Il nostro calendario
gite, quest'anno per tanti motivi, ha subito un cambiamento dietro
l'altro, per
fortuna che le alternative sono sempre pronte a saltar fuori, come l'asso dal
mazzo di carte.
Sabato 27 e domenica 28
luglio, ho proposto al gruppo l'ennesima variante, invece di andare nel gruppo
dell' Adamello, ho scelto una meta più vicina, la Val Biandino in provincia di
Lecco.
Sarà stata colpa del
caldo, ma in quest'occasione il gruppo non è nella sua forma migliore...
Riuniti dopo una lunga
odissea, al caldo sole di mezzogiorno, il gruppo è riuscito finalmente a
partire per il suo itinerario, tanto la meta per oggi, sarà limitato al rifugio
Tavecchia 1510 mt, dove alloggeremo per la notte.
Superata Fontana S.
Carlo, vicino ad un agriturismo, sulle rive del torrente Troggia, abbiamo fatto
la nostra pausa pranzo, poi oltre che a consumare le nostre pietanze, ci siamo
concessi un rinfresco nelle limpide acque del torrente.
Riprendiamo il cammino
nel pomeriggio, per fortuna il bosco limita molto la calura estiva, anche se il
caldo e lo stomaco pieno, rendono più faticosa la salita; la vista di un
giovane stambecco, ci riempie di meraviglia, dimenticando per un attimo la
fatica.
Giunti al rifugio, ognuno
di noi, si è goduto il piacevole relax nella quiete della, in uno scenario
molto suggestivo.
La sera, dopo una cena
abbondante, abbiamo fatto una breve passeggiata notturna per ammirare le stelle
e le poche luci che di tanto in tanto, accendono il silenzioso buio di queste
splendide montagne.
Non ci resta che andare
a dormire, domani, come ho già annunciato, ci aspetta una lunga camminata,
visiteremo ben tre rifugi, a cavallo tre la provincia di Lecco e quella di
Sondrio, in un ambiente alpino di rara bellezza, come solo le Alpi Orobie sanno
regalare.
Domenica 28 luglio
Puntuale, come da
programma, la sveglia suona verso le 6:30.
A turno, andiamo a fare
la nostra colazione, che ci servirà per affrontare il lungo cammino.
Alle 8:00 circa, siamo
tutti pronti a partire.
Prima tappa il Rifugio
Madonna della Neve 1595 mt, che raggiungiamo velocemente camminando sulla
facile sterrata che sale fino alle Baite di Sasso 1661 mt.
Breve visita al rifugio
e alla chiesa che dal nome al locale.
Zaini in spalla, inizia
la salita al Rifugio Santa Rita 2000 mt.
L'umidità presente
nella valle è molta, anche se siamo oltre i 1500 mt di quota, a volte l'afa si
fa sentire, per fortuna il sentiero non presenta pendenze particolari, così
anche i meno allenati, riescono a salire in circa 60 minuti.
Meritata la sosta, ci
godiamo la bella veduta del Pizzo dei Tre Signori 2554 mt, si collega fino alla
grande mole del Monte Legnone 2609 mt, il tutto sopra l'ampia Varrone.
Riprendiamo il cammino,
dopo una breve salita, ci spostiamo nella parte alta della Valle Varrone, in
lontananza, riusciamo a vedere il Rifugio Casera Vecchia di Varrone 1672 mt.
Dopo una veloce e
ripida discesa, proseguiamo lungo un bel traverso che costeggia le pareti del
Pizzo Varrone 2325 mt; riprendiamo a salire raggiungendo finalmente il Rifugio
F.A.L.C. 2115 mt.
Facciamo un'altra
meritata sosta, del resto, quando si viene a vedere dei luoghi così selvaggi, è
giusto fermarsi a guardare l'ambiente che ci circonda.
Ultima salita, dura
perché ormai la stanchezza inizia a farsi sentire nelle gambe, ma quando
raggiungiamo la Bocchetta di Piazzocco 2252 mt, massima elevazione della
giornata, l'ampia veduta sulla Val Gerola, sulla cresta delle Alpi Retiche e su
tutto l'ambiente che ci circonda, ripaga ampiamente la fatica fatta fin ora,
ognuno di noi, si gode la meraviglia di spazi verdi che si mostrano a noi con i
tanti colori che variano dal verde al blu cobalto dei laghi artificiali che
riempiono le ampie conche glaciali.
Data l'ora, decidiamo
di fare la pausa pranzo al Lago di Sasso 1922 mt.
Perdiamo quota seguendo
il sentiero N°42; quindi percorrendo un ripido sentiero non segnato, siamo
scesi rapidamente al Lago di Sasso.
So che non è un
sentiero facile come gli altri, ma l'alternativa è quella di proseguire fino al
Rifugio Grassi 1987 mt, ma considerando la spettacolarità del lago, ho
preferito scendere da qui; dato che la zona la conosco abbastanza bene, avrei
potuto anche avvisare il resto del gruppo, però considerato che di percorsi impegnativi
ne abbiamo fatti molti, ho voluto dare fiducia ai miei compagni, che forse non
si aspettavano un sentiero così duro.
Piacevole pausa sulle
rive del lago, qualcuno dopo pranzo, ne ha approfittato per rinfrescarsi i
piedi, altri per farsi una dormita, comunque la sosta ha ricaricato le batterie
a tutti.
Ripartiamo per il
Rifugio Tavecchia, costeggiando il lago attraversando una pietraia; sarà
l'orario, o il troppo cammino, ma qui il gruppo si sfalda immediatamente, i più
veloci svaniscono nel nulla, mentre io rimango a fianco dei più tranquilli,
quelli che pur avendo le capacità per affrontare tali percorsi, è sempre meglio
restargli vicino nei momenti più critici.
Con un po' di ritardo,
raggiungiamo il rifugio e il resto del gruppo.
Raggiunto il Tavecchia,
dopo un consulto, la maggioranza decide di scendere a Introbio, usufruendo del
servizio navetta, messo a disposizione dal rifugio.
Io personalmente, non
sono molto favorevole, anche perché avendo avuto già l'esperienza, so bene che il
viaggio è si più breve, ma non eccessivamente, ma quel che conta è che è molto
scomodo, poi conoscendo ogni individuo del gruppo, so già che qualcuno rischia
di rovinarsi la giornata...
Morale della favola: io
sono stato messo in minoranza, abbiamo atteso un'ora prima che almeno due
navette ritornavano al rifugio, abbiamo quasi litigato per riuscire a salire
sulla navetta, tutti insieme, e verso la fine del viaggio, uno di noi è stato
male.
Sì è conclusa così, la
gita di due giorni di luglio, con l'augurio che la prossima volta, il gruppo
valuti al meglio i pro e i contro di tali decisioni.
https://plus.google.com/photos/104292710727843846991/albums/5924582610297991681
http://www.youtube.com/watch?v=2nYhfAR2hqY
http://www.youtube.com/watch?v=2nYhfAR2hqY
Buona lettura e buona visione a tutti e
come dico sempre:
VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!!
Caira Luigi
Nessun commento:
Posta un commento