo la dorsale.

DOVE ALLOGGIARE:

martedì 2 marzo 2021

Da Laveno al Sasso del Ferro.

 Da Laveno 200 mt, sì percorre il segnavie AV che sale fino alla località Casere 758 mt; con una breve deviazione, è possibile fare visita al borgo di Vararo 757 mt.

Dalla località Casere, sì abbandona il segnavie AV per seguire un ampio sentiero a destra, che porta alla località Poggio S. Elsa 974 mt punto d'arrivo dell’impianto di risalita proveniente da Laveno. Con un ultimo tratto su sentiero, sì raggiunge la vetta del sasso del Ferro 1062 mt.









NOTA

Laveno è una piccola cittadina che sì affaccia sulla sponda lombarda del Lago Maggiore. Oltre alla bella posizione, e alle tante escursioni in battello che sì possono fare con l’ottima navigazione, Laveno è anche una città ai piedi di un breve gruppo montuoso che sì eleva fin oltre i 1200 mt, e che offre numerose escursioni e traversate anche a buoni livelli. L’itinerario qui descritto, conduce alla scoperta della prima grande cima del gruppo montuoso che si affaccia sulle sponde del lago. Sì parte appunto da Laveno, borgo che ha alle sue spalle una lunga storia, pare che i primi insediamenti, risalgono addirittura al 3000 ac; non sì può rinunciare a una breve passeggiata sul lungo lago, per ammirare lo splendido paesaggio che Laveno offre a turisti ed escursionisti, che immediatamente sono rapiti dalla piacevole vista del Monte Massone 2161 mt che si eleva quasi al centro del lago, mentre più a destra, si eleva l’inconfondibile sagoma del Pizzo Proman 2098 mt.


La salita è di tutto rispetto, vista la pendenza è meglio affrontarla con il giusto allenamento. Man mano che si prosegue, di tanto in tanto, lo sguardo va inevitabilmente alla funivia che sale fino al Poggio S. Elsa.

Raggiunta la località Casere, consiglio di compiere una breve visita al borgo di Vararo, piccolo gioiello incastonato come una gemma preziosa in queste piacevoli montagne, adagiato in una bella conca di origine glaciale. Subito a sinistra, lo sguardo volge all’inconfondibile cresta dei Pizzoni di Laveno, con la prima vetta che vanta ben 1015 mt, mentre alle spalle il Sasso del Ferro s’impone con tutta la sua imponente mole.

La salita al Poggio S. Elsa è piacevole, avvolta nel fascino di un bel bosco di faggio, sale con delicatezza fino ad arrivare all’arrivo della funivia, qui, sì apre una bella balconata sul Lago Maggiore e sulle montagne della Val Grande, inconfondibile la sagoma del Monte Zeda 2156 mt, che sì eleva solitaria nel cielo.









Un ultimo sforzo, serve per affrontare il sentiero che porta in vetta al Sasso del Ferro, durante la salita, non sì può fare a meno di notare che in tempi passati, sul Sasso del Ferro si sciava.



Dalla vetta, il panorama spazia tutto verso sud, con vista, oltre che sul Lago Maggiore e sul Lago di Varese, sulla fascia collinare fino oltre la Pianura Padana, quando inizia a imporsi la dorsale appenninica. Il Massiccio del campo dei Fiori 1227 mt è inconfondibile, lo sì può ammirare alla sinistra, come sì può piacevolmente ammirare una buona parte della Val Cuvia, con vista su Brenta 298 mt e su Cittiglio 267 mt. Non posso aggiungere altro, solo l’invito a salire una bella cima da cui si gode un panorama davvero molto suggestivo.

 

CURIOSITA’

Vararo, riuscì a essere un comune indipendente, fu in seguito annesso al comune di Brenta, di Laveno e infine al comune di Cittiglio, dov’è rimasto fino ai giorni nostri.

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 2:30/3:00 circa

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: poco più di 850 mt

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Laveno, Casere e Vararo e a Poggio S. Elsa.

COME ARRIVARE: in treno da Milano o da Luino lungo la storica linea ferroviaria, in auto da Milano con A8 fino a Sesto Calende, poi SS 33 e dal ponte sul Ticino, SP 69Fino a Laveno.

CARTOGRAFIA O GUIDE: CARTA Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine Giallo Verde dell’Anulare Valcuviano e bianco rosse.

DOVE ALLOGGIARE: Poggio S. Elsa con possibilità di Pernottamento, tel : 0332/610303.

mercoledì 24 febbraio 2021

Chiesa di San Paolo e Monte La Nave.


Da Montegrino Valtravaglia località S. Ambrogio 490 mt, sì percorre il segnavie 3V che sale al Colle della Nave 818 mt. Raggiunto il colle, sì prosegue sempre su segnavie, aggirando il Monte La Nave, arrivando alla Chiesa di San Paolo 831 mt. Dalla chiesa, in pochi minuti si arriva all’Alpe Paci 834 mt, quindi seguendo la strada militare, sì sale fino alla cima del Monte La Nave 988 mt.








NOTA

Tra i tanti gruppi montuosi che sì elevano a nord di Varese, il gruppo montuoso del Sette Termini, rimane ai margini, non dico che non sia conosciuto, però a mio parere, rimane escluso dai grandi circuiti del turismo e dell’escursionismo di massa che sì concentra prevalentemente sulle cime che sì affacciano sui laghi.

L’itinerario qui proposto, porta alla scoperta di questo gruppo montuoso, con un percorso che sì sviluppa in prevalenza su strade militari, in ricordo della famosa Linea Cadorna, che anche in queste montagne, è presente con una serie di opere di notevole interesse.

Sì parte da Montegrino Valtravaglia, all’altezza della Chiesa di S. Ambrogio 490 mt. Una breve visita, consente di ammirare un piacevole panorama su Monte S. Martino 1087 mt, Monte della Colonna 1203 mt e Monte Pian Nave 1085 mt.

Dopo aver percorso un tratto su strada asfaltata, sì entra nel borgo di Bonera 553 mt, piccolo nucleo abitato per cui consiglio una breve visita. Lasciato il borgo, un ampio prato, consente una piacevole veduta sulle cime della Val Cuvia, sulle prime vette del Parco Nazionale della Valgrande, con l’inconfondibile sagoma del Monte Zeda 2156 mt. La salita prosegue lungo la strada militare della Linea Cadorna che sale al Monte Sette Termini 972 mt, sì può anche scansare la strada, ma poiché il sentiero è molto ripido, è consigliabile proseguire lungo la strada militare. Colle della Nave è un ampio passo dove in mezzo ad un bel prato sorge un casolare immerso nel silenzio dei boschi di castagno e di faggio.





La Chiesa di San Paolo risalente al XII secolo, da qui sì apre una bella terrazza panoramica che spazia sul Lago di Lugano, Ponte Tresa 275 mt è facilmente individuabile. Bellissima vista sulle Montagne che sovrastano il lago, tra cui: Monte San Giorgio 1100 mt, Monte Generoso 1701 mt, Monte San Salvatore  912 mt e Monte Boglia 1516 mt.

L’Alpe Paci è composta prevalentemente da una serie di villette, non so se in origine esisteva un vero e proprio alpeggio, ma lungo l’itinerario si possono guardare solo case di recente costruzione o che hanno comunque perso l’aspetto originale. L’ultimo tratto di salita si svolge nuovamente su strada militare, con vista su alcune interessanti costruzioni della Linea Cadorna, anche sulla cima del Monte La Nave.





La vetta è in sostanza immersa nel bosco, un unico balcone, apre la panoramica sul Monte Lema 1620 mt che sì erge quasi immediatamente, e sul Monte Covreto 1593 mt subito a sinistra.

Guardando verso il Lago Maggiore, che si vede in un breve fazzoletto azzurro, sì può ammirare, oltre alla morbida cima del Monte Sette Termini, il più imponente gruppo del Monte Limidario, che con i suoi 2188 mt, rappresenta la cima più alta del Centovalli, un panorama, che ripaga in tutto e per tutto la fatica fatta per raggiungere questo luogo nascosto e misterioso.









CURIOSITA’

 

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 3:00 circa

DIFFICOLTA’: (T/E) per i tratti su sentiero.

DISLIVELLO: poco più di 500 mt.

PUNTI D’APPOGGIO: nessuno, salvo avere un riparo rappresentato da un portico della Chiesa di San Paolo.

COME ARRIVARE: in auto da Luino, percorrendo la SP n°23 che sale a Montegrino.

CARTOGRAFIA O GUIDE: CARTA Kompass N°90 e 3V, Via Verde Varesina De Agostini.

SEGNALETICA: cartelli informativi e bandierine bianco rosse.

DOVE ALLOGGIARE:

lunedì 4 gennaio 2021

Il Parco del Ticino a Vigevano, tra campi e boschi.


Da Vigevano 116 mt, sì raggiunge la località Sforzesca 90 mt circa. Lasciata l’auto, sì prosegue lungo la strada asfaltata che porta al Fiume Ticino. Raggiunta una curva a gomito, sì abbandona la strada asfaltata per seguire la sterrata che scende dolcemente la costa, continuando a camminare fino a quando non s’intravede da sotto Cascina San Vittore. Sì continua a camminare passando per Cascina Cerada, fino ad arrivare in località Mulini d’Isella 70 mt circa; all’altezza di Villa Necchi, sì può fare una breve deviazione per andare a visitare la Chiesetta alla Portalupa. Ritornati sui propri passi, sì prosegue oltrepassando Cascina Baracca, continuando lungo la strada asfaltata che diventerà in seguito sterrata, arrivando così a un piccolo parcheggio. Sì entra nel Sentiero delle Farfalle, bellissimo percorso didattico che entra nel bosco. Sì continua a camminare lungo il sentiero, seguendo sempre le indicazioni che sì trovano in loco, arrivando così a un cancello. Oltrepassato il cancello, sì raggiunge la strada asfaltata, quindi svoltando a sinistra, si passa per Cascina Ronchi e di seguito sì potrà ritornare alla Frazione Sforzesca.









NOTA

Spesso, ho descritto, numerosi itinerari che conducono alla scoperta del Parco del Ticino, e anche in questo caso, ho il piacere di raccontare un nuovo percorso che s’immerge nel silenzio delle campagne e nei boschi selvaggi della sponda sinistra del Fiume Ticino, più precisamente, poco più a sud dell’interessante cittadina di Vigevano.

Sì parte dalla Frazione Sforzesca, composta di alcune abitazioni e da un grande cascinale costruito nel 1486. Dopo un breve rettilineo, sì scende dalla costa per tuffarsi nei grandi campi coltivati a grano, mais e riso, dove spesso, sì possono ammirare diversi uccelli, come aironi e garzette. Un magico mondo che in inverno crea un paesaggio solitario e malinconico, ricco di corsi d’acqua, dove la nutria, scava la propria tana. Guardare dal basso la Cascina San Vittore, è come guardare una grande fortezza che domina la valle, poco più avanti, sorgono le rovine dell’omonima chiesa eretta nel 1700 su di un edificio risalente all’epoca romana.



Passando oltre, sì arriva al minuscolo Santuario del Crocefisso, pare risalente al 1400.

Il complesso del Molino d’Isella, comprende una grande cascina, dov'era collocata la macchina per la macina dei cereali. Nelle vicinanze, vi sì trova Villa Necchi, importante centro congressi, e con una breve deviazione, sì raggiunge la chiesetta alla Portalupa, dedicata a S. Ambrogio costruita nel 1957.



A poche centinaia di metri, sì trova l’Agriturismo Cascina Baracca, tipica corte lombarda, dove sì possono gustare ottimi piatti della tradizione locale.

Il tratto che attraversa l’area del bosco, è di notevole interesse naturalistico, lì vi si trova il Sentiero delle Farfalle, un sentiero didattico ricco di cartelli informativi; durante l’attraversamento dell’area boschiva, se si ha fortuna, è possibile osservare caprioli e cinghiali, motivo in più per venire a gustare l’atmosfera di questi luoghi ancora intatti, un tuffo nel passato e nella natura incontaminata di questo lembo di Parco del Ticino.









CURIOSITA’

Durante alcuni scavi effettuati presso le rovine della Chiesa di San Vittore, sono stati trovati due tombe contenenti due guerrieri di origine celtico/romana.

TEMPI DÌ PERCORRENZA: 4:30 circa.

DIFFICOLTA’: (T/E) per il tratto su sentiero, reso insidioso in caso di piene.

PUNTI D’APPOGGIO: locali a Sforzesca, Molino d’Isella e Agriturismo Cascina Baracca.

DISLIVELLO: praticamente inesistente, circa 20 mt.

SEGNALETICA: cartelli informativi del parco.

COME ARRIVARE: da Vigevano con SP 206.

CARTOGRAFIA E GUIDE: carte e guide del Parco del Ticino.

DOVE ALLOGGIARE: Cascina Baracca, con possibilità di pernottamento. Tel: 0381/939787.

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